Via Amerina da Capranica ad Orte 16-3-17
near Capranica-Scalo, Lazio (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Lungo l'antica via Amerina, strada romana che collegava Veio ad Amelia, l'attuale Amelia, in compagnia di Zeppelin.
I paesaggi che si attraversano sono di una bellezza notevole e le sorprese lungo il percorso si susseguono lasciando poco tempo per essere immediatamente assimilate. Però, il gusto che lasciano, agisce come un balsamo, che solleva lo spirito dalla fatica.
Il dislivello, almeno nella prima parte, è distribuito in maniera regolare e si accumulano i metri senza impegno. La campagna scorre veloce, lungo una buona carrareccia con fondo compatto.
Il primo ostacolo lo abbiamo incontrato quando avremmo dovuto superare un campo sul quale stavano arando ed era per questo impossibile attraversare. Se si segue la strada bianca sulla sinistra, che taglia in due il campo, si giunge al bordo di un fosso che sembra chiuso ma che, in realtà, si può attraversare seguendo l'argine per pochi metri.
Una volta a Nepi, si prosegue su un terreno privato, dove però i cartelli e i cancelli rendono possibile il passaggio. Tuttavia, i proprietari non devono essere proprio d'accordo visti gli ostacoli che complicano l'attraversamento. In ogni modo, superati i tre cancelli (ripeto, tre cancelli...), si giunge in uno dei punti più belli, dove un ponte di legno, a prima vista poco stabile, attraversa un piccolo ruscello. Roba da racconto delle fiabe.
Si sale per una collina dolce, continuando lungo il sentiero che si infila nella valle.
Il tratto di basolato della via Amerina nelle condizioni migliori si incontra lì dove ci sono le tombe etrusche, nella zona di Nepi. Suggestivo immaginare il via vai che doveva caratterizzare il quotidiano traffico della vecchia arteria romana. Che poi i romani non è che la costruirono tutta, effettuando piuttosto un lavoro di cucitura di tratti stradali più antichi. Fermo restando, ovviamente, l'abilità degli "stradaioli" romani a rendere una via rurale in un prototipo di strada moderna.
Prima di giungere alla mistica Falerii, purtroppo il tracciato deve attraversare un podere lungo il quale il proprietario ha avuto la brillante idea di srotolare una recinzione elettrificata. Non potendo chiudere il passaggio, evidentemente ha voluto rendere quanto meno scomodo l'attraversamento del tratto. Peccato.
Comunque, sollevata la bici e scavallando con cura, si evita la scossa e si prosegue nella pedalata, dirigendosi verso l'Antica Falerii.
Finalmente si arriva nella parte più suggestiva del percorso, vale a dire le forre di Corchiano. Si attraversa questa sorta di canyon tagliato nel tufo, immersi letteralmente nella vegetazioni rigogliosa, godendo di uno scorcio davvero unico. Ci si ferma per scattare foto, volgendo intorno lo sguardo meravigliato, respirando nel più profondo il suo fascino per rubarne un ricordo da riportare a casa. Un tratto in particolare, per i suoi colori e per come il taglio della luce lo illuminava, ricorda l'entrata di Petra, in Giordania.
La via continua e senza grosse difficoltà si giunge alle porte di Vasanello, dove il Castello Orsini, con la sua robusta maestosità, saluta i bikers. Si sale lungo il Cammino della luce, così chiamato a seguito del progetto che prevede il collegamento di Roma ad Aquileia (corridoio bizantino), seguendo le vetuste vie romee, tra queste appunto la principale via Amerina, sulla quale si percorrono gli ultimi chilometri che conducono a Orte, dove il percorso termina e si può prendere il treno che riporta alla vecchia Roma.
Buona pedalata!
I paesaggi che si attraversano sono di una bellezza notevole e le sorprese lungo il percorso si susseguono lasciando poco tempo per essere immediatamente assimilate. Però, il gusto che lasciano, agisce come un balsamo, che solleva lo spirito dalla fatica.
Il dislivello, almeno nella prima parte, è distribuito in maniera regolare e si accumulano i metri senza impegno. La campagna scorre veloce, lungo una buona carrareccia con fondo compatto.
Il primo ostacolo lo abbiamo incontrato quando avremmo dovuto superare un campo sul quale stavano arando ed era per questo impossibile attraversare. Se si segue la strada bianca sulla sinistra, che taglia in due il campo, si giunge al bordo di un fosso che sembra chiuso ma che, in realtà, si può attraversare seguendo l'argine per pochi metri.
Una volta a Nepi, si prosegue su un terreno privato, dove però i cartelli e i cancelli rendono possibile il passaggio. Tuttavia, i proprietari non devono essere proprio d'accordo visti gli ostacoli che complicano l'attraversamento. In ogni modo, superati i tre cancelli (ripeto, tre cancelli...), si giunge in uno dei punti più belli, dove un ponte di legno, a prima vista poco stabile, attraversa un piccolo ruscello. Roba da racconto delle fiabe.
Si sale per una collina dolce, continuando lungo il sentiero che si infila nella valle.
Il tratto di basolato della via Amerina nelle condizioni migliori si incontra lì dove ci sono le tombe etrusche, nella zona di Nepi. Suggestivo immaginare il via vai che doveva caratterizzare il quotidiano traffico della vecchia arteria romana. Che poi i romani non è che la costruirono tutta, effettuando piuttosto un lavoro di cucitura di tratti stradali più antichi. Fermo restando, ovviamente, l'abilità degli "stradaioli" romani a rendere una via rurale in un prototipo di strada moderna.
Prima di giungere alla mistica Falerii, purtroppo il tracciato deve attraversare un podere lungo il quale il proprietario ha avuto la brillante idea di srotolare una recinzione elettrificata. Non potendo chiudere il passaggio, evidentemente ha voluto rendere quanto meno scomodo l'attraversamento del tratto. Peccato.
Comunque, sollevata la bici e scavallando con cura, si evita la scossa e si prosegue nella pedalata, dirigendosi verso l'Antica Falerii.
Finalmente si arriva nella parte più suggestiva del percorso, vale a dire le forre di Corchiano. Si attraversa questa sorta di canyon tagliato nel tufo, immersi letteralmente nella vegetazioni rigogliosa, godendo di uno scorcio davvero unico. Ci si ferma per scattare foto, volgendo intorno lo sguardo meravigliato, respirando nel più profondo il suo fascino per rubarne un ricordo da riportare a casa. Un tratto in particolare, per i suoi colori e per come il taglio della luce lo illuminava, ricorda l'entrata di Petra, in Giordania.
La via continua e senza grosse difficoltà si giunge alle porte di Vasanello, dove il Castello Orsini, con la sua robusta maestosità, saluta i bikers. Si sale lungo il Cammino della luce, così chiamato a seguito del progetto che prevede il collegamento di Roma ad Aquileia (corridoio bizantino), seguendo le vetuste vie romee, tra queste appunto la principale via Amerina, sulla quale si percorrono gli ultimi chilometri che conducono a Orte, dove il percorso termina e si può prendere il treno che riporta alla vecchia Roma.
Buona pedalata!
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