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Valpantena - Lessinia - Val Squaranto

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Trail stats

Distance
47.86 mi
Elevation gain
5,335 ft
Technical difficulty
Difficult
Elevation loss
5,335 ft
Max elevation
3,526 ft
TrailRank 
51
Min elevation
246 ft
Trail type
Loop
Moving time
3 hours 46 minutes
Time
4 hours 5 minutes
Coordinates
9679
Uploaded
July 16, 2020
Recorded
July 2020
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near Cuzzano, Veneto (Italia)

Viewed 881 times, downloaded 20 times

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Itinerary description

Itinerario senza difficoltà tecniche, 90% asfalto e solo nel finale qualche stradina e sentiero fuoristrada, può essere percorso anche con BDC, unica accortezza a Montorio ritornare al punto di partenza su asfalto.
Si parte dal paese di Marzana (parcheggio nord) si sale subito la Valpantena passando davanti a Villa Arvedi (vedi descrizione in percorso 01) per proseguire fino a Bellori dove si prenderà la vecchia strada per Boscochiesanuova. Strada esposta al sole per la prima parte ma che sa regalare ombra e viste panoramiche nella seconda.
Una volta raggiunto l'abitato di Bosco si prosegue con leggeri saliscendi fino a Valdiporro e poi San Francesco. Da qui inizia la discesa nella Valle di Squaranto, attraversando contrade rimaste ancora come un tempo, si lambisce la "Casetta de le Fade" per poi inforcare la "pissarotta", (strada che i ciclisti veronesi amano fare d'estate in quanto molto ombreggiata).
Finita la discesa, si sale con leggere pendenze fino a S.Rocco di Piegara passando da Loc. Paravanto per poi scendere di nuovo in direzione Montorio.
Qui finisce la parte asfaltata ed inizia il rientro su stradine e sentieri, passando dalla Val Squaranto alla Valpantena.

Waypoints

PictographPhoto Altitude 1,132 ft
Photo ofAntico Mulino Bellori

Antico Mulino Bellori

Nei pressi di Lugo di Grezzana, località Bellori Questo esempio di architettura rurale a corte chiusa è tipico della Valpantena-Lessinia. Risalente al XVI secolo il mulino è stato costruito in un punto strategico, dove vi era la possibilità di recuperare e sfruttare le acque che scendevano sia dal vaio dell’Anguilla, sia dal Vaio dei Falconi e della Marciora. Con abbondante acqua si poteva sicuramente far girare la grande ruota e garantire la macinazione per molti mesi all’anno. Qui poi dalle fasce collinari dei Comuni circostanti di Bosco Chiesanuova, Cerro, Erbezzo e Sant’Anna d’Alfaedo potevano facilmente arrivare i contadini a farsi macinare le loro modeste, ma vitali, produzioni di cereali. Dalle Anagrafi Veneziane risulta che a Lugo negli anni 1785-1789 erano azionate dall’acqua ben sette ruote di mulini da grani ed un impianto per la follatura dei panni. Alla fine dell’Ottocento in tutta la Valpantena erano attivi poco meno di quaranta mulini ad acqua che lavoravano non solo i cereali prodotti nella vallata, ma anche quelli di altre zone. Questo mulino, attivo fino al Secondo Dopoguerra, ancora oggi perfettamente funzionante, conserva le caratteristiche dei primi mulini costruiti con ingranaggi quasi totalmente di legno. Entrare nel mulino di Bellori è come entrare in un mondo medievale.

PictographPhoto Altitude 1,906 ft
Photo ofLa casetta di Biancaneve

La casetta di Biancaneve

PictographPhoto Altitude 2,543 ft
Photo ofStrada per Boscochiesanuova

Strada per Boscochiesanuova

PictographPanorama Altitude 2,648 ft
Photo ofCave nel vajo dell'Anguilla

Cave nel vajo dell'Anguilla

PictographPanorama Altitude 3,412 ft
Photo ofPanorama Val Squaranto

Panorama Val Squaranto

PictographRuins Altitude 2,182 ft
Photo ofCasetta de le fade

Casetta de le fade

Un luogo legato alla presenza di esseri meravigliosi è la cosiddetta "caséta de le fade" (casetta delle fate). Si tratta di una strana costruzione di difficile accesso, a metà altezza di uno strapiombo alto diverse decine di metri, tra la contrada Grobbe di Bosco Chiesanuova e la valle di Squaranto. Il luogo si raggiunge a piedi in circa 30 minuti, lasciando eventuali mezzi vicino alla strada provinciale 6 (dei Lessini) all’altezza della località Gobbe; dopo aver attraversato la contrada, si deve imboccare una strada percorribile da carri e trattori a est verso la valle di Squaranto, si prosege per un prato e poi nel bosco dove si trova un sentiero sul bordo della valle. Si giunge prima alla grotta detta Buso del Meo e quindi alla casa delle fate. C’è chi fa risalire la costruzione al periodo austriaco come una sorta di difesa e chi invece ritiene che la costruzione sia medioevale, chi attribuisce l’opera agli abitanti della contrada di Squaranto “per difendersi durante la notte dagli animali feroci”. Il luogo e la posizione è certamente alquanto inusuale e quindi sembra uno scenario adatto alle storie di esseri strani.

PictographPanorama Altitude 2,047 ft
Photo ofPanorama da S.Rocco

Panorama da S.Rocco

PictographPanorama Altitude 1,437 ft
Photo ofPanoramica su Mizzole e Montorio

Panoramica su Mizzole e Montorio

PictographCastle Altitude 410 ft
Photo ofCastello Montorio

Castello Montorio

Il castello di Montorio è un castello di origine medievale situato sulla collina di Montorio Veronese, a cui nell'Ottocento fu annesso una grande batteria, entrando a far parte così nuovamente dell'imponente sistema difensivo di Verona. Il castello di Montorio include nel suo insieme i resti del castrum medievale, il cui impianto risale al X secolo, su preesistenze romane; fu poi compiuto nel secondo decennio del XII secolo. Successivamente, durante il riassetto scaligero (seconda metà del XIV secolo), fu rafforzato e ampliato con l'aggiunta della bastia. Alla trasformazione ottocentesca è attribuita la demolizione e la manomissione di gran parte delle preesistenze medievali, ma va ricordato che in epoca veneta il castello venne progressivamente abbandonato e che già nel XVIII secolo si presentava diroccato e quasi allo stato di rudere.

PictographMonument Altitude 456 ft
Photo ofForte Preara

Forte Preara

Forte Preara, originariamente chiamato Werk John e noto anche come Forte Montorio, è un forte austriaco di Verona, costruito tra il 1859 ed il 1860 per volontà di Ludwig von Benedek, e progettato dal direttore della Genie Direction austriaca di Verona. Il forte è intitolato al barone Franz von John (1815-1876), cavaliere dell'Ordine di Maria Teresa per le azioni nelle battaglie di Goito e Volta Mantovana. Nel 1866 sarà Capo di Stato Maggiore nell'Armata dell'arciduca Albrecht.

Photo ofEl 'Piloton'

El 'Piloton'

E' un esempio di bètilo (tipo di megalite di origine sacra) eretto in un tempo molto remoto sulla dorsale detta appunto "Preafita". I betili venivano collocati sempre nei luoghi sacri, ed in questo caso in coincidenza di un camino vulcanico che per gli antichi significava "luogo toccato da dio", e avevano lo scopo, con la loro forma fallica, di propiziare fertilità. Davano poi la possibilità all'uomo di seguire gli spostamenti degli astri, di creare un calendario ed anche un orologio solare, lunare e stellare. Recenti studi, condotti prima dal prof. Umberto Grancelli e quindi da Giovanni e Alberto Solinas, hanno rivelato come la sua origine sia collegata con i tre villaggi della zona esistenti nell'Età del Bronzo Medio (circa 1500 a.C.): Forte John, Monte Pipaldolo e Monte Tesoro. Il prof. Grancelli sostenne che il nostro Piloton fu uno dei punti di riferimento del piano di fondazione di Verona Romana (148 a.C.). A suffragio di questa tesi egli dimostrò come "questo monolito [che] si eleva sul crinale sopra Montorio e, allineato col Cardo di Verona (via Pellicciai), segna il punto d'aurora solstiziale di Verona". Nel 1950 è stato misurato da Giovanni Solinas: altezza m. 3,20 sul terreno, circonferenza alla base m. 2,05 e alla sommità m. 1,80. Oggi è ridotto in altezza, probabilmente a causa di un fulmine. E' infine curioso notare come dal Piloton partano cinque sentieri: il primo verso Nord porta al complesso di S. Fidenzio, il secondo a Nord-Est giunge a Mizzole, il terzo a Sud-Est porta a Montorio (antica Pieve), il quarto a Sud coincide con il sentiero della dorsale e il quinto ad Ovest arriva a Novaglie.

PictographReligious site Altitude 407 ft
Photo ofChiesetta di S.Zeno

Chiesetta di S.Zeno

La chiesetta di S. Zeno in Vendri ha origini molto antiche. Essa sorge su un precedente tempio romano (datato al I sec. d.C.) che tra IV e V sec. venne riconvertito in edificio di culto cristiano e dedicato a S. Zeno. Gravemente danneggiata dai terremoti del 1117 e del 1183 la chiesetta venne ricostruita nel luogo attuale tra XII e XIII sec. Un importante intervento di restauro, finanziato dalla nobile famiglia dei Giusti, risale alla prima metà del XVIII sec.

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