Alpi Apuane: Pizzo d'Uccello dalla ferrata siggioli e la cresta di Capradossa
near Ugliancaldo, Toscana (Italia)
Viewed 1305 times, downloaded 23 times
Trail photos
Itinerary description
[Classifico questo percorso come media difficoltà, tenendo presente che stiamo comunque parlando di un giro abbastanza lungo con sentieri attrezzati, sentieri di cresta a tratti molto esposti e un dislivello importante, il tutto nel contesto apuano. Quindi rivolto ad escursionisti esperti, allenati e con assoluta assenza di vertigini]
Superato il piccolo abitatato di Ugliancaldo seguiamo le indicazioni per la cava del cantonaccio. Lungo lo sterrato sono presenti degli slarghi dove è possibile parcheggiare.
Seguiamo lo sterrato che porta alla cava. Arrivati alla sbarra di accesso troviamo i cartelli che indicano il pericolo di caduta massi e un numero da chiamare per avvisare del passaggio. Chiamiamo e ci dicono di passare tranquillamente.
Continuiamo sullo sterrato in salita fino a "casa dei vecchi macchinari" e ci inoltriamo nel bosco seguendo le indicazioni per la ferrata "Tordini-Galligani". In poco più di mezz'ora di salita nel bosco arriviamo all'attacco. La ferrata non presenta particolari difficoltà ne tecniche ne fisiche. Anche la lunghezza non è eccessiva: si arriva all'uscita della ferrata in meno di due ore.
Siamo quindi a foce Siggioli, e ci dirigiamo verso il Pizzo d'Uccello percorrendo la cresta di Capradossa, molto bella e panoramica, mai eccessivamente difficile. Arrivati al "ripiano di Capradossa" la cresta si allarga, il panorama è mozzafiato!
Continuiamo a seguire il sentiero fino a che sulla nostra destra troviamo una pietraia. Guardando in alto si vede bene il canale che porta ad incrociare la "via normale" per il Pizzo. Decidiamo di risalirlo.(un'opzione più "tranquilla" potrebbe essere quella di percorrere l'intera cresta fino ad incrociare la via normale senza addentrarsi nel canale) Personalmente ho avuto qualche difficoltà data dall'instabilità delle pietruzze sotto i piedi (in realtà anche i massi di dimensioni più importanti mi ispiravano poca fiducia). Incrociamo la "via normale" e raggiungiamo la vetta.
Doverosa pausa pranzo e riprendiamo il sentiero della "via normale" che porta a foce "giovetto".
Da qui il cai 181 ci accompagna a foce Siggioli, continuiamo sulla panoramica "costiera di Capradossa" passando per l'immenso prato di Poggio Baldozzana. Ci immettiamo sul 192 che ci riporta sullo sterrato percorso in mattinata, quindi il punto di partenza.
[-La traccia gps presenta degli "anda e rianda" in dei punti in cui abbiamo sbagliato e siamo tornati indietro.
-lo sterrato che porta alla cava va percorso con attenzione, le auto basse possono toccare sotto. In più è facile incontrare mezzi pesanti provenienti dalla cava che, con poca simpatia, si impongono sulla strada e bisogna accostarsi dove possibile per lasciarli passare.]
[Per percorrere le vie ferrate in sicurezza sono indispensabili casco, imbracatura e kit ferrata con dissipatore. Accessorio secondario sono i guanti o i mezzi guanti, che è bene avere. Anche nei tratti dove "il cavo funge solo da corrimano", oppure nei tratti in cui ci si sente estremamente sicuri, è moralmente obbligatorio agganciare i moschettoni per la nostra sicurezza e per quella degli altri escursionisti.
Il grado di difficoltà descritto nelle varie recensioni su wikiloc (non vale solo per le ferrate) non è mai oggettivo al 100%.
"Tornate sani, tornate amici, arrivate in cima. In questo preciso ordine!"]
Superato il piccolo abitatato di Ugliancaldo seguiamo le indicazioni per la cava del cantonaccio. Lungo lo sterrato sono presenti degli slarghi dove è possibile parcheggiare.
Seguiamo lo sterrato che porta alla cava. Arrivati alla sbarra di accesso troviamo i cartelli che indicano il pericolo di caduta massi e un numero da chiamare per avvisare del passaggio. Chiamiamo e ci dicono di passare tranquillamente.
Continuiamo sullo sterrato in salita fino a "casa dei vecchi macchinari" e ci inoltriamo nel bosco seguendo le indicazioni per la ferrata "Tordini-Galligani". In poco più di mezz'ora di salita nel bosco arriviamo all'attacco. La ferrata non presenta particolari difficoltà ne tecniche ne fisiche. Anche la lunghezza non è eccessiva: si arriva all'uscita della ferrata in meno di due ore.
Siamo quindi a foce Siggioli, e ci dirigiamo verso il Pizzo d'Uccello percorrendo la cresta di Capradossa, molto bella e panoramica, mai eccessivamente difficile. Arrivati al "ripiano di Capradossa" la cresta si allarga, il panorama è mozzafiato!
Continuiamo a seguire il sentiero fino a che sulla nostra destra troviamo una pietraia. Guardando in alto si vede bene il canale che porta ad incrociare la "via normale" per il Pizzo. Decidiamo di risalirlo.(un'opzione più "tranquilla" potrebbe essere quella di percorrere l'intera cresta fino ad incrociare la via normale senza addentrarsi nel canale) Personalmente ho avuto qualche difficoltà data dall'instabilità delle pietruzze sotto i piedi (in realtà anche i massi di dimensioni più importanti mi ispiravano poca fiducia). Incrociamo la "via normale" e raggiungiamo la vetta.
Doverosa pausa pranzo e riprendiamo il sentiero della "via normale" che porta a foce "giovetto".
Da qui il cai 181 ci accompagna a foce Siggioli, continuiamo sulla panoramica "costiera di Capradossa" passando per l'immenso prato di Poggio Baldozzana. Ci immettiamo sul 192 che ci riporta sullo sterrato percorso in mattinata, quindi il punto di partenza.
[-La traccia gps presenta degli "anda e rianda" in dei punti in cui abbiamo sbagliato e siamo tornati indietro.
-lo sterrato che porta alla cava va percorso con attenzione, le auto basse possono toccare sotto. In più è facile incontrare mezzi pesanti provenienti dalla cava che, con poca simpatia, si impongono sulla strada e bisogna accostarsi dove possibile per lasciarli passare.]
[Per percorrere le vie ferrate in sicurezza sono indispensabili casco, imbracatura e kit ferrata con dissipatore. Accessorio secondario sono i guanti o i mezzi guanti, che è bene avere. Anche nei tratti dove "il cavo funge solo da corrimano", oppure nei tratti in cui ci si sente estremamente sicuri, è moralmente obbligatorio agganciare i moschettoni per la nostra sicurezza e per quella degli altri escursionisti.
Il grado di difficoltà descritto nelle varie recensioni su wikiloc (non vale solo per le ferrate) non è mai oggettivo al 100%.
"Tornate sani, tornate amici, arrivate in cima. In questo preciso ordine!"]
Waypoints
Comments (2)
You can add a comment or review this trail
I have followed this trail View more
Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Ho fatto questo bellissimo percorso senza salire in vetta dopo la ferrata e con qualche piccola differenza che secondo me ne migliorano la fruizione.
Prima di tutto, ho parcheggiato al paese senza seguire la strada sterrata con la macchina ma facendola a piedi. Con una macchina non adatta agli sterrati, comunque, il tempo che si risparmierebbe in macchina è poco rispetto ad andare a piedi, e in più si evita il rischio di toccare il fondo della macchina.
Questo ha permesso lungo il percorso di ritorno dopo la ferrata di seguire per intero il sentiero 181 fino al paese e la macchina, evitando il 192 che tutte le relazioni riportano essere in condizioni pessime.
Altra info... Per passare la cava nei giorni di lavoro, come indicato dai cartelli che si trovano dopo la sbarra, è consigliabile chiamare i numeri 3483000623 o 3357185713
Ciao! Innanzitutto grazie per il commento. Sono daccordo con te sul lasciare la macchina a Ugliancaldo. Soprattutto se si intende affrontare solo la ferrata siggioli. Quel giorno la nostra intenzione era siggioli- cresta di capradossa-pizzo- foce giovo- sentiero attrezzato Piotti e sentiero attrezzato Zaccagna. Solo per questioni di tempo abbiamo "ripiegato" sui sentieri 181 e 192 per ritornare al punto di partenza. Essendo un giro parecchio lungo abbiamo preferito portare la macchina più vicina possibile alla sbarra. Se dovessi rifarlo sicuramente valuterei la possibilità di lasciarla in paese. Si evitano ansie e ...rogne!
Un saluto
Vito