2018-08-25 Monte Fallére da Vetan

Il Monte Fallère è situato nelle Alpi del Grand Combin tra la Valle del Gran San Bernardo e la Valdigne, nel cuore della Valle d’Aosta e propone una vista panoramica a 360° su tutte le vette valdostane. Il tracciato piuttosto impegnativo e faticoso non è da sottovalutare in quanto presenta lievi difficoltà alpinistiche nella percorrenza della cresta finale, aerea, ma attrezzata con catene.
La prima parte del percorso è comoda e rilassante; interseca la forestale che porta al rifugio Fallere, nuovissimo e gestito da un appassionato scultore che ha disseminato di opere curiose la via di salita. Davvero originale, da sole valgono la passeggiata per chi vuole fermarsi al rifugio.
La giornata non è delle migliori; nuvole vaganti con qualche sprazzo di sereno. Le cime più alte però sembrano libere dalla nuvole. Un vento gelido ci accompagnerà fino alla cima del monte.
Dal parcheggio di Vetan in località Villette accanto all'Hotel Ristorante Notre Maison (in corrispondenza della pineta pic-nic) si segue il sentiero N.13 per il Lago Morto. (1780 m) Si parte subito per una corta e ripida salita che supera un boschetto e poi si prende a destra, calando per guadare un torrente. Si fiancheggiano altri due rii fino al di sotto dell’Alpe di Thoules dove si prosegue a destra per una vecchia strada inerbita. (1895 m) Pian piano iniziamo a raggiungere la quota dei boschi, ora il tracciato si mantiene sempre perfettamente pianeggiante. Ci si inoltra così in piano, nel vallone del torrente Méod. Qui si notano le prime sculture in legno che ci seguiranno per tutto il percorso fino al rifugio. Giunti a un bivio, si svolta stretti a sinistra lasciando la traccia a destra per l'Alpe Loé dove la pendenza inizia a farsi avanti in un bellissimo bosco di larici. (1920 m) Questo tratto, sempre col N.13, è abbastanza impegnativo e ci farà guadagnare gran parte del dislivello della gita. Qui gli animaletti di legno sembrano essere aumentati; un pretesto in più per riposarci con la “scusa” di fotografarli. Usciti dagli alberi, il sentiero continua a risalire in "cresta" per un tratto sterrato roccioso, dove le pendenze nell'ultimo tratto aumentano ulteriormente. Poco dopo raggiungiamo la poderale per l'Alpe Crotte dove si prosegue a destra. (2220 m) Questa bella sterrata ci accompagna fino al rifugio con il monte Fallere di fronte a noi. Lungo il cammino ci sono diversi esempi di sculture dell'artista Siro Vierin e di altri autori. Le opere rendono il percorso vario, una specie di museo a cielo aperto. Proseguiamo per questa comoda strada fin quando ci appare di fronte il Rifugio Mont Fallére, (2388 m) con l’imponente cima del Monte Fallère di fianco a noi. Poco prima del rifugio proseguimo a destra per raggiungere il lago delle Rane, (2364 m) crocevia di alcuni sentieri. Si prosegue seguendo i sentieri N.13-14, fino ad un primo bivio, dove andando a sinistra con il sentiero N.13 si tocca il Lac Mort, mentre invece si prosegue dritto in leggera discesa, seguendo il N.14 per il Lago Fallere.
Ci si porta alla base del detritico versante sud del Monte Fallere, dove inizia a sinistra il sentiero N.9-10 che riprende a salire guadagnando una spalla erbosa. Inizia a salire a serpentine prima tra erba, poi tra detriti e poi attraversa una breve pietraia in piano dopo la quale continua a salire fino al rudere della Capanna Margherita (2980 m) Qui si piega a sinistra e si incontrano quasi subito le catene, che possono tornare utili in condizioni di terreno scivoloso o per i meno esperti. Si segue la cresta ora sul filo ora su cenge sul versante Est, superando facili roccette fino in cima. Questa sarebbe la Via Normale, ma non per noi che, “troppo poco provati dalla fatica”, abbiamo voluto salire per la “verticale” fino a un canaletto sommitale che ci ha portato al sentiero che sale dal Lago Morto. (2850 m) Quindi la cima l’abbiamo raggiunta da Ovest anziché da Est per la normale. Abbiamo aggiunto un pizzico di adrenalina in più! Quindi abbiamo proseguito, poi, per facili roccette, con una catena in corrispondenza di una placca un po' delicata, per un’esile traccia di sentiero fino alla cima. (3061 m) Nella spianata della vetta troviamo una piccola edicola dedicata alla Madonna ed una Croce. Il panorama è subito spettacolare con il profilo inconfondibile della Grivola, ad ovest di quest’ultima si vede il curioso panettone di ghiaccio sulla vetta del Ciarforon.
Dalla cima scendiamo per la stessa via della salita dove nel primo tratto è abbastanza ripida, poi dopo un brevissimo saltino attrezzato con catene e pioli in corrispondenza di una placca, la pendenza diminuisce fino a transitare nei pressi del Lago Morto (2634 m) e poi al Rifugio Fallere, dove facciamo una sosta spuntino. Da qui per la stessa via dell’andata siamo tornati all’auto.