Activity

Periplo Marmolada antiorario

Download

Trail photos

Photo ofPeriplo Marmolada antiorario Photo ofPeriplo Marmolada antiorario Photo ofPeriplo Marmolada antiorario

Author

Trail stats

Distance
24.13 mi
Elevation gain
7,759 ft
Technical difficulty
Experts only
Elevation loss
7,759 ft
Max elevation
8,880 ft
TrailRank 
35
Min elevation
4,727 ft
Trail type
Loop
Time
23 hours 22 minutes
Coordinates
1123
Uploaded
September 14, 2021
Recorded
September 2021
Share

near Alba-Penia, Trentino-Alto Adige (Italia)

Viewed 387 times, downloaded 8 times

Trail photos

Photo ofPeriplo Marmolada antiorario Photo ofPeriplo Marmolada antiorario Photo ofPeriplo Marmolada antiorario

Itinerary description

PERIPLO MARMOLADA ANTIORARIO

Zona: gruppo Marmolada (confine Veneto – Trentino)
Lunghezza: 41km
Dislivello:2500m di cui 700m circa di seggiovia
Cartina: Tabacco n° 06 1:25000 (Val di Fassa e dolomiti Fassane)
Luogo di partenza e arrivo: Alba di Canazei (TN)

NB Per la relazione e le foto di questo giro si ringraziano Matteo “Gale” Galeazzi e Gilberto “Gibo” Pagnini che lo hanno percorso e descritto nell’estate 2021

Il giro cicloalpinistico 2021 parte dalla Val di Fassa e più precisamente ad Alba di Canazei a 1500m circa. Il punto di partenza è il parcheggio della stazione a valle degli impianti del paese che portano sui prati del Ciampac o in alternativa al Col dei Rossi poco sopra il passo Pordoi. L’obiettivo è quello di circumnavigare il gruppo della Marmolada che con i 3343m di punta Penia è la più alta cima di tutte le dolomiti.
In sella alle bici, ci muoviamo in direzione sud verso la foresta di abeti ai piedi del Colac, dove il sentiero CAI 602 si inerpica deciso in direzione della val Contrin. La prima parte della salita fino ai 1736m della baita Locia de Contrin, sale con una pendenza quasi sempre superiore al 10% con la carrareccia sassosa che nei tratti più ombrosi e pendenti diventa cementata. Nonostante le difficoltà, la salita è sempre pedalabile ed il fitto bosco protegge sia dai raggi del sole sia da eventuali piogge che nel periodo estivo possono sempre capitare. Arrivati alla baita, la val Contrin si apre ed inizia a farsi ammirare il tutto il suo splendore. Il torrente Ru de Contrin solca la valle placido e fa da spartiacque fra il massiccio del gran Vernel ad est e la cima del Colac ad ovest. La carrareccia ora sale dritta in falsopiano per un paio di km fra prati e pascoli. Le radure sono contornate da larici e splendidi pini cembri (Cirmoli) ma anche da mughete e rododendri. Subito dopo malga Contrin, la strada riprendere ad impennarsi e nel giro di poco si coprono a fatica gli ultimi 200m di dislivello che rimangono per arrivare al rifugio Contrin (circa 1 ora dal parcheggio con dislivello complessivo di quasi 500m). Il rifugio è situato in un punto strategico ai piedi della regina Marmolada e di tante altre cime dolomitiche dal fascino più misterioso perché meno conosciute (Cime Ombretta, Col Ombert, Cima Uomo e tante altre…). Insomma un punto ideale per fare trekking, alpinismo ed arrampicata, un po’ meno per partire in bici con lo sguardo rivolto a monte. Ora infatti ci aspettano quasi 700m di dislivello con bici a spinta e/o spalla per arrivare al punto più elevato del giro, la forcella Ombretta. La salita però è in un ambiente dolomitico stupendo, dove i prati in quota a poco a poco lasciano spazio alle rocce e alle pareti verticali, là dove le marmotte e gli stambecchi regnano pacifici in attesa dei difficili mesi invernali. La salita non concede molto tratti di recupero ma in meno di due ore si riesce a giungere ai 2700 della forcella. Siamo a picco sotto la cima di punta Penia e la verticale parete sud della regina si mostra in tutta la sua possenza. A Ovest invece abbiamo la cima Ombretta a cui piedi sorge il bivacco Dal Bianco, distante 2 minuti dalla forcella ed è un ottimo riparo in caso di maltempo. Dopo una dovuta pausa rigenerante ci si prepara per l’interminabile discesa che avrà termine a Malga Ciapela, 1300m più in basso. Il primo tratto di discesa si sviluppa sulle ripide ghiaie della forcella, dove sembra più di surfare che andare in bici. La pendenza è massima e la mancanza di grip una costante. L’obiettivo è cercare di scendere cerando di non prendere troppa velocità facendosi trasportare dai sassi. In alcuni tratti la goduria è massima come anche la concentrazione, poiché cadendo si rischia di scivolare e di essere trasporti in basso per molti “molti” metri. Passati indenni il primo tratto, ci si ritrova in una prima conca glaciale, qui il singletrack diventa inizialmente meno ripido e giocoso ma poi cambia e mostra il suo carattere più ignorante e cattivo. La pendenza torna a farsi sentire, rocce e gradoni si alternano in maniera costante a tornanti e passaggi dove l’acqua e la neve hanno lasciato solchi profondi. Gli ultimi 200m di dislivello fino a quota 2000 del rifugio Falier non sono quindi sempre ciclabili e per diversi tratti è necessario scendere a piedi. Giunti al rifugio, fare una pausa e due chiacchere con i gestori è d’obbligo. Il tratto più impegnativo della discesa è alle spalle ma ancora la discesa è lunga e le insidie dietro ogni sasso o tornante almeno fino a Malga Ombretta. Passata la malga, il trail diventa carrareccia per poi finire in strada asfaltata poco prima di Malga Ciapela. Siamo circa a 1400 slm ed in circa 1:30 si riesce a coprire il dislivello negativo (senza troppe pause) necessario per arrivare al punto più basso del giro. Da Malga Ciapela risaliamo verso nord per 200m di dislivello il passo Fedaia, mitico Passo dolomitico reso celebre dalle imprese ciclistiche del pirata di Cesenatico Marco Pantani. Intorno a quota 1700 però ci fermiamo e prendiamo la seggiovia Padon che in circa 15 minuti ci catapulta, senza troppa fatica, ai 2400m dell’omonimo rifugio. Ora iniziamo a vedere il lato nord della Marmolada ed il suo ghiacciaio che ormai anno dopo anno si sta ritirando inesorabilmente. Nonostante ciò il panorama è sublime e con un veloce colpo d’occhio verso sud, nelle giornate limpide possiamo vedere le più importanti vette dolomitiche. Dalle Tofane alle pale di San Martino: siamo proprio nel cuore delle Dolomiti. Nonostante l’aiuto meccanico, il nostro giro è ancora lungo e non privo di difficoltà. Ci muoviamo verso ovest (sentiero CAI 680) nel sentiero geologico (anche alta via dolomitica) che passa poco sotto le crode del Padon e della Mesola. La conformità geologica della Mesola/Padon è molto diversa dal classico terreno dolomitico. Il terreno vulcanico è oggetto di studi da anni degli esperti di geologia e sembra ergersi come isola scura in un mare di pareti bianche e rosa tipiche della classica roccia dolomitica. Il sentiero dapprima con leggeri sali e scendi e poi con una decisa risalita ci porta a fino Porta Vescovo. La fatica si fa sentire ma la vista della parte nord della regina a contrasto con l’azzurro del lago Fedaia sottostante ripaga di tutto. Il sentiero è solo in parte ciclabile, buona parte della salita si fa a spinta sotto lo sguardo incuriosito dei numerosi trekkers che percorrono questi famosi sentieri da rifugio a rifugio. Dopo la sosta a Porta Vescovo, il sentiero ancora su single track, percorre in direzione ovest, nord ovest la famosa Viel del Pan antica via di comunicazione e commercio fra valli ladine di Fassa e Agordo. https://www.saliinvetta.com/trekking/italia/trentino-alto-adige/rifugio-viel-del-pan/116-viel-del-pan . Una alternativa è quella di scendere in direzione sud direttamente al Passo Fedaia per il ripido e tecnico sentiero 698 e poi da lì continua sul 605 fino ad Alba. Nonostante la succulenta alternativa abbiamo optato per il percorso in costa più lungo e panoramico. Il Viel del Pan è altamente spettacolare, mai troppo difficile ma neanche facile. I numerosi sali e scendi si susseguono con continuità per qualche km. In alcuni tratti e necessario spingere la bici o fermarsi per far passare i numerosi escursionisti. Nonostante ciò è una esperienza da provare almeno una volta nella vita. Con la giusta attenzione il divertimento è assicurato e le fatiche cancellate dagli innumerevoli scorci sulle cime e valli sottostanti. Ci manteniamo infatti intorno quota 2300-2400m e alla fine del sentiero intorno ai rifugi Fredarola e Belvedere ci aspettano ancora circa 1000m di dislivello negativo per arrivare a valle al paese di Canazei. Siamo in zona passo Pordoi e Sellaronda. Ora i numerosi impianti di risalita portano una marea di turisti ed escursionisti a mirare le bellezze della zona. Seguendo le linee di Discesa del Bike park di Canazei, ci tuffiamo a razzo dentro la valle. Le opzioni di discese sono diverse. Nella nostra traccia abbiamo utilizzato un mix di trails ma principalmente la Double U e la Infinity intervallate da qualche variante. Stanchi ma felici scendiamo perdendo rapidamente quota. Le fatiche ma anche il divertimento di giornata volgono al termine. Da Canazei la strada asfaltata sale un poco ma ci riporta in pochi minuiti ad Alba. Il periplo della Marmolada si chiude.

Note: Il giro ciclo alpinistico è da fare “solo” nel periodo estivo da Luglio a Settembre con condizioni di meteo stabili. I tratti a spinta e spallati sono lunghi e numerosi. E’ da escludere l’utilizzo di bici a pedalata assistita lungo la salita di forcella Ombretta. Il percorso a varie vie di fuga e può essere spezzettato su due giorni pernottando al rifugio Contrin o Falier oppure pernottando a 2700m al bivacco Dal Bianco.
PS Se si vuole visualizzare un’animazione vedi qui:
https://ayvri.com/scene/7dj2p0x3ke/cktk9y6s100013a6izuzkdkb5
oppure visitare il sito www.ayvri.com ed eseguire ricerca con “Periplo Marmolada antiorario”

Comments

    You can or this trail