Alpi Apuane - Pizzo d'Uccello da ferrata Siggioli e cresta di Capradossa
near Ugliancaldo, Toscana (Italia)
Viewed 5470 times, downloaded 80 times
Trail photos
Itinerary description
Nota: l'attività principale è costituita sicuramente dalla ferrata Siggioli, quindi come categoria ho scelto "via ferrata". La cresta di Capradossa è da ritenersi un sentiero per esperti, con un paio di punti esposti e delicati.
Modalità "Carlo Lucarelli, ON".
Questa è la storia di una sconfitta!
Questa - pausa alla Lucarelli - è la storia di una decisione sofferta!
Modalità "Carlo Lucarelli, OFF" :-)
Il titolo di questo percorso sarebbe dovuto essere "Pizzo d'Uccello da ferrata Siggioli, cresta di Capradossa, e sentieri attrezzati Piotti e Zaccagna". Purtroppo, giunti a Giovetto, abbiamo dovuto desistere perché troppo in ritardo sulla tabella di marcia.
Il giro è veramente bello, interessante e faticoso. Si parcheggia lungo la carrabile che da Ugliancaldo porta alla cava del Cantonaccio (indicazioni subito a destra dopo il paese). Attenzione perché lo sterrato non è messo benissimo, noi abbiamo toccato l'auto (bassa) un paio di volte. Si può provare ad arrivare sino alla sbarra che segna l'inizio della cava, oppure ad uno degli slarghi presenti. Consiglio comunque di non fermarsi troppo presto, visto che il sentiero di ritorno porta vicinissimo alla cava.
Si comincia quindi a percorrere lo stradello di cava, che ci porterà, con non poca salita, alla "casa dei vecchi macchinari". Da qui comincia il sentiero nel bosco che porta all'attacco della ferrata. Subito nel bosco si può vedere l'indicazione - da non prendere - per il sentiero Zaccagna.
Siamo a circa un'ora dalla sbarra. Mettiamo l'imbraco e cominciamo a salire lungo la ferrata.
Di per se la ferrata non è difficile, né a livello tecnico, né a livello fisico. Dura meno di un paio d'ore e il punto più complicato è verso quello che viene chiamato "il naso", a circa tre quarti della salita. Tutta una serie di poggia piedi artificiali, fanno si che si possa usare il cavo veramente solo per sicurezza. Provare ad arrampicare, rende questa ferrata sicuramente più piacevole e soddisfacente.
La ferrata termina a foce Siggioli. Qui si prende il sentiero 181 verso Giovetto, ma poco dopo (~7 minuti) bisogna abbandonarlo in favore del sentiero rosso della cresta di Capradossa. Il primo segno è su un albero di fronte a noi.
La cresta di Capradossa è qualcosa di fenomenale. Semplice ma non banale, con un paio di punti adrenalinici! Sulla sinistra, dall'altra parte della val Serenaia, imponente e maestoso, il Pisanino ci osserva per tutto il percorso!
Giunti al "Picco di Capradossa", il sentiero si allarga e porta verso un piccolo assembramento di alberi. Sorpassati gli alberi, dopo circa 50 metri, vi è un alberello isolato, con un segno rosso e con a destra un'evidente pietraia. Proseguendo dritti, lungo il sentiero rosso, si raggiunge la "via normale del Pizzo d'Uccello". Noi, invece, decidiamo di salire lungo la pietraia, per questa variante che abbiamo simpaticamente chiamato "variante Verdiani", visto che abbiamo seguito la traccia dell'utente "Lorenzo Verdiani", che saluto e ringrazio!
La pietraia va affrontata sempre sui lati, consiglio il destro, per evitare di fare un passo avanti e mezzo indietro. Se si è in compagnia, si deve sempre mantenere la giusta distanza dal compagno davanti, visto che non è raro che questo faccia rotolare involontariamente dei sassi. Finito il primo tratto di pietraia, di fronte a noi si presenta un bivio con un canale sulla destra e uno sulla sinistra. Il canale di sinistra, porta ancora alla via normale di salita al Pizzo. Noi invece andiamo sul canale di destra, che sale ancora ripido verso la parete di fronte. Giunti alla base della parete, si sale ancora verso destra sino a ricongiungersi nuovamente con la cresta di Capradossa. Da qui, si sale senza difficoltà lungo la cresta sino ad incontrare, finalmente, la via normale a ~1760 metri sul livello del mare. Pochi passi sul sentiero normale e si giunge sulla vetta ambita del Pizzo d'Uccello (1781m.s.l.m).
Si scende ora dal sentiero CAI, anch'esso non proprio così banale e immediato, e si giunge a Giovetto. Da qui si segue il 181 in direzione foce Siggioli, questo chiude il primo anello del percorso. Il 181 presenta un paio di tratti esposti e un pezzo in discesa da fare con una catena posta come aiuto.
Giunti a foce Siggioli si prosegue per il 181 in direzione "Poggio Baldozzana". Questo primo tratto, lungo la costiera di Capradossa, si presenta come sentiero attrezzato (sino a qualche tempo fa non lo era). Un tratto molto bello e aereo, da cui si può vedere anche il lago di Vagli.
Da "Poggio Baldozzana", si deve prendere il sentiero 192 che porta praticamente alla sbarra della cava del Cantonaccio. Qui comincia la parte più noiosa (e anche odiosa) del percorso, discesa ripida tendenzialmente in mezzo al bosco.
Fare attenzione perché ad un certo punto il sentiero 192 incrocia nuovamente il 181. Il bivio non è indicato, se non per un bastone orizzontale poggiato su una pietra con su scritto "sbarra". Si chiude quindi il secondo e ultimo anello. Ora non resta che godersi una meritata cena tra compagni di traccia!!!
Modalità "Carlo Lucarelli, ON".
Questa è la storia di una sconfitta!
Questa - pausa alla Lucarelli - è la storia di una decisione sofferta!
Modalità "Carlo Lucarelli, OFF" :-)
Il titolo di questo percorso sarebbe dovuto essere "Pizzo d'Uccello da ferrata Siggioli, cresta di Capradossa, e sentieri attrezzati Piotti e Zaccagna". Purtroppo, giunti a Giovetto, abbiamo dovuto desistere perché troppo in ritardo sulla tabella di marcia.
Il giro è veramente bello, interessante e faticoso. Si parcheggia lungo la carrabile che da Ugliancaldo porta alla cava del Cantonaccio (indicazioni subito a destra dopo il paese). Attenzione perché lo sterrato non è messo benissimo, noi abbiamo toccato l'auto (bassa) un paio di volte. Si può provare ad arrivare sino alla sbarra che segna l'inizio della cava, oppure ad uno degli slarghi presenti. Consiglio comunque di non fermarsi troppo presto, visto che il sentiero di ritorno porta vicinissimo alla cava.
Si comincia quindi a percorrere lo stradello di cava, che ci porterà, con non poca salita, alla "casa dei vecchi macchinari". Da qui comincia il sentiero nel bosco che porta all'attacco della ferrata. Subito nel bosco si può vedere l'indicazione - da non prendere - per il sentiero Zaccagna.
Siamo a circa un'ora dalla sbarra. Mettiamo l'imbraco e cominciamo a salire lungo la ferrata.
Di per se la ferrata non è difficile, né a livello tecnico, né a livello fisico. Dura meno di un paio d'ore e il punto più complicato è verso quello che viene chiamato "il naso", a circa tre quarti della salita. Tutta una serie di poggia piedi artificiali, fanno si che si possa usare il cavo veramente solo per sicurezza. Provare ad arrampicare, rende questa ferrata sicuramente più piacevole e soddisfacente.
La ferrata termina a foce Siggioli. Qui si prende il sentiero 181 verso Giovetto, ma poco dopo (~7 minuti) bisogna abbandonarlo in favore del sentiero rosso della cresta di Capradossa. Il primo segno è su un albero di fronte a noi.
La cresta di Capradossa è qualcosa di fenomenale. Semplice ma non banale, con un paio di punti adrenalinici! Sulla sinistra, dall'altra parte della val Serenaia, imponente e maestoso, il Pisanino ci osserva per tutto il percorso!
Giunti al "Picco di Capradossa", il sentiero si allarga e porta verso un piccolo assembramento di alberi. Sorpassati gli alberi, dopo circa 50 metri, vi è un alberello isolato, con un segno rosso e con a destra un'evidente pietraia. Proseguendo dritti, lungo il sentiero rosso, si raggiunge la "via normale del Pizzo d'Uccello". Noi, invece, decidiamo di salire lungo la pietraia, per questa variante che abbiamo simpaticamente chiamato "variante Verdiani", visto che abbiamo seguito la traccia dell'utente "Lorenzo Verdiani", che saluto e ringrazio!
La pietraia va affrontata sempre sui lati, consiglio il destro, per evitare di fare un passo avanti e mezzo indietro. Se si è in compagnia, si deve sempre mantenere la giusta distanza dal compagno davanti, visto che non è raro che questo faccia rotolare involontariamente dei sassi. Finito il primo tratto di pietraia, di fronte a noi si presenta un bivio con un canale sulla destra e uno sulla sinistra. Il canale di sinistra, porta ancora alla via normale di salita al Pizzo. Noi invece andiamo sul canale di destra, che sale ancora ripido verso la parete di fronte. Giunti alla base della parete, si sale ancora verso destra sino a ricongiungersi nuovamente con la cresta di Capradossa. Da qui, si sale senza difficoltà lungo la cresta sino ad incontrare, finalmente, la via normale a ~1760 metri sul livello del mare. Pochi passi sul sentiero normale e si giunge sulla vetta ambita del Pizzo d'Uccello (1781m.s.l.m).
Si scende ora dal sentiero CAI, anch'esso non proprio così banale e immediato, e si giunge a Giovetto. Da qui si segue il 181 in direzione foce Siggioli, questo chiude il primo anello del percorso. Il 181 presenta un paio di tratti esposti e un pezzo in discesa da fare con una catena posta come aiuto.
Giunti a foce Siggioli si prosegue per il 181 in direzione "Poggio Baldozzana". Questo primo tratto, lungo la costiera di Capradossa, si presenta come sentiero attrezzato (sino a qualche tempo fa non lo era). Un tratto molto bello e aereo, da cui si può vedere anche il lago di Vagli.
Da "Poggio Baldozzana", si deve prendere il sentiero 192 che porta praticamente alla sbarra della cava del Cantonaccio. Qui comincia la parte più noiosa (e anche odiosa) del percorso, discesa ripida tendenzialmente in mezzo al bosco.
Fare attenzione perché ad un certo punto il sentiero 192 incrocia nuovamente il 181. Il bivio non è indicato, se non per un bastone orizzontale poggiato su una pietra con su scritto "sbarra". Si chiude quindi il secondo e ultimo anello. Ora non resta che godersi una meritata cena tra compagni di traccia!!!
Waypoints
Intersection
2,241 ft
Bivio 192 per Equi Terme
Intersection
4,047 ft
Bivio 192/181
Intersection
3,233 ft
Bivio 192/181
Intersection
2,311 ft
Bivio con 192
Intersection
5,769 ft
Bivio via normale/cresta di Capradossa
Waypoint
4,618 ft
Fine ferrata
Fountain
3,151 ft
Fonte
Comments (4)
You can add a comment or review this trail
I have followed this trail View more
Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Ottima recensione curata nei dettagli, in perfetto stile Targzeta!
Ottimo Emanuele. Descrizione ben fatta come al solito e descrizione piu che accurata ma questa non e' una novita'
I have followed this trail View more
Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Ho fatto questo bellissimo percorso senza salire in vetta dopo la ferrata e con qualche piccola differenza che secondo me ne migliorano la fruizione.
Prima di tutto, ho parcheggiato al paese senza seguire la strada sterrata con la macchina ma facendola a piedi. Con una macchina non adatta agli sterrati, comunque, il tempo che si risparmierebbe in macchina è poco rispetto ad andare a piedi, e in più si evita il rischio di toccare il fondo della macchina.
Questo ha permesso lungo il percorso di ritorno dopo la ferrata di seguire per intero il sentiero 181 fino al paese e la macchina, evitando il 192 che tutte le relazioni riportano essere in condizioni pessime.
Altra info... Per passare la cava nei giorni di lavoro, come indicato dai cartelli che si trovano dopo la sbarra, è consigliabile chiamare i numeri 3483000623 o 3357185713
I have followed this trail verified View more
Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
bello il percorso, molto ben segnalato con tante informazioni preziose!
sono partito dal RIfugio per trovare con piu facilità il parcheggio e poi trovarci per una biretta direttamente al rifugio (che ufficialmente apre tutti i giorni a Giugno), peccato si che a ferrata l'abbiamo fatta dopo 4h30 di trekking per tutto l'anello. Pizzo d'uccello e punta di capradossa saltati per nebbia e poco tempo rimasto.