Vetta Monte Finestra Nord invernale da Contropone

Escursione invernale orientata al raggiungimento della cima di monte Finestra per apprezzare la bellezza dell'incontro dei tenui colori di neve/ghiaccio con il mare ed un cielo in una giornata lievemente nuvolosa. Come è implicito in tutti i contesti cui si verifica caduta di neve di variabile entità, la maggiore difficoltà si incontra nei tratti intermedi in cui ancora non vi sono condizioni congeniali per utilizzare l'attrezzatura più idonea al mantenimento di stabilità del proprio incedere. Fatta tale premessa, si specificano alcuni aspetti da valutare prima della partenza, a seconda dello scenario meteorologico che si profila:

1- la neve può presentarsi a spruzzi a partire a poco meno degli 800 m di altitudine per divenire sempre più consistente e mista a parti rocciose o fangose rendendo indispensabile almeno l'uso dei ramponcini per limitare scivolate anche rovinose;
2- le ciaspole nei tornanti e la sterrata prevalentemente con spuntoni rocciosi irregolari e sentiero ristretto anche sino a 50 cm di larghezza in alcuni passaggi sono più un ostacolo che un vantaggio; potrebbero ritornare utili a partire dal taglio che si opera dalla Vena del Covello, valutando passaggi non contigui alle rocce che potrebbero danneggiarli sino ai 1050 m;
3- la Vena del Covello è una via non ufficiale con tratti esposti al costone che si ha di fianco che porta fuori dal bosco e che è opportuno attraversare in ramponi o ramponcini;
4- il sentiero CAI 300 non è percorribile (in tale periodo, a causa dell'ingente copertura nevosa), a causa della difficoltà di individuare segni CAI o di procedere in assenza di rischi dal tratto di Pietrapiana sino alla Vetta Nord del Finestra poiché è un sentiero di cresta. E' implicito che anche avviarsi al Malopasso possa essere proibitivo in tali condizioni;
5- la neve incontrata era prevalentemente il residuo della copiosa nevicata avvenuta nelle precedenti giornate, quindi si alterneranno tratti soffici ad altri ghiacciati (in altitudine);
6- è necessario programmare il tempo d'inizio dell'escursione in funzione delle ore di luce stagionali, non è minimamente consigliabile effettuare discesa dal CAI 308- Sergio Rosa o dal 308A (che si raggiungerebbe comunque impegnando prima il Malopasso).

Il punto di partenza è stata la Chiesa del Santissimo Salvatore, a Passiano (frazione di Cava de' Tirreni), ove si trova un piazzale di discrete dimensioni per il parcheggio, e si percorre in salita via Contropone per circa 1 km per riscaldamento, raggiungendo un bar-ristorante attualmente in disuso ove appaiono cartelli in legno indicanti differenti mete, un punto informativo della rete sentieristica del monte Finestra, una fontanina e un'area cui è possibile posteggiare la propria auto. Andando a sinistra si impegna la carrareccia dal fondo prettamente fangoso e con fogliame che conduce nel bosco di castagni, lecci e qualche arbusto, sino a raggiungere il bivio fra il CAI 312 (che conduce sino a Monte Sant'Angelo di Cava) ed il 312A e 312B. All'interno del bosco, i cui colori invernali sono accompagnati anche da alberi spogli cui si aggroviglia l'edera, si percorre un fondo fangoso, la cui aderenza è maggiormente favorita dalla cospicua presenza di fogliame caduco, le serpentine dei 2 sentieri si intrecciano e non sempre sono nettamente distinguibili, in alcuni tratti la percorrenza è ostacolata da piccole frane laterali del terreno o dall'invasività della vegetazione: è opportuno orientarsi sulla sx, seguendo il 312B che porta al bivio fra Pietrapiana e Vena del Covello), mentre il 312A conduce a Tuoro. In tale contesto si incrocerà un'area cui sono accatastati moltissimi tronchi tagliati, alberi mozzati, non è da escludere che eventuali frane possano essere legate ad un'opera che non sempre è del tutto razionale e controllata...
Intrapresa la sx, su strada bianca, ci si inerpica in vari tornanti (presenti delle colonne con urne votive) cui avremo un fondo nevoso sempre più preponderante che renderà necessario l'uso dei ramponi o ramponcini per agevolare l'aderenza al fondo; pur non essendo propriamente esposto, in questo tratto si è comunque a rischio di poter cadere rovinosamente nel costone boschivo, come anticipato nelle premesse.
Al km 3,7 si intravede il masso che riporta il bivio fra la Vena del Covello e Pietrapiana, pertanto si va a sx iniziando una sterrata ai margini del bosco maggiormente suggestiva, poiché il candore della nave che copre il terreno e parte di alberi va ad incrociare la veduta sul Golfo di Salerno con la sottostante valle metelliana e la città del Principe Arechi e in lontananza i Monti Picentini lucenti ed imbiancati: il percorso intrapreso è esposto, non sempre è valutabile se qualche punto di neve, nella parte più esterna (ma non solo) celi insidie che possano portare al mancato contatto con il terreno e procurare situazioni di rischio.
A 4,3 km circa si va verso, fuori sentiero, per individuare una via battuta di cresta, sul CAI 300, sicuramente molto meno esposto del prosieguo della vena del Covello: è qui che ci orienterà con i passaggi già calpestati (non mancheranno momenti cui il proprio piede affonda nella neve sino a metà dello stinco), le roccette riportanti segni CAI in un panorama aperto che si divide alla propria dx (nel senso di ascesa) con i Lattari, la Costiera Amalfitana ed il golfo di Napoli ed alla sx con Golfo di Salerno, Cava de' Tirreni e Salerno.
L'ultimo sforzo per arrivare alla croce di vetta, al rifugio e al tavolo con panca ove il panorama ripagherà le fatiche con il suo abbraccio che vai Picentini innevati alla valle metelliana, il golfo di Salerno con la città, alla costiera amalfitana preceduta da Tramonti con altre cime dei Lattari. All'interno del rifugio è un piacere godersi un momento di sosta e rifocillamento per ritornare giù dallo stesso percorso (valutare quando non calzare più i ramponi), con l'eccezione di tagliare l'intreccio di 312A e B attraverso una comoda strada bianca. Ci scappa anche una visita alla Chiesa del Santissimo Salvatore, di origine millenaria (testimonianza, l'iscrizione nell'atrio, sulla porta di dx "TEMPLUM HOC SUB DECIMUM FERE SAECULUM DEO SERVATORI DICATUM...") dalle navate azzurre e giallo oro.

Il percorso effettuato nel periodo invernale comporta un certo impegno fisico e concentrazione, è consigliabile ad escursionisti esperti attrezzati non solo di calzature in goretex a stivaletto, almeno di ramponi (o ramponcini), bastoncini telescopici, ghette, guanti, una giacca antivento invernale e la piccozza, a chi preferisce.
E' consigliabile possedere una propria scorta di acqua. Il giudizio di difficile è condizionato dalla presenza di ghiaccio e neve che "esasperano" i punti maggiormente insidiosi, oltre che a ridurre l'orientamento.
Nei periodi di assenza di neve possono essere costruiti anelli meno impegnativi con Monte Sant'Angelo a Cava e altri più impegnativi includendo il Malopasso e la vetta Sud; per l'ascesa dal Sergio Rosa occorrono altre considerazioni.