PUTIGNANO
near Putignano, Puglia (Italia)
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Estratto da www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Putignano - Proseguono con successo, aumentando l’ansia del debutto finale, i vari incontri che svelano sempre più particolari su “Racconti di carta” per un’estate in cammino con Dante. Una mostra interattiva all’aperto, nata per celebrare il sommo poeta a 700 anni dalla sua scomparsa, attraverso l’antica e sapiente arte della cartapesta putignanese.
Un evento che porta i protagonisti della Divina Commedia, realizzati in cartapesta, fra le strade del centro storico putignanese, con le sue piazzette, le viuzze, gli slarghi caratteristici e i suoi angoli meno noti, dove ci resteranno, h24, dal 1°luglio al 30 settembre 2021.
estratto da wikipedia
Putignano (Putignàne in dialetto barese) è un comune italiano di 26 644 abitanti situato nella Murgia della città metropolitana di Bari, in Puglia. È noto per l'antico Carnevale, per le aziende manifatturiere tessili e per le grotte carsiche.
Indice
1 Geografia fisica
2 Origini del nome
3 Storia
3.1 Stemma
4 Quartieri periferici
5 Monumenti e luoghi d'interesse
5.1 Architetture religiose
5.1.1 Chiese urbane, rurali, e cappelle
5.2 Grotta del Trullo
5.3 Altro
6 Società
6.1 Evoluzione demografica
6.2 Lingue e dialetti
6.3 Istituzioni, enti e associazioni
6.3.1 Sanità
6.3.2 Istruzione
6.4 Media
6.5 Set cinematografico
6.6 Cucina
6.7 Eventi
6.7.1 Carnevale di Putignano
7 Economia
7.1 Agricoltura
7.1.1 Carciofo di Putignano
7.2 Artigianato e industria tessile
8 Infrastrutture e trasporti
9 Gemellaggi cittadini
9.1 Gemellaggi
10 Amministrazione
11 Sport
11.1 Calcio
11.2 Pallamano
11.3 Basket
11.4 Note
12 Voci correlate
13 Altri progetti
14 Collegamenti esterni
Geografia fisica
Putignano sorge in posizione collinare nella Murgia dei trulli e delle grotte, ad un'altitudine di 372 m s.l.m.[1]. Il territorio, che si estende su una superficie di 99,11 km² e ha un'altitudine compresa fra i 293 e i 456 m s.l.m., è morfologicamente costituito da una serie di terrazzi composti da strati di roccia calcarea posizionati su livelli irregolari.
Origini del nome
Varie sono le congetture intorno all'origine del toponimo:
da Potamos (fiume), perché la città era anticamente attraversata da un canale proveniente dall'antico centro di Frassineto, nei pressi di Turi;
da Puteus insanus (pozzo che rende folle) o da Puteus janus (in ebraico vino), per via dell'antica usanza di depositare il mosto nelle cisterne di campagna;
da Apollo Pithunis (uccisore del serpente Pitone) da cui deriverebbe Pethunianum. Ciò per via della presunta presenza di un santuario di Apollo all'interno di una grotta presso Monte Laureto, un alto colle nell'agro putignanese;
da Pytna, antico centro dell'isola di Creta, da cui si pensa provenga un'antica tribù che abitò il territorio in tempi remoti;
da puteus (in latino pozzo), per la grande quantità di pozzi presenti nel territorio;
da un antico nome gentilizio, Potinius, Putinius, da cui sarebbe derivata la forma latina Putinianum.
Storia
Putignano avrebbe tratto origine da un antico centro peuceta. Lo testimoniano numerosi reperti archeologici come vasi, monete, armi, rinvenuti in antiche sepolture. È ipotizzabile, in mancanza di ulteriori evidenze, che abbia prosperato durante l'età della Magna Grecia, fino a diventare, successivamente, un municipium romano. Il centro andò decadendo nel corso dei secoli.
Attorno all'anno 1000 il territorio di Putignano divenne proprietà dei monaci benedettini, che risiedevano nell'Abbazia di Santo Stefano di Monopoli. Da allora cominciarono a vivere nel territorio di Putignano piccole famiglie di contadini al servizio dei Benedettini. Con il passare degli anni la popolazione andò progressivamente aumentando, sicché nacque un piccolo centro agricolo, che si sviluppò nel corso dei secoli.
Alla dominazione benedettina risalgono alcune vicende che riguardano Federico II di Svevia. Egli amava compiere battute di caccia nei territori baresi, infatti aveva anche una residenza a Gioia del Colle. A lui era cara anche Putignano, tanto che vi fece costruire un castello immediatamente fuori dal centro abitato. Accingendosi ad entrare in città, i putignanesi gli negarono l'accesso, dietro consiglio dei Benedettini, parteggianti per il Papa che aveva scomunicato l'imperatore. Da allora in poi il suo amore per la città divenne odio per l'infedeltà subita, facendo distruggere il castello, di cui oggi non resta neanche traccia e rovinando fortemente la cinta muraria.[senza fonte]
Al furore di Federico II si aggiunsero le lotte del vescovo di Conversano per ottenere la giurisdizione spirituale sul territorio. Tuttavia, per un lungo periodo di tempo, Putignano ha goduto (come è accaduto per la vicina città di Rutigliano) dello status di ecclesia nullius diocesis, ovvero non apparteneva a nessuna diocesi ed era sotto la diretta dipendenza della Santa Sede.
Nel 1317, per via di alcune discordie tra i monaci benedettini, consegnò Putignano nelle mani dell'ordine dei Cavalieri Gerosolimitani. Il feudo fu dichiarato baliaggio e chi ne otteneva l'investitura era chiamato Balì ed aveva il potere temporale e spirituale.
Proprio in questo periodo la costiera adriatica fu vittima delle scorrerie dei turchi. Per questo motivo si decise di trasferire un'icona bizantina con l'effigie della Vergine e delle reliquie di Santo Stefano dall'Abbazia di Santo Stefano in Monopoli in territori più sicuri. Fu scelta Putignano, dove venne costruita un chiesa per la conservazione di questi oggetti. Si narra, inoltre, che proprio in occasione della processione per il trasferimento delle reliquie ebbero origine i festeggiamenti delle Propaggini, manifestazione di apertura del Carnevale di Putignano.
Lo stemma di Putignano - "Lo stemma è un bene immateriale dell'Ente ed è salvaguardato dalle leggi dello Stato. E' fatto divieto assoluto di appropriarsi dello stemma del Comune"[5]
"Lo stemma è un bene immateriale dell'Ente ed è salvaguardato dalle leggi dello Stato. E' fatto divieto assoluto di appropriarsi dello stemma del Comune, ciò anche se le finalità sono umanitarie, senza scopi di lucro, pur se approvate dal Comune stesso."
Stemma Comune di Putignano - "Lo stemma è un bene immateriale dell'Ente ed è salvaguardato dalle leggi dello Stato. E' fatto divieto assoluto di appropriarsi dello stemma del Comune"[6]
Il periodo di maggior splendore vissuto sotto il dominio dei Gerosolimitani o Cavalieri di Malta, fu quello del governo del Balì Carafa. Nel 1472 fece costruire una nuova cinta muraria in sostituzione di quella antica danneggiata da Federico II. La costruì più grande ed imponente, dotata di 14 torrioni rotondi e 12 quadrangolari, circondata da un grande fossato. Concesse inoltre l'apertura di una seconda porta, Porta Barsento, in aggiunta alla preesistente Porta Grande. Nel 1477 completò un'altra grande opera. Riedificò la Chiesa di San Pietro Apostolo, costruendola molto più grande e dotandola di un grande pregio artistico e architettonico. Era infatti la prima chiesa costruita a Putignano ed era diventata piccola e decadente, perché risaliva al periodo del primo nucleo contadino dell'anno 1000.
Nel corso del seicento Putignano si sviluppò notevolmente, divenendo un importante centro agricolo e accumulando grandi ricchezze e opere d'arte, custodite nelle numerose chiese della città e nei tanti conventi istituiti. Alla fine del Settecento, però, anche Putignano fu vittima delle requisizioni di beni dei francesi, che portarono via tutte le campane delle chiese (eccetto la maggiore della chiesa di San Pietro, ancora oggi esistente) e numerosi dipinti e arredi sacri.
Nel 1806 a Putignano vennero piantati dai francesi tre olmi in memoria delle idee di democrazia e libertà. Di questi, uno è tutt'oggi esistente. Nel Risorgimento numerosi putignanesi si aggregarono ai Mille di Garibaldi, tra cui il capitano Francesco Saverio Tateo, uno degli insorti di Villa Glori. Dopo l'Unità d'Italia, Putignano crebbe e si sviluppò. Durante la dittatura fascista fu oggetto di visita per due volte da parte del Principe Umberto II di Savoia, amico della famiglia Romanazzi-Carducci, una nobile famiglia putignanese. Putignano raggiunse il suo pieno sviluppo durante gli anni cinquanta e sessanta, in cui fiorì lo sviluppo dell'industria tessile e il Carnevale prese la sua forma attuale. Inoltre furono costruite numerose infrastrutture, tra cui l'ospedale, che resero Putignano uno dei centri principali del sud-est barese.
Putignano - Proseguono con successo, aumentando l’ansia del debutto finale, i vari incontri che svelano sempre più particolari su “Racconti di carta” per un’estate in cammino con Dante. Una mostra interattiva all’aperto, nata per celebrare il sommo poeta a 700 anni dalla sua scomparsa, attraverso l’antica e sapiente arte della cartapesta putignanese.
Un evento che porta i protagonisti della Divina Commedia, realizzati in cartapesta, fra le strade del centro storico putignanese, con le sue piazzette, le viuzze, gli slarghi caratteristici e i suoi angoli meno noti, dove ci resteranno, h24, dal 1°luglio al 30 settembre 2021.
estratto da wikipedia
Putignano (Putignàne in dialetto barese) è un comune italiano di 26 644 abitanti situato nella Murgia della città metropolitana di Bari, in Puglia. È noto per l'antico Carnevale, per le aziende manifatturiere tessili e per le grotte carsiche.
Indice
1 Geografia fisica
2 Origini del nome
3 Storia
3.1 Stemma
4 Quartieri periferici
5 Monumenti e luoghi d'interesse
5.1 Architetture religiose
5.1.1 Chiese urbane, rurali, e cappelle
5.2 Grotta del Trullo
5.3 Altro
6 Società
6.1 Evoluzione demografica
6.2 Lingue e dialetti
6.3 Istituzioni, enti e associazioni
6.3.1 Sanità
6.3.2 Istruzione
6.4 Media
6.5 Set cinematografico
6.6 Cucina
6.7 Eventi
6.7.1 Carnevale di Putignano
7 Economia
7.1 Agricoltura
7.1.1 Carciofo di Putignano
7.2 Artigianato e industria tessile
8 Infrastrutture e trasporti
9 Gemellaggi cittadini
9.1 Gemellaggi
10 Amministrazione
11 Sport
11.1 Calcio
11.2 Pallamano
11.3 Basket
11.4 Note
12 Voci correlate
13 Altri progetti
14 Collegamenti esterni
Geografia fisica
Putignano sorge in posizione collinare nella Murgia dei trulli e delle grotte, ad un'altitudine di 372 m s.l.m.[1]. Il territorio, che si estende su una superficie di 99,11 km² e ha un'altitudine compresa fra i 293 e i 456 m s.l.m., è morfologicamente costituito da una serie di terrazzi composti da strati di roccia calcarea posizionati su livelli irregolari.
Origini del nome
Varie sono le congetture intorno all'origine del toponimo:
da Potamos (fiume), perché la città era anticamente attraversata da un canale proveniente dall'antico centro di Frassineto, nei pressi di Turi;
da Puteus insanus (pozzo che rende folle) o da Puteus janus (in ebraico vino), per via dell'antica usanza di depositare il mosto nelle cisterne di campagna;
da Apollo Pithunis (uccisore del serpente Pitone) da cui deriverebbe Pethunianum. Ciò per via della presunta presenza di un santuario di Apollo all'interno di una grotta presso Monte Laureto, un alto colle nell'agro putignanese;
da Pytna, antico centro dell'isola di Creta, da cui si pensa provenga un'antica tribù che abitò il territorio in tempi remoti;
da puteus (in latino pozzo), per la grande quantità di pozzi presenti nel territorio;
da un antico nome gentilizio, Potinius, Putinius, da cui sarebbe derivata la forma latina Putinianum.
Storia
Putignano avrebbe tratto origine da un antico centro peuceta. Lo testimoniano numerosi reperti archeologici come vasi, monete, armi, rinvenuti in antiche sepolture. È ipotizzabile, in mancanza di ulteriori evidenze, che abbia prosperato durante l'età della Magna Grecia, fino a diventare, successivamente, un municipium romano. Il centro andò decadendo nel corso dei secoli.
Attorno all'anno 1000 il territorio di Putignano divenne proprietà dei monaci benedettini, che risiedevano nell'Abbazia di Santo Stefano di Monopoli. Da allora cominciarono a vivere nel territorio di Putignano piccole famiglie di contadini al servizio dei Benedettini. Con il passare degli anni la popolazione andò progressivamente aumentando, sicché nacque un piccolo centro agricolo, che si sviluppò nel corso dei secoli.
Alla dominazione benedettina risalgono alcune vicende che riguardano Federico II di Svevia. Egli amava compiere battute di caccia nei territori baresi, infatti aveva anche una residenza a Gioia del Colle. A lui era cara anche Putignano, tanto che vi fece costruire un castello immediatamente fuori dal centro abitato. Accingendosi ad entrare in città, i putignanesi gli negarono l'accesso, dietro consiglio dei Benedettini, parteggianti per il Papa che aveva scomunicato l'imperatore. Da allora in poi il suo amore per la città divenne odio per l'infedeltà subita, facendo distruggere il castello, di cui oggi non resta neanche traccia e rovinando fortemente la cinta muraria.[senza fonte]
Al furore di Federico II si aggiunsero le lotte del vescovo di Conversano per ottenere la giurisdizione spirituale sul territorio. Tuttavia, per un lungo periodo di tempo, Putignano ha goduto (come è accaduto per la vicina città di Rutigliano) dello status di ecclesia nullius diocesis, ovvero non apparteneva a nessuna diocesi ed era sotto la diretta dipendenza della Santa Sede.
Nel 1317, per via di alcune discordie tra i monaci benedettini, consegnò Putignano nelle mani dell'ordine dei Cavalieri Gerosolimitani. Il feudo fu dichiarato baliaggio e chi ne otteneva l'investitura era chiamato Balì ed aveva il potere temporale e spirituale.
Proprio in questo periodo la costiera adriatica fu vittima delle scorrerie dei turchi. Per questo motivo si decise di trasferire un'icona bizantina con l'effigie della Vergine e delle reliquie di Santo Stefano dall'Abbazia di Santo Stefano in Monopoli in territori più sicuri. Fu scelta Putignano, dove venne costruita un chiesa per la conservazione di questi oggetti. Si narra, inoltre, che proprio in occasione della processione per il trasferimento delle reliquie ebbero origine i festeggiamenti delle Propaggini, manifestazione di apertura del Carnevale di Putignano.
Lo stemma di Putignano - "Lo stemma è un bene immateriale dell'Ente ed è salvaguardato dalle leggi dello Stato. E' fatto divieto assoluto di appropriarsi dello stemma del Comune"[5]
"Lo stemma è un bene immateriale dell'Ente ed è salvaguardato dalle leggi dello Stato. E' fatto divieto assoluto di appropriarsi dello stemma del Comune, ciò anche se le finalità sono umanitarie, senza scopi di lucro, pur se approvate dal Comune stesso."
Stemma Comune di Putignano - "Lo stemma è un bene immateriale dell'Ente ed è salvaguardato dalle leggi dello Stato. E' fatto divieto assoluto di appropriarsi dello stemma del Comune"[6]
Il periodo di maggior splendore vissuto sotto il dominio dei Gerosolimitani o Cavalieri di Malta, fu quello del governo del Balì Carafa. Nel 1472 fece costruire una nuova cinta muraria in sostituzione di quella antica danneggiata da Federico II. La costruì più grande ed imponente, dotata di 14 torrioni rotondi e 12 quadrangolari, circondata da un grande fossato. Concesse inoltre l'apertura di una seconda porta, Porta Barsento, in aggiunta alla preesistente Porta Grande. Nel 1477 completò un'altra grande opera. Riedificò la Chiesa di San Pietro Apostolo, costruendola molto più grande e dotandola di un grande pregio artistico e architettonico. Era infatti la prima chiesa costruita a Putignano ed era diventata piccola e decadente, perché risaliva al periodo del primo nucleo contadino dell'anno 1000.
Nel corso del seicento Putignano si sviluppò notevolmente, divenendo un importante centro agricolo e accumulando grandi ricchezze e opere d'arte, custodite nelle numerose chiese della città e nei tanti conventi istituiti. Alla fine del Settecento, però, anche Putignano fu vittima delle requisizioni di beni dei francesi, che portarono via tutte le campane delle chiese (eccetto la maggiore della chiesa di San Pietro, ancora oggi esistente) e numerosi dipinti e arredi sacri.
Nel 1806 a Putignano vennero piantati dai francesi tre olmi in memoria delle idee di democrazia e libertà. Di questi, uno è tutt'oggi esistente. Nel Risorgimento numerosi putignanesi si aggregarono ai Mille di Garibaldi, tra cui il capitano Francesco Saverio Tateo, uno degli insorti di Villa Glori. Dopo l'Unità d'Italia, Putignano crebbe e si sviluppò. Durante la dittatura fascista fu oggetto di visita per due volte da parte del Principe Umberto II di Savoia, amico della famiglia Romanazzi-Carducci, una nobile famiglia putignanese. Putignano raggiunse il suo pieno sviluppo durante gli anni cinquanta e sessanta, in cui fiorì lo sviluppo dell'industria tessile e il Carnevale prese la sua forma attuale. Inoltre furono costruite numerose infrastrutture, tra cui l'ospedale, che resero Putignano uno dei centri principali del sud-est barese.
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Se vi affrettate potete addentrarvi nei gironi danteschi, girando per il borgo. L'esposizione delle opere termina a fine estate 2021.
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Information
Easy to follow
Scenery
Easy
Piacevole passeggiata alla scoperta del borgo di Putignano, adatto a tutti e di sicuro interesse.