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Ex ferrovia Capranica-Civitavecchia - 23/03/2019

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Author

Trail stats

Distance
34.28 mi
Elevation gain
1,562 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
2,838 ft
Max elevation
1,278 ft
TrailRank 
51 3
Min elevation
35 ft
Trail type
One Way
Time
9 hours 18 minutes
Coordinates
2588
Uploaded
March 24, 2019
Recorded
March 2019
  • Rating

  •   3 1 review
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near Capranica-Scalo, Lazio (Italia)

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Itinerary description

23 marzo 2019 – in MTB sulla ferrovia abbandonata Capranica – Civitavecchia.
Sviluppo complessivo Km 53,50 – Dislivello ascesa m. 476 dislivello discesa m. 865 – Tempo totale:9H18M

La sveglia suona alle 6:45, nonostante tutto sia già pronto ed io abiti vicinissimo alla ferrovia FR3. Sono due settimane che aspetto questo sabato, ed arrivo addirittura in orario all’appuntamento: 7:45 stazione Gemelli per il treno che parte alle 08:08 (con biglietti fatti il giorno prima). Con me ho uno zaino da 22 litri pieno tra cui 3 torce, scatola con 5 toppe, 4 camere d’aria di ricambio, una bomboletta ripara gomme. I consigli ricevuti hanno sortito il loro effetto: scorta sostanziosa per non rovinarsi l’escursione.
Arriva il treno, saliamo e mi accorgo di avere la ruota anteriore a terra. La giornata comincia male. Son riuscito a bucare nel km di strada di città fatto per arrivare in stazione. Che succederà sui sentieri lastricati di spine? Poco male comunque, il viaggio pasa in fretta con l’impegno sistemare la ruota. Tra tutte le alternative, decido di giocarmi la camera d’aria d’epoca, quella che sta da dieci anni nell’astuccio sotto sella. La srotolo scollandone i lati e pensando che verrò punito per questa scelta. Lascio fare al mio amico, più pratico di me. Poco dopo arriviamo a Capranica e scendiamo. Sono contento, comincia l’avventura.
Nel mio zaino ho descrizioni di ogni tipo, sul gps ho tre tracce. Sul cellulare ho le foto delle immagini satellitari delle parti che vorrei fare non comprese nelle tracce. Ho tutto. Eppure, per pigrizia, usciti dalla stazione usciamo a destra e percorriamo la strada per un km o più, prima di vedere che già stavamo sbagliando. Pazienza, abbiamo aggiunto un km al nostro già lungo tracciato, e siamo solo all’inizio, torniamo indietro ed imbocchiamo finalmente il sentiero, passando per i due blocchi di cemento (quello a sinistra non si vede perché avvolto dai rovi). Di nuovo mi viene in mente di aver bucato sull’asfalto a Roma e penso che sarà impossibile non bucare di nuovo e anche più volte. Il sentiero è disseminato di rametti di rovi…impossibile evitarli tutti.
Attraversiamo tutte le gallerie che non presentano alcun problema, nella 4^ o 5^ troviamo delle mucche che si riposano. Il Fondo è asciutto all’inizio, poi diventa liquido ma solo sul tratto finale e solo a sinistra. Gallerie e stazioni, stazioni e gallerie, senza nessun problema. Mi stupisco di non aver ancora bucato. Arriviamo allo scenografico ponte di ferro, dove facciamo una sosta lunghetta perché ci sembra di essere addirittura in anticipo per il pranzo all’agriturismo. In realtà la sosta è dettata dal fatto che voglio vedere il sito archeologico di Lumi sul Mignone. Perdo tempo perché non capisco dove andare e le descrizioni non mi aiutano. Non so neanche se devo andare sulla colina lato stazione o sull’altra opposta. Torno indietro fino alla stazione non trovando un segno che mi faccia capire dove salire e non trovando la scaletta metallica. Torno all’inizio del ponte (parlo del punto in cui ci sta la ringhiera per sbarrare il ponte a moto e auto) e proprio in quel momento il mio amico si accorge che la scaletta sta li. Allora per fare chiarezza, per andare all’area archeologica, arrivate al ponte di metallo, anzi alla sua prima parte, che è in muratura e proprio in corrispondenza della ringhiera che sbarra la strada, vi fermate e legate le bici. Guardando il ponte davanti a voi, la scaletta sta a sinistra, alle vostre spalle. Ci sta un viottolo sulla sinistra, lo prendete (spalle al ponte il viottolo sta sulla destra), fate due o tre passi e poi vi girate e guardando in alto vedrete la scaletta. Da sopra ci sta un bel panorama sia del ponte (vista globale) sia della stazione di Barbarano Romano poco distante. Procediamo oltre, lasciandoci alle spalle il bel ponte di metallo con viste pittoresche sul fiume Mignone, e addentrandoci nella “galleria lunga”.
Un punto critico di questa passeggiata in Mtb di oltre 50 km, è costituito decisamente dalla galleria lunga, non tanto per la galleria quanto per quello che si incontra dopo. Ricordiamo che la galleria termina con un muro di cemento alto m 1,80 (tale muro coincide esattamente con la fine della galleria: tutto ciò che sta oltre il muro, non è coperto dalla galleria). Due spalle laterali alte circa 60 cm aiutano ad arrampicarsi sul muro, che dato il suo spessore di 30-40 cm, permette di sostare sopra insieme alla bici. La tecnica più semplice richiede due persone. Una persona sale sul muro ed attende che la seconda persona sollevi la bicicletta fino al punto in cui la persona sul muro potrà afferrarla. Fatto questo, abbiamo una persona con bici sul muro, che non può certo scendere con la bici e neanche lanciarla. E’ quindi necessario che la persona che sta sotto al muro, ancora dentro alla galleria, scavalchi il muro, fino a trovarsi dall’altra parte (fuori dalla galleria) e vada ad accogliere la bici che gli verrà passata da chi sta sopra sul muro. Così abbiamo fatto noi, istintivamente. Non ho idea se sia possibile passare il muro da soli ma immagino di si (magari portandosi una corda, tirando su la bici stando sopra al muro, per poi calarla dall’altra parte con la medesima corda; oppure mettendo la bici in equilibrio sdraiata sul muretto, salendo sul cordolo laterale sinistro per esempio, e poi scavalcare dal lato destro ed andare a tirare giù la bici). Come dicevo, il punto critico di questa escursione è rappresentato dal binomio galleria lunga (più bagnata delle altre, ma percorribile in sella) e quello che vi aspetta oltre il muro.
Se siete attrezzati, nessun problema. Le soluzioni che mi sono state consigliate sono scarpe e calze di ricambio (aggiungete i pantaloni perché si va “sotto” anche di 30 centimetri) o buste da mettere ai piedi ed io ho optato per le buste (mi è sembrata più pratica come soluzione, più leggera e meno ingombrante). Le ho messe comunque dopo essermi un po' infangato le scarpe, ma nulla di che. Avevo un rotolo di buste della spazzatura con degli elastici che le reggevano messi attorno alla gamba (classici elastici gialli piccoli). Avrete a che fare con una melma che è difficilmente superabile (se non proprio impossibile) stando in sella, la ruota sprofonderà anche di trenta cm nella melma e metterete i piedi a terra, o meglio nella melma. Quindi quello che consiglio caldamente, sono due buste belle alte (prendete buste che arrivano fino al ginocchio per essere sicuri di non imbarcare acqua. Le mie erano più corte ed ho dovuto ponderare bene i passi nel fango e vedere il livello che non ha raggiunto il bordo del sacchetto per pochi centimetri. Questa parte melmosa è breve…credo non oltre cento metri. Passato questo punto, non avrete più problemi di questo tipo (io ho percorso le gallerie in periodo secco, in cui non pioveva da mesi, non posso immaginare come il tutto si possa trasformare in peggio dopo una pioggia. I tratti di strada sterrata sono disseminati di piscine-pozzanghere enormi, che io ho trovato asciutte. Passato comunque questo punto critico, il nostro obiettivo era andare a mangiare all’Agriturismo La Farnesiana. Da che pensavo di arrivare li in anticipo sull’orario, il tempo è passato in fretta, tra una cosa e l’altra, e ci siamo ritrovati in affanno, con lo spauracchio di arrivare all’agognato pasto in ritardo e di doverci accontentare delle barrette portate per ogni evenienza. Che tristezza, il solo pensiero con l’ipotesi, pur reale, di venire respinti per limiti di orario. E’ proprio in quella parte di percorso che accuso la fatica più grande, e sento le gambe doloranti, proprio nel momento del bisogno. Stringo i denti, con scarsi risultati. Mi ritrovo addirittura a camminare con la bici al mio fianco, facendo comunque fatica. Stiamo seguendo la deviazione per raggiungere l’agriturismo e siamo su asfalto, ma in leggera (per me sufficientemente pesante) salita. Sono arrivato alla frutta, sul più bello. Arriviamo all’agriturismo alle 14 passate, anche se di poco. Abbandono in fretta e furia la bici e mi precipito con casco e zaino addosso all’interno dell’agriturismo per capire se potremo mangiare. Si avvicina una signora e senza che io parli mi rassicura: “Quanti siete?”. Possiamo mangiare!
Ci rilassiamo all’agriturismo per un’ora. Dopo due piatti riempiti al buffet degli antipasti siamo pieni. La sosta merita e veniamo coccolati dai gestori con caffè, dolce…e volendo pure l’amaro… che rifiutiamo.
Verso le 15, a malincuore, ripartiamo. Davanti a noi abbiamo ancora un buon numero di km (una ventina abbondante) e soprattutto le incognite del percorso che faremo dopo l’ultima stazione di Mole sul Mignone. Due settimane di avvicinamento a questa passeggiata, descrizioni e tracce di altri studiate a tavolino, immagini satellitari, dubbi e domande: perché arrivati all’ultima stazione di Mole sul Mignone, tutti girano nettamente a sinistra, quando le immagini satellitari mostrano un evidente sentiero che prosegue? Perché nessuno lo percorre, rinunciando così a passare sopra ai due scenografici ponti con arcate in pietra, le cui ombre sono visibili dalle immagini satellitari? Credo che la risposta sia ovvia: arrivare in breve tempo e senza fatica a Civitavecchia. Ma noi no.
Ora siamo al bivio: a sinistra la traccia che tutti seguono, davanti a noi il sentiero che prosegue. La fatica fatta per raggiungere l’agriturismo mi convince che non avrò le energie sufficienti a percorrere la traccia sul gps e poi tornare indietro per passare sui due ponti (soluzione che allunga il percorso di qualche km). Voglio passare sui due ponti in muratura e ritengo quindi di non avere scelta se non quella di procedere verso il sentiero incerto, lasciandomi a sinistra la certezza di raggiungere Civitavecchia con un percorso collaudato. Spiego la situazione al mio amico, vinco la sua resistenza e lo convinco a procedere, aiutato dal fatto che davanti a noi il sentiero è addirittura invitante e non ha nulla di preoccupante. E’un sentiero in erba, percorribile senza problemi, e non passa sulla sede dei binari bensì al suo fianco ad un livello superiore. Rimarremo su questo sentiero per un km, per poi rientrare nella sede della ferrovia. Procediamo quindi in sella, alternando tratti a piedi, completando il curvone a sinistra che ci porta in breve ad intercettare il “famoso” viale alberato (in asfalto). Il sentiero ci arriva naturalmente e arriviamo in corrispondenza del ponticello. Il problema è che da li non si può scendere per rientrare sul tracciato a causa di una rete. Davanti a noi però, abbiamo sia il tracciato della ferrovia (inaccessibile dal ponticello) sia dei prati ai suoi lati. Quindi, sbucando dal sentiero sul viale alberato, giriamo a sinistra e lo percorriamo cercando un varco nella rete, non trovandolo. Continuiamo il viale fino a raggiungere la casa del reticolato. Non è una casa abitata: ha addirittura le bucature (porte e finestre) chiuse con blocchetti di cemento. Che male possono fare due innocui ciclisti che percorrono un prato di una casa con le bucature cementate? Il cancello davanti alla casa è accostato, è di quelli apri e chiudi. Quindi noi apriamo, entriamo e richiudiamo diligentemente. E via per il prato, ci dirigiamo sulla destra per tornare sul nostro tracciato ferroviario. E ci riusciamo senza problemi. Di nuovo seguiamo il tracciato, alternando momenti in cui siamo sopra la sede della ferrovia, a momenti in cui la costeggiamo percorrendo prati laterali. In breve imbocchiamo il primo dei due ponti. Con altissime arcate in muratura. La sede non ha buchi di sorta, solo i sassi tipici delle ferrovie. Si percorre senza problemi, dopo le foto di rito, e si va oltre rimanendo questa volta sul tracciato della ex ferrovia, tipicamente sassoso. Arriva il secondo ponte, e si percorre anch’esso senza problemi (nessun buco o falla, nessun pericolo se non quello di buttarsi giù volutamente dal ponte che comunque (sia il primo che questo) è dotato di ringhiera.
Siamo riusciti a fare il percorso immaginato, e poco dopo il secondo ponte, passiamo sotto all’autostrada. Questo è un punto delicato. Ad aiutarmi ho delle foto di immagini satellitari fatte dal monitor del computer.
Sulla carta la strada è semplice e tracciata, ma mi distraggo e perdo il bivio, perdo la svolta a sinistra che dopo una s ci avrebbe portato con uno stradello comodo diritti al ponte che riscavalca l’autostrada. Invece di svoltare a sinistra, andiamo dritti fin quando capisco che abbiamo perso lo stradello e ci buttiamo nettamente a sinistra per campi. Camminiamo faticosamente nell’erba alta (eufemismo) che frena le bici e fatichiamo per ritrovare il fatidico ponte. Passati sotto all’autostrada avrei dovuto prestare la massima attenzione ai segni a terra sulla mia sinistra. Il ponte rappresenta la congiunzione con la traccia comoda che tutti fanno. Lo raggiungiamo e superandolo dopo poco centinaia di metri intercettiamo la Braccianese. Si vola in discesa fino a Civitavecchia, con velocità non ancora toccate in questa giornata, supero indenne la signora distratta, che si ferma con la sua auto allo stop e decide di ripartire proprio pochi istanti prima che io sfrecci a quasi 40k/h. Accenno una frenata decisa temendo comunque il peggio, ma mi viene in soccorso un signore che, all’interno della sua auto, aspetta che io passi per svoltare nella strada da cui proviene la signora. Capisce tutto al volo, vede me, vede la signora, e la vede ripartire nel momento sbagliato. Un suo colpo di clacson ridesta la donna, che si ferma, e mi salva dall’impatto certo. Un suo gesto della mano, la manda a quel paese ed io in cuor mio ringrazio tutti di non essermi rovinato la giornata con un incidente. Arriviamo a Civitavecchia e poi alla stazione alle 18:39 in tempo per prendere il treno delle 18:41 che ritarda di 20 minuti. Giusto il tempo che ci serve per fare i biglietti con calma. La giornata si chiude, senza dubbio meglio di com’era iniziata. Il bilancio è nettamente positivo e sono estremamente soddisfatto del percorso fatto.

Waypoints

PictographWaypoint Altitude 1,001 ft

Staz Capranica

PictographWaypoint Altitude 1,158 ft

Galleria

PictographWaypoint Altitude 1,274 ft

Staz Barbarano Romano

PictographWaypoint Altitude 1,242 ft

Galleria

PictographWaypoint Altitude 1,096 ft

Fontanile

PictographWaypoint Altitude 951 ft

Staz Blera

PictographWaypoint Altitude 708 ft

Staz Civitella Cesi

PictographWaypoint Altitude 488 ft

Galleria

PictographWaypoint Altitude 271 ft

Staz Monteromano

PictographWaypoint Altitude 270 ft

Ponte Lumi sul Mignone

PictographWaypoint Altitude 361 ft

Luni sul Mignone (area arch.)

PictographWaypoint Altitude 285 ft

Galleria con mucche

PictographWaypoint Altitude 303 ft

Galleria

PictographWaypoint Altitude 289 ft

Fine melma

PictographWaypoint Altitude 388 ft

Staz Allumiere

PictographWaypoint Altitude 541 ft

La Farnesiana

PictographWaypoint Altitude 277 ft

Galleria

PictographWaypoint Altitude 273 ft

Galleria

PictographWaypoint Altitude 287 ft

Staz Mole del Mignone

PictographWaypoint Altitude 304 ft

188

PictographWaypoint Altitude 248 ft

Primo Ponte

PictographWaypoint Altitude 242 ft

Secondo Ponte

PictographWaypoint Altitude 47 ft

Staz FS Civitavecchia

Comments  (3)

  • Photo of Principio Solare
    Principio Solare May 21, 2019

    Grazie per il ricco e articolato racconto!

  • Photo of Patrizio Grossi
    Patrizio Grossi May 16, 2022

    I have followed this trail  View more

    Fatta il 14/5, non è più praticabile. Ci sono 2 cancellate alte 2,50 m sul ponte e l’ultima galleria verso Civitavecchia è completamente murata

  • Photo of Speleotrek
    Speleotrek May 16, 2022

    Hai fatto delle foto? Immagino che comunque in qualche modo sei passato sul ponte... Vorrà dire che si troveranno altre strade per percorrere l'ultimo tratto, magari passando sopra alla galleria murata. Grazie per l'aggiornamento

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