Quirra - Baccu Locci - Buddidorgia
near Quirra, Sardegna (Italia)
Viewed 372 times, downloaded 20 times
Trail photos
Itinerary description
Previsioni meteo senza pioggia e piscine probabilmente piene d'acqua, vista la pioggia dei giorni/settimane scorse ed allora si torna a Buddidorgia.
Percorso senza troppe difficoltà, vario ed interessante: fiumi e cascate (e anche tanti guadi), 12 km di salita su buon fondo e sempre pedalabile, edifici minerari e saliscendi sull'altopiano con pozze e sassi, hiking verso le cascate di Buddidorgia e rientro per la via dell'andata, con discesa veloce ma su buon fondo.
Alla fine stancante ma non sfiancante.
Avendo tempo e voglia sono molte le possibilità per arricchirlo, dal fiume di roccia poco vicino a Buddidorgia, il vecchio carro armato abbandonato e l’anello di Pranu Trebini con la "città di roccia". Diverse sono le tracce che li descrivono ma mi piace segnalare una traccia di andreapirroni, che per primo mi ha fatto conoscere il posto (con un'altra traccia):
https://it.wikiloc.com/percorsi-mountain-bike/baccu-locci-buddidirgia-pranu-trebini-ccs-2021-89279089
Tra l'altro la descrizione precisa ed entusiasta che ne fa - decisamente condivisibile - mi consente di limitarmi a qualche nota di colore.
Si inizia dallo svincolo per Quirra, primo bivio subito sulla sinistra andando verso Tertenia.
Volendo si può andare ancora più avanti con le auto, ma questi primi chilometri ci serviranno a scaldare la gamba.
Si inizia subito con un guado che sarà il primo di una lunga serie (più di 15) quasi tutti su cemento. La parte iniziale del percorso si snoda , infatti, a fianco del Rio Corr'e Cerbo.
Comunque, solo un guado ci ha creato qualche problema ma ho risolto con delle galosce...
Si prosegue dritti ed al primo vero bivio si prende la destra (volendo e tempo permettendo da sinistra si potrà rientrare). Strada con qualche pozzanghera di troppo - ma nell'altopiano saranno ben più grandi - che si snoda per i primi cinque chilometri in leggera salita. Finiti i guadi la salita diviene più pesante, sempre intorno al 10 % ed arriviamo presto al sito minerario di Baccu Locci con alcuni edifici ristrutturati ed altri decisamente no.
Piccola sosta e via di nuova in salita. Altri sei chilometri lungo i quali incontreremo altri edifici minerari. Un paio di chilometri prima di arrivare in cima troviamo un altro bivio: andiamo dritti sulla destra. Le pendenze sono più elevate, ma niente di non pedalabile.
Si arriva quindi ad un ovile, dove comincia il saliscendi dell'altopiano. In realtà un percorso che si snoda in leggera salita fino ad incrociare la strada proveniente da San Vito (mio primo approccio al luogo e del quale ricordo la salita iniziale molto ripida e la rottura del cambio 😞 : https://it.wikiloc.com/percorsi-mountain-bike/buddidorgia-35801063). Si gira sulla destra ed inizia la zona militare con divieto di accesso. Chi prosegue lo fa a proprio rischio e pericolo. La strada continua passando da un fondo roccioso a fango e pozzanghere che se non siete troppo stanchi vi divertirà, per finire in un sentiero in mezzo al bosco ugualmente divertente che ci porterà a Padenti Mannu, dove c'è un'altra segnalazione di zona militare. Un chilometro d'asfalto e si gira sulla destra in un sentierino che chi condurrà ad una rete metallica. La oltrepassiamo e giriamo a destra, rimanendo a fianco alla rete. Il sentiero si fa un poco più ostico per via della vegetazione. Al termine della rete, piccola discesa ed inizia la ricerca del sentiero. Non è facile da trovare e la vegetazione tende a riprendersi il territorio. Dotatevi di una buon navigatore e di una buona traccia da seguire. Anche quando il sentiero sembrerà finito andate avanti e lo ritroverete oltre la siepe... Ad un cerro punto bisognerà proseguire a piedi, per un poco in mezzo alla vegetazione ma poi il sentiero si apre di nuovo e diventa quasi sempre ben visibile (e se avessimo con la bici, anche pedalabile 😁. Con una piccola deviazione sulla destra - tendete l'orecchio - si possono sentire e vedere le cascate dall'alto. Rientrati sul sentierino principale, ancora settecento metri a piedi e si scende - ormai il sentiero è ben visibile - alle piscinette: un caleidoscopio di colori che via via ci portano fino alla cascata che abbiamo visto dall'alto. Magnifico spettacolo; se non ci credete guardate le foto e tenete conto che la giornata non era neanche molto soleggiata. Volendo anziché risalire il fiume da una piscina all'altra, cosa che finirebbe inevitabilmente con i piedi bagnati, esiste anche il sentiero che corre un poco sopra la sponda e che ci porta dritto alla base della cascata.
Con dispiacere abbandoniamo il posto per rientrare a casa. E' tardi e non riusciremo a vedere neanche il fiume di roccia. Ci si mette inoltre anche la sfortuna (o è sbadataggine?) perché arrivato alla bici mi rendo conto che da qualche parte mi è scivolato il telefono e ciò mi costringe a tornare indietro, a piedi, di un bel po'. Per fortuna lo ritrovo e mi riporto velocemente alla bici da dove riprendo al strada dell'andata per il rientro. Qualche deviazione per cercare di evitare le pozze, ma ne trovo altre, e poi di nuovo si arriva all'ovile e si inizia la discesa. Se la salita era abbordabile la discesa risulta ripida e veloce, ma lunga e la finisco che ormai è buio.
Come detto percorso di media difficoltà. Consiglio di affrontarlo con più tempo davanti (partite almeno alle 10.00 e non alle 13.00 come ho fatto io, ma ho dovuto raggiungere Quirra) perché l'altopiano riserva anche altre bei siti e paesaggi da ammirare.
Buone ruote
Percorso senza troppe difficoltà, vario ed interessante: fiumi e cascate (e anche tanti guadi), 12 km di salita su buon fondo e sempre pedalabile, edifici minerari e saliscendi sull'altopiano con pozze e sassi, hiking verso le cascate di Buddidorgia e rientro per la via dell'andata, con discesa veloce ma su buon fondo.
Alla fine stancante ma non sfiancante.
Avendo tempo e voglia sono molte le possibilità per arricchirlo, dal fiume di roccia poco vicino a Buddidorgia, il vecchio carro armato abbandonato e l’anello di Pranu Trebini con la "città di roccia". Diverse sono le tracce che li descrivono ma mi piace segnalare una traccia di andreapirroni, che per primo mi ha fatto conoscere il posto (con un'altra traccia):
https://it.wikiloc.com/percorsi-mountain-bike/baccu-locci-buddidirgia-pranu-trebini-ccs-2021-89279089
Tra l'altro la descrizione precisa ed entusiasta che ne fa - decisamente condivisibile - mi consente di limitarmi a qualche nota di colore.
Si inizia dallo svincolo per Quirra, primo bivio subito sulla sinistra andando verso Tertenia.
Volendo si può andare ancora più avanti con le auto, ma questi primi chilometri ci serviranno a scaldare la gamba.
Si inizia subito con un guado che sarà il primo di una lunga serie (più di 15) quasi tutti su cemento. La parte iniziale del percorso si snoda , infatti, a fianco del Rio Corr'e Cerbo.
Comunque, solo un guado ci ha creato qualche problema ma ho risolto con delle galosce...
Si prosegue dritti ed al primo vero bivio si prende la destra (volendo e tempo permettendo da sinistra si potrà rientrare). Strada con qualche pozzanghera di troppo - ma nell'altopiano saranno ben più grandi - che si snoda per i primi cinque chilometri in leggera salita. Finiti i guadi la salita diviene più pesante, sempre intorno al 10 % ed arriviamo presto al sito minerario di Baccu Locci con alcuni edifici ristrutturati ed altri decisamente no.
Piccola sosta e via di nuova in salita. Altri sei chilometri lungo i quali incontreremo altri edifici minerari. Un paio di chilometri prima di arrivare in cima troviamo un altro bivio: andiamo dritti sulla destra. Le pendenze sono più elevate, ma niente di non pedalabile.
Si arriva quindi ad un ovile, dove comincia il saliscendi dell'altopiano. In realtà un percorso che si snoda in leggera salita fino ad incrociare la strada proveniente da San Vito (mio primo approccio al luogo e del quale ricordo la salita iniziale molto ripida e la rottura del cambio 😞 : https://it.wikiloc.com/percorsi-mountain-bike/buddidorgia-35801063). Si gira sulla destra ed inizia la zona militare con divieto di accesso. Chi prosegue lo fa a proprio rischio e pericolo. La strada continua passando da un fondo roccioso a fango e pozzanghere che se non siete troppo stanchi vi divertirà, per finire in un sentiero in mezzo al bosco ugualmente divertente che ci porterà a Padenti Mannu, dove c'è un'altra segnalazione di zona militare. Un chilometro d'asfalto e si gira sulla destra in un sentierino che chi condurrà ad una rete metallica. La oltrepassiamo e giriamo a destra, rimanendo a fianco alla rete. Il sentiero si fa un poco più ostico per via della vegetazione. Al termine della rete, piccola discesa ed inizia la ricerca del sentiero. Non è facile da trovare e la vegetazione tende a riprendersi il territorio. Dotatevi di una buon navigatore e di una buona traccia da seguire. Anche quando il sentiero sembrerà finito andate avanti e lo ritroverete oltre la siepe... Ad un cerro punto bisognerà proseguire a piedi, per un poco in mezzo alla vegetazione ma poi il sentiero si apre di nuovo e diventa quasi sempre ben visibile (e se avessimo con la bici, anche pedalabile 😁. Con una piccola deviazione sulla destra - tendete l'orecchio - si possono sentire e vedere le cascate dall'alto. Rientrati sul sentierino principale, ancora settecento metri a piedi e si scende - ormai il sentiero è ben visibile - alle piscinette: un caleidoscopio di colori che via via ci portano fino alla cascata che abbiamo visto dall'alto. Magnifico spettacolo; se non ci credete guardate le foto e tenete conto che la giornata non era neanche molto soleggiata. Volendo anziché risalire il fiume da una piscina all'altra, cosa che finirebbe inevitabilmente con i piedi bagnati, esiste anche il sentiero che corre un poco sopra la sponda e che ci porta dritto alla base della cascata.
Con dispiacere abbandoniamo il posto per rientrare a casa. E' tardi e non riusciremo a vedere neanche il fiume di roccia. Ci si mette inoltre anche la sfortuna (o è sbadataggine?) perché arrivato alla bici mi rendo conto che da qualche parte mi è scivolato il telefono e ciò mi costringe a tornare indietro, a piedi, di un bel po'. Per fortuna lo ritrovo e mi riporto velocemente alla bici da dove riprendo al strada dell'andata per il rientro. Qualche deviazione per cercare di evitare le pozze, ma ne trovo altre, e poi di nuovo si arriva all'ovile e si inizia la discesa. Se la salita era abbordabile la discesa risulta ripida e veloce, ma lunga e la finisco che ormai è buio.
Come detto percorso di media difficoltà. Consiglio di affrontarlo con più tempo davanti (partite almeno alle 10.00 e non alle 13.00 come ho fatto io, ma ho dovuto raggiungere Quirra) perché l'altopiano riserva anche altre bei siti e paesaggi da ammirare.
Buone ruote
Waypoints
You can add a comment or review this trail
Comments