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Noto

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Trail stats

Distance
2 mi
Elevation gain
190 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
190 ft
Max elevation
471 ft
TrailRank 
64 5
Min elevation
471 ft
Trail type
Loop
Moving time
38 minutes
Time
2 hours 3 minutes
Coordinates
469
Uploaded
October 7, 2022
Recorded
October 2022
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near Noto, Sicilia (Italia)

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Noto è un comune italiano di 24 017 abitanti del libero consorzio comunale di Siracusa in Sicilia.

È il primo comune siciliano per estensione territoriale, il quarto a livello nazionale. Sede episcopale, definita la "capitale del Barocco, nel 2002 il suo centro storico è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, insieme con le altre città tardo-barocche del Val di Noto.

Noto dista 31 km da Siracusa ed è situata nella parte sud-ovest della provincia ai piedi dei monti Iblei. La sua costa, fra Avola e Pachino, dà il nome all'omonimo golfo.
Con i suoi 554,99 km² di superficie, il comune di Noto occupa oltre un quarto della Provincia di Siracusa ed è il più grande comune della Sicilia e il quarto d'Italia. Il territorio è, per la maggior parte, collinare. Le montagne, a nord, appartengono all'altipiano dei monti Iblei.

Nella costa, bassa e sabbiosa nella totalità, a parte brevissimi tratti frastagliati, sono situate le pianure. Probabilmente di origine alluvionale, la piana di San Paolo, nell'entroterra, è la più vasta pianura del territorio, nonché la più intensamente coltivata. Noto confina a sud con Pachino, a nord-est con Avola e Siracusa, a nord con Palazzolo e Canicattini, a ovest con Modica, Rosolini e Ispica. Il territorio comprende la piccola isola amministrativa di contrada Cipolla, tra Rosolini e Ispica.

L'aspetto dell'agro netino è caratterizzato in prevalenza dalla macchia mediterranea, e dagli uliveti e mandorleti in zona collinare, dai vasti agrumeti e vigneti nella piana di San Paolo, mentre in montagna, ampi pascoli si alternano a tracce di macchia mediterranea, con secolari lauri, querce, frassini e lecci. La conformazione del territorio ha permesso un più ampio sviluppo dell'agricoltura a sud e dell'allevamento a nord.

Le vie della città sono intervallate da scenografiche piazze e imponenti scalinate che raccordano terrazze e dislivelli. L'unitaria ricostruzione produsse un tessuto urbano coerente e ricco di episodi architettonici.
Venne utilizzata la tenera pietra locale, di colore tra il dorato e il rosato, riccamente intagliata. La ricostruzione avvenne unitariamente sotto la guida del Duca di Camastra, che rappresentava a Noto il Viceré spagnolo.

A differenza di quanto accadde di solito nelle costruzioni barocche delle province del Sud Italia, come soprattutto a Lecce e, in Sicilia, a Catania, gli architetti che lavorarono a Noto non puntarono tutto sui motivi ornamentali, i quali restano sempre ben controllati, senza squilibri rispetto alle architetture nelle quali sono inseriti. Inoltre, gli architetti attivi a Noto, Rosario Gagliardi, Vincenzo Sinatra e Paolo Labisi, si impegnarono anche nella realizzazione di architetture elaborate, con l'impiego di facciate concave (come nella chiesa del Carmine o in quella di San Carlo Borromeo al Corso), convesse (come la chiesa di San Domenico) o addirittura curvilinee, come nella torre campanaria del seminario.

Il barocco di Noto pervade l'intera città: gli elementi barocchi non sono isolati all'interno di un contesto urbano caratterizzato da diversi stili, ma sono collegati tra di loro in modo da realizzare quella che è stata definita la "perfetta città barocca. A tal proposito Ugo Ojetti sostenne: «Noto ai primi del Settecento è una delle nostre città sorte d'un colpo, pel fatto sembra d'una volontà sola, immagine precisa del gusto d'un'epoca. A visitarla, palazzi, chiese, conventi, teatro pare un monumento unico, tutto costruito nello stesso tufo giallo, nello stesso barocco, come dice bene il Fichera, fiammeggiante, con una grandiosità senza pause e una regalità senza avarizia.

Dell'impegno degli architetti netini per la creazione di grandi scenografie, in un'ottica barocca pienamente consapevole e non provinciale, si accorse pure un maestro dell'immagine come Michelangelo Antonioni, il quale in una scena de L'Avventura, girata a Noto, fa dire al protagonista, interpretato da Gabriele Ferzetti, intento ad ammirare la città dalla terrazza del campanile della chiesa di San Carlo al Corso: «Ma guarda che fantasia, che movimento. Si preoccupavano degli effetti scenografici. Che libertà straordinaria.

La Basilica Cattedrale di San Nicolò: inserita nella lista mondiale dei Beni dell'Umanità dell'UNESCO ed edificio nazionale dal 1940, la Cattedrale di Noto è il risultato finale di un percorso di ricostruzione sette/ottocentesco a cui hanno partecipato attivamente i tre maggiori esponenti del barocco netino, Rosario Gagliardi, Paolo Labisi e Vincenzo Sinatra. Gravemente compromesso dal crollo della cupola e di due navate nel marzo 1996, l'edificio è stato riaperto al culto nel 2007 dopo 9 anni di lavori. È intitolata a San Nicolò, vescovo di Mira. L'interno della chiesa ha un impianto a croce latina ed è suddiviso in tre navate, di cui la centrale più grande delle laterali. Fra le opere di rilievo è possibile ammirare una copia dello Spasimo di Sicilia, di Raffaele Politi, una scultura marmorea raffigurante San Michele Arcangelo, di scuola gaginiana, un bassorilievo della Madonna delle Grazie, proveniente da Noto Antica, oltre a varie tele del siciliano Costantino Carasi. La cappella di fondo della navata destra custodisce la preziosa arca cinquecentesca in legno rivestito in lamina d'argento, finemente lavorata a sbalzo e cesello, contenente le spoglie del Santo Patrono della città e della Diocesi di Noto Corrado Confalonieri, visibile solamente in occasione delle festività dedicate al santo nei mesi di febbraio e agosto.

Chiesa del Santissimo Crocifisso: è, per grandezza e importanza, il secondo edificio di culto della città. Situata nel piano alto, la sua costruzione è stata avviata all'inizio del Settecento, su progetto di Rosario Gagliardi. La facciata, incompiuta si eleva su una breve scalinata, che si presenta lineare come il resto della facciata. L'interno, a 3 navate, custodisce diverse opere di rilievo perlopiù recuperate dalle macerie dell'antica città, fra le quali una Madonna Bianca di Francesco Laurana, una teca contenente una spina proveniente dalla corona di cristo, una scultura lignea del Sacro Cuore di Gesù (XVI sec.), e due leoni romanici, precedentemente collocati all'esterno. Nell'abside si trova la croce in oro eseguita nel 1746 da V. Rotondo, su disegni del Gagliardi, al centro della quale, racchiuso in una teca, sono custoditi i resti di un'antica pittura su legno raffigurante il Cristo, recuperata a Noto Antica e attribuita a San Luca.

Chiesa di San Carlo al Corso: nota anche come Chiesa del Collegio per l'annesso monastero dei gesuiti (oggi sede del Liceo Classico), è edificata a partire dal 1730 probabilmente su progetto di Rosario Gagliardi, la chiesa è a pianta longitudinale, con tre navate coperte da una volta a botte e scandite da semicolonne.

Chiesa di San Domenico: consacrata alla Santissima Annunziata, è definita la più compiuta realizzazione del barocco netino. Venne edificata come chiesa conventuale dei Padri Domenicani, per opera dell'architetto Rosario Gagliardi, fra il 1703 e il 1727. La facciata è a due ordini, il primo dorico e il secondo ionico mentre la parte centrale sporge verso la strada con forma convessa. L'interno, a tre navate, è strutturato su una pianta a croce greca allungata con cinque cupole riccamente decorate da stucchi e altari laterali con dipinti settecenteschi, tra i quali spicca in particolare la Madonna del Rosario di Vito D'Anna.

Chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata: costruita fra il 1704 e il 1745 su progetto degli architetti Vincenzo Sinatra e Rosario Gagliardi, la chiesa di S. Francesco con l'annesso ex convento è fra i più imponenti edifici religiosi di Noto. L'interno, a unica navata, è ricco di opere pittoriche, nonché di monumenti funebri dedicati a esponenti di diverse famiglie nobiliari netine.

Chiesa di Santa Chiara: progettata da Rosario Gagliardi negli anni intorno al 1730, venne completata nel 1758 e fu annessa al monastero (oggi adibito a sede museale). La pianta della chiesa è di forma ellittica, sul modello delle chiese ellittiche romane edificate tra Cinquecento e Seicento. Lo stile architettonico barocco si riconosce maggiormente all'interno, dove sono custodite, fra le varie opere, una pala del 1854 raffigurante i santi Benedetto e Scolastica, del pittore palermitano Salvatore Lo Forte e una Madonna col Bambino cinquecentesca in marmo, attribuita ad Antonello Gagini.

Chiesa di Santa Maria del Carmelo: progettata da Rosario Gagliardi e ultimata dai capimastri Corradino Randazzo e Vincenzo Sortino, presenta un sobrio prospetto concavo facente da sfondo alla via Ducezio. L'interno, strutturato su una pianta a croce greca, presenta delle similitudini con quello di San Domenico, essendo ricco di stucchi. Conserva una preziosa statua raffigurante la Madonna del Carmelo, attribuita allo scultore netino Antonio da Monachello e proveniente da Noto Antica.

Chiesa di Santa Maria dell'Arco: ubicata in via Viceré Speciale, alle spalle di Palazzo Ducezio, fu progettata da Rosario Gagliardi ed edificata tra il 1730 e il 1749. Nella facciata è degno di nota il portale delimitato da due colonne tortili e sormontato dallo stemma cistercense. L'interno, a unica navata, è ricco di opere pittoriche attribuite al Carasi, mentre sulla parete dell'abside è collocata la tela della Presentazione al tempio di Antonio Manno (1797); vi si conservano le reliquie del beato Nicolò Morengia.

Palazzo Ducezio: il palazzo del municipio fu progettato dal netino Vincenzo Sinatra nel 1746, ispirandosi ad alcuni palazzi francesi del XVII secolo, ma venne portato a compimento solo nel 1830, e il secondo piano venne costruito nella prima metà del secolo scorso. La facciata, convessa, è caratterizzata da venti arcate sorrette da colonne con capitelli ionici nella sezione inferiore, e da tredici finestroni rettangolari nella sezione superiore. All'interno è degna di nota la "Sala degli specchi", salone ovoidale arredato con mobili in stile Luigi XV e grandi specchi scolpiti dall'avolese Sebastiano Dugo. Nella volta della sala campeggia "La Fondazione di Neas", affresco neoclassico del pittore Antonio Mazza che raffigura la fondazione di Noto da parte del condottiero siculo Ducezio.

Teatro comunale Tina Di Lorenzo: definito da alcuni come la "Scala di Milano in miniatura"[senza fonte], fu costruito nella seconda metà dell'XIX secolo su progetti degli ingegneri netini Francesco Cassone e Francesco Sortino. Il prospetto, in stile neoclassico, presenta bassorilievi con motivi musicali e maschere teatrali, nonché le sculture, in arenaria, rappresentanti l'allegoria della Musica, i due trofei musicali con i quattro treppiedi, dello scultore Giuliano Palazzolo. L'interno fu invece decorato dai pittori Di Stefano e Stubba. L'amministrazione comunale, nel 2012, lo ha intitolato alla famosa attrice netina Tina Di Lorenzo, precedentemente era noto come Teatro Vittorio Emanuele III. Ha una capacità di 320 posti a sedere che include tre file di palchi, e una galleria con 80 sedie.

Porta Reale o Ferdinandea: costruita in occasione della venuta del re Ferdinando II di Borbone, è il simbolo dell'ingresso nella città. È opera del napoletano Angelini, autore anche della statua di Ferdinando poi diventata monumento dei caduti. Fu completata in un anno, il 1838, con l'aspetto neoclassico che conserva tutt'oggi.

Ponte Castagna: costruito fra il XVIII e il XIX secolo per oltrepassare la Cava Santa Chiara, è sicuramente uno dei più monumentali viadotti degli Iblei. È tuttora in uso, facente parte della Strada Statale 287.

Ponte di contrada Commaldo: di costruzione ottocentesca, il ponte (chiamato popolarmente Tre Ponti, avendo tre campate poggianti su robusti piloni) congiunge l'abitato cittadino alla Statale 115, passando sopra il fiume Asinaro.

Antico ponte sul Salitello: costruito in una data da collocare prima del crollo di Noto Antica, collega la contrada Passo dei Buoi a Noto Antica. Nonostante la sua vetustà e la carenza di manutenzione, esso è ancora in uso, sebbene non sia attraversabile da veicoli con peso superiore a 3 tonnellate.

Palazzo Nicolaci di Villadorata: sito in via Corrado Nicolaci, dove si svolge ogni anno l'Infiorata. La facciata, in stile barocco, è caratterizzata da un ampio portale fiancheggiato da due grandi colonne ioniche e sormontato da un balcone, nonché da sei balconi più piccoli (tre per lato), sorretti da mensoloni scolpiti uno in modo diverso dall'altro, con le sembianze di leoni, bambini, centauri, cavalli alati, chimere e sirene. L'interno è suddiviso in novanta vani, alcuni dei quali sfarzosamente decorati, come il "Salone delle feste". Il pianterreno è sede della Biblioteca Comunale "Principe di Villadorata". Il palazzo è tuttora abitato da alcuni esponenti della famiglia Nicolaci. La sala lettura della Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” ospita la mostra permanente del pittore netino Antonello Rizza (1926 - 2012) conoisciuto come il pittore dell’Universo.

Palazzo Modica di San Giovanni: di fronte al Palazzo Nicolaci è situato il palazzo dei baroni di San Giovanni, il palazzo ha forme architettoniche miste (barocche e neoclassiche) e si affaccia sia sulla piazza Duomo, sia sulla via Corrado Nicolaci. La facciata che dà su piazza Duomo è formata da un ordine inferiore a parete bugnata e una superiore, più semplice, venendo coronata da una torretta/belvedere caratterizzata da tre finestre arcuate. Il palazzo ospita una casa-museo dedicata a Giovanni Modica-Nicolaci.

Palazzo Landolina di Sant'Alfano: è situato a sinistra della Basilica Cattedrale. La facciata, progettata da Vincenzo Sinatra, si divide in tre ordini, sostenuti da semi-pilastri coronati da capitello dorici e corinzi. Sulla sommità è visibile lo stemma della famiglia. Il salone principale del palazzo è caratterizzato da pareti dorate e da tele settecentesche e ottocentesche. Hanno soggiornato in questo palazzo il Re Ferdinando II di Borbone e la Regina Maria Teresa d'Austria durante le loro visite nella città.

Palazzo Trigona di Cannicarao: sito in via Cavour, il palazzo presenta una facciata divisa in due ordini orizzontali e in tre corpi (quello centrale e quelli laterali che vanno a formare delle torrette) presenta un imponente portale arcuato posto in un corpo avanzato delimitato da un doppio ordine di pilastri (due per lato) con capitelli di tipo corinzio arricchiti da formelle in bassorilievo raffiguranti motivi floreali che sorregge il possente balcone centrale racchiuso da una pregevole inferriata in ferro battuto, la cui apertura rettangolare (incassata dentro pilastrini con decorazioni geometriche) sormontato da un timpano spezzato recante al centro un'aquila con le ali spiegate, simbolo della famiglia Trigona (e della città di Noto). All'interno, vi sono grandi stanze decorate da stucchi policromi d'epoca e da affreschi del Mazza che raffigurano episodi tratti dalla Bibbia. Si conservano inoltre vari mobili settecenteschi e ottocenteschi e strumenti musicali d'epoca tra cui figura una preziosa un'arpa costruita nel periodo settecentesco. Una parte dei locali è oggi di proprietà del comune, che ne ha fatto una sala conferenze, la "Sala Gagliardi", mentre la chiesetta dell'Angelo Custode è diventata sede della ProNoto.

Palazzo del Vescovado: l'ala sud del Palazzo Trigona fu donata dalla famiglia netina al Vescovo della nuova diocesi, che vi trasferì la sede del Vescovado dalla precedente ubicazione nei pressi del monastero dei monaci cistercensi. La facciata è stata rimaneggiata nel corso del XIX secolo, passando da uno stile barocco a uno neoclassico.
Palazzo Impellizzeri di San Giacomo: sito in via Simone Impellizzeri, è il palazzo più importante della parte alta della città, nonché attuale sede dell'Archivio di Stato della Provincia. La facciata presenta uno stile più sobrio rispetto alla maggior parte dei palazzi del centro, in cui il barocco tardosettecentesco si fonde con eleganti elementi decorativi di stile neoclassico[senza fonte]. I vani dell'interno sono caratterizzati da stucchi e affreschi in stile neoclassico.

Palazzo Astuto di Fargione: sito in via Cavour, dietro la Cattedrale, è caratterizzato da una facciata in stile barocco suddivisa in due ordini. L'interno, in gran parte diviso in appartamenti privati, presenta pregevoli stucchi.

Palazzo Rau della Ferla: di progettazione e costruzione tardobarocca, il Palazzo Rau della Ferla è situato dietro il Palazzo Ducezio, ed è l'unico palazzo nobile edificato di fronte alla cattedrale e presenta una facciata suddivisa in due ordini caratterizzata da bassorilievi con motivi floreali. Al piano nobile è possibile ammirare il salone delle feste con affreschi di scuola francese aventi come soggetto paesaggi bucolici e subito dopo 5 affreschi raffiguranti la SS. Natività, san Corrado col teschio, santa Lucia, la vergine Maria, e il Cristo redentore attribuiti al noto pittore Costantino Carasi.

Palazzo Di Lorenzo del Castelluccio: è situato nella parte terminale della via Cavour. La facciata è di un sobrio ma elegante stile barocco tendente al neoclassico. La facciata del palazzo è divisa in due ordini orizzontali solcati da una serie di pilastri con capitelli tuscanici, divisi da una grande balconata racchiusa da un'elegante inferriata in ferro battuto. L'ordine inferiore è interamente bugnato. Gli interni possiedono splendide stanze decorate da affreschi e vari elementi decorativi settecenteschi e sono stati ambientazione di varie fiction italiane, fra le quali "Il commissario Montalbano". Il Palazzo è stato donato dal marchese Corrado Di Lorenzo all'Ordine dei Cavalieri di Malta della città netina. Da qualche anno il palazzo è proprietà privata, e vi è la possibilità di ammirare le stanze del piano nobile con gli affreschi originali.

Waypoints

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Porta Ferdinandea

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San Francesco All’Immacolata

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Cattedrale di San Nicolò di Mira

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Municipio di Noto

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Chiesa di San Carlo Borromeo

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Teatro Comunale

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Palazzo Lorenzo Castelluccio

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Prima Scalinata

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Seconda Scalinata

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Vie del centro

Comments  (1)

  • Photo of Clara77
    Clara77 Jan 5, 2023

    I have followed this trail  View more

    La capitale del Barocco in Sicilia... 👍

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