PIZZO SCALINO
near Franscia, Lombardia (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
La più bella, pericolosa, impegnativa escursione in cui mi sia cimentato fino ad ora.
Lo scenario è quello delle Alpi Retiche, in provincia di Sondrio; l'obbiettivo è il Pizzo Scalino, 3323 metri di quota.
Salvatore mi ha invitato per una due giorni di camminate che credo rimarrà per sempre nella mia memoria.
Sveglia alle 06.50, il tempo di svegliarsi completamente e via in macchina verso Campo Moro ove abbandoniamo il mezzo.
Avevo già avuto modo di vedere l'alpeggio del Piano di Campagneda ma quel fantastico luogo mi colpisce ancora una volta per la sua bellezza e per il sorprendente silenzio che vi regna, rotto solamente dal suono delle campanelle che accompagnano gli animali al pascolo. Con Salvatore decidiamo di fare una puntata al rifugio Ca Runcasch per un caffè, ma purtroppo lo troviamo ancora chiuso.
Senza indugiare oltre procediamo verso la prima tappa: la vetta del Cornetto a 2850 metri. Il sentiero si inerpica deciso, ripido. Lo affrontiamo con calma, cercando di dosare le forze. Lo Scalino ci osserva, pacifico. Io lo guardo timoroso, quasi spaventato dalla sua bellezza e dalla sua imponenza. Più saliamo verso il Cornetto più si apre alla nostra vista il ghiacciaio. Non ne ho mai visto uno da così vicino né tanto meno ho mai provato a scalarne uno.
In cima al Cornetto ci concediamo una barretta energetica e una sosta per le foto di rito. Il panorama è spettacolare. Ovunque volgi gli occhi ci sono montagne imponenti. Il Gruppo del Disgrazia, in particolare, ci appare bellissimo semi nascosto dalle nuvole. Il silenzio è assoluto.
Finalmente indossiamo i ramponi: il ghiacciaio dello Scalino è di fronte a noi e ci sta lanciando la sua sfida.
L'avvicinamento alla parte più ripida e difficoltosa è tutto sommato tranquilla. Provo per la prima volta a camminare sulla neve con indosso i ramponi: non mi sento a disagio. Mi perdo a guardare tutta quella neve, osservo le tracce di chi ci ha preceduto, osservo Salvatore che avanza sicuro verso la meta.
Sul fianco della montagna si notano perfettamente le tracce di alcuni distacchi di neve per cui Salvatore decide saggiamente di seguire un percorso che ci tenga bene in sicurezza. Ed ecco finalmente apparire il tratto finale del ghiacciaio, quello che ci porterà sulla cima. Salvatore nota subito un pericoloso accumulo di neve che potrebbe mettere a rischio la nostra scalata, per cui sceglie con cura il punto su cui salire, che sarà anche il più ripido, lungo e difficile.
Aumentiamo il livello di sicurezza legandoci in cordata ed iniziamo a salire. La salita è faticosissima. Obbligo Salvatore a numerose soste per riprendere fiato e per calmare le pulsazioni del cuore che mi rimbombano in gola. Incredibilmente riesco a raggiungere la spalla dello Scalino; siamo fuori dal ghiacciaio, sono immensamente felice e soddisfatto, ma subito mi rendo conto che non è finita: la vetta non è ancora raggiunta.
Gli ultimi 100 metri di quota da superare sono assolutamente i più difficili. C'è molta neve ma anche ampi tratti di rocce da superare con indosso i ramponi, cosa che mi preoccupa non poco, non avendo nessuna esperienza nel camminare sulle rocce con i ramponi. Ma finalmente i 3323 metri della vetta sono sotto i nostri scarponi. Purtroppo sono arrivate le nuvole ed un freddo vento che ci costringe a ripartire quasi immediatamente.
Quando scendiamo dal ghiacciaio mi fermo: non riesco a capacitarmi per come sia riuscito a superare un così ripido ostacolo.
Comunque dopo una a dir poco avventurosa discesa sui nevai del Cornetto, eccoci arrivati agli alpeggi del Prabello dove gli amici Gildo e Sandro ci ospitano nella loro baita e ci offrono una gustosissima rosticciana.
La giornata si conclude con l'ultimo tratto di sentiero da percorrere per tornare alla macchina, mentre il sole al tramonto illumina il nostro Pizzo Scalino con la sua luce dorata, regalandoci gli ultimi scorci di una fantastica giornata.
Buona Montagna a tutti.
Lo scenario è quello delle Alpi Retiche, in provincia di Sondrio; l'obbiettivo è il Pizzo Scalino, 3323 metri di quota.
Salvatore mi ha invitato per una due giorni di camminate che credo rimarrà per sempre nella mia memoria.
Sveglia alle 06.50, il tempo di svegliarsi completamente e via in macchina verso Campo Moro ove abbandoniamo il mezzo.
Avevo già avuto modo di vedere l'alpeggio del Piano di Campagneda ma quel fantastico luogo mi colpisce ancora una volta per la sua bellezza e per il sorprendente silenzio che vi regna, rotto solamente dal suono delle campanelle che accompagnano gli animali al pascolo. Con Salvatore decidiamo di fare una puntata al rifugio Ca Runcasch per un caffè, ma purtroppo lo troviamo ancora chiuso.
Senza indugiare oltre procediamo verso la prima tappa: la vetta del Cornetto a 2850 metri. Il sentiero si inerpica deciso, ripido. Lo affrontiamo con calma, cercando di dosare le forze. Lo Scalino ci osserva, pacifico. Io lo guardo timoroso, quasi spaventato dalla sua bellezza e dalla sua imponenza. Più saliamo verso il Cornetto più si apre alla nostra vista il ghiacciaio. Non ne ho mai visto uno da così vicino né tanto meno ho mai provato a scalarne uno.
In cima al Cornetto ci concediamo una barretta energetica e una sosta per le foto di rito. Il panorama è spettacolare. Ovunque volgi gli occhi ci sono montagne imponenti. Il Gruppo del Disgrazia, in particolare, ci appare bellissimo semi nascosto dalle nuvole. Il silenzio è assoluto.
Finalmente indossiamo i ramponi: il ghiacciaio dello Scalino è di fronte a noi e ci sta lanciando la sua sfida.
L'avvicinamento alla parte più ripida e difficoltosa è tutto sommato tranquilla. Provo per la prima volta a camminare sulla neve con indosso i ramponi: non mi sento a disagio. Mi perdo a guardare tutta quella neve, osservo le tracce di chi ci ha preceduto, osservo Salvatore che avanza sicuro verso la meta.
Sul fianco della montagna si notano perfettamente le tracce di alcuni distacchi di neve per cui Salvatore decide saggiamente di seguire un percorso che ci tenga bene in sicurezza. Ed ecco finalmente apparire il tratto finale del ghiacciaio, quello che ci porterà sulla cima. Salvatore nota subito un pericoloso accumulo di neve che potrebbe mettere a rischio la nostra scalata, per cui sceglie con cura il punto su cui salire, che sarà anche il più ripido, lungo e difficile.
Aumentiamo il livello di sicurezza legandoci in cordata ed iniziamo a salire. La salita è faticosissima. Obbligo Salvatore a numerose soste per riprendere fiato e per calmare le pulsazioni del cuore che mi rimbombano in gola. Incredibilmente riesco a raggiungere la spalla dello Scalino; siamo fuori dal ghiacciaio, sono immensamente felice e soddisfatto, ma subito mi rendo conto che non è finita: la vetta non è ancora raggiunta.
Gli ultimi 100 metri di quota da superare sono assolutamente i più difficili. C'è molta neve ma anche ampi tratti di rocce da superare con indosso i ramponi, cosa che mi preoccupa non poco, non avendo nessuna esperienza nel camminare sulle rocce con i ramponi. Ma finalmente i 3323 metri della vetta sono sotto i nostri scarponi. Purtroppo sono arrivate le nuvole ed un freddo vento che ci costringe a ripartire quasi immediatamente.
Quando scendiamo dal ghiacciaio mi fermo: non riesco a capacitarmi per come sia riuscito a superare un così ripido ostacolo.
Comunque dopo una a dir poco avventurosa discesa sui nevai del Cornetto, eccoci arrivati agli alpeggi del Prabello dove gli amici Gildo e Sandro ci ospitano nella loro baita e ci offrono una gustosissima rosticciana.
La giornata si conclude con l'ultimo tratto di sentiero da percorrere per tornare alla macchina, mentre il sole al tramonto illumina il nostro Pizzo Scalino con la sua luce dorata, regalandoci gli ultimi scorci di una fantastica giornata.
Buona Montagna a tutti.
Waypoints
Waypoint
9,416 ft
INIZIO GHIACCIAIO
Religious site
6,993 ft
MADONNINA NELLA ROCCIA
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