726 RIF.FERRARO PIAN DI VERRA
near Saint Jacques, Valle d’Aosta (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Oggi parcheggiamo in fondo alla val d'Ayas a San Jacques. Subito dopo la chiesa giriamo a destra seguendo le indicazioni per Resy, sentiero 9 giallo. Dopo poco finisce l'asfalto e si mantiene il bel sentiero battuto che si inerpica velocemente verso Resy, incontrando alcune baite private. Presenza di cartello che prudentemente ricorda all'escursionista di informarsi sulla situazione della neve, per evitare di correre il rischio di imbattersi in valanghe. A Resy ci accolgono il rifugio Ferraro e il rifugio delle guide di Frachey. Possibilità di ristoro e pernottamento. Da qui, mantenendoci in quota ci dirigiamo verso destra, nord, e tagliamo un breve pendio, sempre su sentiero battuto. Quindi si entra in un bellissimo bosco e scendendo dolcemente arriviamo ad un bivio su strada poderale. Giriamo a destra verso il vicino Pian di Verra, bel pianoro assolato. Si torna poi al bivio suddetto e a zigzag si scende per tornare in paese.
estratto da wikipedia
Il comune di Ayas occupa la parte alta della valle omonima ai piedi delle grandi vette appartenenti alle Alpi Pennine, che segnano il confine italo-svizzero, separandolo da Zermatt, nella Mattertal (Canton Vallese). Tra le cime più importanti bisogna ricordare il Monte Rosa nella valle rappresentato dal Castore (4.226 m), il Polluce (4.091 m) e il Breithorn (4.165 m) e che danno origine, tra l'altro, al Grande Ghiacciaio di Verraz, principale bacino di alimentazione del torrente Evançon che percorre tutta la Val d'Ayas e sfocia nella Dora Baltea.
Altra importante vetta è lo Zerbion, montagna a forma piramidale alta 2.720 m che sovrasta l'abitato di Ayas e separa questo Comune da quello di Saint-Vincent.
Classificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa)[6]
Flora e fauna
Per quanto riguarda la flora, il paesaggio di Ayas è dominato dalle varie specie di flora alpina, come il mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea), la genziana (Gentiana kochiana) e l'anemone (Anemone vernalis). Gli alberi che prevalgono nei boschi sono l'abete rosso (Picea excelsa), il pino cembro (Pinus cembra) e il larice (Larix decidua).
Le specie faunistiche che abitano il territorio di Ayas sono molto varie. Si possono trovare nelle zone lontane dai centri abitati le marmotte, nei boschi gli scoiattoli e le volpi e a volte nei cieli le aquile reali. Inoltre i fiumi e i laghi sono caratterizzati dalla presenza di pesci d'acqua dolce, come le trote marmorate.
Clima
Il clima è di tipo montano. Presenta inverni freddi ed estati fresche. Le precipitazioni sono più frequenti nelle stagioni intermedie. Durante la stagione estiva sono di tipo temporalesco, in quella invernale sono esclusivamente nevose. Essendo collocato in una valle con orientamento Nord-Sud, gode di buona insolazione durante tutto l'anno.
Origini del nome
Il toponimo latino, testimoniato a partire dal medioevo, è Agatius[7], che sembrerebbe essere il nome del primo colono romano. Tuttavia l'etimologia del termine è incerta, sono molte le opinioni. Per esempio, in omofonia con il toponimo del torrente Ayasse, nella valle di Champorcher, Ayas potrebbe derivare dall'aggettivo latino aquatica e indicare quindi un corso d'acqua. Secondo un'altra ipotesi, largamente meno accreditata in ragione della distanza linguistica, potrebbe derivare da giàs, in dialetto piemontese il recinto del gregge.[8]
Storia
Per quanto riguarda i primi insediamenti umani nella valle, si pensa che Ayas fosse popolata inizialmente dai Salassi. Questi si dedicarono all'agricoltura, all'allevamento, alla caccia e alla pesca fino alla conquista dei Romani (intorno al 25 a.C.). La Val d'Ayas divenne un'importante via di passaggio verso gli altri territori dell'Impero. In seguito questo suo ruolo si consolidò e i rapporti con il Vallese aumentarono. Da questo momento Ayas cominciò ad essere chiamato Krämertal, la valle dei mercanti. Verso il 515, all'epoca della dominazione delle Alpi occidentali da parte dei Burgundi, il territorio di Ayas divenne parte dei territori (secoli dopo istituiti in feudo) controllati dai monaci di San Maurizio, che risiedevano nell'abbazia di Saint-Maurice d'Agaune (in Vallese). In questo contesto si impose ai montanari della zona il cristianesimo, al quale erano stati fino ad allora estranei. È in questo periodo che furono costruite le prime chiese e le strade che collegavano i villaggi si intensificarono. A questa data risale la prima testimonianza certa di Ayas. In seguito il controllo della Chiesa su Ayas si rafforzò, fino a che il Papa con la bolla del 1176 non diede al Vescovo di Aosta Aimone di Quart tutto il controllo della vallata.
Durante il medioevo, e specificamente a partire dal XII secolo, un flusso migratorio di popolazioni walser, di origine germanica, interessò la vallata, in particolare Saint-Jacques, localmente chiamato Canton des Allemands (Cantone dei Tedeschi). Questo cambiamento lasciò tracce nell'architettura, simile a quella del Vallese e dell'alta valle del Lys, e nella lingua, in quanto il patois dell'alta val d'Ayas presenta una fonetica e un lessico molto particolare rispetto agli altri patois valdostani. A differenza della vicina valle del Lys, questo territorio restò tuttavia arpitano, a riprova del fatto che la popolazione locale era preesisente alla colonizzazione walser, favorita da una fase di clima più caldo dell'attuale, in cui i passi erano sgombri da ghiacci, le foreste arrivavano anche quote di 2500 metri e l'agricoltura si praticava fino a quote molto elevate. Questa situazione, che aveva reso la zona prospero luogo di passaggio di ricche carovane commerciali, persino indicata su antiche mappe geografiche come Aiazzo o Krämerthal ("valle dei mercanti", in lingua tedesca), complice l'assenza di pedaggi sui colli del Teodulo, delle Cime Bianche, della Bettaforca e altri, venne meno con la "piccola età glaciale" che a partire dalla fine del Cinquecento chiuse i valichi e fece avanzare i ghiacciai. La vita della popolazione locale si fece pertanto più dura e isolata.
Verso il 1200, le terre della famiglia di Graines, che controllava allora Ayas, furono vendute alla famiglia di Challant, visconti di Aosta. La vallata prese allora il nome di Vallée de Challant-Ayas. Tuttavia non fu solo questa potente famiglia feudataria a controllare la valle, ma anche l'abbazia di Saint-Maurice d'Augaune, che aveva l'alta sovranità sulle terre e a cui gli Challant continuarono a riconoscere l'alta signoria. Gli Challant governarono sulla Val d'Ayas fino al XVIII secolo, quando i suoi appartenenti, oramai deboli, ne perdettero il controllo. In seguito, la valle divenne parte del Ducato di Aosta e fu gestita dalla Chiesa, che possedeva varie parrocchie lungo tutta la valle.
Come tutti gli altri comuni della Valle d'Aosta, anche Ayas fu colpito da flussi emigratori alla fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. I principali paesi verso cui si diressero gli Ayassins sono la Francia e la Svizzera.
Durante i due conflitti mondiali, furono molti gli uomini di Ayas ad essere richiamati nell'esercito. Nel ventennio fascista si creò un sentimento di ostilità nei confronti del regime e nel 1944 ci fu una piccola azione partigiana. Inoltre i tedeschi arrivarono fino ad Ayas. Nel 1939 il toponimo venne italianizzato in Aias[9].
Dopo la seconda guerra mondiale ci fu una ripresa economica e si avviò l'attività turistica ad Ayas, che portò alla costruzione di alberghi, case, strade e ad un cambiamento di economia.
Un altro evento importante per Ayas, risalente al XX secolo, è la divisione della parrocchia, da cui nacquero la parrocchia di Antagnod e quella di Champoluc.
La chiesa di San Giacomo a Saint-Jacques è secondo la tradizione antichissima. All'inizio si trovava una piccola cappella, ingrandita poi per volere di Papa Alessandro VI nel 1500. In seguito i ricchi mercanti del villaggio la fecero affrescare, ma poiché era più bassa del livello della strada, le varie alluvioni ne distrussero gli affreschi. Oggi è stata sopraelevata e si possono osservare i resti interni degli affreschi e le pareti esterne. Nella stessa piazza dove si erge questa chiesa si trova una grotta simile a quella di Lourdes, al cui interno c'è una statua della Madonna.
estratto da wikipedia
Il comune di Ayas occupa la parte alta della valle omonima ai piedi delle grandi vette appartenenti alle Alpi Pennine, che segnano il confine italo-svizzero, separandolo da Zermatt, nella Mattertal (Canton Vallese). Tra le cime più importanti bisogna ricordare il Monte Rosa nella valle rappresentato dal Castore (4.226 m), il Polluce (4.091 m) e il Breithorn (4.165 m) e che danno origine, tra l'altro, al Grande Ghiacciaio di Verraz, principale bacino di alimentazione del torrente Evançon che percorre tutta la Val d'Ayas e sfocia nella Dora Baltea.
Altra importante vetta è lo Zerbion, montagna a forma piramidale alta 2.720 m che sovrasta l'abitato di Ayas e separa questo Comune da quello di Saint-Vincent.
Classificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa)[6]
Flora e fauna
Per quanto riguarda la flora, il paesaggio di Ayas è dominato dalle varie specie di flora alpina, come il mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea), la genziana (Gentiana kochiana) e l'anemone (Anemone vernalis). Gli alberi che prevalgono nei boschi sono l'abete rosso (Picea excelsa), il pino cembro (Pinus cembra) e il larice (Larix decidua).
Le specie faunistiche che abitano il territorio di Ayas sono molto varie. Si possono trovare nelle zone lontane dai centri abitati le marmotte, nei boschi gli scoiattoli e le volpi e a volte nei cieli le aquile reali. Inoltre i fiumi e i laghi sono caratterizzati dalla presenza di pesci d'acqua dolce, come le trote marmorate.
Clima
Il clima è di tipo montano. Presenta inverni freddi ed estati fresche. Le precipitazioni sono più frequenti nelle stagioni intermedie. Durante la stagione estiva sono di tipo temporalesco, in quella invernale sono esclusivamente nevose. Essendo collocato in una valle con orientamento Nord-Sud, gode di buona insolazione durante tutto l'anno.
Origini del nome
Il toponimo latino, testimoniato a partire dal medioevo, è Agatius[7], che sembrerebbe essere il nome del primo colono romano. Tuttavia l'etimologia del termine è incerta, sono molte le opinioni. Per esempio, in omofonia con il toponimo del torrente Ayasse, nella valle di Champorcher, Ayas potrebbe derivare dall'aggettivo latino aquatica e indicare quindi un corso d'acqua. Secondo un'altra ipotesi, largamente meno accreditata in ragione della distanza linguistica, potrebbe derivare da giàs, in dialetto piemontese il recinto del gregge.[8]
Storia
Per quanto riguarda i primi insediamenti umani nella valle, si pensa che Ayas fosse popolata inizialmente dai Salassi. Questi si dedicarono all'agricoltura, all'allevamento, alla caccia e alla pesca fino alla conquista dei Romani (intorno al 25 a.C.). La Val d'Ayas divenne un'importante via di passaggio verso gli altri territori dell'Impero. In seguito questo suo ruolo si consolidò e i rapporti con il Vallese aumentarono. Da questo momento Ayas cominciò ad essere chiamato Krämertal, la valle dei mercanti. Verso il 515, all'epoca della dominazione delle Alpi occidentali da parte dei Burgundi, il territorio di Ayas divenne parte dei territori (secoli dopo istituiti in feudo) controllati dai monaci di San Maurizio, che risiedevano nell'abbazia di Saint-Maurice d'Agaune (in Vallese). In questo contesto si impose ai montanari della zona il cristianesimo, al quale erano stati fino ad allora estranei. È in questo periodo che furono costruite le prime chiese e le strade che collegavano i villaggi si intensificarono. A questa data risale la prima testimonianza certa di Ayas. In seguito il controllo della Chiesa su Ayas si rafforzò, fino a che il Papa con la bolla del 1176 non diede al Vescovo di Aosta Aimone di Quart tutto il controllo della vallata.
Durante il medioevo, e specificamente a partire dal XII secolo, un flusso migratorio di popolazioni walser, di origine germanica, interessò la vallata, in particolare Saint-Jacques, localmente chiamato Canton des Allemands (Cantone dei Tedeschi). Questo cambiamento lasciò tracce nell'architettura, simile a quella del Vallese e dell'alta valle del Lys, e nella lingua, in quanto il patois dell'alta val d'Ayas presenta una fonetica e un lessico molto particolare rispetto agli altri patois valdostani. A differenza della vicina valle del Lys, questo territorio restò tuttavia arpitano, a riprova del fatto che la popolazione locale era preesisente alla colonizzazione walser, favorita da una fase di clima più caldo dell'attuale, in cui i passi erano sgombri da ghiacci, le foreste arrivavano anche quote di 2500 metri e l'agricoltura si praticava fino a quote molto elevate. Questa situazione, che aveva reso la zona prospero luogo di passaggio di ricche carovane commerciali, persino indicata su antiche mappe geografiche come Aiazzo o Krämerthal ("valle dei mercanti", in lingua tedesca), complice l'assenza di pedaggi sui colli del Teodulo, delle Cime Bianche, della Bettaforca e altri, venne meno con la "piccola età glaciale" che a partire dalla fine del Cinquecento chiuse i valichi e fece avanzare i ghiacciai. La vita della popolazione locale si fece pertanto più dura e isolata.
Verso il 1200, le terre della famiglia di Graines, che controllava allora Ayas, furono vendute alla famiglia di Challant, visconti di Aosta. La vallata prese allora il nome di Vallée de Challant-Ayas. Tuttavia non fu solo questa potente famiglia feudataria a controllare la valle, ma anche l'abbazia di Saint-Maurice d'Augaune, che aveva l'alta sovranità sulle terre e a cui gli Challant continuarono a riconoscere l'alta signoria. Gli Challant governarono sulla Val d'Ayas fino al XVIII secolo, quando i suoi appartenenti, oramai deboli, ne perdettero il controllo. In seguito, la valle divenne parte del Ducato di Aosta e fu gestita dalla Chiesa, che possedeva varie parrocchie lungo tutta la valle.
Come tutti gli altri comuni della Valle d'Aosta, anche Ayas fu colpito da flussi emigratori alla fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. I principali paesi verso cui si diressero gli Ayassins sono la Francia e la Svizzera.
Durante i due conflitti mondiali, furono molti gli uomini di Ayas ad essere richiamati nell'esercito. Nel ventennio fascista si creò un sentimento di ostilità nei confronti del regime e nel 1944 ci fu una piccola azione partigiana. Inoltre i tedeschi arrivarono fino ad Ayas. Nel 1939 il toponimo venne italianizzato in Aias[9].
Dopo la seconda guerra mondiale ci fu una ripresa economica e si avviò l'attività turistica ad Ayas, che portò alla costruzione di alberghi, case, strade e ad un cambiamento di economia.
Un altro evento importante per Ayas, risalente al XX secolo, è la divisione della parrocchia, da cui nacquero la parrocchia di Antagnod e quella di Champoluc.
La chiesa di San Giacomo a Saint-Jacques è secondo la tradizione antichissima. All'inizio si trovava una piccola cappella, ingrandita poi per volere di Papa Alessandro VI nel 1500. In seguito i ricchi mercanti del villaggio la fecero affrescare, ma poiché era più bassa del livello della strada, le varie alluvioni ne distrussero gli affreschi. Oggi è stata sopraelevata e si possono osservare i resti interni degli affreschi e le pareti esterne. Nella stessa piazza dove si erge questa chiesa si trova una grotta simile a quella di Lourdes, al cui interno c'è una statua della Madonna.
Waypoints
Waypoint
5,983 ft
strada poderale
Comments (1)
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Un bell'itinerario, spesso battuto e quindi percorribile. Informarsi presso ufficio informazioni di Champoluc 👍