Val Ridanna G2 - Cima Libera (o quasi)
near Opificio, Trentino-Alto Adige (Italia)
Viewed 100 times, downloaded 5 times
Itinerary description
Si parte dal rifugio Vedretta Pendente con l'obiettivo di arrivare al rifugio Bicchiere, visibile fin dall'inizio del percorso grazie alla sua incredibile posizione, arroccato su di una piramide rocciosa che fa parte della cresta italiana della Cima Libera.
Fino all'inizio della salita finale al rifugio il sentiero traversa leggermente in salita tre conche glaciali formate dalle altrettante prospicienti cime, senza particolari difficoltà se non alcuni tratti attrezzati (attenzione: alcune protezioni sono saltate) e qualche nevaio da attraversare, di cui uno abbastanza pendente anche se poco esposto.
La salita finale al rifugio viene descritto come un sentiero attrezzato ma negli ultimi anni è stato lavorato con cavi in acciaio ed ora è una via ferrata a tutti gli effetti. Data la conformazione tipicamente alpina del terreno sarebbe consigliabile, se non l'imbrago e il dissipatore, indossare almeno il caschetto. Raggiunto il rifugio ci fermiamo per pranzo e attacchiamo il sentiero di cresta per arrivare su Cima Libera.
Le condizioni meteo con le quali abbiamo affrontato la salita ne hanno fatto una vera e propria conquista alpinistica, sebbene gran parte della cresta è stata attrezzada con cordini metallici e canaponi. Il "sentiero" si svolge su traccia di cresta non banale, specie dopo una fresca nevicata che può nascondere anfratti poco simpatici tra le rocce. L'esposizione alla propria destra è totale, trovandoci spesso a camminare in equilibrio su roccioni a filo di un baratro di 300 metri, mentre a sinistra abbiamo il ghiacciaio di Malavalle le cui nevi possono arrivare direttamente in cresta.
Arrivati alla stazione meteo l'esposizione si inverte e per arrivare in vetta bisogna camminare su un corto sentiero di cresta che percorriamo solo a metà a causa delle condizioni meteo sfavorevoli (visibilità nulla, vento forte e molta neve). il ritorno al rifugio si svolge sullo stesso percorso dell'andata, tentando di non perdere la concentrazione sui tratti più delicati.
Sebbene con condizioni meteo favorevoli la salita dovrebbe rivelarsi decisamente più facile, il percorso al rifugio e soprattutto fino in vetta rimangono comunque riservati ad escursionisti esperti, con esperienza di ferrate o arrampicata, e con sangue freddo per affrontare i tratti più aerei.
Fino all'inizio della salita finale al rifugio il sentiero traversa leggermente in salita tre conche glaciali formate dalle altrettante prospicienti cime, senza particolari difficoltà se non alcuni tratti attrezzati (attenzione: alcune protezioni sono saltate) e qualche nevaio da attraversare, di cui uno abbastanza pendente anche se poco esposto.
La salita finale al rifugio viene descritto come un sentiero attrezzato ma negli ultimi anni è stato lavorato con cavi in acciaio ed ora è una via ferrata a tutti gli effetti. Data la conformazione tipicamente alpina del terreno sarebbe consigliabile, se non l'imbrago e il dissipatore, indossare almeno il caschetto. Raggiunto il rifugio ci fermiamo per pranzo e attacchiamo il sentiero di cresta per arrivare su Cima Libera.
Le condizioni meteo con le quali abbiamo affrontato la salita ne hanno fatto una vera e propria conquista alpinistica, sebbene gran parte della cresta è stata attrezzada con cordini metallici e canaponi. Il "sentiero" si svolge su traccia di cresta non banale, specie dopo una fresca nevicata che può nascondere anfratti poco simpatici tra le rocce. L'esposizione alla propria destra è totale, trovandoci spesso a camminare in equilibrio su roccioni a filo di un baratro di 300 metri, mentre a sinistra abbiamo il ghiacciaio di Malavalle le cui nevi possono arrivare direttamente in cresta.
Arrivati alla stazione meteo l'esposizione si inverte e per arrivare in vetta bisogna camminare su un corto sentiero di cresta che percorriamo solo a metà a causa delle condizioni meteo sfavorevoli (visibilità nulla, vento forte e molta neve). il ritorno al rifugio si svolge sullo stesso percorso dell'andata, tentando di non perdere la concentrazione sui tratti più delicati.
Sebbene con condizioni meteo favorevoli la salita dovrebbe rivelarsi decisamente più facile, il percorso al rifugio e soprattutto fino in vetta rimangono comunque riservati ad escursionisti esperti, con esperienza di ferrate o arrampicata, e con sangue freddo per affrontare i tratti più aerei.
You can add a comment or review this trail
Comments