Risalendo il vallone di Rio Seguret
near Casermette, Piemonte (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Percorso molto suggestivo e con scenari mozzafiato, nel quale si risale il Rio Seguret dal guado nei pressi di Auberge fino alle sue sorgenti, in ambiente selvaggio e fuori sentiero. Il percorso non richiede nessuna attrezzatura (anche se una corta mezza corda potrebbe tornare utile in situazioni di emergenza o nel caso che, avendo sbagliato traccia, fosse necessario effettuare delle brevi calate). Registro comunque il percorso come "itinerario alpinistico" perché sono presenti dei facili e brevi passaggetti di arrampicata (sicuramente non oltre il II grado), e richiede una certa esperienza nell'orientarsi fuori sentiero e nel muoversi in un ambiente che a tratti può diventare esposto. La percorribilità dipende anche da eventuale presenza di neve e dalla portata del torrente.
Da Beaume si imbocca il sentiero che parte sulla sinistra idrografica del torrente e sale ripidamente fino ad Auberge. Si continua a salire per Auberge superiore e poi si tiene la sinistra prendendo il sentiero che porta al guado sul Rio Seguret, a circa 1500 m di quota. A questo punto si lascia il sentiero e si inizia a risalire il torrente, che in questo tratto è abbastanza pianeggiante. Occorre guadare diverse volte il torrente per trovare la via più facile. Dopo circa 500 m la vallata si restringe e il torrente entra in uno stretto orrido nel quale si può entrare fino ad arrivare ad una spettacolare cascata che sbarra la strada. Dopo una doverosa pausa per ammirare la magia di questo luogo, bisogna ritornare leggermente indietro e risalire sulla sinistra idrografica subito prima dell'inizio della gola. Occorre inerpicarsi sul pendio tra i pini (rimanendo sul terreno ed evitando i punti rocciosi, visto che in questo punto la roccia è molto friabile). Una volta risaliti 20-30 m di dislivello circa si gira a sinistra e si prosegue in traverso parallelamente alla direzione del torrente. In questo tratto occorre fare la massima attenzione a non scivolare e ricordarsi che alla propria sinistra alla fine del pendio c'è la gola. Superata la lunghezza della gola (circa 100-150 m) il bosco finisce e si sbuca in una sassaia un po' franosa dalla quale si può abbastanza agevolmente riscendere fino al torrente. A questo punto si riprende a risalire il rio. Più avanti si incontra una nuova strettoia, meno pronunciata, che si riesce a superare direttamente dal letto del torrente (purché la portata non lo impedisca). Pian piano la vallata inizia ad aprirsi e si possono ammirare in lontananza le magnifiche formazioni di roccia dolomitica del monte Pramand e del monte Seguret. In questo tratto, sempre abbastanza pianeggiante, la presenza di alberi caduti da scavalcare può rallentare la progressione. Per seguire il ramo principale del torrente bisogna tenere la propria sinistra (nella traccia GPX ho erroneamente seguito un affluente secondario sulla destra, dopo poco ho corretto il tiro). Il percorso diventa un po' più ripido, e si incontra un'altra cascatella, che si può di nuovo superare tornando un po' indietro e aggirandola sulla sinistra idrografica. Intorno a 1900 m di quota la vallata si apre ulteriormante e il bosco di pini lascia spazio ad un ripido prato. Si può risalire il prato fino ad incontrare i ruderi di quella che probabilmente era una vecchia fonte, poi si tiene la destra (oppure si può anche provare a continuare a risalire il ramo più a destra del torrente, al quale ci si dovrà comunque ricongiungere). La direzione da seguire è quella del paretone con le evidenti grotte (purtroppo a questo punto per sbaglio ho spento il gps e non ho registrato la traccia precisa della salita finale). Gli ultimi 200 m di dislivello circa sono da percorrere su uno sfasciume di rocce costeggiato da alti dirupi che si innalzano su entrambi i lati (attenzione a dove si mettono i piedi: alcuni sassi sono alquanto instabili!). Infine si raggiunge il sentiero che costeggia la base dell'imponente falesia (circa 2200 m di quota). Qua il ramo del torrente che stavo seguendo, diventato ormai un piccolo rivolo, scompare definitivamente dentro una grotta abbastanza grande da permettere di essere percorsa camminando chini con una lampada frontale, almeno inizialmente.
Per ritornare si segue il sentiero verso destra (guardando verso monte) in direzione colletto Pramand. Dopo poco si entra in una piccola galleria che si ricongiunge subito alla grande Galleria dei Saraceni (si tratta di un tratto di galleria molto corto ma può essere utile una lampada frontale, soprattutto se le temperature permettono la formazione di ghiaccio sul cemento della strada). Si prosegue su strada sterrata fino al colletto Pramand. Da qui si tiene la destra imboccando un sentiero segnato che, costeggiando inizialmente la base della falesia del monte Pramand, scende verso Auberge. Una volta arrivati ad Auberge superiore, si riscende a Beaume seguendo lo stesso sentiero della salita.
Da Beaume si imbocca il sentiero che parte sulla sinistra idrografica del torrente e sale ripidamente fino ad Auberge. Si continua a salire per Auberge superiore e poi si tiene la sinistra prendendo il sentiero che porta al guado sul Rio Seguret, a circa 1500 m di quota. A questo punto si lascia il sentiero e si inizia a risalire il torrente, che in questo tratto è abbastanza pianeggiante. Occorre guadare diverse volte il torrente per trovare la via più facile. Dopo circa 500 m la vallata si restringe e il torrente entra in uno stretto orrido nel quale si può entrare fino ad arrivare ad una spettacolare cascata che sbarra la strada. Dopo una doverosa pausa per ammirare la magia di questo luogo, bisogna ritornare leggermente indietro e risalire sulla sinistra idrografica subito prima dell'inizio della gola. Occorre inerpicarsi sul pendio tra i pini (rimanendo sul terreno ed evitando i punti rocciosi, visto che in questo punto la roccia è molto friabile). Una volta risaliti 20-30 m di dislivello circa si gira a sinistra e si prosegue in traverso parallelamente alla direzione del torrente. In questo tratto occorre fare la massima attenzione a non scivolare e ricordarsi che alla propria sinistra alla fine del pendio c'è la gola. Superata la lunghezza della gola (circa 100-150 m) il bosco finisce e si sbuca in una sassaia un po' franosa dalla quale si può abbastanza agevolmente riscendere fino al torrente. A questo punto si riprende a risalire il rio. Più avanti si incontra una nuova strettoia, meno pronunciata, che si riesce a superare direttamente dal letto del torrente (purché la portata non lo impedisca). Pian piano la vallata inizia ad aprirsi e si possono ammirare in lontananza le magnifiche formazioni di roccia dolomitica del monte Pramand e del monte Seguret. In questo tratto, sempre abbastanza pianeggiante, la presenza di alberi caduti da scavalcare può rallentare la progressione. Per seguire il ramo principale del torrente bisogna tenere la propria sinistra (nella traccia GPX ho erroneamente seguito un affluente secondario sulla destra, dopo poco ho corretto il tiro). Il percorso diventa un po' più ripido, e si incontra un'altra cascatella, che si può di nuovo superare tornando un po' indietro e aggirandola sulla sinistra idrografica. Intorno a 1900 m di quota la vallata si apre ulteriormante e il bosco di pini lascia spazio ad un ripido prato. Si può risalire il prato fino ad incontrare i ruderi di quella che probabilmente era una vecchia fonte, poi si tiene la destra (oppure si può anche provare a continuare a risalire il ramo più a destra del torrente, al quale ci si dovrà comunque ricongiungere). La direzione da seguire è quella del paretone con le evidenti grotte (purtroppo a questo punto per sbaglio ho spento il gps e non ho registrato la traccia precisa della salita finale). Gli ultimi 200 m di dislivello circa sono da percorrere su uno sfasciume di rocce costeggiato da alti dirupi che si innalzano su entrambi i lati (attenzione a dove si mettono i piedi: alcuni sassi sono alquanto instabili!). Infine si raggiunge il sentiero che costeggia la base dell'imponente falesia (circa 2200 m di quota). Qua il ramo del torrente che stavo seguendo, diventato ormai un piccolo rivolo, scompare definitivamente dentro una grotta abbastanza grande da permettere di essere percorsa camminando chini con una lampada frontale, almeno inizialmente.
Per ritornare si segue il sentiero verso destra (guardando verso monte) in direzione colletto Pramand. Dopo poco si entra in una piccola galleria che si ricongiunge subito alla grande Galleria dei Saraceni (si tratta di un tratto di galleria molto corto ma può essere utile una lampada frontale, soprattutto se le temperature permettono la formazione di ghiaccio sul cemento della strada). Si prosegue su strada sterrata fino al colletto Pramand. Da qui si tiene la destra imboccando un sentiero segnato che, costeggiando inizialmente la base della falesia del monte Pramand, scende verso Auberge. Una volta arrivati ad Auberge superiore, si riscende a Beaume seguendo lo stesso sentiero della salita.
Waypoints
Waypoint
4,805 ft
Inizio percorso fuori sentiero
Da qui si inizia a risalire il torrente verso monte. Guardando verso valle, invece, si può vedere il Rio Seguret inforrarsi tra alte pareti di roccia. Questo tratto finale ed estremamente ripido del torrente, spesso chiamato orrido di Oulx, può essere percorso solamente in discesa e con l'adeguata attrezzatura da canyoning.
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