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2013-09-22 M.te Avic

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Trail stats

Distance
10.09 mi
Elevation gain
6,348 ft
Technical difficulty
Experts only
Elevation loss
6,348 ft
Max elevation
9,865 ft
TrailRank 
37
Min elevation
4,229 ft
Trail type
Loop
Time
4 hours 40 minutes
Coordinates
8202
Uploaded
September 24, 2013
Recorded
September 2013
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near Chevrère, Valle d’Aosta (Italia)

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Itinerary description

Per questa escursione, l’accesso migliore è quello di Veulla di Chevrère (1300 m), raggiungibile in auto da Champdepraz. Il percorso iniziale segue i sentieri del parco, ma termina con passaggi alpinistici di II grado nella piramide sommitale. Si è voluto salire il monte dalla parte Sud e successivamente scendere per la parte a Nord
Si segue la carrareccia in leggera salita sopra le case di Veulla, seguendo le indicazioni per il sentiero n.6 del Lago Gelato. Il sentiero n.6 segue proprio l’antico tracciato della strada mineraria. Raggiunta la località Magazzino ( 1460 m) dove la carrareccia termina in un piccolo piazzale che può ospitare qualche auto, si presenta un trivio, a sinistra (sud), penetra nel bosco il sentiero n.5 che porta verso la zona dei grandi laghi, a destra (nord) si distacca il secondo ramo del sentiero n.7 (questo sale più dolcemente fino all’alpeggio Pra Oursie (mt.1794) e diritto (ovest) continua il sentiero n.6, che conduce verso le miniere del Lac Gelé.
Il sentiero risale la lunga valle, con direzione ovest, mantenendo una pendenza costante attraversando un lungo bosco di pini uncinati, finché la vegetazione si dirada lasciando spazio a pietraie e bassi arbusti.(1900 m) La bella mulattiera, a tratti opera d'arte, continua a salire sotto delle altissime pareti sulla destra, mentre a sinistra in basso scorre il torrente, lungo delle enormi balconate rocciose segni di antichi ghiacciai.
Risalendo le fasce sommitali della valle, dopo una serie di tornanti, si raggiunge un colletto entrando così in un nuovo e più piccolo valloncello, con fondo in leggera pendenza e ricolmo di rocce e di sfasciumi.( 2450 m) Si può sentire uno scrosciare d’acqua tra le rocce, senza vedere il torrente che proviene dal Lac Gelé e che porta il suo nome, poiché esso transita sotterraneo in questa zona per uscire più in basso nella valle formando piccoli risalti. Da notare la tipologia del sentiero, che è costruito con un manufatto in rilevato di pietre a secco, incastrate le une sulle altre. Questa è l’antica pista per slitte che era utilizzata per il trasporto del minerale di ferro, estratto dalle miniere adiacenti il Lac Gelé. La pista così costruita ha funzionato per più di tre secoli, durante i quali notevoli quantità di materiale sono state trasportate a valle con un gran numero di slitte. A destra si intravede a tratti la parete sud del Mont Avic.
In questo punto invece di seguire la mulattiera fino al Lago Gelato, si è optato per la via corta indicata da ometti sulla destra, posti su grossi massi. Inizialmente un po' difficili da seguire, poi più frequenti e con tracce di sentiero, si punta verso l'evidente canale in direzione nord; la prima fascia da superare è una grossa pietraia, poi il terreno diventa più friabile, a tratti faticoso ma privo di difficoltà. Risalito il conoide del canale, raggiunta una strettoia, sulla destra parecchi ometti di pietre indicano di abbandonare il canale stesso per salire su comodi terrazzi erbosi. Su tracce di sentiero coperte di detriti, e con qualche svolta si perviene al pianoro posto sotto la parete sud dell'Avic, con alcuni piccoli laghetti.
Superato i laghetti si raggiunge il canalone detritico che si risale, mantenendosi prevalentemente a sinistra, sino al suo culmine. Sempre seguendo gli ometti la traccia di sentiero con molte svolte e molta fatica conduce ai piedi del contrafforte roccioso ad ovest della vetta, dove il canalone si restringe ed il sentierino si incunea tra le rocce sino a raggiungere un intaglio.(2920 m) Si attacca quindi la cresta Ovest, dove inizia la parte alpinistica dell'ascensione. Si risale un primo tratto di I° grado reso un po' infido da detriti sino a raggiungere una traccia che con qualche gradino e brevi cenge permette di risalire sino ai piedi di un roccione. Qui ci si porta sulla sinistra e, poco oltre, si supera una breve placca inclinata dove questo passaggio, ben appigliato, si supera in aderenza se si è esperti oppure ci si tira su grazie ai numerosi appigli presenti (I+). Poco dopo a sinistra si risale con un passaggio di II- un breve saltino grazie ad una comoda cengetta. Da qui si continua sino a portarsi sul filo della cresta. Proseguire con qualche passaggio malagevole sino a portarsi sulla destra della cresta e, successivamente, risalire uno scalino ben appigliato (II-). Ci si riporta sulla cresta per raggiungere l'anticima. Da qui occorre ancora abbassarsi all'intaglio stando sul sentierino con pietre instabili, (sul lato nord sono presenti due spit per assicurarsi) e una brevissima risalita su roccette permette di raggiungere la madonnina di vetta. (3006 m)
La discesa avviene seguendo l’itinerario a Nord del Monte.
Si lascia la vetta in direzione Est seguendo la cresta, mantenendosi sotto il filo, prima sul fianco Nord e poi sul versante Sud, aiutandosi con le mani se necessario, tornando così sulla spalla Est.
Si scende sul primo passaggio con appigli ed appoggi evidenti ma piuttosto instabili facendo molta attenzione, fino ad un passaggio più delicato dove scendendo faccia a monte gli appoggi sono poco evidenti. È possibile utilizzare lo spit presente per assicurarsi con una corda, è sufficiente una mezza da 30 metri.
Il successivo passaggio, il primo che si incontra salendo, è più semplice e breve, ma permangono le condizioni di friabilità del terreno.
Tornati alla base della parete si prosegue la discesa su ripidi sfasciumi , con pendenza via via decrescente, fino alla pietraia sottostante e al colletto Nord.
Si lascia poi il colletto ancora su terreno ripido, dirigendosi verso il fondovalle sul versante est, seguendo gli ometti lungo la grande pietraia e andando poi ad intercettare le tracce del sentiero 7 che proviene dal Col Varotta. Trovato il sentiero lo si segue fino in fondo, rientrando nel bosco e uscendone nei pressi dell'agriturismo Pra Oursie. (1794 m)
Superato l'alpeggio si attraversano i due ponticelli, scartando poi la diramazione a sinistra (7B) che conduce al Barbeston.
Durante la discesa si supera il Ru Chevrere, sempre seguendo il sentiero ci si riunisce alla sterrata (5C/6) che unisce Voella (1370 m) con la località Magazzino, si svolta così a sinistra tornando in breve al punto di partenza.

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