Eremo dei Romiti

Domegge di Cadore (loc. Navàre) - sentiero 347 (Via Crucis) – Eremo dei Romiti – Monte Froppa (1.167 m) – Casera Malauce - Domegge di Cadore (loc. Navàre)

Da Domegge di Cadore si scende su Via Gei o Via Venezia. Lasciato a sinistra il campo sportivo si prosegue in direzione dei rifugi attraversando l’ultimo ponte sul Lago di Centro Cadore. Superate le deviazioni per i rifugi Padova e Cercenà si prosegue per qualche centinaio di metri parcheggiando l'auto ai margini della strada (loc. Navàre, tabelle indicative). A circa 700 m dalla partenza, dopo il guado sul torrente Sesaido, si abbandona la carrareccia a favore del comodo sentiero 347 che sale sulla destra e rappresenta la via più frequentata e caratteristica. Percorrendo il sentiero si trovano le 15 stazioni della Via Crucis che terminano presso il capitello votivo del 1700 che conserva ancora intatti alcuni affreschi originali. Poco prima, da sinistra, si innesta il Troi de Maricono che proviene da Casera Malauce. Dal capitello, in pochi minuti, si raggiunge finalmente l’Eremo dei Romiti, sulla sommità del Monte Froppa, balcone panoramico che si affaccia sull’abitato di Domegge (con la grande chiesa di San Giorgio) e sulle cime che sovrastano il Centro Cadore (Antelao e Marmarole). L’Eremo dei Romiti è l’unico convento esistito in Cadore. Fu costruito nel 1720, dopo che il frate Giovanni Maria Pinazza vi si stabilì insieme ad alcuni compaesani. La chiesa adiacente venne costruita quattro anni dopo grazie alle donazioni di privati cittadini e fu dedicata a San Giovanni Battista. Gli otto frati, che abitarono il convento per 90 anni, facevano parte dei penitenti laici dei Romiti (o eremiti). Vivevano di povertà e preghiera, coltivando soprattutto patate e mendicando quello di cui avevano bisogno. Erano famosi nella zona per la loro produzione di miele. Si narra che il fondatore, morto nel 1755, fu seppellito sotto il pavimento della chiesa. L’eremo fu abbandonato il 20 aprile 1810 per decreto dell’Imperatore francese Bonaparte, il quale imponeva la chiusura dei monasteri di tutta Europa. Nel 2009 venne restaurato dal Comune di Domegge grazie a fondi europei e trasformato in rifugio escursionistico. L’Eremo sorge in un luogo che ha mantenuto la suggestione di un tempo ed oggi, oltre ad essere meta per gli appassionati di montagna, sta diventando sempre più un punto di riferimento culturale. Il 24 giugno di ogni anno, ricorrenza di San Giovanni Battista, gli abitanti di Domegge si recano qui per assistere alla Messa che viene celebrata nel piccolo capitello più in basso. Per concludere la discesa ad anello si imbocca la comoda forestale di fronte al rifugio, chiusa al traffico veicolare . Si scende nel bel bosco di abeti, con pendenza costante, per circa 4 km superando prima una casera all’imbocco di Val Filippo poi Casera Malauce.

NOTE: il classico itinerario ad anello, praticabile sia in inverno che d’estate, prevede la salita su sentiero 347 o Via Crucis (3 km, 1h) e la discesa su pista forestale per Casera Malauce (4 km, 1h 15’). Dal rifugio, grazie al ripristino di vecchi sentieri, si possono raggiungere i rifugi Cercenà e Padova per il Col Buffon o il Bivacco Montanel e la medesima cima. È anche punto di partenza per gli itinerari che salgono al Col Cros o verso gli Spalti di Toro.

NOTE: per la discesa su pista forestale, generalmente battuta, si svolge quasi interamente su sottobosco. Consigliato ramponcino per possibile presenza di fondo ghiacciato.