Monte Crot da Passo Staulanza
near Palafavera, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Confesso che l'idea del Crot mi sembrava abbastanza strampalata, essendo una meta relativamente facile e poco impegnativa, nonchè relativamente "corta".
Invece anche stavolta il mago Dolomio c'ha messo lo zampino.
Fino alla forcella del col di Agusciei traccia battuta e relativamente facile. Un paio di piccole slavine da attraversare. Giunti alla forcella... la freccia segnaletica non lascia scampo... bisogna battere una traccia inesistente con circa 50cm di neve fresca dove affondano inesorabilmente le ciaspole.
E allora il gioco cambia. Si inizia a salire "a naso" fino a dover utilizzare il gran strumento gps che, abbinato alla Tabacco (quando le tracce su quest'ultima sono presenti e, soprattutto, georeferenziate) è sempre la chiave di volta. Si seguono pedissequamente le ultime, anche in campo aperto, senza nessun bollino o paletta di sorta (ragazzi, forse meglio ripensare questa tracciatura, la gente si muove anche con la neve) e si imbocca il lungo traverso a ovest che ci porta sulla sella tra cima e anticima. Da qui, per traccia evidente a occhio esperto (a parte una targhetta commemorativa di una persona recentemente deceduta, presumo per malore, nessuna evidenza di tracciatura) si raggiunge la cima, che, dalla forcella, è alla nostra sx.
Cima super panoramica, con il Pelmo in primo piano, ma tutta una lunga serie di cime dolomitiche che ci stanno a guardare.
Abbastanza freddo, per cui, giù subito ripercorrendo la via di salita, fatte salve due belle scorciatoie rese possibili dal manto consistente e dalle temperatura abbastanza basse.
Bella meta. Da rifare sicuramente, anche se passare da primi ha un fascino non sempre ripetibile.
Invece anche stavolta il mago Dolomio c'ha messo lo zampino.
Fino alla forcella del col di Agusciei traccia battuta e relativamente facile. Un paio di piccole slavine da attraversare. Giunti alla forcella... la freccia segnaletica non lascia scampo... bisogna battere una traccia inesistente con circa 50cm di neve fresca dove affondano inesorabilmente le ciaspole.
E allora il gioco cambia. Si inizia a salire "a naso" fino a dover utilizzare il gran strumento gps che, abbinato alla Tabacco (quando le tracce su quest'ultima sono presenti e, soprattutto, georeferenziate) è sempre la chiave di volta. Si seguono pedissequamente le ultime, anche in campo aperto, senza nessun bollino o paletta di sorta (ragazzi, forse meglio ripensare questa tracciatura, la gente si muove anche con la neve) e si imbocca il lungo traverso a ovest che ci porta sulla sella tra cima e anticima. Da qui, per traccia evidente a occhio esperto (a parte una targhetta commemorativa di una persona recentemente deceduta, presumo per malore, nessuna evidenza di tracciatura) si raggiunge la cima, che, dalla forcella, è alla nostra sx.
Cima super panoramica, con il Pelmo in primo piano, ma tutta una lunga serie di cime dolomitiche che ci stanno a guardare.
Abbastanza freddo, per cui, giù subito ripercorrendo la via di salita, fatte salve due belle scorciatoie rese possibili dal manto consistente e dalle temperatura abbastanza basse.
Bella meta. Da rifare sicuramente, anche se passare da primi ha un fascino non sempre ripetibile.
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