Anello circuito ciclovia del Conero, Buco del Diavolo, Parapendio Portonovo dalla frazione Trave
near Trave, Marche (Italia)
Viewed 87 times, downloaded 0 times
Trail photos
Itinerary description
Allenamento che congiunge tratti in sbrecciato, terreno, erba ed asfalto per godersi la primavera con i suoi colori e prospettive di nuova inaugurazione con quelle più note ed angoli maggiormente riservati.
L'intera traccia gode di improvvisazioni, tratti fuori sentiero, premettendo che dal km 6,3 al km 7,9 si è sbucati ai cancelli di una proprietà privata che crea un vicolo cieco che non permette alcuna improvvisazione, poiché i salti sono troppo alti, il terreno friabile e gli angoli di bosco altrettanto fitti, per cui va assolutamente evitato per non disperdere energie per qualche tappa aggiuntiva a questo spunto di traccia.
L'allenamento è fatto di una prima parte di riscaldamento in discesa e poi una serie di saliscendi che lasciano la nuova ciclovia che collega Ancona con Portonovo, offrendo spunti panoramici e variazioni date da saliscendi che conferiscono qualità all'intera attività che non sembrerà mai piatta; il sottoscritto ha effettuato passaggi in prati cui non esistono tracce e che possono essere adeguatamente affrontati in un periodo cui non si concentrano piogge e da evitare in estate, periodo che presumerebbe un'accurata ispezione corporea a causa di possibili zecche. La partenza avviene da Monteacuto, attaccando direttamente al Trave, ove si può fare riferimento ad un'area ricreativa munita di panchine. L'inizio è già un benvenuti di stagione, con l'intensa fioritura gialla di brassica rapa che precede ed accompagna la staccionata con alcuni saliscendi porta giù a percorrere un sentiero collinare metà agreste e metà di sottobosco, con l'evidente strada bianca che porta sino a Portonovo, per ammirare il mare: le distese di erba ad entrambi i lati del sentiero (possibile sia sorgo, una parte?) e la sagoma del Conero sono invitanti per compiere una prima deviazione al km 2,1 per intraprendere il tratturo senza nome che costeggia Rio Boranico, che in qualche visibile passaggio gorgoglia e scorre, con un cambio di flora con canneto, farfaraccio vanigliato fiorito, ranuncoli ed alcuni cavalli che si incrociano nei recinti. Si segue l'evidente sentiero di terra che porta ad un quadrivio cui si prosegue diritto, di corsa, poi ad un rudere rurale al km 3,3 che si aggira prima svoltando alla sua dx, superandolo, poi a sx, immettendo sulla strada bianca del CAI 317 che si segue sino ad avvicinarsi al Buco del Diavolo, un tunnel alto 1,6 m e largo 0,6 m adibito alla raccolta di acqua ed odiernamente parzialmente ostruito nel suo andamento labirintico cui si sono alimentate leggende, ossia il possibile ritrovamento di un tesoro costituito da una chioccia e 12 pulcini d'oro. Per individuarlo, al km 5,1, dopo una serie di incroci di tratturi e qualche svolta, occorre girare a dx, in un terreno, in prossimità di un terreno incolto, seguendo verso la dx si individuerà un altro segno CAI su un paletto, per compiere una deviazione a dx, su una breve discesa di un boschetto coperto, cui una serie di rami ricurvi ad arco e di limitato diametro volge verso il basso con un segno CAI ben visibile ed in alto, si passa fra un tronco ed un ramo che sembrano formare una finestrella e si scende sino ad incrociare un canalino sdrucciolevole ed umido persino in periodo prolungato di secca... Occorre scendere a dx, con a sx uno speroncino di roccia ed una corda che aiuta moltissimo un punto ripido e molto scivoloso, andandone ad intercettare un'altra, che porta giù alla roccetta per mostrare alla dx un cartello informativo e compiendo una U sul posto, a dx, l'imbocco del tunnel: occorre muoversi con cautela per evitare rovinose cadute e di inzaccherarsi completamente.
L'ingresso del Buco del Diavolo, opera ingegneristica scavata nella roccia del Conero, tanto geniale, quanto umida ed angusta, può essere percorsa solo con accorgimenti speleologici e calzature adeguate, certamente non quelle da trail running... Pochi colpi di corda e si ritorna al CAI 318 con i suoi tanti incroci, con l'obiettivo di salire e poi scendere al punto di parapendio di Portonovo, incontrando ancora ranuncoli e più rare orchidee selvatiche, sino a risalire su asfaltata sino al centro abitato che precede il Poggio, compiendo una repentina svolta a sx al km 9,6 (circa) su un largo sbrecciato che conduce sino al Fosso della Fontanaccia: per 600 m si segue una strada ben definita, costeggiata dai preponderanti pruni selvatici fioriti in bianco, per poi raggiungere una casa in costruzione che occorre aggirare sulla sua dx per compiere alcune svolte sulla sx e poi a dx completamente sul prato affidandosi al proprio istinto e calcolando i passi su l'erba alta per evitare cadute legate al possibile fondo irregolare. In 200 m si recupera una strada bianca dissestata che si ammorbidisce a mano a mano che si avvicina un'altra proprietà rurale votata alla coltura della vigna e degli olivi che hanno lo sfondo della sagoma del profilo orientale del Conero. Superato un fico già con frutti in maturazione, si sbuca sul tratto di asfalto della ciclovia per giungere all'affaccio sui promontori del Parco del Conero che cadono a mare, restando immersi nelle acque e nei pensieri.
Il ritorno ha un rapido tratto in lieve salita sulla SP1 che viene attraversata per finire su una traccia che costeggia la carreggiata, in basso, completamente immersi in prati fioriti di giallo e di bianco.
Raggiunta una casa in costruzione, si supera passando alla sinistra e finendo in un prato dall'erba alta, ove sbucano fagiani, colombacci ed una volpe al rapido incedere, ripetendo il tratto di ciclovia (tagliando la staccionata con una debole traccia che sbuca nel prato) sino a concludere l'itinerario.
La traccia è consigliabile in periodi non troppo umidi e piovosi (se si intende raggiungere il Buco del Diavolo, esplorabile solo se in compagnia e debitamente attrezzati) ed altrettanto in periodi non troppo caldi, sia perché l'anello è esposto al sole nel 90% della sua percorrenza, sia perché l'attraversamento dell'erba alta potrebbe celare l'insidia di parassiti del periodo, cui occorre una completa ispezione del corpo al rientro a casa.
Il panorama arricchisce un allenamento fatto di saliscendi ed improvvisazioni.
L'intera traccia gode di improvvisazioni, tratti fuori sentiero, premettendo che dal km 6,3 al km 7,9 si è sbucati ai cancelli di una proprietà privata che crea un vicolo cieco che non permette alcuna improvvisazione, poiché i salti sono troppo alti, il terreno friabile e gli angoli di bosco altrettanto fitti, per cui va assolutamente evitato per non disperdere energie per qualche tappa aggiuntiva a questo spunto di traccia.
L'allenamento è fatto di una prima parte di riscaldamento in discesa e poi una serie di saliscendi che lasciano la nuova ciclovia che collega Ancona con Portonovo, offrendo spunti panoramici e variazioni date da saliscendi che conferiscono qualità all'intera attività che non sembrerà mai piatta; il sottoscritto ha effettuato passaggi in prati cui non esistono tracce e che possono essere adeguatamente affrontati in un periodo cui non si concentrano piogge e da evitare in estate, periodo che presumerebbe un'accurata ispezione corporea a causa di possibili zecche. La partenza avviene da Monteacuto, attaccando direttamente al Trave, ove si può fare riferimento ad un'area ricreativa munita di panchine. L'inizio è già un benvenuti di stagione, con l'intensa fioritura gialla di brassica rapa che precede ed accompagna la staccionata con alcuni saliscendi porta giù a percorrere un sentiero collinare metà agreste e metà di sottobosco, con l'evidente strada bianca che porta sino a Portonovo, per ammirare il mare: le distese di erba ad entrambi i lati del sentiero (possibile sia sorgo, una parte?) e la sagoma del Conero sono invitanti per compiere una prima deviazione al km 2,1 per intraprendere il tratturo senza nome che costeggia Rio Boranico, che in qualche visibile passaggio gorgoglia e scorre, con un cambio di flora con canneto, farfaraccio vanigliato fiorito, ranuncoli ed alcuni cavalli che si incrociano nei recinti. Si segue l'evidente sentiero di terra che porta ad un quadrivio cui si prosegue diritto, di corsa, poi ad un rudere rurale al km 3,3 che si aggira prima svoltando alla sua dx, superandolo, poi a sx, immettendo sulla strada bianca del CAI 317 che si segue sino ad avvicinarsi al Buco del Diavolo, un tunnel alto 1,6 m e largo 0,6 m adibito alla raccolta di acqua ed odiernamente parzialmente ostruito nel suo andamento labirintico cui si sono alimentate leggende, ossia il possibile ritrovamento di un tesoro costituito da una chioccia e 12 pulcini d'oro. Per individuarlo, al km 5,1, dopo una serie di incroci di tratturi e qualche svolta, occorre girare a dx, in un terreno, in prossimità di un terreno incolto, seguendo verso la dx si individuerà un altro segno CAI su un paletto, per compiere una deviazione a dx, su una breve discesa di un boschetto coperto, cui una serie di rami ricurvi ad arco e di limitato diametro volge verso il basso con un segno CAI ben visibile ed in alto, si passa fra un tronco ed un ramo che sembrano formare una finestrella e si scende sino ad incrociare un canalino sdrucciolevole ed umido persino in periodo prolungato di secca... Occorre scendere a dx, con a sx uno speroncino di roccia ed una corda che aiuta moltissimo un punto ripido e molto scivoloso, andandone ad intercettare un'altra, che porta giù alla roccetta per mostrare alla dx un cartello informativo e compiendo una U sul posto, a dx, l'imbocco del tunnel: occorre muoversi con cautela per evitare rovinose cadute e di inzaccherarsi completamente.
L'ingresso del Buco del Diavolo, opera ingegneristica scavata nella roccia del Conero, tanto geniale, quanto umida ed angusta, può essere percorsa solo con accorgimenti speleologici e calzature adeguate, certamente non quelle da trail running... Pochi colpi di corda e si ritorna al CAI 318 con i suoi tanti incroci, con l'obiettivo di salire e poi scendere al punto di parapendio di Portonovo, incontrando ancora ranuncoli e più rare orchidee selvatiche, sino a risalire su asfaltata sino al centro abitato che precede il Poggio, compiendo una repentina svolta a sx al km 9,6 (circa) su un largo sbrecciato che conduce sino al Fosso della Fontanaccia: per 600 m si segue una strada ben definita, costeggiata dai preponderanti pruni selvatici fioriti in bianco, per poi raggiungere una casa in costruzione che occorre aggirare sulla sua dx per compiere alcune svolte sulla sx e poi a dx completamente sul prato affidandosi al proprio istinto e calcolando i passi su l'erba alta per evitare cadute legate al possibile fondo irregolare. In 200 m si recupera una strada bianca dissestata che si ammorbidisce a mano a mano che si avvicina un'altra proprietà rurale votata alla coltura della vigna e degli olivi che hanno lo sfondo della sagoma del profilo orientale del Conero. Superato un fico già con frutti in maturazione, si sbuca sul tratto di asfalto della ciclovia per giungere all'affaccio sui promontori del Parco del Conero che cadono a mare, restando immersi nelle acque e nei pensieri.
Il ritorno ha un rapido tratto in lieve salita sulla SP1 che viene attraversata per finire su una traccia che costeggia la carreggiata, in basso, completamente immersi in prati fioriti di giallo e di bianco.
Raggiunta una casa in costruzione, si supera passando alla sinistra e finendo in un prato dall'erba alta, ove sbucano fagiani, colombacci ed una volpe al rapido incedere, ripetendo il tratto di ciclovia (tagliando la staccionata con una debole traccia che sbuca nel prato) sino a concludere l'itinerario.
La traccia è consigliabile in periodi non troppo umidi e piovosi (se si intende raggiungere il Buco del Diavolo, esplorabile solo se in compagnia e debitamente attrezzati) ed altrettanto in periodi non troppo caldi, sia perché l'anello è esposto al sole nel 90% della sua percorrenza, sia perché l'attraversamento dell'erba alta potrebbe celare l'insidia di parassiti del periodo, cui occorre una completa ispezione del corpo al rientro a casa.
Il panorama arricchisce un allenamento fatto di saliscendi ed improvvisazioni.
Waypoints
Comments (11)
You can add a comment or review this trail
Fantástico recorrido circular repleto de bellos rincones.
Felicitaciones y gracias por compartir Amigo.
Qué buena ruta. Como siempre las imágenes del mar espectaculares!
Muchas gracias California y Alfredo, el entrenamiento ha tenido muchas improvisaciones y esto ha favorecido el encuentro con rincones muy agradables. Un abrazo a los dos!
una magnífica ruta gracias por compartirla saludos
Grazie mille per la valutazione, Mpuet
Bellissimo percorso ricco di scorci panoramici
Grazie mille per la recensione, inaspettati angoli, ma un trail running davvero soddisfacente!
Belissimo percurso, que combina zonas de cultivo/ rurais, com as vistas da costa!
Esta época do ano, a beleza ainda é maior, com todas as arvores em flor!
Obrigado pela partilha,
Um abraço
Grazie per la recensione, Miguel, è stato un allenamento appagante per occhi, oltre per le gambe... Un abbraccio
Escelente escenario para un bonito recorrido para disfrutar y ponerte en forma. Un abrazo
Muchas gracias Emilio, un abrazo