Sentiero dei Briganti - da Fabro a Montalto di Castro
near Fabro Scalo, Umbria (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Il sentiero dei Briganti è un percorso tra storia, leggenda e natura che si snoda lungo il confine tra Lazio-Umbria e Toscana, che in passato coincideva con quello tra lo Stato Pontificio e quello del Granducato di Toscana.
In questa linea di confine il brigantaggio trovò le condizioni per svilupparsi e sopravvivere a lungo. La mancanza di vie di comunicazione, rendeva questi luoghi isolati ed inaccessibili e la presenza di ampie macchie boschive selvagge, connesse tra loro da profonde gole solcate da torrenti e fossi furono le condizioni ottimali per questo fenomeno.
Questa traccia cerca di ripercorre questo sentiero fedelmente e in un unico giorno, tranne un tratto che scendeva sulle rive del Lago di Bolsena che ha fatto risparmiare 15 km di strada (questo per motivi di tempo e per poter visitare i luoghi che s'incontrano).
E' stata fatta utilizzando il treno da Roma con partenza da Fabro e ritorno dalla stazione di Montalto di Castro.
Il percorso, ad eccezione del tratto iniziale e finale, si sviluppa su strade bianche di ghiaia prevalentemente ben tenute e pochissimi tratti su single track. Il dislivello finale comunque è importante, anche se le salite sono tutte pedalabili senza pendenze eccessive.
La prima salita sale fino ad oltre quota 700 metri nella verde riserva del Monte Rufeno: qui si sta all'ombra e si guadagna quota molto lentamente fino ad arrivare ad un'abetaia.
L' unico paese che s'incontra è Latera, ma arrivati sulla Cassia, dove passa anche la Via Francigena, è presente un Chiosco ristoro che è aperto tutti i giorni della settimana.
La Selva del Lamone, poco conosciuta e frequentata, si è rilevata un'ottima sorpresa: un foresta verdissima su un terreno fatto di sassi vulcanici che ha qualcosa di magico.
Stupenda anche la strada che l'attraversa, un pista di terra battuta ben compatta, meglio anche dell'asfalto.
Superata la Selva del Lamone s'incontrano anche le prime criticità.
C'è l'attraversamento del torrente Olpeta, che abbiamo trovato a dire il vero abbastanza asciutto e semplice da attraversare e poi la risalita in parte dentro una stupenda Via Cava che si fa tutta a piedi (ma il tratto non è lunghissimo).
Poi fino al castello dell'Abbadia s'incontrano due/tre single track che abbiamo trovato abbastanza chiusi dalla vegetazione, ma siamo riusciti comunque a pedalare sempre, solo qualche graffietto sui bracci.
Arrivati al Castello, abbiamo trovato il ponte storico aperto e l'abbiamo attraversato, se dovesse essere chiuso, dopo la visita, si torna sulla strada asfaltata e si aggira il tratto.
Entrati nell'area archeologica di Vulci si visita prima il stupendo e cinematografico lago del Pellicone, poi si torna indietro per passare dentro la vecchia città Romana.
Qui si pedalerà proprio sopra al suo Decumano fatto di basalto, fino ad arrivare alle rive del fiume Fiora dove è presente un antico ponte romano rotto.
L'attraversamento del Fiora rappresenta la criticità maggiore di tutto l'itinerario: vi consiglio di farlo solo se avete un minimo senso e piacere dell'avventura.
L'alternativa è quella di tornare indietro fino a poco oltre l'entrata di Vulci e prendere la provinciale che arriva fino a Montalto di Castro (waypoint)
Il guado non è stato particolarmente complicato, almeno con la portata che abbiamo trovato (controllare sempre prima), ma la parte più difficile è stato trovare un passaggio tra la vegetazione nella riva opposto e risalire una scarpata.
Abbiamo fatto un paio di tentativi per trovare il punto migliore (da come si vede dalla traccia) e alla fine abbiamo dovuto issare le bici con un cordino per risalire un tratto verticale tra la vegetazione. Ora non so se ci sono altri passaggi più semplici oppure può essere anche che la stagione vegetativa (inizio giugno) abbia ricoperto il percorso, ma comunque ho visto che altre tracce sono passate più o meno nello stesso punto.
Saliti su e arrivati in un campo incolto, si deve puntare un vecchio caseggiato poco più avanti sulla sinistra, qui è presente una traccia di strada sulla vegetazione che porta ad un cancello chiuso (si passa agevolmente di lato). Quindi si riprende il vecchio basolato romano che diventerà sterrato più avanti, passando tra diverse tombe etrusche.
Poco dopo ci attende una strada provinciale che porta fino alla stazione.
Sono presenti diverse fontane e fontanelle ben distribuite lungo tutto il percorso (segnalate da Waypoint).
Evitare quando fa molto caldo, possibilità di trovare fango in alcuni punti
Volendo si può dividere il percorso in due giorni dormendo a Latera nel Covo dei Briganti.
Altri itinerari nella pagina Facebook 'Fuga da Roma senza Auto'
https://www.facebook.com/groups/844154809662575
In questa linea di confine il brigantaggio trovò le condizioni per svilupparsi e sopravvivere a lungo. La mancanza di vie di comunicazione, rendeva questi luoghi isolati ed inaccessibili e la presenza di ampie macchie boschive selvagge, connesse tra loro da profonde gole solcate da torrenti e fossi furono le condizioni ottimali per questo fenomeno.
Questa traccia cerca di ripercorre questo sentiero fedelmente e in un unico giorno, tranne un tratto che scendeva sulle rive del Lago di Bolsena che ha fatto risparmiare 15 km di strada (questo per motivi di tempo e per poter visitare i luoghi che s'incontrano).
E' stata fatta utilizzando il treno da Roma con partenza da Fabro e ritorno dalla stazione di Montalto di Castro.
Il percorso, ad eccezione del tratto iniziale e finale, si sviluppa su strade bianche di ghiaia prevalentemente ben tenute e pochissimi tratti su single track. Il dislivello finale comunque è importante, anche se le salite sono tutte pedalabili senza pendenze eccessive.
La prima salita sale fino ad oltre quota 700 metri nella verde riserva del Monte Rufeno: qui si sta all'ombra e si guadagna quota molto lentamente fino ad arrivare ad un'abetaia.
L' unico paese che s'incontra è Latera, ma arrivati sulla Cassia, dove passa anche la Via Francigena, è presente un Chiosco ristoro che è aperto tutti i giorni della settimana.
La Selva del Lamone, poco conosciuta e frequentata, si è rilevata un'ottima sorpresa: un foresta verdissima su un terreno fatto di sassi vulcanici che ha qualcosa di magico.
Stupenda anche la strada che l'attraversa, un pista di terra battuta ben compatta, meglio anche dell'asfalto.
Superata la Selva del Lamone s'incontrano anche le prime criticità.
C'è l'attraversamento del torrente Olpeta, che abbiamo trovato a dire il vero abbastanza asciutto e semplice da attraversare e poi la risalita in parte dentro una stupenda Via Cava che si fa tutta a piedi (ma il tratto non è lunghissimo).
Poi fino al castello dell'Abbadia s'incontrano due/tre single track che abbiamo trovato abbastanza chiusi dalla vegetazione, ma siamo riusciti comunque a pedalare sempre, solo qualche graffietto sui bracci.
Arrivati al Castello, abbiamo trovato il ponte storico aperto e l'abbiamo attraversato, se dovesse essere chiuso, dopo la visita, si torna sulla strada asfaltata e si aggira il tratto.
Entrati nell'area archeologica di Vulci si visita prima il stupendo e cinematografico lago del Pellicone, poi si torna indietro per passare dentro la vecchia città Romana.
Qui si pedalerà proprio sopra al suo Decumano fatto di basalto, fino ad arrivare alle rive del fiume Fiora dove è presente un antico ponte romano rotto.
L'attraversamento del Fiora rappresenta la criticità maggiore di tutto l'itinerario: vi consiglio di farlo solo se avete un minimo senso e piacere dell'avventura.
L'alternativa è quella di tornare indietro fino a poco oltre l'entrata di Vulci e prendere la provinciale che arriva fino a Montalto di Castro (waypoint)
Il guado non è stato particolarmente complicato, almeno con la portata che abbiamo trovato (controllare sempre prima), ma la parte più difficile è stato trovare un passaggio tra la vegetazione nella riva opposto e risalire una scarpata.
Abbiamo fatto un paio di tentativi per trovare il punto migliore (da come si vede dalla traccia) e alla fine abbiamo dovuto issare le bici con un cordino per risalire un tratto verticale tra la vegetazione. Ora non so se ci sono altri passaggi più semplici oppure può essere anche che la stagione vegetativa (inizio giugno) abbia ricoperto il percorso, ma comunque ho visto che altre tracce sono passate più o meno nello stesso punto.
Saliti su e arrivati in un campo incolto, si deve puntare un vecchio caseggiato poco più avanti sulla sinistra, qui è presente una traccia di strada sulla vegetazione che porta ad un cancello chiuso (si passa agevolmente di lato). Quindi si riprende il vecchio basolato romano che diventerà sterrato più avanti, passando tra diverse tombe etrusche.
Poco dopo ci attende una strada provinciale che porta fino alla stazione.
Sono presenti diverse fontane e fontanelle ben distribuite lungo tutto il percorso (segnalate da Waypoint).
Evitare quando fa molto caldo, possibilità di trovare fango in alcuni punti
Volendo si può dividere il percorso in due giorni dormendo a Latera nel Covo dei Briganti.
Altri itinerari nella pagina Facebook 'Fuga da Roma senza Auto'
https://www.facebook.com/groups/844154809662575
Waypoints
Fountain
1,602 ft
Fontanella
Fountain
832 ft
Fontanella
Fountain
1,611 ft
fontanella
Fountain
748 ft
Fontana
Waypoint
636 ft
inzio tratti su sentiero con vegetazione
Intersection
237 ft
intersezione con provinciale per Montalto di Castro
Waypoint
195 ft
Bar
Waypoint
196 ft
Punto ristoro
Fountain
224 ft
fontanella
Waypoint
157 ft
Cancello - si passa di lato
Comments (1)
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Information
Easy to follow
Scenery
Difficult
Percorso bellissimo, realizzato in due tappe con pernotto a Gradoli (il Covo dei Briganti a Latera era chiuso infrasettimana). Molto consigliato