La ciclovia dei Trabocchi. Da Ortona a Punta Penna Torre di Vasto. A/R
near bishopric of Ortona, Abruzzo (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Percorso meraviglioso in uno degli angoli più belli d'Italia. La ciclovia verde dei trabocchi ricalca il tratto della vecchia ferrovia adriatica che ora passa più internamente.
Il percorso di 40 km ha come punto di partenza la bella cittadina di Ortona dove è possibile ammirare il panorama costiero salendo sulle mura del Castello Aragonese. Per scendere a prendere la ciclovia ho improvvisato una discesa, a tratti bici in spalla, scendendo per il sentiero accanto al castello. In fondo, nella zona portuale passa la pista verde che per un breve tratto attraversa la zona del porto e corre accanto ai binari della nuova ferrovia, poi all'altezza della Spiaggia del Lido dei Saraceni inizia ufficialmente il percorso verde dei trabocchi.
Oltre al pittoresco panorama, si alternano nel primo tratto brevi e lunghe gallerie, discretamente illuminate e facili da percorrere. Si attraversa la Riserva Naturale di Punta Acquabella e il Torrente del Moro prima di giungere al lungo tratto contraddistinto dai trabocchi. Questi, altro non sono che delle caratteristiche strutture di pesca risalenti al XVIII secolo contraddistinte da palizzate sul mare dalle quali pendono reti per la pesca. Ad oggi, molti di loro, come tutti sanno, ospitano ristoranti più o meno alla moda.
Si attraversano piccoli paesi turistici, più si scende e più si noterà la minor cura delle costruzioni e la presenza di minori attività turistiche.
Tra i vari corsi d'acqua attraversati, il più noto è quello del Fiume Sangro. Un lungo ponte in mattoni di cotto supera le turchesi acque del Sangro che nasce tra le pendici del monte Morrone del Diavolo nel Parco Nazionale.
Poco dopo, in località Torrino di Sangro, la ciclovia verde termina lasciando il posto ad un tratto in breccia, questo conduce purtroppo ad un vicolo cieco. In questo punto infatti si è costretti a tronare indietro essendo la costa franata per diverse centinaia di metri.
L'unica soluzione per raggiungere Vasto sarà l'attraversamento della SS16Adriatica.
Per prenderla nella carreggiata giusta ho percorso un sottopasso e una decina di gradini spingendo la bici ed evitando di attraversarla essendo ad alta percorrenza con anche mezzi pesanti e non avendo un ampio battistrada. Dopo 1km si svolta a sinistra e si torna sulla pista verde in località Le Morge.
Dopo l'attraversamento del Fiume Osento si torna a pedalare sulla sterrata per un breve tratto fino a Casalbordino. Qui la ciclabile lascia il posto al lungomare asfaltato e si tornerà a pedalare lontano dalle auto sulla sterrata all'altezza del ponte sul Sinello.
Si entra nella Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torrino di Sangro, tutto questo tratto sarà caratterizzato da pinete, dune, strappi con dislivelli mediamente impegnativi e naturalmente, veloci e tecniche discese su breccia e terra battuta. Luogo fantastico e suggestivo tra attività agricole e punti panoramici su Punta Aderci e su tutto il lungomare.
Vasto all'orizzonte si presenta con le alte ciminiere del porto, mentre il grande Faro di Punta Penna sarà il prossimo e ultimo obiettivo prima del ritorno.
Per arrivare a Punta Penna sarà necessario attraversare la zona industriale dove la ciclabile non sarà più presente.
Una volta in cima su Punta Penna, osservato il Faro, la Chiesa della Madonna della Penna del XIV secolo e la torre Cinquecentesca di Punta Penna, si torna indietro per rifare tutto il percorso fino ad Ortona.
Tappa immancabile se la stagione permette, è il bagno rinfrescante nelle limpide acque della Spiaggia di Punta Aderci accanto all'ultimo trabocco visitato in questa lunga giornata.
Il percorso di 40 km ha come punto di partenza la bella cittadina di Ortona dove è possibile ammirare il panorama costiero salendo sulle mura del Castello Aragonese. Per scendere a prendere la ciclovia ho improvvisato una discesa, a tratti bici in spalla, scendendo per il sentiero accanto al castello. In fondo, nella zona portuale passa la pista verde che per un breve tratto attraversa la zona del porto e corre accanto ai binari della nuova ferrovia, poi all'altezza della Spiaggia del Lido dei Saraceni inizia ufficialmente il percorso verde dei trabocchi.
Oltre al pittoresco panorama, si alternano nel primo tratto brevi e lunghe gallerie, discretamente illuminate e facili da percorrere. Si attraversa la Riserva Naturale di Punta Acquabella e il Torrente del Moro prima di giungere al lungo tratto contraddistinto dai trabocchi. Questi, altro non sono che delle caratteristiche strutture di pesca risalenti al XVIII secolo contraddistinte da palizzate sul mare dalle quali pendono reti per la pesca. Ad oggi, molti di loro, come tutti sanno, ospitano ristoranti più o meno alla moda.
Si attraversano piccoli paesi turistici, più si scende e più si noterà la minor cura delle costruzioni e la presenza di minori attività turistiche.
Tra i vari corsi d'acqua attraversati, il più noto è quello del Fiume Sangro. Un lungo ponte in mattoni di cotto supera le turchesi acque del Sangro che nasce tra le pendici del monte Morrone del Diavolo nel Parco Nazionale.
Poco dopo, in località Torrino di Sangro, la ciclovia verde termina lasciando il posto ad un tratto in breccia, questo conduce purtroppo ad un vicolo cieco. In questo punto infatti si è costretti a tronare indietro essendo la costa franata per diverse centinaia di metri.
L'unica soluzione per raggiungere Vasto sarà l'attraversamento della SS16Adriatica.
Per prenderla nella carreggiata giusta ho percorso un sottopasso e una decina di gradini spingendo la bici ed evitando di attraversarla essendo ad alta percorrenza con anche mezzi pesanti e non avendo un ampio battistrada. Dopo 1km si svolta a sinistra e si torna sulla pista verde in località Le Morge.
Dopo l'attraversamento del Fiume Osento si torna a pedalare sulla sterrata per un breve tratto fino a Casalbordino. Qui la ciclabile lascia il posto al lungomare asfaltato e si tornerà a pedalare lontano dalle auto sulla sterrata all'altezza del ponte sul Sinello.
Si entra nella Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torrino di Sangro, tutto questo tratto sarà caratterizzato da pinete, dune, strappi con dislivelli mediamente impegnativi e naturalmente, veloci e tecniche discese su breccia e terra battuta. Luogo fantastico e suggestivo tra attività agricole e punti panoramici su Punta Aderci e su tutto il lungomare.
Vasto all'orizzonte si presenta con le alte ciminiere del porto, mentre il grande Faro di Punta Penna sarà il prossimo e ultimo obiettivo prima del ritorno.
Per arrivare a Punta Penna sarà necessario attraversare la zona industriale dove la ciclabile non sarà più presente.
Una volta in cima su Punta Penna, osservato il Faro, la Chiesa della Madonna della Penna del XIV secolo e la torre Cinquecentesca di Punta Penna, si torna indietro per rifare tutto il percorso fino ad Ortona.
Tappa immancabile se la stagione permette, è il bagno rinfrescante nelle limpide acque della Spiaggia di Punta Aderci accanto all'ultimo trabocco visitato in questa lunga giornata.
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