Castelluccio Monte Veletta

Classica escursione invernale che consente l'uso sia di ciaspole che ramponi o ramponcini.
Nel complesso non esiste alcune difficoltà tecnica e nessun dislivello minimamente impegnativo, tuttavia è bene effettuare questo piacevole cammino panoramico osservando attentamente la previsione meteo di giornata o la tendenza di più giorni, soprattutto quando si leggono valori di forza eolica a partire dai 40 km/h: potreste ritrovarvi bloccati con la propria auto nell'imboccare la Piana di Castelluccio in direzione Forca di Presta poiché il vento porta sulla carreggiata neve dalla consistenza dello zucchero che con basse temperature passa rapidamente a divenire una cunetta od una lastra di ghiaccio.
Tale fenomeno si osserva soprattutto a partire dall'asfaltata in discesa superata Forca di Presta, valico del monte Vettore che demarca il confine fra Umbria e Marche e su cui frequentemente si concentrano correnti che possono determinare anche valanghe nei casi più gravi. E' opportuno specificare che il manto stradale della SP447 è in condizioni ottimali, ma resta pur sempre una via che decorre tortuosamente fra costone e scarpata...
In alcuni casi può costituire un ottimo riscaldamento prima della ciaspolata (la stessa può presentare in punti disomogenei le insidie del ghiaccio), permettendo di apprezzare la piana completamente imbiancata, il boschetto di Castelluccio che risalta la sagoma dello stivale italico, i vari profili di Vettore; monte Gualdone, monte castello, Colle Bernardo, Poggio di croce ed il complesso della cresta del Redentore cui si associano anche Prato Pulito, Cima del Lago ed Osservatorio che sarà ancora più suggestivo quando giunti a Castelluccio. Il passaggio nel Pian Grande è caratterizzato nel caso specifico di questo hiking da alta pressione e venti che determinano percezione di temperatura a -20°C.
Giunti a Castelluccio, ove si confondono la folla di una domenica alle osterie e ristoranti di zona e gli edifici diroccati con l'attuale (ancora) presenza di container per gli abitanti segnati dal sima del 2016, si inizia il sentiero Italia (via Monte Veletta), ciclabile che porta a Colle Bernardo e da cui si può decidere se andare verso sud, in direzione Monte Vetica , a nord verso Preci oppure ad ovest verso Norcia.
Percorsi 1,2 km del suddetto sentiero europeo E1 Madonna delle Coste- Castelluccio, con supporti invernali alle proprie calzature, si costeggerà la Pineta e rovi di rosa canina con le tipiche bacche rosse che non possono che istigare ad effettuare foto del panorama che riprende borgo ed il maestoso crinale del Redentore che lo sovrasta; quindi, si svolta a dx senza una vera e propria traccia, ma seguendo le orme di ciaspole e di calzature che porta su al Monte Veletta, con alla sinistra la pineta della Val Canatra che potrebbe comunque essere inclusa in un circuito ad anello. Il panorama è costantemente a 360°C nel contesto dei Sibillini, restando esposti anche ai venti gelidi del periodo.
Continuando in direzione NE si raggiunge anche la croce di Mastro Armenio, ultimo maniscalco vissuto a Castelluccio la cui esistenza era improntata allo studio, alla creatività, l'avventura e l'ingegno: chi ne ha curato un approfondimento biografico lo ha definito "Dio del fuoco, il signore del ferro, il narratore di mille storie, il mago di mille incantesimi" in relazione alla sua capacità nella mascalcia, nell'estrazione di denti, nella preparazione di infusi (si dice padroneggiasse l'uso di belladonna) e i racconti al limite tra il fantasy e la vita vissuta.
Si rientra per lo stesso percorso a Castelluccio, magari concedendosi una pausa non troppo lunga nelle tante possibilità ristorative del posto (nel fine settimana è necessaria la prenotazione).

Pur non essendoci difficoltà tecniche, è opportuno effettuare questa escursione (anche più lunga) valutando adeguatamente la condizione meteo (non sono rare le situazioni cui anche gli spartineve restano bloccati su strada) e utilizzando idoneo abbigliamento allo scopo (mai dimenticarsi i guanti, in pochi secondi si avrà la sensazione di geloni a contatto con i possibili venti), quindi ciaspole e/o ramponi/ramponcini.