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Valpantena e bassa Lessinia

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Trail stats

Distance
31.35 mi
Elevation gain
4,111 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
4,111 ft
Max elevation
2,587 ft
TrailRank 
53
Min elevation
201 ft
Trail type
Loop
Moving time
2 hours 51 minutes
Time
3 hours 9 minutes
Coordinates
7065
Uploaded
August 4, 2021
Recorded
August 2021
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near Cellore, Veneto (Italia)

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Trail photos

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Itinerary description

Anello di media difficoltà interamente in Valpantena e bassa Lessinia, con una prima parte prevalentemente in asfalto e pianeggiante per poi cominciare gradualmente a salire.
Si parte da Marzana (parcheggio vicino alla chiesa) in direzione sud passando per la stradina conosciuta come "sotto il monte" si raggiunge la contrada "Canova" per poi scandere a Poiano ed attraversare il fondovalle mediante il nuovo sottopassaggio (realizzato nel 2020). Giunti sul lato ovest della Valpantena l'intinerario prosegue sempre verso sud / sud-est in direzione Montorio, si risale leggermente il fondo di Val squaranto per poi iniziare a salire sulla dorsale passando vicino al castello e al forte Preara.
Continuando sempre in salita ed in direzone nord si raggiunge la "gualiva" tratto impegnativo che si concluderà solo una volta arrivati sulla sommità di Monte Cucco.
Da qui sarà tutto un sali-scendi continuo che attraverso contrade e stradine di campagna ci porterà prima nella parte bassa della pineta di Santa Viola, poi in contrada "Lavello" ed infine a Cerro Veronese (mt.730) giro di boa del percorso.
Qui si inzia prevalentemente a scendere (con qualche leggera risalita) prima di nuovo verso la pineta passando accanto al forte e alla chiesetta e poi in discesa su fondi sterrati fino a Villa Pellegrini.
Giunti a Grezzana si tornerà al punto di partenza attravero facili stardine di campagna.

Waypoints

PictographTunnel Altitude 256 ft
Photo ofNuovo sottopasso per bici e pedoni

Nuovo sottopasso per bici e pedoni

PictographPhoto Altitude 217 ft
Photo ofTenuta e cantine Menegolli

Tenuta e cantine Menegolli

L'azienda Menegolli sorge in Valpantena, chiamata Valle degli Dei; qui si producono vini di alta qualità, e l'Amarone è il prodotto di punta. Nella cantina si trova una botte entrata nel Guinness dei primati 2013.

Photo ofTarga commemorativa campo di concentramento di Montorio

Targa commemorativa campo di concentramento di Montorio

L’edificio denominato “DAT Colombara” nelle campagne tra Montorio e San Michele Extra durante la Seconda Guerra Mondiale è stato utilizzato per un periodo come luogo di detenzione per prigionieri politici e per ebrei. L’identificazione dell’immobile è avvenuta nel 2017 a seguito di una ricerca storica sul secondo conflitto mondiale a Montorio, promossa dall’Associazione “montorioveronese.it” i cui risultati sono contenuti nel libro “26 aprile 1945: una lunga scia di sangue tra Montorio, Ferrazze e San Martino Buon Albergo”. La ricostruzione della vicenda si è basata sulle poche fonti scritte sull’accaduto è soprattutto sulle oltre 70 testimonianze orali attraverso le quali è stata ricostruita la sequenza temporale degli accadimenti. La raccolta delle deposizioni, oltre che costituire prezioso materiale per approfondire altre vicende del periodo di guerra, ha appunto permesso l’individuazione dell’edificio utilizzato per un periodo come campo di concentramento, nel quale venivano detenuti e ammassati i prigionieri, in particolare ebrei, prima del loro trasferimento verso altre destinazioni. Le informazioni raccolte trovano conferma nella documentazione rinvenuta e nelle lettere spedite dai deportati alle famiglie. http://www.deportati.it/aned/le-sezioni/verona/il-campo-di-concentramento-di-montorio-veronese/ https://www.montorioveronese.it/2020/01/15/targa-campo-di-concentramento-di-montorio/

PictographCastle Altitude 486 ft
Photo ofForte Preara e Castello di Montorio Photo ofForte Preara e Castello di Montorio

Forte Preara e Castello di Montorio

Forte Preara, originariamente chiamato Werk John e noto anche come Forte Montorio, è un forte austriaco di Verona, costruito tra il 1859 ed il 1860 per volontà di Ludwig von Benedek, e progettato dal direttore della Genie Direction austriaca di Verona. Il forte è intitolato al barone Franz von John (1815-1876), cavaliere dell'Ordine di Maria Teresa per le azioni nelle battaglie di Goito e Volta Mantovana. Nel 1866 sarà Capo di Stato Maggiore nell'Armata dell'arciduca Albrecht. Il castello di Montorio è un castello di origine medievale situato sulla collina di Montorio Veronese, a cui nell'Ottocento fu annesso una grande batteria, entrando a far parte così nuovamente dell'imponente sistema difensivo di Verona. Il castello di Montorio include nel suo insieme i resti del castrum medievale, il cui impianto risale al X secolo, su preesistenze romane; fu poi compiuto nel secondo decennio del XII secolo. Successivamente, durante il riassetto scaligero (seconda metà del XIV secolo), fu rafforzato e ampliato con l'aggiunta della bastia. Alla trasformazione ottocentesca è attribuita la demolizione e la manomissione di gran parte delle preesistenze medievali, ma va ricordato che in epoca veneta il castello venne progressivamente abbandonato e che già nel XVIII secolo si presentava diroccato e quasi allo stato di rudere.

PictographFlora Altitude 1,053 ft
Photo ofFiori di lavanda

Fiori di lavanda

PictographPhoto Altitude 1,785 ft
Photo ofLocalità Il Maso

Località Il Maso

PictographPhoto Altitude 2,116 ft
Photo ofScultura Casale di sotto

Scultura Casale di sotto

PictographInformation point Altitude 2,300 ft
Photo ofContrada Lavello

Contrada Lavello

In contrada Lavello, ai piedi del Monte Viola, nacque 200 anni fa, il 29 maggio 1819, Don Angelo Vinco. Allievo di Don Mazza, fu tra i primissimi missionari a lasciare il proprio Paese, l’Italia, per raggiungere il continente africano e portare anche in quella terra, all’epoca difficilissima da raggiungere, la Parola di Dio. A ricordare le sue origini, i suoi viaggi, i suoi scritti e le sue opere di bene, oggi c’è appunto un’esposizione permanente, ideata da Marco Zanchi, da titolo «Dalla Lessinia al Nilo – La storia di Don Angelo Vinco, missionario esploratore», composta di 22 banner informativi, distribuiti in 11 postazioni, e dislocati su un percorso di circa 6 chilometri lungo le vie e le contrade del Comune. In contrada Lavello è presente la casa natale di Don Angelo Vinco.

PictographPanorama Altitude 2,336 ft
Photo ofPanorama Cerro Veronese

Panorama Cerro Veronese

Photo ofForte Santa Viola

Forte Santa Viola

Il forte Santa Viola è una struttura militare costruita tra il 1904 e il 1913 dal genio militare a quota 830 m.s.l., sul monte omonimo presso Azzago, frazione del comune di Grezzana di Verona, all'interno del parco naturale regionale della Lessinia. Il forte è di tipo corazzato e presenta delle caratteristiche specifiche come il terrapieno e l'utilizzo del calcestruzzo. Dotato di un osservatore telescopico e di quattro pozzi coperti da cupole corazzate, si sviluppa su tre piani. Il fronte del forte risulta interrato, la facciata posteriore, detta fronte di gola e rivolta a sud, è scoperta e provvista di feritoie. All'interno il complesso era dotato di un sistema di ventilazione, di generatori di energia elettrica e di montacarichi per l'innalzamento ai piani delle munizioni. Il forte era inserito nel sistema difensivo dei Lessini con altri quattro forti posti a 20 km l'uno dall'altro e collegati visivamente, che insieme formano una sorta di arco difensivo che va da nord-ovest verso sud-est: in ordine forte Masua, forte Monte Tesoro, forte Santa Viola, forte Castelletto e forte San Briccio. Tale rete di fortificazioni era stata realizzata allo scopo di difendere la città da attacchi provenienti da nord, ma non svolse mai funzione offensiva. Il forte Santa Viola, non impiegato per fini bellici, è stato disarmato e trasformato in magazzino. Acquistato nel 1958 dal comune di Grezzana, è caduto in disuso, danneggiato dalle infiltrazioni d'acqua, dall'azione di vandali e dall'invasione della vegetazione spontanea. Nel 2002 gli architetti Fiorenzo Meneghelli e Massimiliano Valdinoci hanno iniziato uno studio per il recupero del forte. I lavori di ristrutturazione, suddivisi in tre stralci, sono iniziati nel 2005, nell'ambito di un progetto europeo sostenuto dalla comunità montana della Lessinia. Il terzo stralcio, che prevede l'allacciamento ai servizi e la bonifica dell'area circostante, non è ancora stato realizzato.

PictographReligious site Altitude 2,575 ft
Photo ofChiesetta Santa Viola

Chiesetta Santa Viola

Per quanto sia un nome molto usato anche nelle sue varianti Violetta, Iole, della santa che porta il nome di Viola si sa ben poco. Essa è citata da un antico studioso di agiografia Filippo Ferrari, il quale nel suo volume “Catalogus Sanctorum Italiae” edito a Milano nel 1613, dice di aver letto nelle ‘tavole’ della Chiesa veronese, questo nome di vergine e martire di quella città. Mancano completamente altri dati, per cui è possibile dubitare anche della sua reale esistenza. È risaputo che nel corso dei secoli, il culto verso i santi martiri ebbe varie impennate, con trasferimenti delle reliquie dalle catacombe alle chiese e luoghi religiosi di tutta Europa; lì dove giunsero s’instaurò ben presto un culto locale più o meno intenso, con proclamazione del loro celeste patronato sulle località e spesso nello scrivere la ‘Vita’, mancando di notizie attendibili, si giungeva anche a riconoscere il martire o la martire come originari della zona. Nulla toglie al valore del loro martirio, anche se per molti le notizie pervenute fino a noi sono in parte leggendarie o non comprovate, del resto l’Italia è piena di queste devozioni, che in alcune zone assumono il grado della solennità, coinvolgendo nelle celebrazioni liturgiche e patronali l’intera comunità locale. La celebrazione di s. Viola martire di Verona è al 3 maggio, bisogna comunque dire che l’attuale ‘Martyrologium Romanum’ non ne fa menzione; nella provincia veronese c’è una annuale ‘Fiera di santa Viola’ e probabilmente qualche chiesa a lei dedicata, di cui una in località Cerro Veronese (Lessinia). Il nome Viola ha una discreta diffusione, oltre che per la devozione verso l’omonima santa veronese, anche per la sua derivazione Violetta, che Giuseppe Verdi inserì come nome della protagonista dell’opera lirica “La Traviata”, che come è noto fu ispirata al romanzo di Dumas “La signora delle camelie” e la cui protagonista porta invece il nome di Margherita.

PictographProvisioning Altitude 1,883 ft
Photo ofCollina dei ciliegi

Collina dei ciliegi

PictographFountain Altitude 1,703 ft
Photo ofFontana

Fontana

PictographMonument Altitude 1,391 ft
Photo ofVilla Pellegrini Photo ofVilla Pellegrini Photo ofVilla Pellegrini

Villa Pellegrini

Quella di Tenuta Villa Pellegrini è una storia dentro la storia. I recenti restauri – conclusi nel 2017 – hanno portato alla luce due datazioni che tracciano l’espansione e lo sviluppo della villa. La prima, del 1492, parla di un corpo più antico mentre il cartiglio scoperto durante il restauro della facciata, porta la data del 1698, anno in cui la casa assunse l’odierna conformazione a “elle”. Spazi e capienza Nel tardo Settecento venne aggiunto l’edificio in fondo al giardino – con scuderie, fienile e torre campanaria – mentre nell’Ottocento la struttura subì un’ulteriore trasformazione con l’aggiunta di una nuova ala. Sviluppi architettonici documentati in tre mappe, prodotte tra il Seicento e l’Ottocento, che tratteggiano l’evoluzione di questa dimora storica. Affascinante e suggestivo, l’accesso alla villa si snoda attraverso un viale fiancheggiato da cipressi secolari e costeggia il piccolo oratorio dedicato a San Francesco Saverio. Anche il giardino all’italiana racconta una storia, dove il banano e la palma – esotiche eredità del Liberty – svettano tra le classiche aiuole bordate d’erba, all’interno delle quali i fiori antichi si alternano, come da tradizione, adattandosi alla ciclicità delle stagioni, mentre il parco custodisce una grande varietà di essenze arboree. La terrazza che delimita il giardino domina la Valpantena e permette di ammirare non solo lo splendido panorama, ma anche la maestosa Villa Allegri–Arvedi spingendosi, nelle giornate più terse, fino al profilo degli Appennini. La grande cantina, riportata a nuova vita dall’ultimo restauro, si sviluppa per tutta la lunghezza della villa ed è espressione della sua originaria vocazione agricola, come la presenza dei granai utilizzati per l’appassimento dell’uva. La ricchezza d’acqua ha contribuito nei secoli a garantire questa prosperità. Ancora oggi essa sgorga dalla roccia per scorrere nelle canalette secentesche in pietra che attraversano il bosco, fino alle fontane, alle vasche e alle peschiere. Esposta a sud su un poggio arieggiato, la posizione di Villa Pellegrini permette di godere del giardino nelle stagioni più miti e di sfuggire al torrido caldo estivo, sempre mitigato dalla brezza delle colline. Una cornice che rivela la sua sorpresa più bella solo dopo il tramonto quando, al riparo dalle luci della città, brilla un’incredibile volta stellata. Villa Pellegrini è una tenuta ricca di storia che conserva la magica atmosfera del passato. Ubicato a Romagnano di Grezzana, immerso nel verde di rigogliosi giardini all'italiana, in uno scenario collinare di suggestiva bellezza.

PictographIntersection Altitude 1,112 ft
Photo ofIntersezione per Vajo Paradiso

Intersezione per Vajo Paradiso

PictographFountain Altitude 568 ft
Photo ofFontana

Fontana

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