L'Altopiano delle Rocche. Rocca di Mezzo - Rifugio del Lupo - Ovindoli - Val D'Arano - Rovere - Terranera - Rocca di Cambio
near Rocca di Mezzo, Abruzzo (Italia)
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Itinerary description
Si torna dopo 15 giorni a percorrere le ciclabili dell'Altopiano delle Rocche con l'obbiettivo di concludere il lungo anello che va a toccare gran parte dei paesi in questo meraviglioso angolo di Abruzzo.
Premesso che ognuno può partire dove vuole, io ho di nuovo preferito partire da Rocca di Mezzo perché ho dato più importanza al fatto che affrontare la salita di 4km circa su asfalto alle 7:30 di mattina mi avrebbe evitato complicazioni con il passaggio delle auto dirette al Rifugio del Lupo. Inoltre considero la salita che va dalla Magnola al Vado Ceraso molto impegnativa per via del fondo sconnesso e seppur complicata sia meglio affrontarla in discesa.
Da Rocca di Mezzo si sale su asfalto fino al Rifugio del Lupo all'ombra del Monte Rotondo. Splendida visuale sui Piani di Pezza e sui monti che lo circondano. Colazione veloce al Rifugio e si inizia con la sterrata fino al Vado Ceraso. Prima parte in piano poi si sale progressivamente senza mai avere un dislivello inaccessibile.
Al Vado Ceraso ci si prepara per la pista di pattinaggio. La discesa di 3km avviene su carrareccia molto scivolosa con curve costanti e possibilità di incrociare pedoni, auto e altri bikers, tranne al mattino presto.
La sterrata finisce al parcheggio in fase di ampliamento degli impianti invernali della Magnola. Da qui fino ad Ovindoli lungo discesone su asfalto e sempre in base all'orario, occhio alle auto!
Visita al centro storico di Ovindoli con strappi impegnativi e bici in spalla per salire sullo sperone degli Alpini dove si è ripagati da un favoloso panorama. Sirente, Serra di Celano, Piana del Fucino, Magnola e ad Est tutto lo skyline del Gran Sasso.
Si torna in pianura per seguire la ciclabile e il sentiero carrabile che conduce nella Valle D'Arano. Gli alti faggi offrono ombra e refrigerio mentre la fonte della Val D'Arano seppur fioca offre la possibilità di riempire la borraccia.
Si conclude meravigliosamente l'anello della Valle sotto le aggettanti rocce che introducono alle Gole di Aielli/Celano.
Si ritorna ad Ovindoli per prendere la ciclabile che conduce a Rovere. Attenzione all'attraversamento della SS696!
Fino a Rovere si pedala velocemente essendo il tracciato in falso piano, seguendo la ciclabile che percorre il perimetro basso di Rovere si incontra una breve e perpendicolare discesa che termina su di un ponticello in legno, essendo marcio ho preferito scendere dalla bici e spingere.
Il dislivello che si è perso in discesa si recupera "con il resto" in salita. Duro strappo fino a riprendere la SS696 per poi impettare verticalmente tra le viuzze di Rovere dove prima di giungere alla Chiesa diroccata e al Castello ho ceduto continuando a spinta!
Dopo aver visitato i ruderi del Castello di Rovere ed essere sceso per i ripidi scalini tra curatissimi vicoli ho ripreso la ciclabile direzione Rocca di Mezzo.
Si corre velocemente tra ampi pascoli fino ad intercettare di nuovo la SS696 la quale divide la ciclabile. E' necessario fare attenzione nell'attraversarla essendo un punto dove auto e moto acquistano molta velocità. Superato l'ostacolo si riprende la veloce marcia su un tratto di pista divertente essendo pieno di dossi in discesa.
A Rocca di Mezzo l'apoteosi del turismo ferragostano non permette di girovagare liberamente tra i vicoli, quindi si lascia il paese per correre spediti alla placida Terranera.
Altro attraversamento pericoloso fuori Rocca di Mezzo poi solo ciclabile e panorami spettacolari. La pista corre di fianco il Rio Gamberale e per raggiungere Terranera bisogna immettersi sulla SP 38 Nuova Vestina per un breve tratto.
A Terranera regna la calma, si prepara il Ferragosto con barbecue fuori l'uscio delle case e si respira un'aria meno turistica dei paesi fin qui visitati.
Prima di riprendere la pista direzione Rocca di Cambio, breve visita al Tempietto della Rimembranza, pittoresco con lo sfondo del Monte Cagno e del Monte Ocre.
La ciclovia che conduce a Rocca di Cambio sfila via veloce sul vasto pianoro paludoso, prima però di salire alla Rocca è d'obbligo la tappa all'Abbazia di Santa Lucia.
Se volete arrivare all'Abbazia però bisognerà affrontare uno strappo al 10% che mette a dura prova, benché abbia scalato tutte le marce possibili non ho potuto esimermi dallo spingere la bici nell'ultimo trattino verticale per poi tornare a pedalare fino all'Abbazia.
Purtroppo chiusa ma ristrutturata egregiamente si lascia ammirare solo esternamente e sotto il sole cocente quindi, non rimane che continuare a salire per toccare l'ultimo paese di oggi.
L'ascesa avviene tutta su asfalto, nella prima parte sulla strada dell'Abbazia, poi si prende la SR 5 bis Vestina Sarentina e poi ancora la SP39 che porta fino al centro del paese.
Anche a Rocca di Cambio c'è possibilità di trovare turisti anche se all'ora di pranzo la maggior parte è con le gambe sotto al tavolo.
Non ho potuto raggiungere la Collegiata di S. Pietro per il fatto che non ce la facevo più a salire le brevi vie verticali di questi paesini, lascio a voi l'ardire di farlo.
La discesa che da Rocca di Cambio conduce alla SS696 è veloce e trafficata, attenzione. Anche l'immissione sulla carreggiata opposta per riprendere la ciclabile per Rocca di Mezzo può avere le sue complicanze essendo sotto curva e non permette visibilità sulle auto che arrivano da sinistra.
Una volta ripresa la ciclovia si fa l'ultima tappa al Mulino di Righetto divenuto celebre per aver ospitato una sequenza del film "La Strada" di Fellini, certo è che nel 1954 appariva in condizioni migliori.
L'anello termina tra le affollate vie di Rocca di Mezzo e l'aver parcheggiato leggermente fuori mano ha il vantaggio di poter dare una rinfrescata alla bici con una lancia portatile cosicché si potrà caricare la bici pulita in auto.
Premesso che ognuno può partire dove vuole, io ho di nuovo preferito partire da Rocca di Mezzo perché ho dato più importanza al fatto che affrontare la salita di 4km circa su asfalto alle 7:30 di mattina mi avrebbe evitato complicazioni con il passaggio delle auto dirette al Rifugio del Lupo. Inoltre considero la salita che va dalla Magnola al Vado Ceraso molto impegnativa per via del fondo sconnesso e seppur complicata sia meglio affrontarla in discesa.
Da Rocca di Mezzo si sale su asfalto fino al Rifugio del Lupo all'ombra del Monte Rotondo. Splendida visuale sui Piani di Pezza e sui monti che lo circondano. Colazione veloce al Rifugio e si inizia con la sterrata fino al Vado Ceraso. Prima parte in piano poi si sale progressivamente senza mai avere un dislivello inaccessibile.
Al Vado Ceraso ci si prepara per la pista di pattinaggio. La discesa di 3km avviene su carrareccia molto scivolosa con curve costanti e possibilità di incrociare pedoni, auto e altri bikers, tranne al mattino presto.
La sterrata finisce al parcheggio in fase di ampliamento degli impianti invernali della Magnola. Da qui fino ad Ovindoli lungo discesone su asfalto e sempre in base all'orario, occhio alle auto!
Visita al centro storico di Ovindoli con strappi impegnativi e bici in spalla per salire sullo sperone degli Alpini dove si è ripagati da un favoloso panorama. Sirente, Serra di Celano, Piana del Fucino, Magnola e ad Est tutto lo skyline del Gran Sasso.
Si torna in pianura per seguire la ciclabile e il sentiero carrabile che conduce nella Valle D'Arano. Gli alti faggi offrono ombra e refrigerio mentre la fonte della Val D'Arano seppur fioca offre la possibilità di riempire la borraccia.
Si conclude meravigliosamente l'anello della Valle sotto le aggettanti rocce che introducono alle Gole di Aielli/Celano.
Si ritorna ad Ovindoli per prendere la ciclabile che conduce a Rovere. Attenzione all'attraversamento della SS696!
Fino a Rovere si pedala velocemente essendo il tracciato in falso piano, seguendo la ciclabile che percorre il perimetro basso di Rovere si incontra una breve e perpendicolare discesa che termina su di un ponticello in legno, essendo marcio ho preferito scendere dalla bici e spingere.
Il dislivello che si è perso in discesa si recupera "con il resto" in salita. Duro strappo fino a riprendere la SS696 per poi impettare verticalmente tra le viuzze di Rovere dove prima di giungere alla Chiesa diroccata e al Castello ho ceduto continuando a spinta!
Dopo aver visitato i ruderi del Castello di Rovere ed essere sceso per i ripidi scalini tra curatissimi vicoli ho ripreso la ciclabile direzione Rocca di Mezzo.
Si corre velocemente tra ampi pascoli fino ad intercettare di nuovo la SS696 la quale divide la ciclabile. E' necessario fare attenzione nell'attraversarla essendo un punto dove auto e moto acquistano molta velocità. Superato l'ostacolo si riprende la veloce marcia su un tratto di pista divertente essendo pieno di dossi in discesa.
A Rocca di Mezzo l'apoteosi del turismo ferragostano non permette di girovagare liberamente tra i vicoli, quindi si lascia il paese per correre spediti alla placida Terranera.
Altro attraversamento pericoloso fuori Rocca di Mezzo poi solo ciclabile e panorami spettacolari. La pista corre di fianco il Rio Gamberale e per raggiungere Terranera bisogna immettersi sulla SP 38 Nuova Vestina per un breve tratto.
A Terranera regna la calma, si prepara il Ferragosto con barbecue fuori l'uscio delle case e si respira un'aria meno turistica dei paesi fin qui visitati.
Prima di riprendere la pista direzione Rocca di Cambio, breve visita al Tempietto della Rimembranza, pittoresco con lo sfondo del Monte Cagno e del Monte Ocre.
La ciclovia che conduce a Rocca di Cambio sfila via veloce sul vasto pianoro paludoso, prima però di salire alla Rocca è d'obbligo la tappa all'Abbazia di Santa Lucia.
Se volete arrivare all'Abbazia però bisognerà affrontare uno strappo al 10% che mette a dura prova, benché abbia scalato tutte le marce possibili non ho potuto esimermi dallo spingere la bici nell'ultimo trattino verticale per poi tornare a pedalare fino all'Abbazia.
Purtroppo chiusa ma ristrutturata egregiamente si lascia ammirare solo esternamente e sotto il sole cocente quindi, non rimane che continuare a salire per toccare l'ultimo paese di oggi.
L'ascesa avviene tutta su asfalto, nella prima parte sulla strada dell'Abbazia, poi si prende la SR 5 bis Vestina Sarentina e poi ancora la SP39 che porta fino al centro del paese.
Anche a Rocca di Cambio c'è possibilità di trovare turisti anche se all'ora di pranzo la maggior parte è con le gambe sotto al tavolo.
Non ho potuto raggiungere la Collegiata di S. Pietro per il fatto che non ce la facevo più a salire le brevi vie verticali di questi paesini, lascio a voi l'ardire di farlo.
La discesa che da Rocca di Cambio conduce alla SS696 è veloce e trafficata, attenzione. Anche l'immissione sulla carreggiata opposta per riprendere la ciclabile per Rocca di Mezzo può avere le sue complicanze essendo sotto curva e non permette visibilità sulle auto che arrivano da sinistra.
Una volta ripresa la ciclovia si fa l'ultima tappa al Mulino di Righetto divenuto celebre per aver ospitato una sequenza del film "La Strada" di Fellini, certo è che nel 1954 appariva in condizioni migliori.
L'anello termina tra le affollate vie di Rocca di Mezzo e l'aver parcheggiato leggermente fuori mano ha il vantaggio di poter dare una rinfrescata alla bici con una lancia portatile cosicché si potrà caricare la bici pulita in auto.
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