Campagnola Cremasca
near Campagnola Cremasca, Lombardia (Italia)
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Itinerary description
Pindaro: Olimpiche
Perchè un futuro che giunge da lungi
ha tradotto in vergogna il mio debito profondo.
Ma l’interesse sa tacitare il biasimo
aspro: guardate ora l’onda che scorre
come travolge il sasso rotolante,
e come un inno partecipe
noi pagheremo in grazia all’amico.
Esattezza infatti governa la città dei Locri Zephýrioi,
ed hanno in onore Kalliópe
e il bronzeo Áres. La lotta
di Kýknos travolse anche Heraklês
strapotente: pugile vincitore in Olimpia,
sia grato ad Ílas
Hagesídamos come
Pátroklos ad Achilléus.
Affilando chi è nato al valore, l’uomo -
e la mano del dio - può
innalzarlo a gloria prodigiosa.
Senza fatica pochi raccolgono gioia
che su d’ogni altra è luce per la vita.
Un volere divino mi spinge a cantare l’eletto agone
di Zeus: sei giochi che presso la tomba antica
di Pélops fondò, prostrato -
aveva ucciso i figli
di Poseidôn, Ktéatos perfetto
ed Éurytos: li uccise per riscuotere, forza
contro forza, lo stipendio servile dal superbo
Augéas. Un agguato tra i boschi di Cleone,
e li domò sul cammino Heraklês:
poiché già essi l’esercito
tirintio appostato nel fondo
dell’Elide gli avevano annientato,
i Molíones tracotanti. Sí, ma non molto
dopo il re degli Epèi traditore
degli ospiti vide la patria
opulenta sotto fuoco impietoso
e colpi d’acciaio affondare in un solco profo
Arduo stornare
l’assalto dei più forti.
E alla fine anche lui sconsiderato
incontrò la cattura, e non scampò
all’abisso di morte.
Allora il forte figlio di Zeus, raccolte
in Pisa le genti al completo e la preda
tutta, tracciò per il padre eccelso uno spazio sacro
e segnò d’un recinto l’Altis sul terreno
sgombro, e la piana all’intorno
destinò al sollievo di conviti,
onorando il corso dell’Alpheiós
tra i dodici dèi sovrani; e al colle
di Krónos diede nome, che prima,
nel regno di Oinómaos, innominato era avvolto
in torrenti di neve. Al rito inaugurale
attesero prossime le Moîrai
e il testimone unico
di verità esatta,
il Tempo. Che procedendo dichiarò con chiarezz
Bisogna essere interamente divini
Signore, non mi basta servirti come gli angeli
E verdeggiare per te in perfezione divina:
È per me troppo misero, poco per il mio spirito:
Chi vuol davvero servirti, sia più che divino.
5. Non si sa quel che si è
Non so quel che sono, non son quel che so:
Creatura e non creatura, un punto e un cerchio.
3 Silesius esprime qui il tema dell’« incontentabilità mistica » (cfr. nota a IV,30),
che sorpassa tutto, e vuole la sola divinità (Gottheit: per la distinzione da Gott,
vedi Saggio introduttivo, p. 44). Il mare come simbolo di Dio è comune nella misti-
ca: « Apud mysticos mare est symbolum dei » (cfr. Hildburgis M. Gies, Eine latei-
nische Quelle zum C. W. des A.S. Untersuchungen zwischen der mystischen Dich-
tung Schefflers und der « Clavis pro theologia mystica » des Maximilian Sandaus,
Breslau 1929, in « Breslauer Studien zur historischen Theologie », 12, p. 98). I pri-
mi due versi hanno una curiosa corrispondenza in un poema di Franckenberg rela-
tivo ai Monodisticha di Czepko: « Weg Pers, weg Araber, weg Griech, weg Rö-
mer, weg... » (citato in H. L. Held, Angelus Silesius, Sämtliche poetische Werke
in drei Bänden, München 1949-52, voL. I, p. 158: Via, persiani; via, arabi; via, gre-
ci; via, romani; via...).
4 L’immagine del « verdeggiare » è ripresa in V, 167 e sviluppata in I, 90. Sile-
sius la usa spesso anche negli altri suoi componimenti poetici, ma essa risale alme-
no a Meister Eckhart, con Io stesso verbo grünen (cfr. ad es. il celebre sermone
Intravit Iesus in quoddam castellum, in Meister Eckhart, Opere tedesche, a cura
di M. Vannini, Firenze 1982, p. 133).
5 Primo esempio dell’andamento dialettico del poema, nel quale la contraddi-
zione è superata dalla ragione-spirito, che è sempre al di sopra dei contrari. Nel
Libretto della verità Suso scrive: « Io ti dico ancora di più: tranne che l’uomo non
comprenda due contraria, cioè due cose contrarie congiuntamente in una, in veri-
tà, senza alcun dubbio, non è molto facile parlare con lui di tali cose; poiché quan-
do egli comprende ciò, allora solamente ha percorso la metà del cammino della vi-
ta che io intendo ». E poco più avanti: « Devi diventare insensato se vuoi giungere
Devi essere ciò che è Dio
Per trovar mio fine ultimo e mio primo principio
Devo cercare a fondo me in Dio e Dio in me
Diventando quel ch’egli è: luce nella luce,
Un Verbo nel Verbo, un Dio in Dio.*
* Taulero, Inst. spir. c. 39.
7. Ancora oltre Dio si deve andare
Dov’è la mia dimora? Dove non siam né io né tu.
Dove il mio fine ultimo, cui devo giungere?
Dove nessun fine si trova. Ove dunque mi volgerò?
Ancora oltre Dio, a un deserto, devo tendere.*
* Ossia oltre tutto ciò che si conosce di Dio e che di lui si può pensare, seco
Perchè un futuro che giunge da lungi
ha tradotto in vergogna il mio debito profondo.
Ma l’interesse sa tacitare il biasimo
aspro: guardate ora l’onda che scorre
come travolge il sasso rotolante,
e come un inno partecipe
noi pagheremo in grazia all’amico.
Esattezza infatti governa la città dei Locri Zephýrioi,
ed hanno in onore Kalliópe
e il bronzeo Áres. La lotta
di Kýknos travolse anche Heraklês
strapotente: pugile vincitore in Olimpia,
sia grato ad Ílas
Hagesídamos come
Pátroklos ad Achilléus.
Affilando chi è nato al valore, l’uomo -
e la mano del dio - può
innalzarlo a gloria prodigiosa.
Senza fatica pochi raccolgono gioia
che su d’ogni altra è luce per la vita.
Un volere divino mi spinge a cantare l’eletto agone
di Zeus: sei giochi che presso la tomba antica
di Pélops fondò, prostrato -
aveva ucciso i figli
di Poseidôn, Ktéatos perfetto
ed Éurytos: li uccise per riscuotere, forza
contro forza, lo stipendio servile dal superbo
Augéas. Un agguato tra i boschi di Cleone,
e li domò sul cammino Heraklês:
poiché già essi l’esercito
tirintio appostato nel fondo
dell’Elide gli avevano annientato,
i Molíones tracotanti. Sí, ma non molto
dopo il re degli Epèi traditore
degli ospiti vide la patria
opulenta sotto fuoco impietoso
e colpi d’acciaio affondare in un solco profo
Arduo stornare
l’assalto dei più forti.
E alla fine anche lui sconsiderato
incontrò la cattura, e non scampò
all’abisso di morte.
Allora il forte figlio di Zeus, raccolte
in Pisa le genti al completo e la preda
tutta, tracciò per il padre eccelso uno spazio sacro
e segnò d’un recinto l’Altis sul terreno
sgombro, e la piana all’intorno
destinò al sollievo di conviti,
onorando il corso dell’Alpheiós
tra i dodici dèi sovrani; e al colle
di Krónos diede nome, che prima,
nel regno di Oinómaos, innominato era avvolto
in torrenti di neve. Al rito inaugurale
attesero prossime le Moîrai
e il testimone unico
di verità esatta,
il Tempo. Che procedendo dichiarò con chiarezz
Bisogna essere interamente divini
Signore, non mi basta servirti come gli angeli
E verdeggiare per te in perfezione divina:
È per me troppo misero, poco per il mio spirito:
Chi vuol davvero servirti, sia più che divino.
5. Non si sa quel che si è
Non so quel che sono, non son quel che so:
Creatura e non creatura, un punto e un cerchio.
3 Silesius esprime qui il tema dell’« incontentabilità mistica » (cfr. nota a IV,30),
che sorpassa tutto, e vuole la sola divinità (Gottheit: per la distinzione da Gott,
vedi Saggio introduttivo, p. 44). Il mare come simbolo di Dio è comune nella misti-
ca: « Apud mysticos mare est symbolum dei » (cfr. Hildburgis M. Gies, Eine latei-
nische Quelle zum C. W. des A.S. Untersuchungen zwischen der mystischen Dich-
tung Schefflers und der « Clavis pro theologia mystica » des Maximilian Sandaus,
Breslau 1929, in « Breslauer Studien zur historischen Theologie », 12, p. 98). I pri-
mi due versi hanno una curiosa corrispondenza in un poema di Franckenberg rela-
tivo ai Monodisticha di Czepko: « Weg Pers, weg Araber, weg Griech, weg Rö-
mer, weg... » (citato in H. L. Held, Angelus Silesius, Sämtliche poetische Werke
in drei Bänden, München 1949-52, voL. I, p. 158: Via, persiani; via, arabi; via, gre-
ci; via, romani; via...).
4 L’immagine del « verdeggiare » è ripresa in V, 167 e sviluppata in I, 90. Sile-
sius la usa spesso anche negli altri suoi componimenti poetici, ma essa risale alme-
no a Meister Eckhart, con Io stesso verbo grünen (cfr. ad es. il celebre sermone
Intravit Iesus in quoddam castellum, in Meister Eckhart, Opere tedesche, a cura
di M. Vannini, Firenze 1982, p. 133).
5 Primo esempio dell’andamento dialettico del poema, nel quale la contraddi-
zione è superata dalla ragione-spirito, che è sempre al di sopra dei contrari. Nel
Libretto della verità Suso scrive: « Io ti dico ancora di più: tranne che l’uomo non
comprenda due contraria, cioè due cose contrarie congiuntamente in una, in veri-
tà, senza alcun dubbio, non è molto facile parlare con lui di tali cose; poiché quan-
do egli comprende ciò, allora solamente ha percorso la metà del cammino della vi-
ta che io intendo ». E poco più avanti: « Devi diventare insensato se vuoi giungere
Devi essere ciò che è Dio
Per trovar mio fine ultimo e mio primo principio
Devo cercare a fondo me in Dio e Dio in me
Diventando quel ch’egli è: luce nella luce,
Un Verbo nel Verbo, un Dio in Dio.*
* Taulero, Inst. spir. c. 39.
7. Ancora oltre Dio si deve andare
Dov’è la mia dimora? Dove non siam né io né tu.
Dove il mio fine ultimo, cui devo giungere?
Dove nessun fine si trova. Ove dunque mi volgerò?
Ancora oltre Dio, a un deserto, devo tendere.*
* Ossia oltre tutto ciò che si conosce di Dio e che di lui si può pensare, seco
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