Monte Urto (1.661m) da Postiglione
near Postiglione, Campania (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Nota itinerario: Percorso addatto per chi non teme la fatica (quella vera), cerca il silenzio (quello forte), sa apprezzare la solitudine (quella amica) e non ha paura di sentirsi (sovente) fuori sentiero.
I Monti Alburni (almeno per il sottoscritto) sono un luogo davvero particolare; pareti rocciose e verticali che sovrastano borghi solo apparentamente vicini, ma separati dalle creste e dagli altipiani boscosi da dislivelli di tutto rispetto. D'inverno, con la neve molto alta, offrono un'esperienza affascinante: l'estesa faggeta del versante sud cambia volto drasticamente: gli antichi sentieri scompaiano quasi completamente, lasciando una "tabula rasa", un piano inclinato, incantato, labirintico, con una miriade di piccole radure, conche, forre, costoni, crestine e torrioni, che esemplificano i risultati di un carsismo specchiato, molto pronunciato. Il panorama che si può godere dalla cresta è spesso spettacolare e spazia dalle vette più alte del Appennino Calabrese al Mar Tirreno e i Monti Lattari.
Il Monte Urto (1.661m), con la sua silhouette conica, è probabilmente una delle vette meno frequentate (rispetto al Monte Panormo e Monte della Nuda, entrambi soltanto poche decine di metri più alti di esso). Non c'è sentiero che porta in cima, ma non è neanche difficile raggiungerla. L'itinerario riportato qua sfrutta un canalino un po' ripido incassato tra le rocce compatte di cima e antecima.
Difficoltà: EEI per l'intero percorso; PD (qualche metro di 50° con 2 piccoli salti, probabilmente con neve poco stabile) ma evitabile seguendo la linea della discesa anche in salita; nel complesso abbastanza impegnativo per via del innevamento assai abbondante.
Punto di partenza/d'arrivo: Postiglione (SA), stradina per località Grotta di Sant'Elia (quota ca. 700m)
Nota condizioni: Salita intrapresa in solitaria nella prima meta di febbraio, con cielo sereno (foschia), zero termico intorno ai 1.400m, vento praticamente assente; neve da ca. 750m (10-15 cm di neve fresca), più cosistente da ca. 900m (ventata e neve dura), poi ca. 150 cm con accumuli ben maggiori (anche oltre i 200 cm, strato di neve fresca su strato bagnato, in cresta meno profonda con uno sfondo di ghiaccio).
Tempo effetivamente impegnato: 8 ore e 30 minuti (incl. tutte le soste e un piccolo interludio "alpinistico")
Salita: Dalla strada asfaltata si imbocca il poco appariscente sentiero 312 per la località "Campo d'Amore". Dopo una lunga serie di tornanti (ca. quota 1.360m) si traversa in direzione di un ampio costone e si continua a seguire il sentiero fina a raggiungere il Valico Campo Amore (a quota 1.580m). Il sentiero più facile da seguire (in quanto veramente esistente!) è il 311 che attraversa la faggeta in direzione Vuccolo dell'Arena. Abbandonando il sentiero si sale in cresta che porta alla base (versante sud) del Monte Urto.
Accostando la parete si raggiunge presto un canalino ripido (max. 50°), con 2 salti rocciosi ma non difficili (con piccozza e ramponi; le ciaspole si possono lasciare in una nicchia naturale), che porta a un intaglio posto tra l'antecima e la cima della Montagna. Per la discesa potrebbe convenire continuare in direzione SW dov'è possibile scendere su terreno meno ripido.
Discesa: Sulla via del ritorno è possibile "tagliare" su una variante del sentiero 311, più diretta ma apparentemente esistente soltanto sulla mappa... La variante esplora comunque una zona bella e probabilmente ancora meno frequentata. (Però NON cercate segnaletica!) Una volta ritrovata la traccia dell'andata e raggiunto il valico si inizia a scendere (qualche bianco-rosso su alberi, difficilmente individuabile in salita) seguendo le proprie tracce.
Attrezzatura: ciaspole e bastoncini, piccozza e ramponi (per la cresta e per le ultime 70m fino in vetta), lampada frontale per la discesa
I Monti Alburni (almeno per il sottoscritto) sono un luogo davvero particolare; pareti rocciose e verticali che sovrastano borghi solo apparentamente vicini, ma separati dalle creste e dagli altipiani boscosi da dislivelli di tutto rispetto. D'inverno, con la neve molto alta, offrono un'esperienza affascinante: l'estesa faggeta del versante sud cambia volto drasticamente: gli antichi sentieri scompaiano quasi completamente, lasciando una "tabula rasa", un piano inclinato, incantato, labirintico, con una miriade di piccole radure, conche, forre, costoni, crestine e torrioni, che esemplificano i risultati di un carsismo specchiato, molto pronunciato. Il panorama che si può godere dalla cresta è spesso spettacolare e spazia dalle vette più alte del Appennino Calabrese al Mar Tirreno e i Monti Lattari.
Il Monte Urto (1.661m), con la sua silhouette conica, è probabilmente una delle vette meno frequentate (rispetto al Monte Panormo e Monte della Nuda, entrambi soltanto poche decine di metri più alti di esso). Non c'è sentiero che porta in cima, ma non è neanche difficile raggiungerla. L'itinerario riportato qua sfrutta un canalino un po' ripido incassato tra le rocce compatte di cima e antecima.
Difficoltà: EEI per l'intero percorso; PD (qualche metro di 50° con 2 piccoli salti, probabilmente con neve poco stabile) ma evitabile seguendo la linea della discesa anche in salita; nel complesso abbastanza impegnativo per via del innevamento assai abbondante.
Punto di partenza/d'arrivo: Postiglione (SA), stradina per località Grotta di Sant'Elia (quota ca. 700m)
Nota condizioni: Salita intrapresa in solitaria nella prima meta di febbraio, con cielo sereno (foschia), zero termico intorno ai 1.400m, vento praticamente assente; neve da ca. 750m (10-15 cm di neve fresca), più cosistente da ca. 900m (ventata e neve dura), poi ca. 150 cm con accumuli ben maggiori (anche oltre i 200 cm, strato di neve fresca su strato bagnato, in cresta meno profonda con uno sfondo di ghiaccio).
Tempo effetivamente impegnato: 8 ore e 30 minuti (incl. tutte le soste e un piccolo interludio "alpinistico")
Salita: Dalla strada asfaltata si imbocca il poco appariscente sentiero 312 per la località "Campo d'Amore". Dopo una lunga serie di tornanti (ca. quota 1.360m) si traversa in direzione di un ampio costone e si continua a seguire il sentiero fina a raggiungere il Valico Campo Amore (a quota 1.580m). Il sentiero più facile da seguire (in quanto veramente esistente!) è il 311 che attraversa la faggeta in direzione Vuccolo dell'Arena. Abbandonando il sentiero si sale in cresta che porta alla base (versante sud) del Monte Urto.
Accostando la parete si raggiunge presto un canalino ripido (max. 50°), con 2 salti rocciosi ma non difficili (con piccozza e ramponi; le ciaspole si possono lasciare in una nicchia naturale), che porta a un intaglio posto tra l'antecima e la cima della Montagna. Per la discesa potrebbe convenire continuare in direzione SW dov'è possibile scendere su terreno meno ripido.
Discesa: Sulla via del ritorno è possibile "tagliare" su una variante del sentiero 311, più diretta ma apparentemente esistente soltanto sulla mappa... La variante esplora comunque una zona bella e probabilmente ancora meno frequentata. (Però NON cercate segnaletica!) Una volta ritrovata la traccia dell'andata e raggiunto il valico si inizia a scendere (qualche bianco-rosso su alberi, difficilmente individuabile in salita) seguendo le proprie tracce.
Attrezzatura: ciaspole e bastoncini, piccozza e ramponi (per la cresta e per le ultime 70m fino in vetta), lampada frontale per la discesa
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Comments (2)
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bravo ,essendo di postiglione ti dico che qui veramente non ci viene nessuno ,figurati in inverno ,peccato per la poca neve in cresta ma devi sapere che qui i venti sono sempre impetuosi e monte urto essendo anche una cima molto rocciosa tende subito a ripulirsi anche dopo abbondanti nevicate. Comunque potevi risalire direttamente verso cima delle palombelle ed evitare i fossi dietro.
Sì, è vero. Infatti l'idea era creare un piccolo anello. Beh, in qualche modo ci sono riuscito... ;D La quantità di neve era comunque impressionante. (Nonostante le ciaspole ho messo molto più tempo del previsto.) Anche in cresta ho trovato un bel po', tranne proprio in filo. Volevo fare Le Palombelle sulla via del ritorno. Ma sono già partito troppo tardi. Volevo evitare di trovarmi ancora in cresta dopo il tramonto e raggiungere almeno Campo d'Amore prima del buio. Bellissimo giro però.