Activity

Contra

Download

Trail photos

Photo ofContra Photo ofContra Photo ofContra

Author

Trail stats

Distance
10.15 mi
Elevation gain
617 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
617 ft
Max elevation
1,079 ft
TrailRank 
66
Min elevation
707 ft
Trail type
Loop
Moving time
2 hours 9 minutes
Time
3 hours
Coordinates
2503
Uploaded
December 6, 2022
Recorded
December 2022
Be the first to clap
Share

near Tegnoso, Lombardia (Italia)

Viewed 149 times, downloaded 2 times

Trail photos

Photo ofContra Photo ofContra Photo ofContra

Itinerary description

Rime (Berni)/X. Capitolo delle pesche

Lingua

Scarica PDF

Segui

Modifica

< Rime (Berni)

Questo testo è completo.

Francesco Berni - Rime (XVI secolo)

X. Capitolo delle pesche

Informazioni sulla fonte del testo

◄IX. Capitolo dei cardiXI. Capitolo dell'orinale►


Tutte le frutte, in tutte le stagioni,
come dir mele rose, appie e francesche,
3pere, susine, ciriegie e poponi,

son bone, a chi le piacen, secche e fresche;
ma, s’i’ avessi ad esser giudice io,
6le non hanno a far nulla con le pesche.

Queste son proprio secondo il cor mio:
sàsselo ogniun ch’io ho sempre mai detto
9che l’ha fatte messer Domenedio.

O frutto sopra gli altri benedetto,
buono inanzi, nel mezzo e dietro pasto;
12ma inanzi buono e di dietro perfetto!

Dioscoride, Plinio e Teofrasto
non hanno scritto delle pesche bene,
15perché non ne facevan troppo guasto;

ma chi ha gusto fermamente tiene
che le sien le reine delle frutte,
18come de’ pesci i ragni e le murene.

Se non ne fece menzïon Margutte,
fu perché egli era veramente matto
21e le malizie non sapeva tutte.

Chi assaggia le pesche solo un tratto
e non ne vòle a cena e a desinare,
24si può dir che sia pazzo affatto affatto

e che alla scuola gli bisogni andare
come bisogna a gli altri smemorati
27che non san delle cose ragionare.

Le pesche eran già cibo da prelati,
ma, perché ad ogniun piace i buon bocconi,
30voglion oggi le pesche insino a i frati,

che fanno l’astinenzie e l’orazioni;
così è intravenuto ancor de’ cardi,
33che chi ne dice mal Dio gliel perdoni;

questi alle genti son piaciuti tardi,
pur s’è mutata poi l’oppinïone
36e non è più nessun che se ne guardi.

Chi vuol saper se le pesche son buone
et al giudizio mio non acconsente,
39stiasene al detto dell’altre persone,

c’hanno più tempo e tengon meglio a mente,
e vedrà ben che queste pesche tali
42piacciono a’ vecchi più che all’altra gente.

Son le pesche apritive e cordïali,
saporite, gentil, restorative,
45come le cose c’hanno gli speziali;

e s’alcun dice che le son cattive,
io gli farò veder con esse in mano
48ch’e’ non sa se sia morto o se si vive.

Le pesche fanno un ammalato sano,
tengono altrui del corpo ben disposto,
51son fatte proprio a beneficio umano.

Hanno sotto di sé misterio ascosto,
come hanno i beccafichi e gli ortolani
54e gli altri uccei che comincian d’agosto,

ma non s’insegna a tutti i grossolani;
pur chi volesse uscir di questo affanno
57trovi qualche dottor che glielo spiani,

ché ce n’è pur assai che insegneranno
questo secreto et un’altra ricetta
60per aver delle pesche tutto l’anno.

O frutta sopra l’altre egregia, eletta,
utile dalla scorza infino all’osso,
63l’alma e la carne tua sia benedetta!

Vorrei lodarti e veggio ch’io non posso,
se non quanto è dalle stelle concesso
66ad un ch’abbia il cervel come me grosso.

O beato colui che l’usa spesso
e che l’usarle molto non gli costa,
69se non quanto bisogna averle appresso!

E beato colui che da sua posta
ha sempre mai qualch’un che gliele dia
72e trova la materia ben disposta!

Ma io ho sempre avuto fantasia,
per quanto possi un indovino apporre,
75che sopra gli altri avventurato sia

colui che può le pesche dare e tôrre.

◄IX. Capitolo dei cardi▲XI. Capitolo dell'orinale►

Edizione: "Rime" di Francesco Berni
a cura di Danilo Romei
Collezione GUM. N. S
Mursia editore S.p.A.
Milano, 1985

Ultima modifica 12 anni fa di CandalBot

Wikisource

Il contenuto è disponibile in base alla licenza CC BY-SA 3.0, se non diversamente specificato.

Informativa sulla privacy

 

Condizioni d'uso

Desktop

Apri il menu principale
Wikipedia
Ricerca
Anni 470
decennio
Lingua
Scarica PDF
Segui
Modifica
IV secolo · V secolo · VI secolo
Anni 450 · Anni 460 · Anni 470 · Anni 480 · Anni 490
470 · 471 · 472 · 473 · 474 · 475 · 476 · 477 · 478 · 479
Gli anni 470 sono il decennio che comprende gli anni dal 470 al 479 inclusi.

Eventi, invenzioni e scoperte
Modifica
Europa
Modifica
Gli anni 470 furono fondamentali per la storia dell'Europa e del mondo, poiché videro, nel 476, la caduta dell'Impero romano d'Occidente, con la deposizione di Romolo Augusto, e l'inizio del Medioevo.
Impero romano d'Occidente
Modifica

La distruzione dell'Impero romano, di Thomas Cole.
472 - Sacco di Roma: Ricimero marcia su Roma e uccide Antemio. Diventa imperatore Anicio Olibrio, che però non aveva alcun potere effettivo, che era invece in mano a Ricimero. Tuttavia nello stesso anno muoiono sia Ricimero che Anicio Olibrio. Diventa imperatore Glicerio.
473: Scampata invasione dell'Italia da parte dei visigoti.
474: Giulio Nepote attraversa l'Adriatico e depone Glicerio, diventando imperatore.
28 agosto 475: Il magister militum Flavio Oreste marcia su Roma ed esilia Giulio Nepote, rendendo imperatore il figlio Romolo Augusto. Tuttavia a quest'ultimo non venne mai riconosciuto il titolo d'imperatore da Costantinopoli, che rimase a Giulio Nepote fino al suo assassinio avvenuto nel 480 in Dalmazia.
476 - Caduta dell'Impero Romano d'Occidente: I mercenari eruli, guidati da Odoacre, attaccano l'Italia. Il 4 settembre Odoacre entra a Ravenna sbaragliando ciò che rimaneva dell'esercito di Romolo Augusto, che si sottomise al nemico, abdicando. Questo evento segna la caduta dell'Impero romano d'Occidente e l'inizio del Medioevo.
Impero romano d'Oriente
Modifica

Tremisse di Zenone risalente al suo secondo regno.
470: Fine della rivolta di Anagaste, che invia all'imperatore Leone I delle lettere che provano come sia stato il generale Ardaburio ad istigarlo alla rivolta. Pietro Fullo, con il sostegno di Zenone e dei monaci dei monasteri vicini ad Antiochia, si fa eleggere vescovo della città malgrado Martirio sia ancora in carica; Martirio, che pure ha il sostegno di Leone I, dà allora le dimissioni. Giulio Patrizio, fratello di Ardaburio e figlio dell'influente Ardaburio Aspare, abbandona l'arianesimo e sposa Leonzia, figlia dell'imperatore; viene anche nominato Cesare.
18 gennaio 474: Morte di Leone I. Diventa imperatore Leone II, che però era ancora troppo giovane per governare, e quindi iniziò il periodo di reggenza di Zenone, suo padre.
17 novembre 474: Leone II si ammala e muore. Zenone diventa imperatore.
9 gennaio 475: Basilisco si ribella all'imperatore Zenone, ottenendo l'appoggio dei comandanti dell'esercito, e viene proclamato imperatore. Zenone fugge da Costantinopoli. Il suo regno inizia con un disastroso incendio che devasta la capitale.
476: Zenone torna a Costantinopoli e la mette sotto assedio. Ad agosto viene riproclamato imperatore.
476: Con la caduta dell'Impero romano d'Oriente, Giulio Nepote si reca da Zenone per chiedergli soldi e truppe per riconquistare l'Italia, ottenendo però un compromesso come risposta: Giulio Nepote avrebbe regnato indirettamente sull'Italia dalla Dalmazia mentre Odoacre avrebbe rappresentato l'ex imperatore. Quando però nel 480 Giulio Nepote venne assassinato da Ovida, Odoacre divenne l'unico padrone della penisola italiana.
Dominio di Soissons
Modifica

Territori del Dominio di Soissons,
4 settembre 476: Con la deposizione di Romolo Augusto il Dominio di Soissons, nato nel 457 con Egidio e ora sotto Siagrio, rimane l'ultimo territorio dell'Impero romano d'Occidente ancora in piedi.
Regno Franco
Modifica
476: Il re Childerico I entra in contrasto con Siagrio, poiché riconobbe il potere di Odoacre sull'Italia. I due regni entrano in guerra.
Regno di Odocare (Diocesi d'Italia)
Modifica
4 settembre 476: Nasce la Diocesi d'Italia con la deposizione di Romolo Augusto.
477: Odoacre sopprime la ribellione di Brachila.
477: Odoacre annette la Sicilia dopo aver pagato un tributo ai Vandali.
Regno dei Burgundi
Modifica
473: Diventa re Gundobado.
Regno dei Visigoti
Modifica
475: Eurico invade e annette la Provenza.
476: La Spagna è quasi del tutto sotto il controllo del Regno dei Visigoti, fatta eccezione per il territorio nord-occidentale.
477: La Sicilia viene ceduta ad Odoacre.
Personaggi
Modifica
Romolo Augusto, ultimo imperatore dell'impero romano d'Occidente
Anagaste, generale romano
Ardaburio, generale romano
Leone I, Imperatore romano d'Oriente
Pietro Fullo, teologo e vescovo
Teodorico il Grande, re degli Ostrogoti (dal 474)
Zenone, imperatore romano d'Oriente (dal 474)
Apri il menu principale
Wikipedia
Ricerca
Anicio Olibrio
imperatore Romano nel 472
Lingua
Scarica PDF
Segui
Modifica
Nota disambigua.svg
Disambiguazione – "Olibrio" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Olibrio (disambigua).
Flavio Anicio Olibrio (latino: Flavius Anicius Olybrius; Roma, ... – 22 ottobre o 2 novembre 472) è stato imperatore dell'Impero Romano d'Occidente, da aprile o maggio 472 fino alla sua morte, per volere del generale romano di origine barbara Ricimero.

Anicio Olibrio
Tremissis Olybrius (obverse).jpg
Imperatore romano d'Occidente
In carica aprile/maggio - 22 ottobre o 2 novembre 472
Predecessore Antemio
Successore Glicerio
Nome completo Flavius Anicius Olybrius
Nascita Roma
Morte 22 ottobre o 2 novembre 472
Dinastia Teodosiana
Padre Petronio Massimo (?)[1]
Consorte Placidia
Figli Anicia Giuliana
Olibrio è considerato un chiaro esempio di un imperatore che in realtà non regnò: furono Ricimero e suo nipote Gundobado a regnare al suo posto, mentre lui era probabilmente interessato alla religione.

Biografia
Modifica
Origini
Modifica
Nativo di Roma, Anicio Olibrio era membro dell'antica e potente gens Anicia, di origini italiche.

Secondo una ipotesi largamente accettata, era imparentato con il console Flavio Anicio Ermogeniano Olibrio, la cui moglie e cugina era Anicia Giuliana, stesso nome che Anicio Olibrio diede alla propria figlia. Secondo altri, si tratta di una coincidenza, in quanto il nome «Giuliano» e suoi derivati erano molto diffusi nella gens Anicia; inoltre Ermogeniano avrebbe avuto solo una figlia, che pare abbia preso i voti di castità: Olibrio sarebbe allora, secondo alcuni indizi, il figlio di Petronio Massimo.[1]

Nel 454 Olibrio sposò Placidia, figlia minore dell'imperatore Valentiniano III e di Licinia Eudossia: questo matrimonio con un membro della famiglia imperiale servì a legare Olibrio, un esponente dell'aristocrazia senatoriale, direttamente alla casata di Teodosio.[2]

Genserico
Modifica
Nel 455 Valentiniano III venne assassinato, probabilmente su istigazione del patrizio Petronio Massimo, che gli succedette al trono. Petronio, importante funzionario imperiale e originario di una famiglia di rango senatoriale, sposò la vedova di Valentiniano Licinia Eudossia e fece sposare al proprio figlio Palladio (proclamato Cesare) Eudocia, figlia di Valentiniano ed Eudossia. Secondo l'ipotesi che Petronio fosse il padre di Anicio Olibrio, il matrimonio di Olibrio e Placidia sarebbe avvenuto in questo anno — tra il 17 aprile, data della presa di potere da parte di Petronio, e il 31 maggio data della sua morte — e costituirebbe un ulteriore tassello nella politica matrimoniale di Petronio.[1]

I Vandali di Genserico approfittarono della confusione e della debolezza dell'apparato imperiale per scendere in Italia e saccheggiare l'antica capitale dell'Impero. Prima di tornare alle loro terre africane, i Vandali presero in ostaggio Licinia Eudossia e le sue due figlie, Eudocia e la stessa Placidia: lo storico bizantino Giovanni Malalas racconta come all'epoca Olibrio fosse a Costantinopoli.

Durante la sua permanenza nella capitale d'Oriente, Olibrio espresse il suo interesse per le questioni religiose: è infatti testimoniata la sua visita a Daniele lo Stilita, il quale profetizzò la liberazione di Licinia Eudossia. Nel 461 la profezia di Daniele si verificò. Alla morte dell'imperatore Maggioriano, il trono d'Occidente era vacante. Genserico, il cui figlio Unerico aveva sposato la sorella maggiore di Placidia, Eudocia, reclamò l'Impero d'Occidente per Olibrio, allo scopo di avere un proprio parente sul trono. Liberò dunque Licinia Eudossia e Placidia, ma non smise di attaccare l'Italia, in modo da sostenere la propria richiesta con la pressione militare. Le richieste di Genserico non vennero accolte, in quanto Libio Severo venne posto sul trono d'Occidente per volere del magister militum (ed effettivo detentore del potere) Ricimero; ad ogni modo, Placidia raggiunse Olibrio a Costantinopoli, dove un anno dopo, nel 462, gli diede una figlia, Anicia Giuliana.

Ancora nel 465, in occasione della morte di Libio Severo, Genserico sostenne la candidatura di Olibrio, ma anche questa volta le sue speranze andarono deluse con l'ascensione al trono del candidato d'Oriente, Antemio. Tra i due episodi, Olibrio tenne il consolato per l'anno 464, scelto come console dalla corte orientale.

Regno
Modifica
Le fonti concordano sul fatto che Olibrio venne posto sul trono imperiale dal magister militum dell'Occidente, il barbaro Ricimero, in opposizione al legittimo imperatore Antemio, ma esistono due versioni della nomina, che contrastano per tempi e modalità.

Secondo una prima versione, nel 472 Olibrio venne inviato in Italia dall'imperatore Leone I per mediare tra Antemio e il suo genero e magister militum Ricimero, in lotta per detenere il potere effettivo sull'impero; il mandato di Leone ad Olibrio era quello di proseguire per l'Africa, per la corte di Genserico, per stipulare una pace tra i Vandali e l'Impero d'Oriente. Leone però temeva un'alleanza tra Genserico e Olibrio, così, dopo che Olibrio fu partito, inviò a Roma un messaggero con delle lettere per Antemio, suggerendogli di far assassinare Ricimero e Olibrio. Accadde però che Ricimero avesse organizzato un posto di blocco ad Ostia, in cui incappò il messaggero di Leone lì sbarcato: venuto in possesso della lettera di Leone ad Antemio, Ricimero fece assassinare Antemio (11 luglio), che si era rifugiato nella basilica di San Pietro in Vaticano, e mise sul trono al suo posto Olibrio,[3] che era un ottimo candidato alla porpora imperiale, in quanto era un esponente dell'aristocrazia senatoriale romana e imparentato con Teodosio I (in effetti, a causa del suo matrimonio con Placidia, può essere considerato l'ultimo membro della casata di Teodosio).

Una seconda versione vuole che l'elezione di Olibrio sia avvenuta diversi mesi prima della morte di Antemio, nell'aprile o nel maggio del 472. Secondo questa versione, Ricimero avrebbe attaccato direttamente Antemio, assediandolo in Roma e proclamando imperatore Olibrio; dopo cinque mesi di assedio, i collaboratori di Antemio l'avrebbero abbandonato, e l'imperatore fu obbligato a nascondersi tra i supplicanti di san Crisogono, a Santa Maria in Cosmedin, ma qui venne ucciso dal nipote di Ricimero.[4]


Riproduzione di una moneta di Olibrio recante al rovescio una croce e la legenda SALVS MVNDI
Il regno di Olibrio fu breve, e privo di eventi significativi. Ricimero morì poco dopo Antemio, il 9 o il 19 agosto, e al suo posto Olibrio nominò magister militum il nipote Gundobado, accusato di essere l'assassino di Antemio. Non si sa nulla delle politiche di Olibrio, ma si può intuire che fosse un uomo religioso, e che il suo regno sia stato caratterizzato da atti coerenti con questa visione. Un indizio importante è l'emissione di monete d'oro con una croce e la nuova legenda SALVS MVNDI («Salvezza del Mondo») invece della consueta SALVS REIPVBLICAE («Salvezza dello Stato»).

Olibrio morì di malattia, forse per un edema, dopo solo sette mesi di regno. Le fonti sono discordanti sulla data di morte, collocata a seconda dei casi il 22 ottobre 472[5] o il 2 novembre[6].

Olibrio e la figlia Giuliana avevano un palazzo a Costantinopoli, nella decima regione, ad una estremità della Mesa, la strada principale, lungo la Costantinianae; a fianco di esso Giuliana costruì la basilica di San Polieucto. Olibrio, cui era intitolato il palazzo, si premurò anche di restaurare le decorazioni della chiesa di Sant'Eufemia a Calcedonia: la chiesa era famosa per essere stata scelta dalla sorella di Teodosio II, Pulcheria, come sede del quarto concilio ecumenico del 451; la scelta ribadiva la connessione di Olibrio, un senatore romano, con la casata di Teodosio.[7]

Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
Ultima modifica 1 mese fa di MassimoDellaPena
PAGINE CORRELATE
Petronio Massimo
Licinia Eudossia
Dinastia teodosiana
dinastia imperiale romana (379-457 d.C.)

Wikipedia
Il contenuto è disponibile in base alla licenza CC BY-SA 3.0, se non diversamente specificato.
Informativa sulla privacy Condizioni d'usoDesktop

Waypoints

PictographPanorama Altitude 1,060 ft
Photo ofContra Photo ofContra Photo ofContra

Contra

PictographPanorama Altitude 1,060 ft
Photo ofCampu' Photo ofCampu' Photo ofCampu'

Campu'

PictographPanorama Altitude 931 ft
Photo ofPanorama Photo ofPanorama Photo ofPanorama

Panorama

PictographPanorama Altitude 874 ft
Photo ofValaperta Photo ofValaperta Photo ofValaperta

Valaperta

PictographPanorama Altitude 866 ft
Photo ofValaperta Photo ofValaperta Photo ofValaperta

Valaperta

PictographPanorama Altitude 859 ft
Photo ofPanorama Photo ofPanorama Photo ofPanorama

Panorama

PictographPanorama Altitude 800 ft
Photo ofPanorama Photo ofPanorama Photo ofPanorama

Panorama

PictographPanorama Altitude 765 ft
Photo ofPanorama Photo ofPanorama Photo ofPanorama

Panorama

PictographPanorama Altitude 853 ft
Photo ofColli briantei Photo ofColli briantei Photo ofColli briantei

Colli briantei

PictographPanorama Altitude 913 ft
Photo ofColli Briantei Photo ofColli Briantei Photo ofColli Briantei

Colli Briantei

PictographPanorama Altitude 922 ft
Photo ofColli Briantei Photo ofColli Briantei Photo ofColli Briantei

Colli Briantei

PictographPanorama Altitude 928 ft
Photo ofPanorama Photo ofPanorama Photo ofPanorama

Panorama

PictographPanorama Altitude 919 ft
Photo ofPanorama Photo ofPanorama Photo ofPanorama

Panorama

PictographPanorama Altitude 889 ft
Photo ofBracchi Photo ofBracchi Photo ofBracchi

Bracchi

PictographPhoto Altitude 873 ft
Photo ofValle Nava

Valle Nava

PictographPanorama Altitude 977 ft
Photo ofTegnoso Photo ofTegnoso Photo ofTegnoso

Tegnoso

Comments

    You can or this trail