Anello Monte Cucco e Colle Gli Scogli da Villa Scirca
near Località Casenove, Umbria (Italia)
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Itinerary description
Faticoso anello naturalistico costruito sui sentieri CAI 292, 239 e 226 che permette un lungo giro dal borghetto iniziale, frazione di Sigillo, per boschi, prati, piani, crinale sino alla cima.
Questo è il primo appuntamento con la comparsa della "dama bianca" che diverrà maggiormente presente con le copiose precipitazioni dei giorni a venire di novembre, pertanto la traccia può essere considerata un'anticipazione dell'esigenza di impiego di ciaspole e/o ramponi o ramponcini.
E' opportuno premettere che la difficoltà assegnata all'anello è legata all'insieme dello sforzo fisico compiuto in poco più di 5 km alla cima, alla difficoltà di orientamento all'interno del bosco del CAI 292 che latita completamente di segni CAI a partire dalla svolta a sx della località Sasso Baldo-Costa Fosso del Lumacone sino a quest'ultima e della ripida ed infida discesa del 226 in direzione della Grotta sud di monte Cucco che con un fondo anche lievemente ghiacciato non è particolarmente governabile, oltre al canalino che porta all'arco di pietra che precede l'infrastruttura metallica della predetta grotta i cui passaggi possono esser definito di I+ livello per limitata sporgenza di appigli.
La valutazione è comunque legata al contesto climatico inferiore agli 0°C, infatti la temperatura percepita anche a causa del vento in una giornata assolata di fine novembre è stata di -10°C (in vetta e nei punti prossimi ad essa), con valori che persino a quote inferiori hanno permesso il mantenimento del tappeto bianco legato ad una o massimo 2 precipitazioni.
La proposta di questo anello è di partire dai 500 m dal piccolo borgo che affaccia direttamente su via Flaminia, Villa Scirca (frazione di Sigillo) che offre un assaggio di solitudine presentandosi a tutti gli effetti con le caratteristiche di un borgo fantasma, all'apparenza, con un centro abitato di case e palazzi ormai non più abitati ed una colonia di gatti impegnata a nutrirsi ai primi raggi di sole del mattino: il parcheggio è a via Sorbo nel pizzale dell'ostello del volo, altrettanto silente.
Lasciata la schiera di case si incrocia l’antica chiesa (risalente al XIII secolo) di Santa Maria di Scirca: lo definirei un punto di fascino per la presenza della statua della Vergine vestita di un'ampia veste a sbuffo dal panneggio rimarcato, dedicata a Don Mario Nasoni, ex parroco di Villa Scirca: gli occhi son riempiti anche da un vecchio mulino posto in basso, lì dove lo sciabordio ed il prepotente scroscio del torrente Scirca complatano l'atmosfera di mistico rapimento. Lungo la strada è presente anche l'omonima fontana. Da qui si prosegue a dx, imboccando una stradina sbrecciata (ben segnalata da un cartello con i tempi di percorrenza) che inizia subito a salire con pendenze molto importanti già nel primo tratto, che sale disegnando ampi tornanti dai quali si può già vedere l’imponente sagoma del Monte Cucco che domina la boscosa valle sottostante.
Stupisce osservare che la brina abbia saldato il fondo misto a terra e fogliame rendendolo più agevole ed favorendo l'incedere che sarebbe sicuramente ostacolato dal fango.
Il tratto di bosco più colorato si ha nella prima parte di bosco del versante SO di monte Cucco, le cui chiome screziano il verde con il rosso, il giallo, il marrone e l'arancio grazie anche ad un'importante presenza di aceri che si intrecciano con ginestre, rovi e roverelle nei primi 800 metri, in un contesto boschivo privo di alti fusti che diano copertura: questa quota rappresenta anche la prima comparsa di qualche chiazza di neve che inizia a divenire maggiormente consistente a mano a mano che si sale.
Raggiunto il trivio della cima, secondaria di Sasso Baldo, si incrocia il CAI 291 che conduce a Sigillo e una salita a sx che porta alla spianata di Pian di Monte, la traccia diviene debole e occorre fissare alcuni punti e seguire un po' il GPS per proseguire il cammino che è talvolta accompagnato da un cartello in plastica simile alla bandiera peruviana con il numero 292 al centro, leggermente ostacolati nell'individuazione anche da piccoli cumuli di neve che si sono depositati fra i faggi nella risalita della Val Orsara, con alle spalle le alture dei monti Eugubini e della restante Valle che son nitide esattamente come il cielo dopo le giornate di pioggia. In sostanza, Il sentiero continua a salire con pendenze rilevanti, ed è difficile da seguire in quanto alterna tratti all’interno del bosco, con segnatura piuttosto datata, a tratti in cui esce sui prati, dove la segnatura è proprio assente. Complessivamente si può dire che il fondo è piuttosto comodo, nonostante le pendenze, e sale in maniera pressoché costante, lasciando solo pochi attimi di respiro in corrispondenza di un paio di falsipiani , sino a giungere nelle dirette pendici del monte ove si espletano tante attività e giunge anche l'asfaltata Strada Provinciale di monte Cucco: decollo con deltaplani (l'area è appunto chiamata decollo sud ed è riconoscibile anche da una scultura metallica di una figura femminile che richiama con le sue forme questo sport) e visite speleologiche nelle grotte di monte Cucco.
Il sentiero da percorrere è il 226, sino al piccolo rifugio Valcella, aggirando la montagna sul versante est su strada sbrecciata ampia e comoda senza grandi pendenze, quasi in falsopiano, accompagnati dalle faggete che costeggiano entrambi i lati della carrareccia, in parte spoglie, in parte arrugginite in maniera avanzata, come testimonia il bronzeo letto di fogliame sul fondo.
Al bivio, si sale il CAI 239, diretta via di crinale che in 900 m permette di guadagnare circa 260 m sino alla cima, su fondo petroso. L'irta salita permette non solo di pregustare i panorami che si evidenzieranno in vetta, ma anche gli effetti dell'impeto della natura che con presumibili potenti folate ha buttato giù i pali del segnavia, prima piegato e poi spezzato. Il primo punto di interesse è la prima croce metallica sulla Costa del Carpino, ampia e munita di pannelli solari per garantire l'accensione di luci nei periodi bui, il cui fondo è interessato da un sottile e disomogeneo strato di neve che in prospettiva si riflette verso S con i non lontani Monte Maggio, Serrasanta, sino ai più lontani Sibillini, consistentemente imbiancati; di contro a NO, il contrasto con i colli e le alture eugubine, proiettate sino in Toscana (visibile in questa tersa giornata) completamente inverdite e qualche dettaglio dei comuni a pie' di monte come Costacciaro, Sigillo e Purello; la vera emozione è il rapimento del cielo che abbraccia l'Adriatico ad E, circostanza molto rara in un comprensorio così interno, quanto eccezionalmente molto terso. Il piano di salita, di qui, è molto più ampio e porta sino alla veduta a 360°C di vetta, sgombera da qualsiasi cm di neve, ove la croce metallica è di dimensioni ridotte: lo sguardo verso il meridione corrobora l'incombente arrivo di temperature amiche della "dama bianca" con Sibillini e Monti della Laga che già ne portano la copertura, mentre l'Appennino settentrionale ed occidentale (Monte Motette, Le Gronde, Catria, Nerone e quello toscano-romagnolo) mostrano ancora le tinte di un autunno che non ha completato la sua transizione cromatica, mentre valli ed area di Gubbio ancora appaiono inverdite, come se non fosse mai passata l'estate.
La discesa avviene proseguendo verso il crinale NO, sul 239, tenendosi un po' più bassi alla sx della cresta, oppure calpestando per alcuni metri la stessa; il fondo è un misto fra roccia e pietraia che in condizioni si umido o ghiaccio diviene insidioso nella stabilità, anche a causa della ripidità: questo può essere definito come tratto EE (nelle condizioni considerate) dove occorre passo fermo e calcolato, in alcuni passaggi anche riduzione del baricentro. I bastoncini telescopici possono offrire un supporto considerevole, ma non in tutti i tratti: non mancano alcuni passaggi esposti in occasione delle serpentine che conducono sino alla Grotta di Monte Cucco, concludendo con il canalino che porta all'arco che precede l'infrastruttura di acciaio, che è molto scosceso e con appigli limitati (passaggio I+ grado): verrebbe da consigliare di intraprenderlo in salita per limitare il rischio di infortunio. La grotta offre un placido affaccio con balcone panoramico, su Monte Catria, Monte della Strega e sulle colline che digradano dolcemente verso Sassoferrato sino alla costa adriatica.
Inizia il CAI 226 dalla traccia molto evidente sino al Decollo Sud, passando per il freddo bosco di faggi spoglio di mezza costa ove si riprende la precedente finestra panoramica, in una situazione agevole poiché i passaggi esposti sono stati muniti di barriere con cavi di acciaio, sino ad arrivare ad uno slargo nelle vicinanze di rifugio Valcella dove si incrocia sulla sinistra il sentiero 240 che sale verso il versante ovest del Cucco; si continua sulla carrareccia che porta sino a Pian di Monte ove il Monte Cucco si staglia massiccio alle proprie spalle: per concedersi un'ultima visione dall'alto si sale anche su Colle gli Scogli ove si apprezza anche Pian di Cavalli (nomen omen, in quanto si avvistano degli equidi liberi) e gli imbiancati Monte Culumeo, la Val di Ranco e Monte Lo Spicchio.
Si scende a cavallo dei 2 piani, separati da un passo che ha il comportamento di un vero e proprio canalone, sino ad individuare qualche segno (vedasi l'asse di legno abbattuto che indica Costa Fosso del Lumacone) che porta sulla labile traccia che porta a recuperare il sentiero 292 che conduce sino a Villa Scirca.
Indispensabili idonee calzature da escursione in goretex, bastoncini telescopici; nelle stagioni le cui temperature sono alte è bene impiegare tutti gli accorgimenti del periodo, poiché il sentiero è esposto al sole nel 75% della sua percorrenza. Nel periodo cui sono frequenti precipitazioni nevose nelle piane si possono effettuare piacevoli ciaspolate, mentre il crinale si può affrontare con ramponi, talora piccozza. L'intero anello è impegnativo, per escursionisti allenati e/o esperti, tuttavia si può tanto compiere un tragitto di bosco sino a Sigillo o semplicemente godere dei decolli dalla Piana.
Questo è il primo appuntamento con la comparsa della "dama bianca" che diverrà maggiormente presente con le copiose precipitazioni dei giorni a venire di novembre, pertanto la traccia può essere considerata un'anticipazione dell'esigenza di impiego di ciaspole e/o ramponi o ramponcini.
E' opportuno premettere che la difficoltà assegnata all'anello è legata all'insieme dello sforzo fisico compiuto in poco più di 5 km alla cima, alla difficoltà di orientamento all'interno del bosco del CAI 292 che latita completamente di segni CAI a partire dalla svolta a sx della località Sasso Baldo-Costa Fosso del Lumacone sino a quest'ultima e della ripida ed infida discesa del 226 in direzione della Grotta sud di monte Cucco che con un fondo anche lievemente ghiacciato non è particolarmente governabile, oltre al canalino che porta all'arco di pietra che precede l'infrastruttura metallica della predetta grotta i cui passaggi possono esser definito di I+ livello per limitata sporgenza di appigli.
La valutazione è comunque legata al contesto climatico inferiore agli 0°C, infatti la temperatura percepita anche a causa del vento in una giornata assolata di fine novembre è stata di -10°C (in vetta e nei punti prossimi ad essa), con valori che persino a quote inferiori hanno permesso il mantenimento del tappeto bianco legato ad una o massimo 2 precipitazioni.
La proposta di questo anello è di partire dai 500 m dal piccolo borgo che affaccia direttamente su via Flaminia, Villa Scirca (frazione di Sigillo) che offre un assaggio di solitudine presentandosi a tutti gli effetti con le caratteristiche di un borgo fantasma, all'apparenza, con un centro abitato di case e palazzi ormai non più abitati ed una colonia di gatti impegnata a nutrirsi ai primi raggi di sole del mattino: il parcheggio è a via Sorbo nel pizzale dell'ostello del volo, altrettanto silente.
Lasciata la schiera di case si incrocia l’antica chiesa (risalente al XIII secolo) di Santa Maria di Scirca: lo definirei un punto di fascino per la presenza della statua della Vergine vestita di un'ampia veste a sbuffo dal panneggio rimarcato, dedicata a Don Mario Nasoni, ex parroco di Villa Scirca: gli occhi son riempiti anche da un vecchio mulino posto in basso, lì dove lo sciabordio ed il prepotente scroscio del torrente Scirca complatano l'atmosfera di mistico rapimento. Lungo la strada è presente anche l'omonima fontana. Da qui si prosegue a dx, imboccando una stradina sbrecciata (ben segnalata da un cartello con i tempi di percorrenza) che inizia subito a salire con pendenze molto importanti già nel primo tratto, che sale disegnando ampi tornanti dai quali si può già vedere l’imponente sagoma del Monte Cucco che domina la boscosa valle sottostante.
Stupisce osservare che la brina abbia saldato il fondo misto a terra e fogliame rendendolo più agevole ed favorendo l'incedere che sarebbe sicuramente ostacolato dal fango.
Il tratto di bosco più colorato si ha nella prima parte di bosco del versante SO di monte Cucco, le cui chiome screziano il verde con il rosso, il giallo, il marrone e l'arancio grazie anche ad un'importante presenza di aceri che si intrecciano con ginestre, rovi e roverelle nei primi 800 metri, in un contesto boschivo privo di alti fusti che diano copertura: questa quota rappresenta anche la prima comparsa di qualche chiazza di neve che inizia a divenire maggiormente consistente a mano a mano che si sale.
Raggiunto il trivio della cima, secondaria di Sasso Baldo, si incrocia il CAI 291 che conduce a Sigillo e una salita a sx che porta alla spianata di Pian di Monte, la traccia diviene debole e occorre fissare alcuni punti e seguire un po' il GPS per proseguire il cammino che è talvolta accompagnato da un cartello in plastica simile alla bandiera peruviana con il numero 292 al centro, leggermente ostacolati nell'individuazione anche da piccoli cumuli di neve che si sono depositati fra i faggi nella risalita della Val Orsara, con alle spalle le alture dei monti Eugubini e della restante Valle che son nitide esattamente come il cielo dopo le giornate di pioggia. In sostanza, Il sentiero continua a salire con pendenze rilevanti, ed è difficile da seguire in quanto alterna tratti all’interno del bosco, con segnatura piuttosto datata, a tratti in cui esce sui prati, dove la segnatura è proprio assente. Complessivamente si può dire che il fondo è piuttosto comodo, nonostante le pendenze, e sale in maniera pressoché costante, lasciando solo pochi attimi di respiro in corrispondenza di un paio di falsipiani , sino a giungere nelle dirette pendici del monte ove si espletano tante attività e giunge anche l'asfaltata Strada Provinciale di monte Cucco: decollo con deltaplani (l'area è appunto chiamata decollo sud ed è riconoscibile anche da una scultura metallica di una figura femminile che richiama con le sue forme questo sport) e visite speleologiche nelle grotte di monte Cucco.
Il sentiero da percorrere è il 226, sino al piccolo rifugio Valcella, aggirando la montagna sul versante est su strada sbrecciata ampia e comoda senza grandi pendenze, quasi in falsopiano, accompagnati dalle faggete che costeggiano entrambi i lati della carrareccia, in parte spoglie, in parte arrugginite in maniera avanzata, come testimonia il bronzeo letto di fogliame sul fondo.
Al bivio, si sale il CAI 239, diretta via di crinale che in 900 m permette di guadagnare circa 260 m sino alla cima, su fondo petroso. L'irta salita permette non solo di pregustare i panorami che si evidenzieranno in vetta, ma anche gli effetti dell'impeto della natura che con presumibili potenti folate ha buttato giù i pali del segnavia, prima piegato e poi spezzato. Il primo punto di interesse è la prima croce metallica sulla Costa del Carpino, ampia e munita di pannelli solari per garantire l'accensione di luci nei periodi bui, il cui fondo è interessato da un sottile e disomogeneo strato di neve che in prospettiva si riflette verso S con i non lontani Monte Maggio, Serrasanta, sino ai più lontani Sibillini, consistentemente imbiancati; di contro a NO, il contrasto con i colli e le alture eugubine, proiettate sino in Toscana (visibile in questa tersa giornata) completamente inverdite e qualche dettaglio dei comuni a pie' di monte come Costacciaro, Sigillo e Purello; la vera emozione è il rapimento del cielo che abbraccia l'Adriatico ad E, circostanza molto rara in un comprensorio così interno, quanto eccezionalmente molto terso. Il piano di salita, di qui, è molto più ampio e porta sino alla veduta a 360°C di vetta, sgombera da qualsiasi cm di neve, ove la croce metallica è di dimensioni ridotte: lo sguardo verso il meridione corrobora l'incombente arrivo di temperature amiche della "dama bianca" con Sibillini e Monti della Laga che già ne portano la copertura, mentre l'Appennino settentrionale ed occidentale (Monte Motette, Le Gronde, Catria, Nerone e quello toscano-romagnolo) mostrano ancora le tinte di un autunno che non ha completato la sua transizione cromatica, mentre valli ed area di Gubbio ancora appaiono inverdite, come se non fosse mai passata l'estate.
La discesa avviene proseguendo verso il crinale NO, sul 239, tenendosi un po' più bassi alla sx della cresta, oppure calpestando per alcuni metri la stessa; il fondo è un misto fra roccia e pietraia che in condizioni si umido o ghiaccio diviene insidioso nella stabilità, anche a causa della ripidità: questo può essere definito come tratto EE (nelle condizioni considerate) dove occorre passo fermo e calcolato, in alcuni passaggi anche riduzione del baricentro. I bastoncini telescopici possono offrire un supporto considerevole, ma non in tutti i tratti: non mancano alcuni passaggi esposti in occasione delle serpentine che conducono sino alla Grotta di Monte Cucco, concludendo con il canalino che porta all'arco che precede l'infrastruttura di acciaio, che è molto scosceso e con appigli limitati (passaggio I+ grado): verrebbe da consigliare di intraprenderlo in salita per limitare il rischio di infortunio. La grotta offre un placido affaccio con balcone panoramico, su Monte Catria, Monte della Strega e sulle colline che digradano dolcemente verso Sassoferrato sino alla costa adriatica.
Inizia il CAI 226 dalla traccia molto evidente sino al Decollo Sud, passando per il freddo bosco di faggi spoglio di mezza costa ove si riprende la precedente finestra panoramica, in una situazione agevole poiché i passaggi esposti sono stati muniti di barriere con cavi di acciaio, sino ad arrivare ad uno slargo nelle vicinanze di rifugio Valcella dove si incrocia sulla sinistra il sentiero 240 che sale verso il versante ovest del Cucco; si continua sulla carrareccia che porta sino a Pian di Monte ove il Monte Cucco si staglia massiccio alle proprie spalle: per concedersi un'ultima visione dall'alto si sale anche su Colle gli Scogli ove si apprezza anche Pian di Cavalli (nomen omen, in quanto si avvistano degli equidi liberi) e gli imbiancati Monte Culumeo, la Val di Ranco e Monte Lo Spicchio.
Si scende a cavallo dei 2 piani, separati da un passo che ha il comportamento di un vero e proprio canalone, sino ad individuare qualche segno (vedasi l'asse di legno abbattuto che indica Costa Fosso del Lumacone) che porta sulla labile traccia che porta a recuperare il sentiero 292 che conduce sino a Villa Scirca.
Indispensabili idonee calzature da escursione in goretex, bastoncini telescopici; nelle stagioni le cui temperature sono alte è bene impiegare tutti gli accorgimenti del periodo, poiché il sentiero è esposto al sole nel 75% della sua percorrenza. Nel periodo cui sono frequenti precipitazioni nevose nelle piane si possono effettuare piacevoli ciaspolate, mentre il crinale si può affrontare con ramponi, talora piccozza. L'intero anello è impegnativo, per escursionisti allenati e/o esperti, tuttavia si può tanto compiere un tragitto di bosco sino a Sigillo o semplicemente godere dei decolli dalla Piana.
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Comments (6)
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Hermosa ruta al Monte Cucco pisando las primeras nieves en un soleado día.
Felicidades compañero.
Muchas gracias, compañero 😃
As primeiras neves do ano, dão um espectáculo de beleza incrível!
Foi um dia maravilhoso de sol, para poder apreciar toda a beleza da região, desde o Monte Cucco.
Obrigado pela partilha,
Um abraço
Thank you very much Miguel, the excursion has reserved unexpected views, almost autumn forests and snow on the plateau that follows the ridge until disappearing at the top. Excuse me if I don’t write in Portuguese, but I think you’ll understand. A hug.
Preciosa ruta. Un abrazo
Gracias, un abrazo