Anello a 8 Convento ex camaldolesi, Monte Conero, Incisioni rupestri e Monte Colombo da Fonte d'Olio (Sirolo - AN)
near Fonte d'Olio, Marche (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Percorso ad anello irregolare, a forma di 8 che comprende l'areale di Monte Conero accompagnato da una cima minore, partendo dallo spiazzo di via Cave, da Fonte d'Olio che comprende i seguenti punti di interesse:
- Grotta dell'eremita (1,5 km)
- Convento ex camaldolesi (3,5 km)
- Monte Conero (4,7 km)
- Incisioni rupestri (5,2 km)
- Monte Colombo (10,2 km).
La premessa è che l'attività è a metà fra un'escursione ed un movimento di trail running che non si sviluppa sui sentieri CAI più famosi, ma passa per delle tracce non ufficiali che potrebbero facilmente sfuggire all'escursionista medio in quanto decorrono in veri e propri fossi, ripagando con fatica ed il piacere anche di gestire lo sforzo in passaggi non banali ed in un certo qual modo suggestivi. Nel complesso, sono attraversati, anche per brevi tratti, CAI 301, 305 (che condividono un tratto iniziale in cui i sentieri coincidono), 301A, 301B, 314 ed alcuni tratti di asfalto utili a raccordare l'anello, oltre che ad un fondo più duro per diversificare la progressione.
Si alterneranno passaggi boschivi ad altri in fosse, alcuni su asfalto e quelli di cresta (parlando comunque di rilievi a bassa quota)
Dal parcheggio si va in direzione del Teatro alle Cave (attualmente recintato, chiuso un cancello e con enormi cataste di legna che ne impediscono oltre che il passaggio per raggiungerlo, anche la visione), in morbida salita, incontrando un elemento tipico delle attività storiche svolte nell'areale, poco dopo aver superato alcune case, un pollaio e fioriture di piante autoctone e alloctone: sulla dx, si apprezza la fornace di San Lorenzo, architettura industriale dismessa, quindi dell'importanza storica, che racconta di come venisse ricavata la calce dalla combustione nei forni del calcare che costituisce le rocce di Monte Conero che offriva per tali attività anche la legna di leccio, utile per la stratificazione.
Il depauperamento delle risorse ed il contestuale impatto negativo ambientale favoriscono il progressivo declino di questa attività di cui ne restano solo attrazioni storiche. Raggiunto un cancello si impegna la sterrata di destra che percorre inizialmente il sottobosco di corbezzolo, ginestre, canne, sormontando il Fosso di San Lorenzo. Ben presto si entrerà nel bosco di lecci ed ontani, accompagnati da pini di Aleppo piantati per il rimboschimento.
Lungo il tragitto, si noterà una delle tre cave cui sarà possibile apprezzarne la formazione geologica.
Si continua a salire nel bosco, su un fondo terroso cui si aggiunge un consistente numero di pietre di varie dimensioni, sino ad incrociare il fosso e compiere una vera e propria svolta ad U a sx, dopo 1,4 km di cammino, il cui sentiero (non particolarmente pulito fra un albero e vari rami spezzati) condurrà sino alla grotta dell'eremita, alla cui volta di roccia calcarea frammista a qualche radice, si nota una panca che rende indubbiamente più comoda l'attività di ascesi e preghiera. Poco più avanti, superati gli 1,7 km, si incontra una falesia rocciosa chiamata "Salto dell'Angelo" da cui si diramano poco prima 3 sentieri: il 305 evolve completamente a sx, per raggiungere Pian di Raggetti; una traccia non ufficiale svolta a dx per congiungersi ad un sentiero detto "Palo della Marina" che sale su a Salto dell'Angelo per decidere se proseguire nel Fosso di Helm o per il suddetto percorso; infine vi è la via dritta, chiamata fantasiosamente "Fosso del Tossico" che è la via più ripida fra le 4 citate, poiché in 635 m permette di guadagnare ben 165 m.
I passaggi sono davvero suggestivi, ci si ritrova in un canalone dall'andamento tortuoso che presenta in alcuni passaggi pareti di rocce calcaree frastagliate (quasi come fossero state lavorate) simili alla prima, quella dello strapiombo del salto dell'Angelo, talora rami spezzati e monconi di tronco che lo rendono un tratto selvaggio, visto che si aggiungono passaggi multipli ripidi o veri e propri salti che comportano il movimento di arrampicata (molto) breve, cui è opportuno mantenere bene gli appigli visto che il terreno umido quasi simile ad argilla porta a facili scivoloni e comunque instabilità.
Per proseguire su di esso è opportuno virare sulla sx al bivio che si presenta a circa 240 m dall'inizio, continuando questa avventura al cui salto più alto, su roccette, è presente un cartello con la scritta rossa "Tossico"... Giunto alla parte finale si può decidere quale dei 2 molto ripidi rami fangosi si vuole risalire, tenendo presente che il proprio piede retrocede con facilità impressionante e occorre sfruttare tutti gli appigli possibili, compreso il movimento da quadrupede nelle giornate più umide... Sconsiglio apertamente di provare a fare il "Fosso del Tossico" in discesa per la sua complessità ontologica che comunque permette di seguirlo agevolmente in tutto il suo decorso.
Si sbuca sul 301, costeggiando la rete e gli edifici militari della Marina, in comodo falsopiano, sino a raggiungere il bivio di Via Monte Conero ove si deve svoltare a sx e completare i tornanti per raggiungere l'ex convento dei Camaldolesi, ora struttura alberghiera, che accoglie con l'iscrizione su una colonna "qui non possono passare le donne sotto pena di scommunica latae sententiae"; benché si legga tale curiosa targa, da qui è possibile godere tanto di scorci sul Mar Adriatico che volgendo lo sguardo verso SO per l'Appennino umbro-marchigiano e addirittura i Sibillini, nelle giornate più nitide.
Si sale di corsa sull'asfaltata sino a dove è possibile intravedere Monte Conero, la cui sommità è occupata da istallazioni della Marina Militare per effettuare un passaggio alle antiche "inicisioni rupestri" che sembrano rituali votati alla fertilità per scendere a Pian di Raggetti che probabilmente offre il panorama più ampio (a 180° circa) sia dal punto di vista delle località osservabili che da quello arboreo: da destra a sinistra, la zona collinare fra l'anconetano ed il maceratese con la possibilità di intravedere Osimo, Recanati e Castelfidardo con la sua area boschiva (selva) che sembra dipartirsi proprio dinanzi Loreto; scendendo verso il segnavia del più grande bivio che si incrocia in tutto il cammino/corsa si osserva anche Marcelli di Numana con il suo affaccio sul mare; il resto lo completano il verde della pineta che va a confondersi con i corbezzoli, le fioriture bianche del prugnolo selvatico e quella gialla della coronilla. Si continua a scendere sul 305, approntando l'ingresso nel bosco, con tante tracce ufficiali e non che si incrociano, sino ad individuare il "sentiero del Matto" che si insinua al centro di un trivio, quasi impercettibilmente: scendendo come una traccia di terra attraversata in diagonale da radici che ne conferiscono robustezza (ma anche condizioni di controllo della corsa per evitare capitomboli) ed al contempo curve a rettilinei più o meno frequenti con una serie di tornanti (uno anche esposto, da non prendere in velocità) che rallentano l'impeto sino a raggiungere un'area ove un po' è in attiva risoluzione una frana (sono presenti squadre di operai), un po' avviene una copiosa raccolta di legna, sino a trovare ingenti cataste che nel tratto di Fonte dell'Olio impediscono la visione di "teatro alle Cave".
Da via Cave si intraprende un tratturino che decorre nel prato che ne costeggia la carreggiata, sino ad arrivare ad un'altra integra fornace e svoltare a dx per via San Lorenzo, ove vi è l'attacco del CAI 314 - Fonte di Capo d'Acqua, che inizia prima un'irta discesa su asfaltata, seguendo l'andamento di Fosso San Lorenzo, per poi risalire aspramente, ma accompagnati dall'intero profilo meridionale a forma di panettone di Monte Conero: l'ultimo tornante è il più ostico, prima di proseguire alla destra dell'asfaltata, superata una villetta, per un sentiero lievemente fangoso che si ricongiunge al 315 della Pecorara.
Effettuato un cammino dritto, in impercettibile salita, si svolta a sx, iniziando a salire attraverso una serie di brevi tornanti il crinale SO di monte Colombo, in cui 2 tratti sono attrezzati con degli scalini in legno, sino ad essere sulla cresta di quella che si potrebbe più definire una collina.
Costeggiata una staccionata, si va verso dx e si individua la quasi pianeggiante cima di monte Colombo, terra di colture e di pascolo che offre una veduta a 360° verso Monte Conero e mare Adriatico a N, il complesso dei Monti Sibillini a S, a O l'appennino Umbro-Marchigiano che sovrasta le cime del parco della Gola Rossa e di Frasassi. La discesa dalla cima diviene un ghiaione a cui seguono una serie di ulivi, sbucando fuori da un agriturismo.
Si chiude l'anello completamente con passaggi su strada asfaltata per ritornare a Fonte d'Olio, con la soddisfazione di potersi abbeverare con la fontanina presente nel piazzale, dettaglio da tenere conto soprattutto nei periodi più caldi.
Il contesto attraversato offrirà panorami agresti combinati a quelli boschivi, marittimi e di roccia calcarea cui vi saranno ottimi tratti per compiere corsa a pieno ritmo ed altri (evitabili, se si desidera), ove la stabilità di suola ed i rudimenti di base di arrampicata (molto breve, lo sottolineo ancora una volta) saranno fondamentali per evitare infortuni: questo significa che una calzatura dalla suola sagomata, duttile ad attività di escursione su differenti terreni ed al contempo alla corsa, sarà l'assicurazione per una maggiore possibilità di successo per terminare integri alla meta.
- Grotta dell'eremita (1,5 km)
- Convento ex camaldolesi (3,5 km)
- Monte Conero (4,7 km)
- Incisioni rupestri (5,2 km)
- Monte Colombo (10,2 km).
La premessa è che l'attività è a metà fra un'escursione ed un movimento di trail running che non si sviluppa sui sentieri CAI più famosi, ma passa per delle tracce non ufficiali che potrebbero facilmente sfuggire all'escursionista medio in quanto decorrono in veri e propri fossi, ripagando con fatica ed il piacere anche di gestire lo sforzo in passaggi non banali ed in un certo qual modo suggestivi. Nel complesso, sono attraversati, anche per brevi tratti, CAI 301, 305 (che condividono un tratto iniziale in cui i sentieri coincidono), 301A, 301B, 314 ed alcuni tratti di asfalto utili a raccordare l'anello, oltre che ad un fondo più duro per diversificare la progressione.
Si alterneranno passaggi boschivi ad altri in fosse, alcuni su asfalto e quelli di cresta (parlando comunque di rilievi a bassa quota)
Dal parcheggio si va in direzione del Teatro alle Cave (attualmente recintato, chiuso un cancello e con enormi cataste di legna che ne impediscono oltre che il passaggio per raggiungerlo, anche la visione), in morbida salita, incontrando un elemento tipico delle attività storiche svolte nell'areale, poco dopo aver superato alcune case, un pollaio e fioriture di piante autoctone e alloctone: sulla dx, si apprezza la fornace di San Lorenzo, architettura industriale dismessa, quindi dell'importanza storica, che racconta di come venisse ricavata la calce dalla combustione nei forni del calcare che costituisce le rocce di Monte Conero che offriva per tali attività anche la legna di leccio, utile per la stratificazione.
Il depauperamento delle risorse ed il contestuale impatto negativo ambientale favoriscono il progressivo declino di questa attività di cui ne restano solo attrazioni storiche. Raggiunto un cancello si impegna la sterrata di destra che percorre inizialmente il sottobosco di corbezzolo, ginestre, canne, sormontando il Fosso di San Lorenzo. Ben presto si entrerà nel bosco di lecci ed ontani, accompagnati da pini di Aleppo piantati per il rimboschimento.
Lungo il tragitto, si noterà una delle tre cave cui sarà possibile apprezzarne la formazione geologica.
Si continua a salire nel bosco, su un fondo terroso cui si aggiunge un consistente numero di pietre di varie dimensioni, sino ad incrociare il fosso e compiere una vera e propria svolta ad U a sx, dopo 1,4 km di cammino, il cui sentiero (non particolarmente pulito fra un albero e vari rami spezzati) condurrà sino alla grotta dell'eremita, alla cui volta di roccia calcarea frammista a qualche radice, si nota una panca che rende indubbiamente più comoda l'attività di ascesi e preghiera. Poco più avanti, superati gli 1,7 km, si incontra una falesia rocciosa chiamata "Salto dell'Angelo" da cui si diramano poco prima 3 sentieri: il 305 evolve completamente a sx, per raggiungere Pian di Raggetti; una traccia non ufficiale svolta a dx per congiungersi ad un sentiero detto "Palo della Marina" che sale su a Salto dell'Angelo per decidere se proseguire nel Fosso di Helm o per il suddetto percorso; infine vi è la via dritta, chiamata fantasiosamente "Fosso del Tossico" che è la via più ripida fra le 4 citate, poiché in 635 m permette di guadagnare ben 165 m.
I passaggi sono davvero suggestivi, ci si ritrova in un canalone dall'andamento tortuoso che presenta in alcuni passaggi pareti di rocce calcaree frastagliate (quasi come fossero state lavorate) simili alla prima, quella dello strapiombo del salto dell'Angelo, talora rami spezzati e monconi di tronco che lo rendono un tratto selvaggio, visto che si aggiungono passaggi multipli ripidi o veri e propri salti che comportano il movimento di arrampicata (molto) breve, cui è opportuno mantenere bene gli appigli visto che il terreno umido quasi simile ad argilla porta a facili scivoloni e comunque instabilità.
Per proseguire su di esso è opportuno virare sulla sx al bivio che si presenta a circa 240 m dall'inizio, continuando questa avventura al cui salto più alto, su roccette, è presente un cartello con la scritta rossa "Tossico"... Giunto alla parte finale si può decidere quale dei 2 molto ripidi rami fangosi si vuole risalire, tenendo presente che il proprio piede retrocede con facilità impressionante e occorre sfruttare tutti gli appigli possibili, compreso il movimento da quadrupede nelle giornate più umide... Sconsiglio apertamente di provare a fare il "Fosso del Tossico" in discesa per la sua complessità ontologica che comunque permette di seguirlo agevolmente in tutto il suo decorso.
Si sbuca sul 301, costeggiando la rete e gli edifici militari della Marina, in comodo falsopiano, sino a raggiungere il bivio di Via Monte Conero ove si deve svoltare a sx e completare i tornanti per raggiungere l'ex convento dei Camaldolesi, ora struttura alberghiera, che accoglie con l'iscrizione su una colonna "qui non possono passare le donne sotto pena di scommunica latae sententiae"; benché si legga tale curiosa targa, da qui è possibile godere tanto di scorci sul Mar Adriatico che volgendo lo sguardo verso SO per l'Appennino umbro-marchigiano e addirittura i Sibillini, nelle giornate più nitide.
Si sale di corsa sull'asfaltata sino a dove è possibile intravedere Monte Conero, la cui sommità è occupata da istallazioni della Marina Militare per effettuare un passaggio alle antiche "inicisioni rupestri" che sembrano rituali votati alla fertilità per scendere a Pian di Raggetti che probabilmente offre il panorama più ampio (a 180° circa) sia dal punto di vista delle località osservabili che da quello arboreo: da destra a sinistra, la zona collinare fra l'anconetano ed il maceratese con la possibilità di intravedere Osimo, Recanati e Castelfidardo con la sua area boschiva (selva) che sembra dipartirsi proprio dinanzi Loreto; scendendo verso il segnavia del più grande bivio che si incrocia in tutto il cammino/corsa si osserva anche Marcelli di Numana con il suo affaccio sul mare; il resto lo completano il verde della pineta che va a confondersi con i corbezzoli, le fioriture bianche del prugnolo selvatico e quella gialla della coronilla. Si continua a scendere sul 305, approntando l'ingresso nel bosco, con tante tracce ufficiali e non che si incrociano, sino ad individuare il "sentiero del Matto" che si insinua al centro di un trivio, quasi impercettibilmente: scendendo come una traccia di terra attraversata in diagonale da radici che ne conferiscono robustezza (ma anche condizioni di controllo della corsa per evitare capitomboli) ed al contempo curve a rettilinei più o meno frequenti con una serie di tornanti (uno anche esposto, da non prendere in velocità) che rallentano l'impeto sino a raggiungere un'area ove un po' è in attiva risoluzione una frana (sono presenti squadre di operai), un po' avviene una copiosa raccolta di legna, sino a trovare ingenti cataste che nel tratto di Fonte dell'Olio impediscono la visione di "teatro alle Cave".
Da via Cave si intraprende un tratturino che decorre nel prato che ne costeggia la carreggiata, sino ad arrivare ad un'altra integra fornace e svoltare a dx per via San Lorenzo, ove vi è l'attacco del CAI 314 - Fonte di Capo d'Acqua, che inizia prima un'irta discesa su asfaltata, seguendo l'andamento di Fosso San Lorenzo, per poi risalire aspramente, ma accompagnati dall'intero profilo meridionale a forma di panettone di Monte Conero: l'ultimo tornante è il più ostico, prima di proseguire alla destra dell'asfaltata, superata una villetta, per un sentiero lievemente fangoso che si ricongiunge al 315 della Pecorara.
Effettuato un cammino dritto, in impercettibile salita, si svolta a sx, iniziando a salire attraverso una serie di brevi tornanti il crinale SO di monte Colombo, in cui 2 tratti sono attrezzati con degli scalini in legno, sino ad essere sulla cresta di quella che si potrebbe più definire una collina.
Costeggiata una staccionata, si va verso dx e si individua la quasi pianeggiante cima di monte Colombo, terra di colture e di pascolo che offre una veduta a 360° verso Monte Conero e mare Adriatico a N, il complesso dei Monti Sibillini a S, a O l'appennino Umbro-Marchigiano che sovrasta le cime del parco della Gola Rossa e di Frasassi. La discesa dalla cima diviene un ghiaione a cui seguono una serie di ulivi, sbucando fuori da un agriturismo.
Si chiude l'anello completamente con passaggi su strada asfaltata per ritornare a Fonte d'Olio, con la soddisfazione di potersi abbeverare con la fontanina presente nel piazzale, dettaglio da tenere conto soprattutto nei periodi più caldi.
Il contesto attraversato offrirà panorami agresti combinati a quelli boschivi, marittimi e di roccia calcarea cui vi saranno ottimi tratti per compiere corsa a pieno ritmo ed altri (evitabili, se si desidera), ove la stabilità di suola ed i rudimenti di base di arrampicata (molto breve, lo sottolineo ancora una volta) saranno fondamentali per evitare infortuni: questo significa che una calzatura dalla suola sagomata, duttile ad attività di escursione su differenti terreni ed al contempo alla corsa, sarà l'assicurazione per una maggiore possibilità di successo per terminare integri alla meta.
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Comments (7)
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Estupendo recorrido por Monte Conero a muy buen ritmo.
Excelentes paisajes.
Felicitaciones y gracias por compartir.
Muchas gracias, California, un abrazo.
Bonito recorrido para disfrutar y ponerte en forma. Un abrazo
Se me ovidaba valorar. Un abrazo
Jajajajajaja, Emilio, no es un problema, muchas gracias por tu evaluación. Un abrazo
Muy buena carrera por la montaña!!!
Has tenido que ir bastante rápido para hacerla en tan poco tiempo y sacar tantas fotos!!!
Bravo!!!
Grazie mille Tolly!