Sorgenti di Rasiglia
near Rasiglia, Umbria (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Premesso che Rasiglia rimane un paesino molto carino da visitare, e la visita non porta via più di un ora, un ora e mezza per i più lenti ed attenti hai particolari, bisogna mettere in conto che la piccola località dista diciassette chilometri dall'Aurelia. Quindi trentaquattro andata e ritorno dal punto più vicino al quale possiate trovarvi. Insomma non è sulle classiche rotte turistiche dell'Umbria e bisogna avere un po' di tempo a disposizione, non tanto per vederla ma per raggiungerla.
Il paese, che conserva le caratteristiche tipiche del borgo medievale raccogliendosi in una struttura ad anfiteatro, è celebre soprattutto per le sue sorgenti: passeggiando per i suggestivi vicoli del centro è impossibile non rimanere incantati dai corsi d'acqua che attraversano l'abitato, rendendolo unico e affascinante.
La sorgente che alimenta e percorre Rasiglia è quella di Capovena: si trova nella parte alta del paese, ai piedi del palazzo che i Trinci (signori di Foligno tra il 1305 e il 1439) occupavano all’epoca del loro governo sul territorio folignate, e che percorre il paese formando rivoli e cascatelle che si riuniscono in una grande vasca denominata "Peschiera", per poi riversarsi nel fiume Menotre.
Una bellezza e una forza, quella dell’acqua, che nel corso dei secoli non poteva non trasformarsi in ricchezza. Sin dalla Signoria dei Trinci risalente al XIV secolo – di cui oggi si può ammirare il rudere dell’antico castello (ad oggi sono visibili un tratto di mura con due torri difensive minori, ristrutturate negli anni novanta, e il rudere del mastio, restaurato parzialmente nel 2006) – a Rasiglia nacque una fiorente attività mercantile legata proprio allo sfruttamento delle acque per la lavorazione della lana e dei pellami.
È così che presero presto vita le concerie, le gualchiere da panno, le filande e le tintorie, tutte attività rimaste fervide almeno fino a dopo la Seconda guerra mondiale. Nel suo periodo più florido, a Rasiglia c’erano ben tre lanifici con annesse tintorie, tre mulini, un ufficio postale e una filiale della Cassa di Risparmio di Foligno.
Ancora oggi, si possono apprezzare gli antichi strumenti e i macchinari che formavano la filiera tessile: dalle cardatrici agli arcolai, dai telai lignei al moderno telaio Jacquard, fino alla centralina idroelettrica dei primi del ‘900, ai piedi della sorgente, che un tempo alimentava i lanifici.
Il paese, che conserva le caratteristiche tipiche del borgo medievale raccogliendosi in una struttura ad anfiteatro, è celebre soprattutto per le sue sorgenti: passeggiando per i suggestivi vicoli del centro è impossibile non rimanere incantati dai corsi d'acqua che attraversano l'abitato, rendendolo unico e affascinante.
La sorgente che alimenta e percorre Rasiglia è quella di Capovena: si trova nella parte alta del paese, ai piedi del palazzo che i Trinci (signori di Foligno tra il 1305 e il 1439) occupavano all’epoca del loro governo sul territorio folignate, e che percorre il paese formando rivoli e cascatelle che si riuniscono in una grande vasca denominata "Peschiera", per poi riversarsi nel fiume Menotre.
Una bellezza e una forza, quella dell’acqua, che nel corso dei secoli non poteva non trasformarsi in ricchezza. Sin dalla Signoria dei Trinci risalente al XIV secolo – di cui oggi si può ammirare il rudere dell’antico castello (ad oggi sono visibili un tratto di mura con due torri difensive minori, ristrutturate negli anni novanta, e il rudere del mastio, restaurato parzialmente nel 2006) – a Rasiglia nacque una fiorente attività mercantile legata proprio allo sfruttamento delle acque per la lavorazione della lana e dei pellami.
È così che presero presto vita le concerie, le gualchiere da panno, le filande e le tintorie, tutte attività rimaste fervide almeno fino a dopo la Seconda guerra mondiale. Nel suo periodo più florido, a Rasiglia c’erano ben tre lanifici con annesse tintorie, tre mulini, un ufficio postale e una filiale della Cassa di Risparmio di Foligno.
Ancora oggi, si possono apprezzare gli antichi strumenti e i macchinari che formavano la filiera tessile: dalle cardatrici agli arcolai, dai telai lignei al moderno telaio Jacquard, fino alla centralina idroelettrica dei primi del ‘900, ai piedi della sorgente, che un tempo alimentava i lanifici.
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Information
Easy to follow
Scenery
Easy
Un paesino davvero particolare… 👍