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Giro delle Riserve Naturali Lecceta e passaggio all'interno del Bosco di Don Venanzio

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Trail stats

Distance
32.3 mi
Elevation gain
1,073 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
1,073 ft
Max elevation
343 ft
TrailRank 
37
Min elevation
343 ft
Trail type
Loop
Moving time
3 hours 21 minutes
Time
4 hours 14 minutes
Coordinates
7447
Uploaded
February 1, 2020
Recorded
February 2020
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near Marina, Abruzzo (Italia)

Viewed 813 times, downloaded 17 times

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Itinerary description

Febbraio è sempre un periodo particolare per un'uscita in MTB, ma non questa giornata! Sole e temperatura ottimale ci hanno accompagnato sul percorso che inizia a Fossacesia. Subito una precisazione: se volete attraversare interamente la Riserva Naturale del Bosco di Don Venanzio, noi lo abbiamo fatto!!! Ma torniamo alla descrizione del percorso: partenza dalla pista ciclopedonale e, dopo aver superato la foce del Sangro, si prende il percorso che porta alla Riserva Naturale della Lecceta. Una esperienza full-immersion nella natura, è un percorso da provare assolutamente. Trovarsi immersi in una fitta foresta, pur essendo a pochi metri dal mare, è una esperienza sensazionale. Niente fango, percorsi ben definiti e solo uno strappo iniziale per arrivare alla baita del Centro Visite. Lungo il percorso standard, ci siamo ritagliati anche una piccola deviazione che porta ad un tratto abbastanza scosceso, dove fare palestra lasciando aperto il rubinetto dell'adrenalina che ognuno di noi ha. Usciti dalla Riserva della Lecceta, dopo un tratto asfaltato, in prossimità del Villaggio Miramare, si va a sinistra attraversando un cancello che porta direttamente al tracciato in sassaia della vecchia ferrovia, quindi, dopo pochi chilometri, di nuovo alla ciclopedonale.

Arrivati in prossimità del fiume Sinello, si trova l'indicazione per la Riserva Naturale Bosco di Don Venanzio. E' un percorso ad anello: si può scegliere se attraversare il fiume e quindi prendere il percorso a Sud (come abbiamo fatto noi) oppure quello a Nord. Il percorso a Sud è ben tracciato, inizia con una inversione di marcia che riporta sulla riva sud del fiume e prosegue per un bel tratto sterrato lungo le sponde, per poi confluire su un tratto asfaltato dismesso, ormai preda di incivili discariche di tutti i generi che deturpano il paesaggio. Li chiamerei 12 km. senza lode e senza infamia. Dopo aver superato il ponte sul Sinello, si riprende la sponda Nord e si comincia a tornare, lungo un tratto asfaltato, in direzione mare. L'ingresso della Riserva è a destra, si nota subito un'area Picnic con le indicazioni. Il cancello di ingresso carrabile chiuso, però nello steccato c'era un sentiero di ingresso aperto, che abbiamo iniziato a percorrere, trovando un ulteriore cancello che impedisce l'ingresso carrabile ma facilmente superabile da una bici o a piedi. Il Bosco è veramente "un Bosco", il tratto percorribile è inizialmente molto ben delineato, nessuna presenza di fango, si prosegue liberamente su foglie, tranne che per il superamento pedonale di alcuni alberi caduti sulla carreggiata. Si riguadagna molto velocemente la vicinanza con le rive del Sinello, e qui si trova un biforcazione: da una parte si ritorna verso le sorgenti, dall'altra verso il mare. Sapevamo che dovevamo andare verso il mare, ciò nonostante abbiamo percorso prima quella che tornava su, anche solo per godere del paesaggio e per esplorare. Fra migliaia di orme di cinghiali, il percorso alla fine si ferma sull'estremità più alta del bosco, proprio sul fiume Sinello. Dopo due foto di rito, siamo ritornati sui nostri passi per tornare al bivio e quindi percorrere il tracciato direzione mare. Il percorso, dapprima ben delineato, dopo una stretta curva a sinistra, diventa una vera e propria avventura dispersi nella più fitta vegetazione del Bosco, su sentieri che mai pensereste di percorrere. Più di una volta abbiamo pensato di desistere e tornare indietro. L'unico nostrio appiglio è stata la segnalazione del percorso molto netta con alcune bande rosso/bianche verniciate su alberi, e anche da qualche nastro sempre rosso/bianco annodato su rami. Per questo, abbiamo preso fiducia e ci siamo addentrati sempre più. Una volta entrati per diverse centinaia di metri, fra alberi caduti che ostacolano il passaggio e segni acustici di animali da tutte le parti, la segnaletica diventa più difficile da scorgere ma ormai siete andati così avanti che ... tornare indietro non se ne parla. Ad un certo punto il percorso devia dalle immediate sponde del Sinello per salire su un vigneto, che viene percorso per circa un centinaio di metri. Da qui si scende di nuovo sulle sponde attraversando un vero e proprio tunnel fra le canne, sentiero che porta ad un piccolo ponte su assi di legno che vi condurrà fuori dalla Riserva. Qui troverete una segnalazione del C.A.I. che indica l'ingresso alla Riserva Naturale Bosco di Don Venanzio, e una freccia per la Riserva Punta Aderci che riporta a sinistra del fiume Sinello. Andando a sinsitra però noi abbiamo trovato l'autostrada che bloccava il passaggio da tutte le parti, per cui, dopo alcune prove, siamo dovuti tornare sulla strada asfaltata, Probabilmente si doveva seguire il corso del fiume a destra, verso il viadotto Sinello, ma questo non lo abbiamo fatto: lo faremo prossimamente. Subito dopo aver superato il casello autostradale Vasto Nord e le due rotonde, tornati sulla SS. Adriatica dopo pochi metri si riprende uno sterrato che riporta sulle rive del Sinello, immersi fra un canneto a destra e sinistra dello sterrato. Da qui, proseguendo, si ritorna sulla parte finale del percorso ad anello e quindi si riguadagna il percorso ciclopedonale di rientro. Tutto sommato, per essere il 1° febbraio 2020, una tranquillissima giornata calda e piena di emozioni, veramente strepitose. Abbiamo dei percorsi da fare nella natura con viste mozzafiato, peccato che l'uomo in genere non fa nulla per difendere questo dono, anzi, come detto, abbiamo trovato dei veri e propri tratti trasformati in discariche abusive, posti che viceversa andrebbero protetti !!!

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