GoWest 2020 - Il ritorno
near Belém, Lisboa (Portugal)
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Itinerary description
26esimo giorno del viaggio.
Avendo raggiunto il punto estremo del continente, Cabo da Roca, il viaggio d’ora in poi ci porterà necessariamente a tornare verso est.
Partiamo la sera da Lisbona, mi accampo per la notte più a sud, dietro strada, prima di un assembramento urbano
27esimo giorno
Lascio il mezzo dietro strada e andiamo in spiaggia subito sotto, piccoli anfratti di sabbia tra le rocce. La sera, al ritorno, troviamo il tettuccio del furgone scassinato. I ladri sono entrati e hanno portato via alcune borse e oggetti. Bottino: passaporti, carte d’identità, tessere sanitarie, bancomat, postepay, patenti, 3 macchine fotografiche 2 iPod Touch il mio case con una trentina di CD, accessori GoPro, 1 orologio, 2 coltellini svizzeri, pantaloni comprati in Turchia e borse, zaini con vari vestiti compreso il mio nice pigiama.
Mannaggia.
La serata continua senza alcuna voglia di cucinare, quindi ci troviamo a cenare in uno squallido self service in paese dove confondo la salsa supercilipiccante con il ketchup e rovino le gia tristi pietanze, poi ci passiamo un paio d’ore buone in una non meno squallida stazione di polizia per la denuncia dei documenti e la notte ci accampiamo in un parcheggio puzzolente pieno di immondizia e di camper. Qui una veccia prostituta mi chiede di pagarle il soggiorno, mi smarco elegantemente riuscendo a rimandare al domani la questione. Non pago e intanto buonanotte.
28esimo giorno
Il risveglio nel lurido posto di accampamento è stato accompagnato dagli sguardi della donna di dubbia moralità che tenta ancora di estorcere qualche euro per il pernottamento, non riuscendoci. Mi manda a quel paese.
Fuggo per tentare di andare ancora verso sud alla ricerca di una spiaggia meno turisticommerciale, imbocco l’autostrada per essere più rapido, sbaglio strada e mi trovo nell’entroterra per 20 km, tento di uscire per tornare sulla costa ma sbaglio ancora e mi trovo in un’altra autostrada che porta ancora più a est. Altri 20km dopo ho la possibilità di invertire la marcia, ma sento che lasciare la jella alle spalle forse non è proprio sbagliato, anzi. Quindi continuo imperterrito nonostante la temperatura sia salita a quasi 40 gradi ed il paesaggio intorno a me si faccia sempre più aspro e torrido.
La scelta fatta d’impulso si rivela salvifica: allontanandomi dalla zona più battuta dai turisti troviamo paesini caratteristici con basse casette bianche di contadini, gente povera che al vedere il furgone si incuriosisce, osserva, sorride.
Tutto cambia improvvisamente.
Da turisti ritorniamo nella nostra vera dimensione di viaggiatori. Finalmente.
Mi accampo la sera sulle rive del lago Amieira dove una delle tante amministrazioni locali di estrema sinistra ha ben pensato di allestire un vero e proprio "lido del popolo" con servizi igienici, docce gratuite e bar.
Ci voleva proprio!
Un tuffo e poi si cena con un kg di tonno fresco portato in frigo dall’oceano.
29esimo giorno
Mille bagni per resistere al caldo, una giornata di riposo pur occupando un’oretta sotto il tubo di scarico che andava fissato a causa della rottura del supporto.
Arriva sera, un po’ la temperatura cala pur rimanendo sopra ai 30gradi; è il momento giusto per rimettersi in strada per affrontare la traversata della Spagna via Madrid-Saragozza
Partiamo alle 20:00 ed al netto del fuso orario viaggiamo per 17 ore “no stop” percorrendo 1280 km arriviamo come teletrasportati nella frescura di un fiume pirenaico a ridosso del confine francese, vicino allo stato di Andorra il giorno dopo alle 15:00.
La sera attraversiamo la piccola frontiera all’altezza di Puigcerdà e ceniamo in territorio Francese a Bourg Madame.
Siamo di nuovo sui Pirenei, su consiglio di una persona del luogo ci accampiamo in montagna ai bordi di un laghetto a 1700mslm.
I paesaggi sono sempre belli qui, la zona è molto antropizzata i paesini curati e ordinati; c’è molta differenza rispetto al versante spagnolo.
30esimo giorno
Stamattina ci siamo svegliati tardi, quasi a mezzogiorno, sotto una pioggia battente cominciata già la sera.
Dopo aver fatto colazione il tempo migliora e ci permette di uscire per lavarci. Ripartiamo ed attraverso stradine secondarie strette e con mille curve ci godiamo lo scorrere delle montagne pirenaiche francesi con i loro picchi e le strette gole che lentamente cominciano ad addolcirsi per lasciare spazio sempre più alle colline dei vigneti; imbocchiamo una strada del vino con numerose cantine che mantenendoci nell’entroterra ci fanno scoprire paesini caratteristici in un tragitto molto gradevole e bello da guidare.
Raggiungiamo quindi la costa del Mediterraneo all’altezza del parco naturale di Nardonne nella grande e meravigliosa laguna troviamo il piccolo paesino di Peyriac de Mer costruito ai bordi di una salina abitata in questo periodo da decine di aironi che non si preoccupano di farsi avvicinare. Il posto è molto accogliente e decidiamo di accamparci in un parcheggio sulla stradina che separa le abitazioni dall’acqua. Visitiamo il borgo che troviamo davvero bello ed andiamo a dormire accompagnati dalla luce calda di un tramonto fotografico.
Buona notte.
31esimo giorno
Si parte dopo un caffè accompagnato da delicate specialità di pasticceria locali, lasciamo la laguna attraversandola su piccole stradine dove notiamo che la vasta zona è molto adatta all’accampamento libero di furgoni nel bel mezzo della natura.
Non usiamo l’autostrada e ci spostiamo verso nord finché non arriviamo al paese di Adge, sempre sulla costa del Mediterraneo, dove troviamo una spiaggia libera con docce, decidiamo quindi di fermarci per preparare pranzo e fare il bagno, la giornata è serena e calda 30gradi.
Proseguiamo sulla costa trovando una zona industriale vicino a Montpellier, la superiamo lasciando la Linguadoca fino ad arrivare in Provenza dove raggiungiamo il paese di St Marie de la Mer immerso in una meravigliosa laguna, parco ornitologico. Il posto è turistico ma non inflazionato, decidiamo di accamparci all’entrata del paese.
32esimo giorno
Partiamo nel tardo pomeriggio attraverso la Provenza su strade statali.
Il trasferimento è poco interessante, visto che la zona è prevalentemente industriale o turistica.
La sera arrivo a Roussilion il paese d’ocra. Mi accampo nel bosco in un angolino difficile da trovare e veramente esclusivo.
33esimo giorno
La traccia che segno oggi è un percorso che attraverso l’entroterra della Provenza mi porta fino al cuore delle Alpi francesi passando su stradine secondarie, qualche sterrato, campi sterminati di lavanda, molti paesini caratteristici che verrebbe voglia di visitare uno ad uno, gole fantastiche con torrenti di acqua cristallina fino agli imponenti massicci rocciosi delle Alpi. Una traccia veramente spettacolare che consiglio a chiunque passi da queste parti ed abbia voglia di guidare.
La giornata si conclude con l’accampamento al bordo di un laghetto non segnato sulle mappe (che segnalo con waypoint) dotato di piccolo lido comunale e bagni pubblici. Sono già nel mezzo delle Alpi, a solo 50 km dalla frontiera italiana.
34esimo giorno
Parto verso la frontiera che supero all’altezza del Colle della Maddalena.
Scendendo scopriamo che le le marmotte spiano il nostro passaggio.
La strada che poi porta a Cuneo percorre una vallata poco abitata con parecchi TIR, segno di una cattivissima gestione della mobilità delle merci ed alcuni interventi di speculazione edilizia andata male come residence e condomini orribili mai terminati e già in degrado; un biglietto da visita che rappresenta uno dei peggiori aspetti del nostro Paese.
Tiro dritto, veloce in autostrada, fino a Savona poi trovo un punto dove accamparmi, su un picco, sede di installazioni per antenne telefoniche, nel comune di Bereggi all’interno di un bosco di sughero.
35 e 36esimo giorno
Passiamo da un’antenna telefonica ad un ripetitore installato sul picco che domina Portofino. In posto è in cima alla montagna dove si trova un hotel di lusso con tanto di centro wellness parcheggi ecc. il tutto chiuso, recintato ed andato in fallimento. Gli edifici sono conservati e non ancora vandalizzati ma con le piante che stanno prendendo il sopravvento. C’è un custode che con piglio fanatozziano lascia biglietti scritti a mano su carta intestata del suddetto hotel fantasma per invitare a non bivaccare nella zona. Nonostante ciò le zone piane sono diventate un campeggio improvvisato per furgoni di viaggiatori, auto maggiolinate e quant’altro.
Fantastico, mi fermo 2 notti.
La vista sulla riviera è spettacolare, in poco più di un’ora di cammino in sentieri nel bosco si arriva al mare di SanFruttuoso o Portofino.
37esimo giorno
Riviera fino al porto di Sestri Levante, posto a noi noto dove accamparsi con le dovute cautele e la massima discrezione.
Il bagno nella baia del silenzio è poi un classico irrinunciabile quando si passa da queste parti.
38esimo giorno
La sera trasferimento fino al paesino di Riomaggiore nel cuore delle cinque terre dove ci accampiamo tra strada e bosco con vista sul piccolo golfo e sul mare
39esimo giorno
Oggi siamo passati al paese di Lerici dove ci siamo accampati in un boschetto urbano e, su suggerimento di una famigliola locale, abbiamo divelto un’orribile recinzione antiassembramento per raggiungere la spiaggetta pubblica. Bagno.
40esimo giorno
Trasferimento al lago di Garda presso il porto di Pacengo. Accampamento e bagno.
41esimo giorno
Arriviamo al lago di Levico in Trentino passando da Folgaria per godere la bellezza delle “nostre” montagne.
42esimo giorno
Scendiamo in città a Trento per il concerto di Felix Lalù che inneggia alla conquista del mondo da parte di una non meglio definita minoranza etnica che chiama “i nonesi”.
Siamo a casa.
Avendo raggiunto il punto estremo del continente, Cabo da Roca, il viaggio d’ora in poi ci porterà necessariamente a tornare verso est.
Partiamo la sera da Lisbona, mi accampo per la notte più a sud, dietro strada, prima di un assembramento urbano
27esimo giorno
Lascio il mezzo dietro strada e andiamo in spiaggia subito sotto, piccoli anfratti di sabbia tra le rocce. La sera, al ritorno, troviamo il tettuccio del furgone scassinato. I ladri sono entrati e hanno portato via alcune borse e oggetti. Bottino: passaporti, carte d’identità, tessere sanitarie, bancomat, postepay, patenti, 3 macchine fotografiche 2 iPod Touch il mio case con una trentina di CD, accessori GoPro, 1 orologio, 2 coltellini svizzeri, pantaloni comprati in Turchia e borse, zaini con vari vestiti compreso il mio nice pigiama.
Mannaggia.
La serata continua senza alcuna voglia di cucinare, quindi ci troviamo a cenare in uno squallido self service in paese dove confondo la salsa supercilipiccante con il ketchup e rovino le gia tristi pietanze, poi ci passiamo un paio d’ore buone in una non meno squallida stazione di polizia per la denuncia dei documenti e la notte ci accampiamo in un parcheggio puzzolente pieno di immondizia e di camper. Qui una veccia prostituta mi chiede di pagarle il soggiorno, mi smarco elegantemente riuscendo a rimandare al domani la questione. Non pago e intanto buonanotte.
28esimo giorno
Il risveglio nel lurido posto di accampamento è stato accompagnato dagli sguardi della donna di dubbia moralità che tenta ancora di estorcere qualche euro per il pernottamento, non riuscendoci. Mi manda a quel paese.
Fuggo per tentare di andare ancora verso sud alla ricerca di una spiaggia meno turisticommerciale, imbocco l’autostrada per essere più rapido, sbaglio strada e mi trovo nell’entroterra per 20 km, tento di uscire per tornare sulla costa ma sbaglio ancora e mi trovo in un’altra autostrada che porta ancora più a est. Altri 20km dopo ho la possibilità di invertire la marcia, ma sento che lasciare la jella alle spalle forse non è proprio sbagliato, anzi. Quindi continuo imperterrito nonostante la temperatura sia salita a quasi 40 gradi ed il paesaggio intorno a me si faccia sempre più aspro e torrido.
La scelta fatta d’impulso si rivela salvifica: allontanandomi dalla zona più battuta dai turisti troviamo paesini caratteristici con basse casette bianche di contadini, gente povera che al vedere il furgone si incuriosisce, osserva, sorride.
Tutto cambia improvvisamente.
Da turisti ritorniamo nella nostra vera dimensione di viaggiatori. Finalmente.
Mi accampo la sera sulle rive del lago Amieira dove una delle tante amministrazioni locali di estrema sinistra ha ben pensato di allestire un vero e proprio "lido del popolo" con servizi igienici, docce gratuite e bar.
Ci voleva proprio!
Un tuffo e poi si cena con un kg di tonno fresco portato in frigo dall’oceano.
29esimo giorno
Mille bagni per resistere al caldo, una giornata di riposo pur occupando un’oretta sotto il tubo di scarico che andava fissato a causa della rottura del supporto.
Arriva sera, un po’ la temperatura cala pur rimanendo sopra ai 30gradi; è il momento giusto per rimettersi in strada per affrontare la traversata della Spagna via Madrid-Saragozza
Partiamo alle 20:00 ed al netto del fuso orario viaggiamo per 17 ore “no stop” percorrendo 1280 km arriviamo come teletrasportati nella frescura di un fiume pirenaico a ridosso del confine francese, vicino allo stato di Andorra il giorno dopo alle 15:00.
La sera attraversiamo la piccola frontiera all’altezza di Puigcerdà e ceniamo in territorio Francese a Bourg Madame.
Siamo di nuovo sui Pirenei, su consiglio di una persona del luogo ci accampiamo in montagna ai bordi di un laghetto a 1700mslm.
I paesaggi sono sempre belli qui, la zona è molto antropizzata i paesini curati e ordinati; c’è molta differenza rispetto al versante spagnolo.
30esimo giorno
Stamattina ci siamo svegliati tardi, quasi a mezzogiorno, sotto una pioggia battente cominciata già la sera.
Dopo aver fatto colazione il tempo migliora e ci permette di uscire per lavarci. Ripartiamo ed attraverso stradine secondarie strette e con mille curve ci godiamo lo scorrere delle montagne pirenaiche francesi con i loro picchi e le strette gole che lentamente cominciano ad addolcirsi per lasciare spazio sempre più alle colline dei vigneti; imbocchiamo una strada del vino con numerose cantine che mantenendoci nell’entroterra ci fanno scoprire paesini caratteristici in un tragitto molto gradevole e bello da guidare.
Raggiungiamo quindi la costa del Mediterraneo all’altezza del parco naturale di Nardonne nella grande e meravigliosa laguna troviamo il piccolo paesino di Peyriac de Mer costruito ai bordi di una salina abitata in questo periodo da decine di aironi che non si preoccupano di farsi avvicinare. Il posto è molto accogliente e decidiamo di accamparci in un parcheggio sulla stradina che separa le abitazioni dall’acqua. Visitiamo il borgo che troviamo davvero bello ed andiamo a dormire accompagnati dalla luce calda di un tramonto fotografico.
Buona notte.
31esimo giorno
Si parte dopo un caffè accompagnato da delicate specialità di pasticceria locali, lasciamo la laguna attraversandola su piccole stradine dove notiamo che la vasta zona è molto adatta all’accampamento libero di furgoni nel bel mezzo della natura.
Non usiamo l’autostrada e ci spostiamo verso nord finché non arriviamo al paese di Adge, sempre sulla costa del Mediterraneo, dove troviamo una spiaggia libera con docce, decidiamo quindi di fermarci per preparare pranzo e fare il bagno, la giornata è serena e calda 30gradi.
Proseguiamo sulla costa trovando una zona industriale vicino a Montpellier, la superiamo lasciando la Linguadoca fino ad arrivare in Provenza dove raggiungiamo il paese di St Marie de la Mer immerso in una meravigliosa laguna, parco ornitologico. Il posto è turistico ma non inflazionato, decidiamo di accamparci all’entrata del paese.
32esimo giorno
Partiamo nel tardo pomeriggio attraverso la Provenza su strade statali.
Il trasferimento è poco interessante, visto che la zona è prevalentemente industriale o turistica.
La sera arrivo a Roussilion il paese d’ocra. Mi accampo nel bosco in un angolino difficile da trovare e veramente esclusivo.
33esimo giorno
La traccia che segno oggi è un percorso che attraverso l’entroterra della Provenza mi porta fino al cuore delle Alpi francesi passando su stradine secondarie, qualche sterrato, campi sterminati di lavanda, molti paesini caratteristici che verrebbe voglia di visitare uno ad uno, gole fantastiche con torrenti di acqua cristallina fino agli imponenti massicci rocciosi delle Alpi. Una traccia veramente spettacolare che consiglio a chiunque passi da queste parti ed abbia voglia di guidare.
La giornata si conclude con l’accampamento al bordo di un laghetto non segnato sulle mappe (che segnalo con waypoint) dotato di piccolo lido comunale e bagni pubblici. Sono già nel mezzo delle Alpi, a solo 50 km dalla frontiera italiana.
34esimo giorno
Parto verso la frontiera che supero all’altezza del Colle della Maddalena.
Scendendo scopriamo che le le marmotte spiano il nostro passaggio.
La strada che poi porta a Cuneo percorre una vallata poco abitata con parecchi TIR, segno di una cattivissima gestione della mobilità delle merci ed alcuni interventi di speculazione edilizia andata male come residence e condomini orribili mai terminati e già in degrado; un biglietto da visita che rappresenta uno dei peggiori aspetti del nostro Paese.
Tiro dritto, veloce in autostrada, fino a Savona poi trovo un punto dove accamparmi, su un picco, sede di installazioni per antenne telefoniche, nel comune di Bereggi all’interno di un bosco di sughero.
35 e 36esimo giorno
Passiamo da un’antenna telefonica ad un ripetitore installato sul picco che domina Portofino. In posto è in cima alla montagna dove si trova un hotel di lusso con tanto di centro wellness parcheggi ecc. il tutto chiuso, recintato ed andato in fallimento. Gli edifici sono conservati e non ancora vandalizzati ma con le piante che stanno prendendo il sopravvento. C’è un custode che con piglio fanatozziano lascia biglietti scritti a mano su carta intestata del suddetto hotel fantasma per invitare a non bivaccare nella zona. Nonostante ciò le zone piane sono diventate un campeggio improvvisato per furgoni di viaggiatori, auto maggiolinate e quant’altro.
Fantastico, mi fermo 2 notti.
La vista sulla riviera è spettacolare, in poco più di un’ora di cammino in sentieri nel bosco si arriva al mare di SanFruttuoso o Portofino.
37esimo giorno
Riviera fino al porto di Sestri Levante, posto a noi noto dove accamparsi con le dovute cautele e la massima discrezione.
Il bagno nella baia del silenzio è poi un classico irrinunciabile quando si passa da queste parti.
38esimo giorno
La sera trasferimento fino al paesino di Riomaggiore nel cuore delle cinque terre dove ci accampiamo tra strada e bosco con vista sul piccolo golfo e sul mare
39esimo giorno
Oggi siamo passati al paese di Lerici dove ci siamo accampati in un boschetto urbano e, su suggerimento di una famigliola locale, abbiamo divelto un’orribile recinzione antiassembramento per raggiungere la spiaggetta pubblica. Bagno.
40esimo giorno
Trasferimento al lago di Garda presso il porto di Pacengo. Accampamento e bagno.
41esimo giorno
Arriviamo al lago di Levico in Trentino passando da Folgaria per godere la bellezza delle “nostre” montagne.
42esimo giorno
Scendiamo in città a Trento per il concerto di Felix Lalù che inneggia alla conquista del mondo da parte di una non meglio definita minoranza etnica che chiama “i nonesi”.
Siamo a casa.
Waypoints
Photo
499 ft
Spiaggia
Luogo dove trovare un gradevole bagno in mezzo al territorio torrido dell’entroterra portoghese.
Photo
2,917 ft
Accampamento
Accampamento in riva a laghetto non segnato sulle mappe. Docce e bagni pubblici a disposizione
Summit
735 ft
Accampamento
Accampamento su un picco, sede di installazioni per antenne telefoniche, nel comune di Bereggi all’interno di un bosco di sughero.
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