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CAMPOBASSO

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Trail stats

Distance
2.83 mi
Elevation gain
315 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
315 ft
Max elevation
2,629 ft
TrailRank 
77 5
Min elevation
2,629 ft
Trail type
Loop
Time
one hour 39 minutes
Coordinates
548
Uploaded
June 13, 2021
Recorded
June 2021
  • Rating

  •   5 1 review
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near Campobasso, Molise (Italia)

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Itinerary description

da wikipedia
Campobasso (AFI: /kampoˈbasso/[4], ascolta[?·info]; Campuascio, Campuasce in campobassano[5]) è un comune italiano di 47 827 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia e della regione Molise.

Prima città della regione per popolazione, sorge a 701 m s.l.m.[6] (a 792 m il castello Monforte), risultando così, per altitudine, il terzo capoluogo di regione dell'Italia peninsulare dopo Potenza e L'Aquila, e il quarto capoluogo di provincia in assoluto, considerando anche Enna.

La città, di probabile origine longobarda, si trova nella zona compresa tra i fiumi Biferno e Fortore. Il centro storico raccoglie numerose testimonianze delle diverse epoche della città, dalla duecentesca chiesa di San Leonardo, al quattrocentesco castello Monforte, e alla neoclassica cattedrale della Santissima Trinità. Nel 2018 Campobasso è stata insignita dal Ministero dei Beni Culturali del titolo di borgo di notevole interesse storico[7].

La città è sede dell'Università degli Studi del Molise, dell'Arcidiocesi Metropolitana di Campobasso-Boiano, di una Scuola Allievi Carabinieri e di una Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato.
Indice

1 Geografia fisica
1.1 Territorio
1.2 Clima
2 Origini del nome
3 Storia
3.1 Età antica
3.2 Medioevo
3.3 Cinquecento e Seicento
3.4 Settecento e Ottocento
3.5 Novecento
3.6 Simboli
3.7 Onorificenze
4 Monumenti e luoghi d'interesse
4.1 Architetture civili
4.2 Architetture militari
4.3 Architetture religiose
4.4 Sotterranei
4.5 Aree naturali
4.5.1 Villa De Capoa
5 Società
5.1 Evoluzione demografica
5.2 Etnie e minoranze straniere
5.3 Qualità della vita
6 Cultura
6.1 Biblioteche
6.2 Scuole
6.3 Università
6.4 Formazione militare
6.5 Musei
6.6 Centri culturali
6.7 Media
6.7.1 Stampa
6.7.2 Radio
6.7.3 Televisione
6.8 Teatri
6.9 Tradizioni e folclore
6.9.1 Sfilata dei Misteri
6.9.2 Il Venerdì Santo
6.9.3 Crociati e Trinitari
6.9.4 Altri eventi
7 Geografia antropica
7.1 Suddivisioni storiche
7.2 Frazioni
8 Economia
9 Infrastrutture e trasporti
9.1 Strade
9.2 Ferrovie
9.3 Mobilità urbana ed interurbana
10 Amministrazione
10.1 Ambasciate e consolati
10.2 Gemellaggi
11 Sport
11.1 Principali Impianti sportivi pubblici
11.2 Pallavolo
11.3 Atletica
11.3.1 Atletica leggera
11.4 Calcio
11.5 Ciclismo
11.6 Pallacanestro
11.7 Rugby
11.8 Tennis
11.9 Scherma
11.10 Campionati Nazionali Universitari 2010
11.11 Automobilismo
12 Note
13 Altri progetti
14 Collegamenti esterni

Geografia fisica
Territorio

«Le montagne intorno fino all'eccelsa Maiella ordinavansi in file; e le loro cime, toccantisi in apparenza e per dubbie liste distinte appena, la immensità de' bacini accennavano del Biferno del Trigno e del Sangro, ne' quali tante altre minori valli convengono. Numerose borgate, quale in iscorcio e quale in prospetto, ad animar questa scena, coronavano Campobasso, se non che tolti dalla neve gli oscuri così de' boschi come de' tetti.»
(Dall'opera "La Pace" di Michelangelo Ziccardi[8], XIX secolo.)

Campobasso è una città formata da una parte antica di origine medievale, ricca di valori storici e artistici, posta sul pendio di un colle dominato dal castello Monforte, e da una parte più moderna ed elegante originaria del XIX secolo, situata nella pianura ai piedi del centro antico.

Intorno al castello che domina la città si sviluppa a ventaglio il centro storico, costituito da vicoli e scalinate lunghe e tortuose, ai lati delle quali sorgono case ed edifici in pietra, spesso aventi caratteristici cortiletti interni. Numerosi sono i portali ricchi di decorazioni, stemmi di famiglie nobili e figure allegoriche.

La città ottocentesca, denominata centro murattiano, si estende in piano e presenta le caratteristiche tipiche dello sviluppo urbanistico di tale periodo storico. Progettato secondo l'ideale della città giardino, presenta molti spazi verdi e fontanelle.
Clima

Il clima della città è di tipo appenninico. D'inverno, durante le irruzioni gelide dai Balcani, si verificano nevicate causate dallo stau adriatico indotto dall'Appennino meridionale sannita che talvolta favoriscono significativi accumuli nevosi.

L'estate è mediamente piuttosto fresca e, essendo una città di media altura, l'umidità spesso è relativamente bassa; non mancano però occasionali fasi di calura.

L'autunno è fresco e piovoso, con una media di 81 mm nel mese di novembre. La città presenta discreti accumuli pluviometrici.[9]
CAMPOBASSO Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 7,1 7,2 10,3 14,0 21,2 27,0 29,2 28,3 24,2 19,2 16,2 8,1 7,5 15,2 28,2 19,9 17,7
T. min. media (°C) 1,2 1,3 3,2 6,4 13,2 16,2 20,0 17,0 13,0 11,2 7,2 3,1 1,9 7,6 17,7 10,5 9,4
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 12 11 7 1 0 0 0 0 0 0 2 8 31 8 0 2 41
Precipitazioni (mm) 55 60 50 51 47 35 20 18 45 58 81 63 178 148 73 184 583
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Campobasso Monforte.
Panorama della città e sullo sfondo il Matese.
Origini del nome

Il toponimo Campobasso ha un etimo non chiaro, però gli studiosi ritengono che debba essere avvicinato a Campus Bassi ‘campo di Basso’, da un nome personale latino Bassus o Bassius[10][11]. Non è plausibile[12] l'ipotesi che derivi da campus vassorum, cioè campo dei vassalli: nel X e XI secolo i vassalli erano coloro che abitavano, essendone soggetti, gli spazi circostanti i castelli del feudatario[13].

Un'ipotesi storica è quella del Galanti, che asseriva che in origine l'abitato fosse diviso in due borghi, uno chiamato Campus de Prata e l'altro Campus Bassus di cui primo insediamento, posto a una quota più alta, sarebbe andato distrutto e gli abitanti si sarebbero trasferiti nell'altro che avrebbe così dato il nome alla futura cittadina[14]. Simile è la proposta del Gasdia che riteneva che il nome Campobasso fosse in rapporto con la sua posizione topografica; egli afferma[15]:

«Chi primo s'affacciò alla conquista di questa regione, dopo l'affaticato salire e discendere e risalire del cammino montuoso, respirò discendendo verso questo minuscolo altipiano prativo. O fossero Bulgari guidati da Alzecone, o Longobardi spoletini o beneventani, o conquistatori della normanna nobiltà, o pacifici monaci di San Benedetto da Norcia che, armati della Regula, del salterio e dei sacri arnesi agricoli risalissero da Santa Sofia di Benevento a ridar vita a questa regione…dissero: ecco il Campo Basso, ecco la località bassa dove pianteremo il bivacco, la dimora, la badia.»
(Gasdia, Storia di Campobasso)
Storia
Età antica

Secondo le ipotesi più accreditate, il territorio di Campobasso nell'antichità era punteggiato da una serie di piccoli insediamenti agricoli sannitici, che poi con la dominazione romana diedero vita a diverse ville rustiche.

Sull'altura che domina l'odierna città era presente un insediamento di controllo dei Sanniti, di cui ancora oggi si conservano le tracce, posto a controllo del braccio tratturale "Cortile - Matese". Lo scopo difensivo del sito è confermato dal ritrovamento, nei pressi del castello Monforte, di resti di mura sannitiche e dal rinvenimento, tra le rovine della Chiesa di San Mercurio nel 1930, di un'iscrizione in lingua osca. Tale insediamento gravitava intorno ad un centro sannitico più importante, ossia l'area corrispondente all'attuale centro di Ferrazzano.

La storia del territorio di Campobasso è quindi indissolubilmente legata a quella dell'antico Sannio-Pentro e a Roma.
Medioevo
Scorcio nel Borgo medioevale
Voce da controllare

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Motivo: Nella sezione Origini del nome si asserisce che il nome non deriva da Campus Vassorum, invece qui sotto viene asserito che è citato proprio come Campus Vassorum
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Le fonti storiche datano l'atto di nascita di Campobasso all'epoca della Langobardia Minor e più precisamente nel periodo del Ducato di Benevento, essendo toponomizzata come Campus Vassorum. Risale infatti all'anno 878 un documento stilato da un monaco dell'abbazia benedettina di Santa Sofia di Benevento, in cui si fa menzione di Campobasso come finibus Campibassi. Questo documento, reperibile come Codice Vaticano Latino 4939, è il Chronicon Sancte Sophie ed è stato redatto al tempo in cui Adelchi era quindi principe di Benevento.

Successivamente durante l'egemonia normanna, Campobasso assume un'importanza economica sempre crescente riuscendo a diventare la “capitale” della Contea sotto la signoria dei De Moulins. Il fiorire dei commerci e l'aumentata importanza amministrativa comportano l'ampliamento dell'antico borgo che si espande soprattutto intorno alla chiese di San Bartolomeo e di San Mercurio. Diverse sono le connotazioni che il borgo assume nel tempo: Civitas, Castrum, Universitas Hominum.

Tra i documenti storici del periodo compreso tra l'anno 1000 e il Trecento spicca la Pancarta Campobassana del 1277 in cui trentadue campobassani denunciarono a Carlo I d'Angiò le angherie e i soprusi del feudatario Roberto di Molise, dimostrando quindi di patteggiare per i francesi Angioini.

Il Quattrocento è per Campobasso un'età d'oro grazie all'intraprendenza dei Monforte-Gambatesa, divenuti i feudatari del borgo. Secondo alcuni storici i Monforte sarebbero i discendenti dei Monfort di Francia e d'Inghilterra, scesi in Italia al seguito di Carlo D'Angiò. Il personaggio di spicco dei Monforte fu il conte Cola detto anche il "Campobasso", di cui parla anche Benedetto Croce[16]. Si distinse per le sue virtù militari durante la lotta di successione al Regno di Napoli tra Angioini e Aragonesi. Cola batté moneta e provvide ad ampliare il castello dotando la città di forti mura perimetrali lungo le quali edificò le porte di San Leonardo e di Santa Cristina.

Nel 1442, con la sconfitta degli Angioini, che i Monforte avevano appoggiato, Campobasso passa agli Aragonesi e in seguito ai De Capua.

Ferdinando I di Aragona concesse ai campobassani la possibilità di costruire le abitazioni addossandole alle mura perimetrali.
Cinquecento e Seicento

Agli inizi del Cinquecento i De Capua sono feudatari in Campobasso. La città, grazie alla felice posizione geografica, vive di un florido commercio; infatti l'area al di fuori dalle antiche mura, con le chiese di Santa Maria Maddalena e della Santissima Trinità (che tra l'altro è stata fondata proprio nel 1504), è contraddistinta da una notevole vivacità di scambi nei vari settori dell'artigianato.

Nel 1530 diventano signori di Campobasso i Gonzaga che ne aumentano il prestigio. A loro si deve la riorganizzazione urbana della città; in ogni rione le singole strade sono indicate con il nome dell'attività lavorativa prevalente come ad esempio scarparìe, ferrarìe (l'attuale via de' Ferrari), oreficerìe (l'attuale via Orefici, ricca ancora oggi di botteghe e negozi di orafi).

Signori della città, dopo i Gonzaga, sono i Vitagliano nel 1638 e successivamente i Carafa.

Nel corso del Seicento Campobasso ha un ulteriore sviluppo grazie anche alla vicinanza dei tratturi che favoriscono le comunicazioni con altri centri e l'arrivo di commercianti forestieri.
Settecento e Ottocento
Centro Murattiano. Piazza Gabriele Pepe
Un palazzo in Piazza Vincenzo Cuoco

Il Settecento è attraversato da idee nuove e la struttura feudale della società viene vista come un intralcio alle iniziative della nuova classe emergente: la borghesia. Questa ventata di novità arriva anche a Campobasso. Ci sono uomini che nonostante appartengano a famiglie di antica nobiltà, come Francesco de Attelis, Anselmo Chiarizia e Giovan Matteo Japoce, si prodigano in cause contro i feudatari. Molti intellettuali come Giuseppe Zurlo, Giuseppe Maria Galanti, Francesco Longano, Paolo Nicola Giampaolo, sostengono la necessità di superare l'immobilismo economico-sociale provocato dal feudalesimo. Campobasso diviene il cuore pulsante della cultura molisana, in cui trovano rifugio molti intellettuali del tempo come Gabriele Pepe e Vincenzo Cuoco.

A causa dei debiti del duca di Jelsi Mario Carafa, alla sua morte, avvenuta nel 1727 la sua eredità viene accettata con beneficio di inventario dagli eredi di questi, il nipote Alessandro Milano duca di San Paolo e il cugino Marcello Carafa. Tale situazione consente a Campobasso di rientrare nel patrimonio del fisco regio che la sottopone ad un apprezzo nel 1732 per future vendite. In tale contesto si apre la possibilità per l'universitas di Campobasso di riscattarsi dalla servitù feudale mediante il pagamento di un importo alla Regia Camera, che le avrebbe consentito di rientrare nel demanio regio in una condizione di relativa autonomia. Nel periodo che va dal 1728 al 1735 numerosi membri della borghesia locale appoggiano l'iniziativa "demanista" in chiave antibaronale. Nel frattempo Marcello Carafa aveva presentato istanza alla Regia Camera per vedersi confermato quel erede di Mario Carafa ed acquisire la titolarità del feudo, ottenendo tale riconoscimento nel 1735 mediante il pagamento di 10.000 ducati al fisco e impegnandosi a pagare i creditori. Difficoltà insorte nel soddisfare tale obbligazione forniscono ai "demanisti" la possibilità di presentare nel 1738 alla Regia Camera la relativa istanza di ricompra della città, che si concretizza infine il 4 marzo 1742 dopo il deposito di una somma pari a 102.841 ducati.

Nel 1755 Carlo di Borbone re di Napoli concede a Campobasso il rango di città modello. Agli inizi dell'Ottocento, in piena età napoleonica, viene istituita la Provincia di Molise; Campobasso, come capoluogo, diviene sede di numerosi uffici amministrativi. La popolazione, nonostante le gravi perdite umane e materiali provocate dal terremoto del 1805, si moltiplica e di conseguenza anche la città si espande. Si rende necessario realizzare un piano urbanistico per soddisfare nuove e molteplici esigenze. Vengono presi in considerazione due progetti, quello di Bernardino Musenga e quello di Vincenzo Wan Rescant.

Il Musenga immagina l'edificazione di un intero quartiere a schema ortogonale, invece Wan Rescant prevede l'espansione del tessuto urbano intorno a una sola grande piazza con al centro l'edificio sede dell'amministrazione civica. Al sistema radiale del Wan Rescant è preferito quello del Musenga. La parte nuova della città si sviluppa in luogo pianeggiante, sulle “campère”, così chiamato perché un tempo era occupato dai campi coltivati e dai boschi. Campobasso doveva essere “monumentale, funzionale, unitaria e moderna, destinata a una borghesia ormai disposta ad abbandonare la città feudale, ritenuta poco rappresentativa socialmente per uno Stato che, attraverso i palazzi pubblici, vuole creare l'immagine fisica dell'autorità, come prima lo era il castello sui monti”. Le piazze alberate, i viali e le aiuole fanno guadagnare a Campobasso l'appellativo di “città giardino”.[senza fonte]
Novecento
Piazza Bernardino Musenga (Villa dei Cannoni)
Veduta del castello Monforte da Piazza della Vittoria

Nel 1910 entrò nelle case l'energia elettrica e, a partire dagli anni venti-trenta, vennero realizzate importanti costruzioni: gli edifici della Casa della Scuola, della Banca d'Italia e il Teatro Sociale nel medesimo luogo occupato in precedenza dal Teatro Margherita (poi Teatro Savoia), il palazzo delle Poste e Telegrafi, la Camera di Commercio, il Palazzo della G.I.L., il Palazzo di Giustizia, l'Istituto per gli orfani di guerra (attuale sede del Conservatorio musicale Lorenzo Perosi) e l'Istituto Tecnico “L. Pilla” (che ebbe l'onore di essere inaugurato da re Vittorio Emanuele III).

Parallelamente a questa attività edilizia furono tracciate nuove strade e lastricate piazze, costruiti marciapiedi, piantati alberi, innalzati monumenti e fontane. Anche l'iniziativa privata diede il suo valido contributo edificando eleganti palazzi e dotando la città di alberghi, ristoranti, bar, negozi e cinema.

Nel 1927 la sede vescovile, con bolla pontificia, venne trasferita da Bojano a Campobasso.

La tragedia della seconda guerra mondiale non risparmiò neanche Campobasso. Qui fu combattuta la "Battaglia di Campobasso" tra l'ottobre e il novembre del 1943, in cui si fronteggiarono le truppe canadesi e tedesche per il possesso della città; ciò causò la distruzione di molti edifici pubblici, tra cui il municipio e gli archivi in esso contenuti. Cinquanta civili furono uccisi in azione, tra cui il vescovo della diocesi, monsignor Secondo Bologna, insieme a un numero imprecisato di persone che vi rimasero ferite nel bombardamento intensivo. L'occupazione della città da parte dei canadesi, che la resero un importante centro di smistamento, amministrativo e di svago per le truppe alleate, ebbe un tale impatto sulla città che questa venne ribattezzata "Canada Town", cioè "Città del Canada", e anche "Maple Leaf City", "Città della foglia d'acero", simbolo nazionale del paese nordamericano, per la notevole presenza di questo tipo di albero sul suo territorio. In tale circostanza alcune strade e piazze vennero persino rinominate con denominazioni anglosassoni come Hyde Park per l'attuale Villa Berardino Musenga, Piccadilly Circus per l'attuale zona di Piazza Gabriele Pepe e Scarth Street per la zona della stessa piazza situata tra il Palazzo del Governo e il Teatro Savoia, comunemente detta Piazza Prefettura; oggi l'unica testimonianza che resta è la scritta Scarth St che i canadesi impressero su un palazzo in piazza Gabriele Pepe e che è stata oggetto di recupero con l'applicazione di una lastra di plexiglas a protezione e una didascalia che descrive brevemente la storia di questo unico reperto.

Nei primi anni del secondo dopoguerra la città conobbe una discreta e armoniosa espansione, ma è con l'istituzione della Regione Molise nel 1963 che Campobasso poté crescere. Divenuta capoluogo di regione, infatti, ebbe un notevole incremento demografico e un conseguente sviluppo edilizio (che porta alla nascita del quartiere CEP nella zona nord della città), essendo sede di importanti uffici regionali e di numerose filiali e agenzie di banche e di assicurazioni. Come era avvenuto agli inizi dell'Ottocento la città rinasce grazie alla sua importanza amministrativa.

Dal 1982 è sede dell'Università degli Studi del Molise la quale in pochi anni ha incrementato notevolmente l'offerta formativa ed ha riscontrato un rapido aumento della popolazione studentesca.

Dal 2002 è inoltre attiva la Fondazione di ricerca e cura Giovanni Paolo II, istituita per volere dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che si è rapidamente imposta come centro d'eccellenza nazionale nei settori di diagnosi e terapia di varie branche della medicina come l'oncologia, i trapianti, le patologie cardiache e la medicina ultraspecialistica.

Waypoints

PictographWaypoint Altitude 2,409 ft
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PictographWaypoint Altitude 2,442 ft
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PictographCastle Altitude 2,484 ft
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PictographCastle Altitude 0 ft
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Castello Monforte

PictographWaypoint Altitude 2,588 ft
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PictographWaypoint Altitude 2,353 ft
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Comments  (1)

  • Photo of leogas
    leogas Jun 22, 2021

    I have followed this trail  View more

    Bel centro storico, che si sviluppa in verticale.
    Va assolutamente visitato e senza fretta. Ci sono vari angoli interessanti. Merita la visita.

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