CAMPANIA - ERCOLANO - Visita al sito archeologico
near Ercolano, Campania (Italia)
Viewed 117 times, downloaded 7 times
Trail photos
Itinerary description
Una bella visita guidata nel parco archeologico di Ercolano.
La città romana di Ercolano, distrutta e sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., fu riportata alle cronache della storia nel Settecento grazie alle esplorazioni borboniche. Provvisto di mura modeste, il centro abitato fu costruito su un pianoro vulcanico a strapiombo sul mare posto ai piedi del Vesuvio, limitato sul lato orientale e su quello occidentale da due torrenti; due insenature fluviali vi costituivano approdi naturali e sicuri. Le dimensioni della città erano in realtà piuttosto modeste: è stato ipotizzato che la superficie complessiva racchiusa dalle mura fosse di circa 20 ettari, della quale sono ora visibili a cielo aperto circa 4,5 ettari, per una popolazione di circa 4000 abitanti.
Nonostante la storia plurisecolare, dunque, gli scavi hanno rimesso alla luce solo una parte della città antica, cosicché gran parte dell’antica Herculaneum rimane ancora sepolta sotto terra, custodendo tra l’altro tutta l’area forense, gli edifici sacri e civili con i loro preziosi arredi ed apparati decorativi.
Attualmente la gran parte del parco archeologico visitabile è costituita, ad eccezione delle terme e della palestra, da abitazioni private di età imperiale, caratterizzate da una grande varietà tipologica: case con impianto tradizionale, caseggiati plurifamiliari, grandi residenze che sviluppano parte dei loro quartieri in posizione dominante sul mare ed a cavallo delle mura.
L’impianto urbano era articolato su almeno tre decumani (solo due scavati a cielo aperto: il decumano inferiore e quello massimo). Nella parte meridionale della città trovaiamo potenti sostruzioni voltate (fornici), le soprastanti terrazze con le terme suburbane e le grandi domus private, articolate anche su più livelli.
Dionigi di Alicarnasso attribuisce la fondazione mitica della città ad Eracle di ritorno dall’Iberia, mentre Strabone riferisce che la città fu dapprima in mano agli Opici-Osci, poi agli Etruschi ed ai Pelasgi ed infine ai Sanniti.
Al pari di Pompei e di Stabiae, anche Ercolano dovette rientrare nell’orbita della confederazione nucerina. Ribellatasi a Roma durante la Guerra Sociale, venne assalita e conquistata nell’89 a.C. dal legato di Lucius Cornelius Sulla, Titus Didius, e fu quindi interessata dal processo di municipalizzazione condotto dai Romani che investì tutta l’Italia centro-meridionale.
La vita della città fu infine bruscamente interrotta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C..
Col tempo il ricordo dell’ubicazione dell’antica città romana si perse, e solo nel 1710 un contadino, Ambrogio Nucerino, scavando un pozzo per irrigare il proprio orto, recuperò molti frammenti di marmo pregiati, che solo più tardi si compresero appartenere al teatro della città antica. Informato della scoperta il nobile Emanuel-Maurice di Lorena, principe di Elboeuf, acquistò il pozzo e per nove mesi condusse nell’area scavi per cunicoli a proprie spese, grazie ai quali recuperò nove statue con cui omaggiò i potenti del tempo. Ma solo nel 1738, per volere del re Carlo III di Borbone, iniziarono sistematiche esplorazioni per cunicoli del sito antico.
Nel 1828 sotto il regno di Francesco I di Borbone furono intrapresi per la prima volta gli scavi “a cielo aperto”, eseguiti fino al 1875. Dopo una lunghissima interruzione, i lavori furono ripresi nel 1927 da Amedeo Maiuri, che li condusse fino al 1958, ma già nel 1942 quasi tutta l’area che costituisce l’attuale parco archeologico era stata riportata alla luce e contestualmente restaurata e coperta.
Fra il 1960 ed il 1969 ulteriori lavori sono stati condotti nel settore settentrionale dell’Insula VI e lungo il decumano massimo, mentre negli ultimi venti anni è stata esplorata l’antica spiaggia, coincidente con la fascia più meridionale dell’area archeologica. In questa zona sono stati riportati alla luce dodici ambienti con ingresso ad arco (i fornici), ricoveri per barche e magazzini, ove avevano cercato riparo molti Ercolanesi in fuga dall’eruzione.
La riapertura del Decumano Massimo – la strada principale dell’antica città di Ercolano – sancisce il passaggio finale della riconsegna delle strade romane ai visitatori e conclude un capitolo importante relativo ai lavori realizzati che hanno interessato le botteghe lungo la scarpata Nord ed alcune delle più interessanti dimore romane del sito archeologico, fra cui la Casa del Doppio Portale, oggi finalmente accessibile in tutto il suo splendore con il suo eccezionale ingresso, il portico a colonne e gli elementi lignei ancora intatti.
Ciò che infatti rende unica Ercolano e la distingue da Pompei è la presenza di alcuni secondi piani e di alcune parti in legno seppur carbonizzato.
Buon cammino e buona vità!
La città romana di Ercolano, distrutta e sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., fu riportata alle cronache della storia nel Settecento grazie alle esplorazioni borboniche. Provvisto di mura modeste, il centro abitato fu costruito su un pianoro vulcanico a strapiombo sul mare posto ai piedi del Vesuvio, limitato sul lato orientale e su quello occidentale da due torrenti; due insenature fluviali vi costituivano approdi naturali e sicuri. Le dimensioni della città erano in realtà piuttosto modeste: è stato ipotizzato che la superficie complessiva racchiusa dalle mura fosse di circa 20 ettari, della quale sono ora visibili a cielo aperto circa 4,5 ettari, per una popolazione di circa 4000 abitanti.
Nonostante la storia plurisecolare, dunque, gli scavi hanno rimesso alla luce solo una parte della città antica, cosicché gran parte dell’antica Herculaneum rimane ancora sepolta sotto terra, custodendo tra l’altro tutta l’area forense, gli edifici sacri e civili con i loro preziosi arredi ed apparati decorativi.
Attualmente la gran parte del parco archeologico visitabile è costituita, ad eccezione delle terme e della palestra, da abitazioni private di età imperiale, caratterizzate da una grande varietà tipologica: case con impianto tradizionale, caseggiati plurifamiliari, grandi residenze che sviluppano parte dei loro quartieri in posizione dominante sul mare ed a cavallo delle mura.
L’impianto urbano era articolato su almeno tre decumani (solo due scavati a cielo aperto: il decumano inferiore e quello massimo). Nella parte meridionale della città trovaiamo potenti sostruzioni voltate (fornici), le soprastanti terrazze con le terme suburbane e le grandi domus private, articolate anche su più livelli.
Dionigi di Alicarnasso attribuisce la fondazione mitica della città ad Eracle di ritorno dall’Iberia, mentre Strabone riferisce che la città fu dapprima in mano agli Opici-Osci, poi agli Etruschi ed ai Pelasgi ed infine ai Sanniti.
Al pari di Pompei e di Stabiae, anche Ercolano dovette rientrare nell’orbita della confederazione nucerina. Ribellatasi a Roma durante la Guerra Sociale, venne assalita e conquistata nell’89 a.C. dal legato di Lucius Cornelius Sulla, Titus Didius, e fu quindi interessata dal processo di municipalizzazione condotto dai Romani che investì tutta l’Italia centro-meridionale.
La vita della città fu infine bruscamente interrotta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C..
Col tempo il ricordo dell’ubicazione dell’antica città romana si perse, e solo nel 1710 un contadino, Ambrogio Nucerino, scavando un pozzo per irrigare il proprio orto, recuperò molti frammenti di marmo pregiati, che solo più tardi si compresero appartenere al teatro della città antica. Informato della scoperta il nobile Emanuel-Maurice di Lorena, principe di Elboeuf, acquistò il pozzo e per nove mesi condusse nell’area scavi per cunicoli a proprie spese, grazie ai quali recuperò nove statue con cui omaggiò i potenti del tempo. Ma solo nel 1738, per volere del re Carlo III di Borbone, iniziarono sistematiche esplorazioni per cunicoli del sito antico.
Nel 1828 sotto il regno di Francesco I di Borbone furono intrapresi per la prima volta gli scavi “a cielo aperto”, eseguiti fino al 1875. Dopo una lunghissima interruzione, i lavori furono ripresi nel 1927 da Amedeo Maiuri, che li condusse fino al 1958, ma già nel 1942 quasi tutta l’area che costituisce l’attuale parco archeologico era stata riportata alla luce e contestualmente restaurata e coperta.
Fra il 1960 ed il 1969 ulteriori lavori sono stati condotti nel settore settentrionale dell’Insula VI e lungo il decumano massimo, mentre negli ultimi venti anni è stata esplorata l’antica spiaggia, coincidente con la fascia più meridionale dell’area archeologica. In questa zona sono stati riportati alla luce dodici ambienti con ingresso ad arco (i fornici), ricoveri per barche e magazzini, ove avevano cercato riparo molti Ercolanesi in fuga dall’eruzione.
La riapertura del Decumano Massimo – la strada principale dell’antica città di Ercolano – sancisce il passaggio finale della riconsegna delle strade romane ai visitatori e conclude un capitolo importante relativo ai lavori realizzati che hanno interessato le botteghe lungo la scarpata Nord ed alcune delle più interessanti dimore romane del sito archeologico, fra cui la Casa del Doppio Portale, oggi finalmente accessibile in tutto il suo splendore con il suo eccezionale ingresso, il portico a colonne e gli elementi lignei ancora intatti.
Ciò che infatti rende unica Ercolano e la distingue da Pompei è la presenza di alcuni secondi piani e di alcune parti in legno seppur carbonizzato.
Buon cammino e buona vità!
Waypoints
You can add a comment or review this trail
Comments