Alpi Feltrine: Monte Colsént con discesa a nord per Piani Eterni e Piani di Erèra dal Lago della Stua in Val Canzoi
near Montagne, Veneto (Italia)
Viewed 1174 times, downloaded 28 times
Trail photos
Itinerary description
Gran giro sulle Alpi Feltrine, abbastanza impegnativo, che raggiunge la panoramica vetta del Monte Colsent – da non confondere con la vetta omonima che si trova non lontano tra il Passo Finestra e il Passo Alvis.
Sono pochi e brevi i punti impegnativi dal puro punto di vista della progressione su ciaspole, ma bisogna considerare l’ambiente in generale, il fondo che sta sotto la neve e il fatto che si ciaspola su pendii esposti verso tutti i punti cardinali.
Serve un buon strato di neve, assestata, e non rovinata (o non troppo almeno) in certe esposizioni quando si assesta negli altri versanti dove “si lega” più lentamente.
Per il particolare tipo di terreno è difficile ripetere le stesse linee di qualcuno che c’è già stato: ogni volta bisogna valutare la situazione del momento.
Dunque, questa registrazione GPS è un’indicazione che si può fare, senza problemi in una giornata perfetta come oggi, ma non è da seguire acriticamente metro per metro.
Salita al Monte Colsent dalla Val Canzoi passando per il Vallonetto
Dal parcheggio si raggiunge la diga del Lago della Stua e si imbocca il sentiero CAI 806 che oggi era innevato fin dal primo metro.
Poi si prosegue come al solito per la frequentatissima salita ai Piani di Erera: avanti fino al bivio tra il CAI 806 e 802, e poi su a destra per la larga mulattiera fino al bivio Porzil / Pinea poco oltre i 1.400 metri di quota.
Fino a qui è raro dover usare le ciaspole, perché la traccia è sempre molto battuta dai passaggi precedenti: oggi fatta tutta con i ramponcini a catenella per avere un po’ di grip aggiuntivo.
Per l’obiettivo di giornata bisogna andare in direzione Pinea e da qui ho calzato le ciaspole perché oltre il bivio c’era qualche segno di passaggio precedente, ma si sprofondava (strabattuta, invece, la traccia in direzione Erera).
Ora si continua a seguire la larga mulattiera che passa sotto qualche tratto di pendio da cui può scendere della neve: oggi, poco prima del gran tornantone sinistro che immette nella zona Pinea / Vallonetto, c’era un passaggio un po’ delicato per l’accumulo di neve sulla stradetta.
Si arriva così all’inizio di un lungo tratto in leggero saliscendi verso nord/nord-est che conduce ai Piani di Erera passando per Forcella Covolada.
Dopo circa 400/450 metri lineari dalla fine del largo tornantone sinistro, si è all’altezza del Vallonetto, ovvero il largo e inizialmente dolce vallone che, sulla destra, sale in direzione della zona del Passo Forca.
Non si può dare un riferimento preciso per l’imbocco del Vallonetto, la neve rende assolutamente indistinguibile il sentierino estivo.
Si risale il primo facile tratto fino al piano dei ruderi di Casera Vallonetto (oggi non visibili per la neve) e si continua fino ai balzi successivi.
Il sentiero estivo supera questi balzi con una bella “logica estiva”, lo si può seguire in linea di massima (per chi non lo conosce avendo una precedente registrazione GPS perché non si vede proprio), ma gli accumuli di neve richiedono osservazione e qualche deviazione per stare sicuri nel superamento dei balzi.
Si arriva così alla forcella che incrocia il sentiero CAI 851, che a sinistra va verso i Piani di Erera e a destra in direzione del Passo Forca: con la neve si entra in un anfiteatro veramente spettacolare.
Ora bisogna puntare in direzione del Passo Cìmia o Zìmia, valutando bene per dove passare conoscendo cosa c’è sotto la neve.
Il terreno di base di questo dolce anfiteatro è molto frastagliato, e infatti l’unico sentiero estivo segnato si tiene alla larga da un semplice attraversamento.
Tuttavia, con la neve giusta il semplice attraversamento è la soluzione più logica e decisamente meno dispendiosa come fatica.
Bisogna destreggiarsi tra le varie gobbe e avvallamenti, stando attenti ai punti più “bruschi” e a qualche possibile punto di sprofondamento dove la neve non ha ben chiuso i buchi e le rientranze del terreno di base.
Oggi tutto ok e pure facile, ma in altri giorni può essere che ci sia da penare.
Si arriva così alla gran insellatura che dà accesso alla dorsale est del Monte Colsent.
La dorsale è larga, e vista da sotto non trasmette l’idea di una gran pendenza e difficoltà.
Se la base fosse veramente regolare, sarebbe facile: con neve assestata basterebbe stare in mezzo per non avere problemi.
In realtà bisogna considerare i grossi mughi iniziali che stanno sotto e possono creare sprofondamenti, e poi delle “schiene secondarie di neve” non allineate che dividono la dorsale e costringono a qualche ragionamento per capire la linea più sicura.
Occhio ai lastroni anche se le pendenze non sono eccessive.
Vista spettacolare dalla vetta, ed è possibile spostarsi anche verso un’anticima nord che sta più in “linea fotografica” con i Piani di Erera: però oggi c’era una gran cornice da quel lato, e sono tornato quasi subito sulla cima principale senza avvicinarmi al punto in teoria migliore per le foto verso il basso.
Discesa dal Monte Colsent ai Piani di Erera attraversando i Piani Eterni
Questa è la “ciliegina sulla torta” di questa ciaspolata, ma bisogna valutarne bene la fattibilità visto che si scende in pieno versante nord.
In alternativa si ritorna per la via dell’andata.
La valutazione è riferita allo stato della neve, sia come quantità che STABILITÀ.
Con la neve giusta, le pendenze sono compatibili con le ciaspole, facili per la maggior parte con un paio di brevi ripidi.
Dalla grande insellatura sotto la dorsale est del Monte Colsent, si scende un iniziale dolce valloncello in direzione più o meno nord-est, con un breve ripido finale che immette in un LUNGO e dolce vallone.
Questo vallone – con direzione nord-ovest e qualche piccolo balzo intermedio – cala direttamente nel cuore dei Piani Eterni.
Discesa spettacolare, anzi S-P-E-T-T-A-C-O-L-A-R-E!
Quando si arriva ai Piani Eterni si può facilmente pensare che “Eterni” sia riferito solo alla vastità (in realtà il toponimo ha un’origine un po’ più complessa).
È tutto così dolce, con un’infinità di piccole gobbe che un po’ ti fanno faticare, e ce ne vuole per l’attraversamento con neve profonda: bisogna prendersela con calma e gustarsi il luogo.
Infine, si arriva alla super spianata dei Piani di Erera – ci si può arrivare in molti punti diversi, e io ho scelto una “linea di vagabondaggio” che mi portasse più o meno di fronte a Malga Erera.
Da qui basta seguire la traccia battuta per chiudere l’anello.
Considerazioni finali
Nella descrizione ho differenziato Piani Eterni e Piani di Erera secondo la toponomastica originale, anche se generalmente ci si riferisce al tutto come Piani Eterni.
Alla fine ho scritto di far riferimento alla traccia battuta per chiudere l’anello: non considero un giro del genere senza traccia battuta in basso subito dopo una gran nevicata, sia per fatica che per sicurezza nella parte alta.
Valutare bene lo stato della neve lungo tutto il giro per decidere nel dettaglio l’avvicinamento al Monte Colsent e la seconda parte della giornata.
Con giornate più lunghe, se si vuol proprio passare dai Piani di Erera, si può anche tornare per il Vallonetto e poi girare a destra per Forcella Covolada.
L’unico tratto tutto a sud di questa escursione è abbastanza dolce e largo da poter stare lontani dalle ripide pareti laterali, e oggi facevano paura i versanti sud ripidi – a guardare il lato sud del Monte Mondo o di Punta Pale Rosse sembrava la “fiera delle valanghe per slittamento di neve”.
Però ogni giorno è una storia a sé per questa escursione.
Sono pochi e brevi i punti impegnativi dal puro punto di vista della progressione su ciaspole, ma bisogna considerare l’ambiente in generale, il fondo che sta sotto la neve e il fatto che si ciaspola su pendii esposti verso tutti i punti cardinali.
Serve un buon strato di neve, assestata, e non rovinata (o non troppo almeno) in certe esposizioni quando si assesta negli altri versanti dove “si lega” più lentamente.
Per il particolare tipo di terreno è difficile ripetere le stesse linee di qualcuno che c’è già stato: ogni volta bisogna valutare la situazione del momento.
Dunque, questa registrazione GPS è un’indicazione che si può fare, senza problemi in una giornata perfetta come oggi, ma non è da seguire acriticamente metro per metro.
Salita al Monte Colsent dalla Val Canzoi passando per il Vallonetto
Dal parcheggio si raggiunge la diga del Lago della Stua e si imbocca il sentiero CAI 806 che oggi era innevato fin dal primo metro.
Poi si prosegue come al solito per la frequentatissima salita ai Piani di Erera: avanti fino al bivio tra il CAI 806 e 802, e poi su a destra per la larga mulattiera fino al bivio Porzil / Pinea poco oltre i 1.400 metri di quota.
Fino a qui è raro dover usare le ciaspole, perché la traccia è sempre molto battuta dai passaggi precedenti: oggi fatta tutta con i ramponcini a catenella per avere un po’ di grip aggiuntivo.
Per l’obiettivo di giornata bisogna andare in direzione Pinea e da qui ho calzato le ciaspole perché oltre il bivio c’era qualche segno di passaggio precedente, ma si sprofondava (strabattuta, invece, la traccia in direzione Erera).
Ora si continua a seguire la larga mulattiera che passa sotto qualche tratto di pendio da cui può scendere della neve: oggi, poco prima del gran tornantone sinistro che immette nella zona Pinea / Vallonetto, c’era un passaggio un po’ delicato per l’accumulo di neve sulla stradetta.
Si arriva così all’inizio di un lungo tratto in leggero saliscendi verso nord/nord-est che conduce ai Piani di Erera passando per Forcella Covolada.
Dopo circa 400/450 metri lineari dalla fine del largo tornantone sinistro, si è all’altezza del Vallonetto, ovvero il largo e inizialmente dolce vallone che, sulla destra, sale in direzione della zona del Passo Forca.
Non si può dare un riferimento preciso per l’imbocco del Vallonetto, la neve rende assolutamente indistinguibile il sentierino estivo.
Si risale il primo facile tratto fino al piano dei ruderi di Casera Vallonetto (oggi non visibili per la neve) e si continua fino ai balzi successivi.
Il sentiero estivo supera questi balzi con una bella “logica estiva”, lo si può seguire in linea di massima (per chi non lo conosce avendo una precedente registrazione GPS perché non si vede proprio), ma gli accumuli di neve richiedono osservazione e qualche deviazione per stare sicuri nel superamento dei balzi.
Si arriva così alla forcella che incrocia il sentiero CAI 851, che a sinistra va verso i Piani di Erera e a destra in direzione del Passo Forca: con la neve si entra in un anfiteatro veramente spettacolare.
Ora bisogna puntare in direzione del Passo Cìmia o Zìmia, valutando bene per dove passare conoscendo cosa c’è sotto la neve.
Il terreno di base di questo dolce anfiteatro è molto frastagliato, e infatti l’unico sentiero estivo segnato si tiene alla larga da un semplice attraversamento.
Tuttavia, con la neve giusta il semplice attraversamento è la soluzione più logica e decisamente meno dispendiosa come fatica.
Bisogna destreggiarsi tra le varie gobbe e avvallamenti, stando attenti ai punti più “bruschi” e a qualche possibile punto di sprofondamento dove la neve non ha ben chiuso i buchi e le rientranze del terreno di base.
Oggi tutto ok e pure facile, ma in altri giorni può essere che ci sia da penare.
Si arriva così alla gran insellatura che dà accesso alla dorsale est del Monte Colsent.
La dorsale è larga, e vista da sotto non trasmette l’idea di una gran pendenza e difficoltà.
Se la base fosse veramente regolare, sarebbe facile: con neve assestata basterebbe stare in mezzo per non avere problemi.
In realtà bisogna considerare i grossi mughi iniziali che stanno sotto e possono creare sprofondamenti, e poi delle “schiene secondarie di neve” non allineate che dividono la dorsale e costringono a qualche ragionamento per capire la linea più sicura.
Occhio ai lastroni anche se le pendenze non sono eccessive.
Vista spettacolare dalla vetta, ed è possibile spostarsi anche verso un’anticima nord che sta più in “linea fotografica” con i Piani di Erera: però oggi c’era una gran cornice da quel lato, e sono tornato quasi subito sulla cima principale senza avvicinarmi al punto in teoria migliore per le foto verso il basso.
Discesa dal Monte Colsent ai Piani di Erera attraversando i Piani Eterni
Questa è la “ciliegina sulla torta” di questa ciaspolata, ma bisogna valutarne bene la fattibilità visto che si scende in pieno versante nord.
In alternativa si ritorna per la via dell’andata.
La valutazione è riferita allo stato della neve, sia come quantità che STABILITÀ.
Con la neve giusta, le pendenze sono compatibili con le ciaspole, facili per la maggior parte con un paio di brevi ripidi.
Dalla grande insellatura sotto la dorsale est del Monte Colsent, si scende un iniziale dolce valloncello in direzione più o meno nord-est, con un breve ripido finale che immette in un LUNGO e dolce vallone.
Questo vallone – con direzione nord-ovest e qualche piccolo balzo intermedio – cala direttamente nel cuore dei Piani Eterni.
Discesa spettacolare, anzi S-P-E-T-T-A-C-O-L-A-R-E!
Quando si arriva ai Piani Eterni si può facilmente pensare che “Eterni” sia riferito solo alla vastità (in realtà il toponimo ha un’origine un po’ più complessa).
È tutto così dolce, con un’infinità di piccole gobbe che un po’ ti fanno faticare, e ce ne vuole per l’attraversamento con neve profonda: bisogna prendersela con calma e gustarsi il luogo.
Infine, si arriva alla super spianata dei Piani di Erera – ci si può arrivare in molti punti diversi, e io ho scelto una “linea di vagabondaggio” che mi portasse più o meno di fronte a Malga Erera.
Da qui basta seguire la traccia battuta per chiudere l’anello.
Considerazioni finali
Nella descrizione ho differenziato Piani Eterni e Piani di Erera secondo la toponomastica originale, anche se generalmente ci si riferisce al tutto come Piani Eterni.
Alla fine ho scritto di far riferimento alla traccia battuta per chiudere l’anello: non considero un giro del genere senza traccia battuta in basso subito dopo una gran nevicata, sia per fatica che per sicurezza nella parte alta.
Valutare bene lo stato della neve lungo tutto il giro per decidere nel dettaglio l’avvicinamento al Monte Colsent e la seconda parte della giornata.
Con giornate più lunghe, se si vuol proprio passare dai Piani di Erera, si può anche tornare per il Vallonetto e poi girare a destra per Forcella Covolada.
L’unico tratto tutto a sud di questa escursione è abbastanza dolce e largo da poter stare lontani dalle ripide pareti laterali, e oggi facevano paura i versanti sud ripidi – a guardare il lato sud del Monte Mondo o di Punta Pale Rosse sembrava la “fiera delle valanghe per slittamento di neve”.
Però ogni giorno è una storia a sé per questa escursione.
Waypoints
Waypoint
2,105 ft
01 - Ultimo parcheggio auto a fine Val Canzoi
Waypoint
2,353 ft
02 - Diga del Lago della Stua e inizio sentiero innevato ma non ancora ciaspolabile
You can add a comment or review this trail
Comments