Anello Valsorda Eremo Serrasanta e Vette
near Serradica, Marche (Italia)
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Itinerary description
Anello effettuato su manto nevoso con partenza da Valsorda, a 1000 m di altitudine, dopo averne percorsa l'omonima strada provinciale passando da Rocca Flea; in assenza quasi totale di vento si prospetta una giornata ottimale per effettuare ciaspolate leggere nel Fosso Caprino, come nell'area attrezzata di Rifugio Perugia munita di strutture ricettive, giostre per bambini e servizi che nel periodo invernale sembrerebbero essere chiusi.
L'obiettivo di giornata è raggiungere almeno l'Eremo di Serrasanta con relative vette: si parte dalla parte comune fra sentiero CAI 210 e 207, incamminandosi verso il bosco, in ascesa, sino al rifugio Cannuine che si vede sulla propria sx, quindi con neve maggiormente compatta, si continua per il CAI 210, imboccando intuitivamente la direzione di dx, indossando ramponi/ramponcini/ciaspole, a seconda dei propri gusti o esigenze, iniziando un'ascesa più impegnativa rispetto alla precedente nella quale si aveva come esigenza principale di individuare le orme dei passaggi di altri escursionisti per orientarsi in un contesto che appare simile ad una piana aperta.
Con il 210 l'ascesa diviene maggiormente irta, si effettuano svolte (anche aiutati da qualche segnale CAI che indica il Sentiero Italia) nella faggeta spoglia ed un tratto di macchia mediterranea anche dai colori rossastri; giunti al bivio 210 per Serrasanta/Valsorda e il CAI 215 per la Balza di Mezzogiorno non essendovi possibilità di individuare una traccia precisa, si effettua un'ascesa ancor più irta sul crinale con il paesaggio verde di Gualdo Tadino e Nocera Umbra che confliggono con la neve che riempe in maniera omogenea e abbastanza compatta tale tratto, sino ad intravedere alla distanza le croci che conducono sino all'Eremo (le cui caratteristiche sono annoverate nella traccia "Anello Vette Umbre") incamminandosi prima verso la direzione SE (sx in salita), fino ad individuare una cappelletta munita di filo spinato (stazione XIII della via Crucis - Gesù è deposto dalla croce), quindi della robusta staccionata che conduce sino alla chiesetta.
E' questo uno dei punti in cui la neve non solo è alta sino a 60-70 cm, ma è anche soffice al punto da affondarci e rendere le ciaspole come strumento di cammino maggiormente idoneo (ma non obbligatorio, si può comunque riuscire a completare il cammino sino alla meta): giunti nella piazzetta, si ammirano le cime imbiancate dei vicini Monte Maggio e Le Senate, Monte Catria (più lontano) e Monte Cucco, quindi del Monte Penna e delle altre cime nella parte NE).
Dopo essersi concessi una pausa, effettuati 440 m di dislivello in meno di 4 km in clima di attrezzatura invernale, si continua sul SI verso la vetta del Serrasanta, continuando per una piana caratterizzata da una moderata salita, seguendo un tracciato di orme che segue alla propria destra un costone declive, sino a puntare all'obiettivo, difficilmente definibile in assenza di riferimenti alla vetta ed un panorama ancora nascosto dall'abbondanza della dama bianca che rende l'escursionista un mero puntino in tanto candore; si acquista consapevolezza quando il classico panorama a 360° prende piena definizione e grazie al GPS si comprende di essere sull'indefinita vetta in una giornata nitida che spazia, imbiancata, da SE , nell'ordine, da Pian delle Vescole, Monte Nero, la Cima del Redentore , Val del Pero, Monte Penna; monte Friguello e ancora il Monte Subasio, poi a NO si apprezzano Monte Ingino (poco più di 900 m di altezza), Monte Fumaiolo, Alpe della Luna, Monte Finocchio, Monte Nerone, Monte Cucco, Monte Catria e molto ravvicinati Monte le Senate, la punta del Monte Strega ed il Monte Maggio.
Si raggiunge la cima Nord del Serrasanta, ove è ubicata una cappelletta in pietra a forma di arco a sesto acuto stilizzato.
Per chiudere l'anello sarà percorso il CAI 207 detto Costa dei Quarti, sentiero di cresta prettamente dalle caratteristiche montane, inizialmente accompagnato da saliscendi guidati da roccette provviste di segnali CAI molto frequenti che riportano anche il numero del sentiero, poi, si scende più decisamente verso il boschetto (è anche individuata la demarcazione del confine umbro con quello della provincia di Ancona [Fabriano] con maggiore difficoltà di movimento per il frequente affondo degli stinchi nella neve alta.
La via non è battuta da tracce umane, ma solo occasionalmente da qualche animale, in condizioni di lieve pendenza sul crinale verso la propria sx che sarà il punto di orientamento per raggiungere il "sentiero delle Fragole"-CAI 207 che attraversando un boschetto non più di faggi spogli, ma di ontani dal fogliame verde (contrasto con la stagione invernale), in un tratto con la sensazione di attraversare un canalino nella vegetazione. Giunti nell'area attrezzata, ci si concede un ristoro, poi si prova l'ascesa verso Monte Maggio, tuttavia già ai primi passi sul sentiero CAI 247 si apprezza neve dalla consistenza maggiormente acquosa e fondo in pietra scoperto in più tratti che potrebbe comportare il danneggiamento di ramponi e ramponcini, in particolar modo. Il prosieguo nel bosco offre una prima illusione di poter completare il cammino almeno sino al sentiero delle creste che porta anche sul Monte Le Senate, ma ad un tratto scompaiono le tracce del passaggio di escursionisti in ciaspole, in generale quello di orme.
Appare chiara l'assenza di un vero e proprio sentiero, osservando in alto e davanti a sé: ci sono punti lievemente esposti, passaggi su rocce, tratti in cui la neve è tanto esigua, tanto copiosa che suggeriscono da una parte un'ascesa diretta, salendo direttamente le rocce (compare ancora qualche segnale CAI), dall'altra l'esigenza di indossare almeno i ramponcini per avere tenuta nei tratti più ripidi.
Valutata la reale possibilità di non poter proseguire in maniera regolare (usare o meno l'attrezzatura) e la possibilità di rischio, si decide di concludere l'escursione e godersi della bellezza delle maioliche, delle chiese di Gualdo Tadino e della vecchia fonte della Rocchetta (aggiunte ai punti raccolti nel corso dell'anello).
Il percorso non presenta difficoltà tecniche e una piacevole ciaspolata può essere sicuramente effettuata sino all'Eremo, utilizzando lo stesso percorso anche per il ritorno; i bastoncini telescopici sono consigliati soprattutto in discesa.
La crema solare, occhiali da sole ed un'autonoma riserva di acqua (eventualmente ghette e guanti) completano l'equipaggiamento minimo da possedere per rendere piacevole questa escursione.
L'obiettivo di giornata è raggiungere almeno l'Eremo di Serrasanta con relative vette: si parte dalla parte comune fra sentiero CAI 210 e 207, incamminandosi verso il bosco, in ascesa, sino al rifugio Cannuine che si vede sulla propria sx, quindi con neve maggiormente compatta, si continua per il CAI 210, imboccando intuitivamente la direzione di dx, indossando ramponi/ramponcini/ciaspole, a seconda dei propri gusti o esigenze, iniziando un'ascesa più impegnativa rispetto alla precedente nella quale si aveva come esigenza principale di individuare le orme dei passaggi di altri escursionisti per orientarsi in un contesto che appare simile ad una piana aperta.
Con il 210 l'ascesa diviene maggiormente irta, si effettuano svolte (anche aiutati da qualche segnale CAI che indica il Sentiero Italia) nella faggeta spoglia ed un tratto di macchia mediterranea anche dai colori rossastri; giunti al bivio 210 per Serrasanta/Valsorda e il CAI 215 per la Balza di Mezzogiorno non essendovi possibilità di individuare una traccia precisa, si effettua un'ascesa ancor più irta sul crinale con il paesaggio verde di Gualdo Tadino e Nocera Umbra che confliggono con la neve che riempe in maniera omogenea e abbastanza compatta tale tratto, sino ad intravedere alla distanza le croci che conducono sino all'Eremo (le cui caratteristiche sono annoverate nella traccia "Anello Vette Umbre") incamminandosi prima verso la direzione SE (sx in salita), fino ad individuare una cappelletta munita di filo spinato (stazione XIII della via Crucis - Gesù è deposto dalla croce), quindi della robusta staccionata che conduce sino alla chiesetta.
E' questo uno dei punti in cui la neve non solo è alta sino a 60-70 cm, ma è anche soffice al punto da affondarci e rendere le ciaspole come strumento di cammino maggiormente idoneo (ma non obbligatorio, si può comunque riuscire a completare il cammino sino alla meta): giunti nella piazzetta, si ammirano le cime imbiancate dei vicini Monte Maggio e Le Senate, Monte Catria (più lontano) e Monte Cucco, quindi del Monte Penna e delle altre cime nella parte NE).
Dopo essersi concessi una pausa, effettuati 440 m di dislivello in meno di 4 km in clima di attrezzatura invernale, si continua sul SI verso la vetta del Serrasanta, continuando per una piana caratterizzata da una moderata salita, seguendo un tracciato di orme che segue alla propria destra un costone declive, sino a puntare all'obiettivo, difficilmente definibile in assenza di riferimenti alla vetta ed un panorama ancora nascosto dall'abbondanza della dama bianca che rende l'escursionista un mero puntino in tanto candore; si acquista consapevolezza quando il classico panorama a 360° prende piena definizione e grazie al GPS si comprende di essere sull'indefinita vetta in una giornata nitida che spazia, imbiancata, da SE , nell'ordine, da Pian delle Vescole, Monte Nero, la Cima del Redentore , Val del Pero, Monte Penna; monte Friguello e ancora il Monte Subasio, poi a NO si apprezzano Monte Ingino (poco più di 900 m di altezza), Monte Fumaiolo, Alpe della Luna, Monte Finocchio, Monte Nerone, Monte Cucco, Monte Catria e molto ravvicinati Monte le Senate, la punta del Monte Strega ed il Monte Maggio.
Si raggiunge la cima Nord del Serrasanta, ove è ubicata una cappelletta in pietra a forma di arco a sesto acuto stilizzato.
Per chiudere l'anello sarà percorso il CAI 207 detto Costa dei Quarti, sentiero di cresta prettamente dalle caratteristiche montane, inizialmente accompagnato da saliscendi guidati da roccette provviste di segnali CAI molto frequenti che riportano anche il numero del sentiero, poi, si scende più decisamente verso il boschetto (è anche individuata la demarcazione del confine umbro con quello della provincia di Ancona [Fabriano] con maggiore difficoltà di movimento per il frequente affondo degli stinchi nella neve alta.
La via non è battuta da tracce umane, ma solo occasionalmente da qualche animale, in condizioni di lieve pendenza sul crinale verso la propria sx che sarà il punto di orientamento per raggiungere il "sentiero delle Fragole"-CAI 207 che attraversando un boschetto non più di faggi spogli, ma di ontani dal fogliame verde (contrasto con la stagione invernale), in un tratto con la sensazione di attraversare un canalino nella vegetazione. Giunti nell'area attrezzata, ci si concede un ristoro, poi si prova l'ascesa verso Monte Maggio, tuttavia già ai primi passi sul sentiero CAI 247 si apprezza neve dalla consistenza maggiormente acquosa e fondo in pietra scoperto in più tratti che potrebbe comportare il danneggiamento di ramponi e ramponcini, in particolar modo. Il prosieguo nel bosco offre una prima illusione di poter completare il cammino almeno sino al sentiero delle creste che porta anche sul Monte Le Senate, ma ad un tratto scompaiono le tracce del passaggio di escursionisti in ciaspole, in generale quello di orme.
Appare chiara l'assenza di un vero e proprio sentiero, osservando in alto e davanti a sé: ci sono punti lievemente esposti, passaggi su rocce, tratti in cui la neve è tanto esigua, tanto copiosa che suggeriscono da una parte un'ascesa diretta, salendo direttamente le rocce (compare ancora qualche segnale CAI), dall'altra l'esigenza di indossare almeno i ramponcini per avere tenuta nei tratti più ripidi.
Valutata la reale possibilità di non poter proseguire in maniera regolare (usare o meno l'attrezzatura) e la possibilità di rischio, si decide di concludere l'escursione e godersi della bellezza delle maioliche, delle chiese di Gualdo Tadino e della vecchia fonte della Rocchetta (aggiunte ai punti raccolti nel corso dell'anello).
Il percorso non presenta difficoltà tecniche e una piacevole ciaspolata può essere sicuramente effettuata sino all'Eremo, utilizzando lo stesso percorso anche per il ritorno; i bastoncini telescopici sono consigliati soprattutto in discesa.
La crema solare, occhiali da sole ed un'autonoma riserva di acqua (eventualmente ghette e guanti) completano l'equipaggiamento minimo da possedere per rendere piacevole questa escursione.
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