Val Lapisina: Staul dei Porzèi e Gaviol
near Fadalto, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
L'escursione di oggi vuole esplorare un vecchio "viàz" (anche se è più un sentiero impegnativo che un viàz) che porta dalla zona delle fornaci di calce del Fadalto e sale fino ai pascoli delle Prese.
Si lascia l'auto il località Crosera (480m) e si prende subito un taglio a dx che sale per qualche centinaio di metri fino ad incrociare la forestale che sale da sx, dopo circa 1km si arriva alla prima svolta chiave: sulla sx vi è segnaletica locale che indica di salire a sx per il Staul dei Porzèi.
Fini a qui nessuna difficoltà e traccia ovvia senza possibilità di errori.
Salite le prime decine di metri si trova sulla sx casera Lastrona, che segna di fatto l'inizio vero e proprio del viàz e difatti l'ambiente cambia volto, la seguente mulattiera si fa più esile e bisogna cominciare ad usare il senso dell'orientamento.
Si sale guadagnando dislivello velocemente, siamo a pendenze attorno al 25/30%, è obbligatorio in questa sezione tenere alta la concentrazione in modo da non perdere di vista i comunque sempre presenti bolli rossi, anche se non sono sempre di facile individuazione, senza i bolli e l'ausilio del gps è un attimo perdersi.
La traccia a terra è labile ed a tratti inesistente, bisogna usare un po' di intuito per capire la direzione, anche perché vi sono ogni tanto delle varianti, che oggi non considereremo.
Bisogna superare 3/4 ostici canaloni, con attenzione, seguendo sempre con l'occhio il naturale senso della salita. Si continua sempre in direzione NE, si giunge a un belvedere, lo si lascia a destra, e si prosegue su traccia impercettibile e bollatura assente, attenzione ad un paio di traversi su loppe che non sono semplici.
Dopo qualche decina di metri si interseca il Cai949 che sale da sinistra ( che percorreremo al ritorno) lo si percorre per qualche decina di metri e lo si abbandona quasi subito per rientrare nel viàz che sale a destra (seguire bolli e fettuccie sui rami).
Qui si sale ancora qualche centinaia di metri, guadagnano gli ultimi metri di dislivello fino ad arrivare al fine del viàz che però ho abbandonando poco prima a favore di un facile taglio in mezzo alla pineta andando così a risparmiare circa 1km, visto anche l'orario e la luce che stava calando.
Ripreso il Cai949 inizia di fatto il rientro, bisogna prestare un po' di attenzione ai brevi tratti attrezzati (anche se non realmente esposti) che scendono subito sul 949 e a un unico passaggio atletico che porta ad un passerella sospesa.
Finito l'ultimo tratto attrezzato ho dovuto alzare il ritmo e scendere velocemente (alcuni tratti di "corsa") perché la luce cominciava a mancare, ma il sentiero qui è tenuto molto bene e la traccia a terra sempre molto evidente supportata dai tanti bolli rossi sparsi di continuo.
Unico punto di attenzione seguire correttamente una freccia che invita a scendere a dx su canalino (foto 49/50). Tenere cmq passo fermo e non calare la concentrazione perché il fondo nelle ultime tratte si fa un po' insidioso e ghiaioso.
Rientro negli ultimi centinai di metri su forestale, fino alla zona di partenza.
Ho preferito dare un parere conservativo e ho classificato l'uscita molto difficile, non per l'aspetto tecnico che non presenta difficoltà evidenti (a parte qualche traverso insidioso) ma più che altro per l'orientamento, consiglio vivamente di dotarsi di un gps per aiutarsi in alcuni cambi di direzione che portano fuori traccia.
Richiesta cmq buona preparazione fisica e considerare almeno 4h di luce necessaria (se affrontato in inverno)
Copertura telefonica presente
Non ho visto punti acqua.
Si lascia l'auto il località Crosera (480m) e si prende subito un taglio a dx che sale per qualche centinaio di metri fino ad incrociare la forestale che sale da sx, dopo circa 1km si arriva alla prima svolta chiave: sulla sx vi è segnaletica locale che indica di salire a sx per il Staul dei Porzèi.
Fini a qui nessuna difficoltà e traccia ovvia senza possibilità di errori.
Salite le prime decine di metri si trova sulla sx casera Lastrona, che segna di fatto l'inizio vero e proprio del viàz e difatti l'ambiente cambia volto, la seguente mulattiera si fa più esile e bisogna cominciare ad usare il senso dell'orientamento.
Si sale guadagnando dislivello velocemente, siamo a pendenze attorno al 25/30%, è obbligatorio in questa sezione tenere alta la concentrazione in modo da non perdere di vista i comunque sempre presenti bolli rossi, anche se non sono sempre di facile individuazione, senza i bolli e l'ausilio del gps è un attimo perdersi.
La traccia a terra è labile ed a tratti inesistente, bisogna usare un po' di intuito per capire la direzione, anche perché vi sono ogni tanto delle varianti, che oggi non considereremo.
Bisogna superare 3/4 ostici canaloni, con attenzione, seguendo sempre con l'occhio il naturale senso della salita. Si continua sempre in direzione NE, si giunge a un belvedere, lo si lascia a destra, e si prosegue su traccia impercettibile e bollatura assente, attenzione ad un paio di traversi su loppe che non sono semplici.
Dopo qualche decina di metri si interseca il Cai949 che sale da sinistra ( che percorreremo al ritorno) lo si percorre per qualche decina di metri e lo si abbandona quasi subito per rientrare nel viàz che sale a destra (seguire bolli e fettuccie sui rami).
Qui si sale ancora qualche centinaia di metri, guadagnano gli ultimi metri di dislivello fino ad arrivare al fine del viàz che però ho abbandonando poco prima a favore di un facile taglio in mezzo alla pineta andando così a risparmiare circa 1km, visto anche l'orario e la luce che stava calando.
Ripreso il Cai949 inizia di fatto il rientro, bisogna prestare un po' di attenzione ai brevi tratti attrezzati (anche se non realmente esposti) che scendono subito sul 949 e a un unico passaggio atletico che porta ad un passerella sospesa.
Finito l'ultimo tratto attrezzato ho dovuto alzare il ritmo e scendere velocemente (alcuni tratti di "corsa") perché la luce cominciava a mancare, ma il sentiero qui è tenuto molto bene e la traccia a terra sempre molto evidente supportata dai tanti bolli rossi sparsi di continuo.
Unico punto di attenzione seguire correttamente una freccia che invita a scendere a dx su canalino (foto 49/50). Tenere cmq passo fermo e non calare la concentrazione perché il fondo nelle ultime tratte si fa un po' insidioso e ghiaioso.
Rientro negli ultimi centinai di metri su forestale, fino alla zona di partenza.
Ho preferito dare un parere conservativo e ho classificato l'uscita molto difficile, non per l'aspetto tecnico che non presenta difficoltà evidenti (a parte qualche traverso insidioso) ma più che altro per l'orientamento, consiglio vivamente di dotarsi di un gps per aiutarsi in alcuni cambi di direzione che portano fuori traccia.
Richiesta cmq buona preparazione fisica e considerare almeno 4h di luce necessaria (se affrontato in inverno)
Copertura telefonica presente
Non ho visto punti acqua.
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