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Il lago Omodeo

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Trail stats

Distance
1.21 mi
Elevation gain
423 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
423 ft
Max elevation
436 ft
TrailRank 
33
Min elevation
272 ft
Trail type
Loop
Coordinates
41
Uploaded
October 22, 2020
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near Santa Chiara, Sardegna (Italia)

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Itinerary description

Il lago Omodeo è all’apparenza un lago artificiale che in realtà cela nel suo ventre e nelle sue profondità tesori di storie passate che custodisce gelosamente. Per alcuni periodi dell’anno, in preda ad un impulso altruista, condivide in parte con i curiosi viaggiatori che si sporgono oltre al ponte alcuni di essi.

Quelli che sopravvivono nauralmente. Gli altri, la maggior parte ahimé, entra a far parte del tesoro di Omodeo.

Per quel che ne sappiamo, tornando a noi, i segreti degli abissi sono fatti di tombe di giganti, domus de janas, un insediamento prenuragico, una foresta tropicale fossile con alberi di 20 milioni di anni (che però glie spiccia casa a quella del lago de Martignano), ossa di animali estinti, i resti di un paese ricostruito e se cerchi bene anche il mio calzino spaiato che non trovo più da qualche decade.

La sua storia inizia nel lontano 1917 dove viene iniziata la costruzione della diga con la formazione di quello che sarà il lago artificiale più grande d’Europa per decenni. E rimarrà così fino a quando Acea non metterà piede pure in Sardegna diventando Abbanoa.

Il Lago serviva per l’irrigazione del Campidano con le acque del fiume Tirso e per la produzione di energia idroelettrica di cui la centrale verrà costruita a valle permettendo a Ulà Tirso di essere il primo paesello della Sardegna ad avere energia elettrica.

L’unico piccolo problema è che c’era al tempo una piccola accozzaglia di case, circa una ventina che prendeva il nome della fiera Zuri. Ora si sa, in tempi de guerra, fa tutto brodo e reclutamo pure le carpe der tevere ma in tempi de pace ci si può permettere di essere più schizzinosi.
Zuri si trovava a 88 metri sul livello del mare, mentre l’acqua del lago sarebbe arrivata a 105 metri. Due conti che perfino per Kronk erano fattibili.

Così si decise di buttarla giù. Ci vollero mesi di cui la maggior parte del tempo impiegato per svuotare la casa di un’accumulatrice seriale della zona.
Venne anche smontata la chiesa e rimontata nel medesimo modo in quella che vedremo essere la irridente città di S.Chiara.

La fortuna volle che durante la giornata di oggi riuscissi a camminare tra i tesori emersi del lago: la casa del capocentrale. In realtà in questa casa erano ospitati il capocentrale, il vicecapo e le loro famiglie.

Seppur ora rimane un rudere levigato dalle maree del lago, un tempo si ergeva luminosa, come una bella villa a due piani circondata da un giardino con un laghetto, un frutteto, delle palme e un banano. Di questi alberi rimane solo il fusto della palma tagliata come monito di un tempo che scorre per tutto. L’edificio era costituito da due appartamenti perfettamente simmetrici: al piano terra la cucina con camino, un salone, un piccolo soggiorno e uno stanzino dov’era posizionato il telefono (collegato con la centrale del Tirso); al secondo piano quattro camere da letto e il bagno, e sopra un sottotetto.

Questa descrizione dettagliata è chiaramente copiata perché ora lo stato architetturale della villa non ne permette più l’esplorazione in totale sicurezza.

Waypoints

PictographWaypoint Altitude 352 ft
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Casa del custode

PictographWaypoint Altitude 319 ft
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Diga dall'alto

PictographWaypoint Altitude 351 ft

tubo

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