Poggio Acquaferrata, Ofioliti di Poggio Donato, Laghetto, Fattoria di Caselli, Foresta di Renzano e Cascata di Caselli
near Sassa, Toscana (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
La Riserva Naturale Monterufoli Caselli è costituita da vaste foreste mediterranee e dense macchie sempreverdi, da cui emergono aspri affioramenti di "rocce verdi" (le ofioliti) incisi da limpidi torrenti.
Un territorio ad alta naturalità e diversità biologica ricco anche di numerose testimonianze della secolare presenza umana.
Partenza dall'area attrezzata "La Pompa". Si segue il sentiero segnato con frecce rosse fino alla sbarra dell'ingresso alla Riserva. Si prende il sentiero sulla destra "Acquaferrata", un single track nel bosco, che termina al Laghetto di Caselli. Aggiriamo il Lago tenendolo sulla destra fino all'intersezione con il sentiero 29 che prenderemo sulla destra. Anche questo un bellissimo single track in salita con una deviazione di mt 320, che vale la pena percorrere, che costeggia il Torrente Rivivo. Torniamo sui nostri passi e adesso la salita si fa più ripida, sempre attraverso il bosco, fino a sfociare sulla gariga tra le "rocce verdi" circondati da panorami spettacolari a 360 gradi. Arriviamo sulla cima del Poggio Donato ove merita una lunga sosta contemplativa, nel nostro caso anche un piccolo picnic, godendo di una vista maestosa. Continuiamo il sentiero fino ad un bivio ove giriamo sulla destra. Dopo una discesa tra le rocce arriviamo sulla strada forestale che in discesa ci riporta al Lago di Caselli. Stavolta giriamo verso la Fattoria di Caselli sul sentiero 27 che dapprima una strada forestale in salita fino alla Fattoria e relativa Chiesetta, si trasforma in un single track in discesa fino ad arrivare sulla strada forestale ove giriamo a destra. Superato il ponticello, al bivio, prendiamo il sentiero sulla sinistra che, dopo un guado, si trasforma in single track in salita, a tratti ripida, che attraversa la Foresta di Renzano. Sfociamo all'altezza di un'altana sulla strada forestale contrassegnata come sentiero 25, che percorriamo, in graduale discesa, fino all'intersezione con il bivio per la Cascata di Caselli. Poche centinaia di metri e davanti a noi si apre lo spettacolo delle Cascate. Altra lunga sosta meditativa e ristoratrice, per poi tornare sulla strada forestale che ci riporterà al luogo di partenza/arrivo.
Alle pendici del Poggio Donato, è possibile osservare uno degli ambienti più importanti delle Riserve Naturali della Val di Cecina: si tratta dei vasti affioramenti di rocce ofiolitiche, le cosiddette "rocce verdi", dominati dalla presenza di prati aridi, rocce, arbusteti e garighe, ove si localizzano specie vegetali e animali di particolare interesse.
La vegetazione
Gli inospitali versanti ofiolitici presentano una bassa e rada vegetazione di erbe e piccoli arbusti, chiamata gariga.
La particolare natura del suolo, roccioso, povero di nutrienti e ricco di metalli pesanti, impedisce lo sviluppo di una vegetazione più chiusa e matura. Tra le specie arbustive sono presenti il ginepro rosso, la ginestra, il mirto e il cisto.
L'origine delle Ofioliti
L'origine delle ofioliti aiuta a capire gli imponenti movimenti della parte superficiale del nostro pianeta, la crosta terrestre, suddivisa in tante zolle che si muovono l'una rispetto all'altra.
Le rocce verdi infatti sono porzioni fuse del sottostante mantello, successivamente raffreddate o trasformate in presenza di acqua
e calore in corrispondenza di un margine distensivo tra due zolle diverse. Attualmente le zone ove avvengono questi fenomeni corrispondono alle dorsali oceaniche, pertanto la presenza di ofioliti emerse, ovunque esse siano, fa pensare al fondale di un antico oceano.
Tre sono i tipi di rocce costituenti le ofioliti: i basalti, i gabbri e le serpentiniti, tutti di natura basica cioè con contenuto in silice <50%. La differenza di origine delle tre rocce si evidenzia nella loro struttura che offre la possibilità di un immediato riconoscimento anche ai non addetti ai lavori.
Gabbri:
Rocce magmatiche intrusive, cioè raffreddate in profondità. Ove affiorano sono spesso alterate e trasformate in detrito color verde grigio argenteo; osservando da vicino un campione di roccia si nota la stessa tonalità e una evidente struttura granulare con cristalli, anche di alcuni centimetri, di color bianco o bronzo argenteo.
Serpentine:
Rocce metamorfiche derivate dalla trasformazione delle peridotiti. Ove affiorano sono presenti come masse omogenee di colore blu scuro, verde, nero, spesso fratturate; a livello del campione di roccia sono visibili cristalli lucenti relitti di olivina e le varietà del serpentino con i colori azzurri, verdi e biancastri, talvolta fibrosi.
Basalti:
Rocce magmatiche effusive, di colore verde grigio scuro, massicce o nella tipica struttura sferica a pillows che indica il raffreddamanto della lava in condizioni subacquee. Ad una osservazione attenta e ravvicinata spiccano pochi cristalli millimetrici color bianco immersi in pasta di fondo color verde grigio scuro.
Un territorio ad alta naturalità e diversità biologica ricco anche di numerose testimonianze della secolare presenza umana.
Partenza dall'area attrezzata "La Pompa". Si segue il sentiero segnato con frecce rosse fino alla sbarra dell'ingresso alla Riserva. Si prende il sentiero sulla destra "Acquaferrata", un single track nel bosco, che termina al Laghetto di Caselli. Aggiriamo il Lago tenendolo sulla destra fino all'intersezione con il sentiero 29 che prenderemo sulla destra. Anche questo un bellissimo single track in salita con una deviazione di mt 320, che vale la pena percorrere, che costeggia il Torrente Rivivo. Torniamo sui nostri passi e adesso la salita si fa più ripida, sempre attraverso il bosco, fino a sfociare sulla gariga tra le "rocce verdi" circondati da panorami spettacolari a 360 gradi. Arriviamo sulla cima del Poggio Donato ove merita una lunga sosta contemplativa, nel nostro caso anche un piccolo picnic, godendo di una vista maestosa. Continuiamo il sentiero fino ad un bivio ove giriamo sulla destra. Dopo una discesa tra le rocce arriviamo sulla strada forestale che in discesa ci riporta al Lago di Caselli. Stavolta giriamo verso la Fattoria di Caselli sul sentiero 27 che dapprima una strada forestale in salita fino alla Fattoria e relativa Chiesetta, si trasforma in un single track in discesa fino ad arrivare sulla strada forestale ove giriamo a destra. Superato il ponticello, al bivio, prendiamo il sentiero sulla sinistra che, dopo un guado, si trasforma in single track in salita, a tratti ripida, che attraversa la Foresta di Renzano. Sfociamo all'altezza di un'altana sulla strada forestale contrassegnata come sentiero 25, che percorriamo, in graduale discesa, fino all'intersezione con il bivio per la Cascata di Caselli. Poche centinaia di metri e davanti a noi si apre lo spettacolo delle Cascate. Altra lunga sosta meditativa e ristoratrice, per poi tornare sulla strada forestale che ci riporterà al luogo di partenza/arrivo.
Alle pendici del Poggio Donato, è possibile osservare uno degli ambienti più importanti delle Riserve Naturali della Val di Cecina: si tratta dei vasti affioramenti di rocce ofiolitiche, le cosiddette "rocce verdi", dominati dalla presenza di prati aridi, rocce, arbusteti e garighe, ove si localizzano specie vegetali e animali di particolare interesse.
La vegetazione
Gli inospitali versanti ofiolitici presentano una bassa e rada vegetazione di erbe e piccoli arbusti, chiamata gariga.
La particolare natura del suolo, roccioso, povero di nutrienti e ricco di metalli pesanti, impedisce lo sviluppo di una vegetazione più chiusa e matura. Tra le specie arbustive sono presenti il ginepro rosso, la ginestra, il mirto e il cisto.
L'origine delle Ofioliti
L'origine delle ofioliti aiuta a capire gli imponenti movimenti della parte superficiale del nostro pianeta, la crosta terrestre, suddivisa in tante zolle che si muovono l'una rispetto all'altra.
Le rocce verdi infatti sono porzioni fuse del sottostante mantello, successivamente raffreddate o trasformate in presenza di acqua
e calore in corrispondenza di un margine distensivo tra due zolle diverse. Attualmente le zone ove avvengono questi fenomeni corrispondono alle dorsali oceaniche, pertanto la presenza di ofioliti emerse, ovunque esse siano, fa pensare al fondale di un antico oceano.
Tre sono i tipi di rocce costituenti le ofioliti: i basalti, i gabbri e le serpentiniti, tutti di natura basica cioè con contenuto in silice <50%. La differenza di origine delle tre rocce si evidenzia nella loro struttura che offre la possibilità di un immediato riconoscimento anche ai non addetti ai lavori.
Gabbri:
Rocce magmatiche intrusive, cioè raffreddate in profondità. Ove affiorano sono spesso alterate e trasformate in detrito color verde grigio argenteo; osservando da vicino un campione di roccia si nota la stessa tonalità e una evidente struttura granulare con cristalli, anche di alcuni centimetri, di color bianco o bronzo argenteo.
Serpentine:
Rocce metamorfiche derivate dalla trasformazione delle peridotiti. Ove affiorano sono presenti come masse omogenee di colore blu scuro, verde, nero, spesso fratturate; a livello del campione di roccia sono visibili cristalli lucenti relitti di olivina e le varietà del serpentino con i colori azzurri, verdi e biancastri, talvolta fibrosi.
Basalti:
Rocce magmatiche effusive, di colore verde grigio scuro, massicce o nella tipica struttura sferica a pillows che indica il raffreddamanto della lava in condizioni subacquee. Ad una osservazione attenta e ravvicinata spiccano pochi cristalli millimetrici color bianco immersi in pasta di fondo color verde grigio scuro.
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