Cima Monfalcon di Forni
near I Romiti, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Una delle stupende guglie che popolano il gruppo dei Monfalconi (Dolomiti Friulane).
Chiude a ovest la val D'Arade e a est la valle omonima, presidiata dal bivacco Marchi Granzotto.
La presente salita è stata affrontata dal rif. Padova. Quindi si percorre tutta la val D'Arade fino alla Forcella Monfalcon di Forni. Progressione tutta a nord, sole in estate piena, ma per il resto state belli freschi all'ombra delle "rigettanti" guglie. Sembrano impenetrabili, e alcune richiedono capaità alpinistiche di buon livello (intendo sapersi districare su vie attorno al IV).
La meta odierna è più facile, ma non per questo richiede minor attenzione e perizia.
Si parte dalla forcella, ritornando a ritroso fino al primo tornantino della traccia di salita. Qui si prende una esile traccia che percorre la base ovest della montagna, calandosi per qualche metro (attenzione al provvidenziale muretto che stoppa una traccia errata). Si prende quindi un sassoso e ghiaioso canale di salita. Diversi passi di I e II. Attenzione a non smuovere sassi specie se ci sono altre persone dietro a voi.
Ad un certo punto gli ometti (i migliori amici dell'alpinista, soprattutto in questo caso) ci fanno uscire a dx per cengetta. Quindi si arriva ad un camino che si supera con un tratto di II e con roccia sempre buona. Quindi su a seguire gli ometti (unici punti di via, visto che i radi e sbiaditi bollini, lo devono essere sempre di più, evidentemente). Si va verso nord, si guadagna una cresta che si segue a sud, arrivando al tratto chiave della via che è il camino terminale, appena sotto la cima. Se avete nelle corde il III grado lo potete affrontare senza problemi, considerando che la roccia è molto solida nei passaggi obbligati. Altrimenti potete salire più a dx, ma non sono convinto che sarebbe molto meglio.
In alto è presente un ancoraggio per doppia, che potrebbe servire anche per assicurare eventuali secondi in salita. Quindi siete in cima.
Paesaggi paradisiaci (beh... a vederli bene, potrei dire quasi infernali, a giudicare da queste cime e pinnacoli che paiono fiamme ardenti).
Dirimpetto avete il crodon di Giaf e dietro il mitico Cridola (che da qui fa veramente impressione come via normale di salita).
A sx avete il Monfalcon di Cimoliana e la catena che culmina con il Monfalcon di Montanaia propro sopra la forcella omonima (dalla quale si ha una super vista del Campanile di Montanaia).
Sono tutte cime che hanno una storia di scalate anche ad opera di famosi alpinisti del passato.
La discesa per la via di salita. Potete fare una doppia per evitare di disarrampicare il camino in alto, ma non è indispensabile.
Occhio al canale iniziale per la caduta di sassi.
In questo itinerario abbiamo optato per scendere dal ghiaione sotto la parete ovest, senza ritornare alla forcella Monfalcon. Fattibile con un po di attenzione. Direi consigliabile a chi ha confidenza con discese di questo tipo. Suggerisco di prenderlo all'estrema sx nel senso della discesa.
Quindi giù al parcheggio del rifugio. Bella uscita.
Chiude a ovest la val D'Arade e a est la valle omonima, presidiata dal bivacco Marchi Granzotto.
La presente salita è stata affrontata dal rif. Padova. Quindi si percorre tutta la val D'Arade fino alla Forcella Monfalcon di Forni. Progressione tutta a nord, sole in estate piena, ma per il resto state belli freschi all'ombra delle "rigettanti" guglie. Sembrano impenetrabili, e alcune richiedono capaità alpinistiche di buon livello (intendo sapersi districare su vie attorno al IV).
La meta odierna è più facile, ma non per questo richiede minor attenzione e perizia.
Si parte dalla forcella, ritornando a ritroso fino al primo tornantino della traccia di salita. Qui si prende una esile traccia che percorre la base ovest della montagna, calandosi per qualche metro (attenzione al provvidenziale muretto che stoppa una traccia errata). Si prende quindi un sassoso e ghiaioso canale di salita. Diversi passi di I e II. Attenzione a non smuovere sassi specie se ci sono altre persone dietro a voi.
Ad un certo punto gli ometti (i migliori amici dell'alpinista, soprattutto in questo caso) ci fanno uscire a dx per cengetta. Quindi si arriva ad un camino che si supera con un tratto di II e con roccia sempre buona. Quindi su a seguire gli ometti (unici punti di via, visto che i radi e sbiaditi bollini, lo devono essere sempre di più, evidentemente). Si va verso nord, si guadagna una cresta che si segue a sud, arrivando al tratto chiave della via che è il camino terminale, appena sotto la cima. Se avete nelle corde il III grado lo potete affrontare senza problemi, considerando che la roccia è molto solida nei passaggi obbligati. Altrimenti potete salire più a dx, ma non sono convinto che sarebbe molto meglio.
In alto è presente un ancoraggio per doppia, che potrebbe servire anche per assicurare eventuali secondi in salita. Quindi siete in cima.
Paesaggi paradisiaci (beh... a vederli bene, potrei dire quasi infernali, a giudicare da queste cime e pinnacoli che paiono fiamme ardenti).
Dirimpetto avete il crodon di Giaf e dietro il mitico Cridola (che da qui fa veramente impressione come via normale di salita).
A sx avete il Monfalcon di Cimoliana e la catena che culmina con il Monfalcon di Montanaia propro sopra la forcella omonima (dalla quale si ha una super vista del Campanile di Montanaia).
Sono tutte cime che hanno una storia di scalate anche ad opera di famosi alpinisti del passato.
La discesa per la via di salita. Potete fare una doppia per evitare di disarrampicare il camino in alto, ma non è indispensabile.
Occhio al canale iniziale per la caduta di sassi.
In questo itinerario abbiamo optato per scendere dal ghiaione sotto la parete ovest, senza ritornare alla forcella Monfalcon. Fattibile con un po di attenzione. Direi consigliabile a chi ha confidenza con discese di questo tipo. Suggerisco di prenderlo all'estrema sx nel senso della discesa.
Quindi giù al parcheggio del rifugio. Bella uscita.
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