Grande Anello della Valle d'Itria
near Alberobello, Puglia (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Una calda giornata di metà aprile ha caratterizzato questo vero e proprio viaggio nella Valle d'Itria di oltre cento chilometri. Parcheggiate le auto ad Alberobello, partiamo alla volta di Coreggia, non senza prima passare dinanzi alla Chiesa di Sant’Antonio, unica chiesa a trullo al mondo, e attraversare il famoso rione Monti, che conta più di mille trulli, dichiarato dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Dopo pochi chilometri, entriamo in un'area boschiva su un sentiero AQP (acquedotto pugliese).
Il paesaggio ci regala belle sensazioni quando ci soffermiamo sul ponte più alto dell’acquedotto pugliese, il ponte di Cecca, situato ad una altezza di circa 400 metri sotto Monte Tondo. Un ponte suggestivo e panoramico dalla quale è possibile ammirare i vigneti del Canale di Pirro, la Selva di Fasano e la natura selvaggia e incontaminata delle vicine colline.
Lasciato il sentiero AQP, ci indirizziamo verso località Lamie di Olimpia, incontrando numerose villette con trulli monumentali, per raggiungere poi il Belvedere di Caranna, da cui possiamo osservare tutta la piana costellata di ulivi da Fasano ad Ostuni. Attraversiamo poi un'altra area boschiva, scendendo su un tecnico single track verso la piana, per poi risalire su sterrata più ampia. Dopo un susseguirsi di tratti in asfalto e divertenti tratti in sterrato, giungiamo finalmente ad una della tappe più importanti dell'escursione, la chiesa rupestre di San Biagio, un vero e proprio santuario incastonato nella roccia delle Murge ostunesi. Le origini della chiesa e del complesso abitativo adiacente, sede del custode, collocato di fronte ad essa, risalgono al XII secolo. All'interno della chiesa si ammira l'altare in pietra in stile barocco con la statua di S. Biagio, mentre all'esterno si trovano una stanza situata sul lato sinistro della chiesa e di fronte al sacro edificio l'antica dimora del custode, formata attualmente soltanto da due superstiti stanze con all'esterno due pozzi scavati nella roccia. Anche dal santuario si osserva la piana degli uliveti, che copre interamente tutta l'area compresa tra Ostuni e il mare.
Riprendiamo le bici e, dopo un altro entusiasmante sterrato in single track, arriviamo ad Ostuni, dove sostiamo per mangiare e gustare un caffè proprio davanti alla cattedrale della città bianca. Rifocillati, riprendiamo il nostro viaggio tra le campagne di Ostuni, ammirando di tanto in tanto trulli di varie dimensioni e spesso accorpati a formare un'unica struttura abitativa.
Quando ormai la stanchezza comincia a fare capolino, arriviamo alla ciclovia dell'acqua, itinerario ciclabile realizzato sul canale principale dell’Acquedotto Pugliese, la condotta maestra, il centenario fiume nascosto che dal 1906, per risolvere i problemi di siccità della regione, trasporta l’acqua del fiume Sele dall’Irpinia alla Puglia. Istantaneamente la stanchezza svanisce e veniamo inondati da una natura incantevole, caratterizzata dall’inconfondibile macchia mediterranea che si alterna a campi coltivati, masserie, case rurali e trulli. Giunti in località Figazzano, la ciclabile termina e su asfalto poco dopo, raggiungiamo Locorotondo di cui attraversiamo il bel centro storico. Ritorniamo infine ad Alberobello, percorrendo una stretta strada asfaltata, praticamente riservata alle biciclette, a cui decine di trulli fanno da cornice.
Dopo questa intensa "full immersion" nella Valle d'Itria, spesso scorrono nella mente le immagini delle centinaia di trulli che abbiamo incontrato e poi i tratturi, boschi, vigneti ed oliveti a perdita d’occhio e i chilometri e chilometri di muretti a secco che definiscono vie e segnano confini. Ma forse, la sensazione che più a lungo permane, è una sorta di malinconia che spinge a desiderare di nuovo quello che si è appena vissuto e lasciato alla spalle....ma solo fino al prossimo "viaggio".
Il paesaggio ci regala belle sensazioni quando ci soffermiamo sul ponte più alto dell’acquedotto pugliese, il ponte di Cecca, situato ad una altezza di circa 400 metri sotto Monte Tondo. Un ponte suggestivo e panoramico dalla quale è possibile ammirare i vigneti del Canale di Pirro, la Selva di Fasano e la natura selvaggia e incontaminata delle vicine colline.
Lasciato il sentiero AQP, ci indirizziamo verso località Lamie di Olimpia, incontrando numerose villette con trulli monumentali, per raggiungere poi il Belvedere di Caranna, da cui possiamo osservare tutta la piana costellata di ulivi da Fasano ad Ostuni. Attraversiamo poi un'altra area boschiva, scendendo su un tecnico single track verso la piana, per poi risalire su sterrata più ampia. Dopo un susseguirsi di tratti in asfalto e divertenti tratti in sterrato, giungiamo finalmente ad una della tappe più importanti dell'escursione, la chiesa rupestre di San Biagio, un vero e proprio santuario incastonato nella roccia delle Murge ostunesi. Le origini della chiesa e del complesso abitativo adiacente, sede del custode, collocato di fronte ad essa, risalgono al XII secolo. All'interno della chiesa si ammira l'altare in pietra in stile barocco con la statua di S. Biagio, mentre all'esterno si trovano una stanza situata sul lato sinistro della chiesa e di fronte al sacro edificio l'antica dimora del custode, formata attualmente soltanto da due superstiti stanze con all'esterno due pozzi scavati nella roccia. Anche dal santuario si osserva la piana degli uliveti, che copre interamente tutta l'area compresa tra Ostuni e il mare.
Riprendiamo le bici e, dopo un altro entusiasmante sterrato in single track, arriviamo ad Ostuni, dove sostiamo per mangiare e gustare un caffè proprio davanti alla cattedrale della città bianca. Rifocillati, riprendiamo il nostro viaggio tra le campagne di Ostuni, ammirando di tanto in tanto trulli di varie dimensioni e spesso accorpati a formare un'unica struttura abitativa.
Quando ormai la stanchezza comincia a fare capolino, arriviamo alla ciclovia dell'acqua, itinerario ciclabile realizzato sul canale principale dell’Acquedotto Pugliese, la condotta maestra, il centenario fiume nascosto che dal 1906, per risolvere i problemi di siccità della regione, trasporta l’acqua del fiume Sele dall’Irpinia alla Puglia. Istantaneamente la stanchezza svanisce e veniamo inondati da una natura incantevole, caratterizzata dall’inconfondibile macchia mediterranea che si alterna a campi coltivati, masserie, case rurali e trulli. Giunti in località Figazzano, la ciclabile termina e su asfalto poco dopo, raggiungiamo Locorotondo di cui attraversiamo il bel centro storico. Ritorniamo infine ad Alberobello, percorrendo una stretta strada asfaltata, praticamente riservata alle biciclette, a cui decine di trulli fanno da cornice.
Dopo questa intensa "full immersion" nella Valle d'Itria, spesso scorrono nella mente le immagini delle centinaia di trulli che abbiamo incontrato e poi i tratturi, boschi, vigneti ed oliveti a perdita d’occhio e i chilometri e chilometri di muretti a secco che definiscono vie e segnano confini. Ma forse, la sensazione che più a lungo permane, è una sorta di malinconia che spinge a desiderare di nuovo quello che si è appena vissuto e lasciato alla spalle....ma solo fino al prossimo "viaggio".
Waypoints
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1,371 ft
wpt001
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Waypoint
1,402 ft
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Waypoint
581 ft
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Waypoint
615 ft
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1,318 ft
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1,268 ft
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Comments (12)
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Ciao a che altezza di trova il ponte di Cecca?
Complimenti per il racconto!!!
grazie!
Per il sig. Colangiulo: mi scuso per il ritardo della risposta ma mi è sfuggita la notifica... Il ponte di Cecca si trova dopo pochi km dalla partenza del giro.
ciao
Penso di fare questo percorso a breve :)
Bene! Fammi sapere le tue impressioni 👍🏻
La Valle D'Itria è sempre affascinante anche se la attraversi infinite volte.
In quanto tempo si fa?
Ciao Giuseppe, trattandosi di un giro di circa 100 km devi prevedere 8-9 ore, con andatura tranquilla e varie soste.
Grazie mille gentilissimo...sabato prossimo farò una passeggiata
Ciao, grazie per la condivisione. Immagino sia possibile farla in gravel . Confermi ? Grazie
Ciao, sì certo, è possibile. Buona passeggiata 😀
@Wooden wheel, l'hai poi fatto in gravel?