Bici Bric Arcet da Barge 6-GIU-20
near San Chiaffredo, Piemonte (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Giro parecchio impegnativo per ciclisti ben allenati e con tecnica nelle parti difficili, anche in discesa.
Siamo arrivati con l'auto fino al Laghetto dei Pescatori, dove abbiamo parcheggiato. In sella alla MTB abbiamo continuato in lieve salita sulla sterrata in direzione del Rifugio dell'Infernotto. Fino al Ponte sul Rio Infernotto tutto tranquillo, poi la pendenza comincia ad aumentare ed il fondo non è proprio dei migliori. Sembrano macerie sminuzzate e creano un po' di problemi di aderenza (il consiglio è di sgonfiare leggermente la pressione degli pneumatici). Dopo il trasverso si affrontano due tornanti e la salita acquista ancora più pendenza, con fondo non bellissimo. Quando si cambia versante si riesce a tirare un poco il fiato. Dopo un guado riprende la salita, la strada diventa asfaltata e la pendenza si impenna. Quando torna lo sterrato diminuisce un po'. Ancora due sofferti tornanti e si arriva al Rifugio Infernotto. Dal Rifugio sono due Km di sofferenza: si passa dai 1100 mslm scarsi ai 1320 mslm, con fondo che però migliora (non ci sono più le macerie ma fondo naturale). Poi ci sono poco meno di 3 Km in leggera discesa che permettono di tirare il fiato e arrivare a Pian dei Lupi, avendo l'accortezza di rimanere sulla destra al bivio dove c'è un piccolo stagno. Per arrivare al Bric ora ci sono due alternative: rimanere sulla destra e andare su dritti, oppure andare a sinistra e fare la strada più lunga. Noi abbiamo scelto questa opzione, sinceramente non so cosa sia meglio. Il traverso presenta brevi tratti in leggera discesa alternati a brevi strappi su terreno brutto dove bisogna passare di "cattiveria". Dopo il tornante sulla destra si affronta la parte più impegnativa di questo tratto, arrivando sulla strada che porta alla cima. Questi ultimi 900 metri sono i più cattivi: fondo non bellissimo e pendenze spaccagambe li rendono infiniti.
Dalla cima, come ricompensa, si gode di un panorama spettacolare sulla pianura e sul Monviso, ma oggi niente, le nebbie ce lo hanno impedito.
Pensavamo che la discesa sarebbe stata facile, e invece no. Abbiamo percorso la strada in cresta (che alterna bel fondo a pezzi bruttini da affrontare sia in discesa che in salita) fino a Pian dei Lupi ritornando sui nostri passi per circa 350 metri. Poi giù a destra su sterrato bello ripido che anche qui alterna bel fondo a tratti più impegnativi. Al successivo bivio siamo andati a sinistra, sempre su ripido e sconnesso sterrato. Una piccola salita ci permette di imboccare la strada sulla destra, prima in buone condizioni, poi, piegando verso destra peggiora drasticamente, aumentando la pendenza. L'abbiamo seguita fino ad un bivio poco visibile sulla sinistra. Si passa un piccolo guado, si scende tra rivoli d'acqua su pietrame fino a sbucare dopo poche decine di metri su un prato che si attraversa su traccia, per sbucare su bellissimo sterrato che purtroppo abbiamo seguito per pochissimo. Al successivo tornante siamo andati dritti e qui le cose si sono complicate notevolmente. Questo è stato il tratto più impegnativo, sia per le pendenze, sempre importanti, sia per il fondo. In pratica dopo pochi metri la strada si trasforma in mulattiera completamente rovinata dalle piogge, scavata al centro e piena di detriti composti da fogliame, pietre e rami che coprono gli avvallamenti e gli ostacoli. Con molta prudenza la abbiamo percorsa (per fortuna migliora verso la fine) fino a sbucare nuovamente su uno bello sterrato che abbiamo imboccato in salita. Dopo pochi metri si trova asfalto e si capisce il perchè: un muro di 200 metri, dritto, che affrontiamo con le ultime forze. E poi finalmente la discesa, a volte impegnativa, ma senza più grandi ostacoli, che migliora nettamente verso la fine, ci riporta sulla strada percorsa in auto al mattino. Gli ultimi 300 metri in leggera salita su ottimo sterrato ci riportano al Laghetto dei Pescatori.
Siamo arrivati con l'auto fino al Laghetto dei Pescatori, dove abbiamo parcheggiato. In sella alla MTB abbiamo continuato in lieve salita sulla sterrata in direzione del Rifugio dell'Infernotto. Fino al Ponte sul Rio Infernotto tutto tranquillo, poi la pendenza comincia ad aumentare ed il fondo non è proprio dei migliori. Sembrano macerie sminuzzate e creano un po' di problemi di aderenza (il consiglio è di sgonfiare leggermente la pressione degli pneumatici). Dopo il trasverso si affrontano due tornanti e la salita acquista ancora più pendenza, con fondo non bellissimo. Quando si cambia versante si riesce a tirare un poco il fiato. Dopo un guado riprende la salita, la strada diventa asfaltata e la pendenza si impenna. Quando torna lo sterrato diminuisce un po'. Ancora due sofferti tornanti e si arriva al Rifugio Infernotto. Dal Rifugio sono due Km di sofferenza: si passa dai 1100 mslm scarsi ai 1320 mslm, con fondo che però migliora (non ci sono più le macerie ma fondo naturale). Poi ci sono poco meno di 3 Km in leggera discesa che permettono di tirare il fiato e arrivare a Pian dei Lupi, avendo l'accortezza di rimanere sulla destra al bivio dove c'è un piccolo stagno. Per arrivare al Bric ora ci sono due alternative: rimanere sulla destra e andare su dritti, oppure andare a sinistra e fare la strada più lunga. Noi abbiamo scelto questa opzione, sinceramente non so cosa sia meglio. Il traverso presenta brevi tratti in leggera discesa alternati a brevi strappi su terreno brutto dove bisogna passare di "cattiveria". Dopo il tornante sulla destra si affronta la parte più impegnativa di questo tratto, arrivando sulla strada che porta alla cima. Questi ultimi 900 metri sono i più cattivi: fondo non bellissimo e pendenze spaccagambe li rendono infiniti.
Dalla cima, come ricompensa, si gode di un panorama spettacolare sulla pianura e sul Monviso, ma oggi niente, le nebbie ce lo hanno impedito.
Pensavamo che la discesa sarebbe stata facile, e invece no. Abbiamo percorso la strada in cresta (che alterna bel fondo a pezzi bruttini da affrontare sia in discesa che in salita) fino a Pian dei Lupi ritornando sui nostri passi per circa 350 metri. Poi giù a destra su sterrato bello ripido che anche qui alterna bel fondo a tratti più impegnativi. Al successivo bivio siamo andati a sinistra, sempre su ripido e sconnesso sterrato. Una piccola salita ci permette di imboccare la strada sulla destra, prima in buone condizioni, poi, piegando verso destra peggiora drasticamente, aumentando la pendenza. L'abbiamo seguita fino ad un bivio poco visibile sulla sinistra. Si passa un piccolo guado, si scende tra rivoli d'acqua su pietrame fino a sbucare dopo poche decine di metri su un prato che si attraversa su traccia, per sbucare su bellissimo sterrato che purtroppo abbiamo seguito per pochissimo. Al successivo tornante siamo andati dritti e qui le cose si sono complicate notevolmente. Questo è stato il tratto più impegnativo, sia per le pendenze, sempre importanti, sia per il fondo. In pratica dopo pochi metri la strada si trasforma in mulattiera completamente rovinata dalle piogge, scavata al centro e piena di detriti composti da fogliame, pietre e rami che coprono gli avvallamenti e gli ostacoli. Con molta prudenza la abbiamo percorsa (per fortuna migliora verso la fine) fino a sbucare nuovamente su uno bello sterrato che abbiamo imboccato in salita. Dopo pochi metri si trova asfalto e si capisce il perchè: un muro di 200 metri, dritto, che affrontiamo con le ultime forze. E poi finalmente la discesa, a volte impegnativa, ma senza più grandi ostacoli, che migliora nettamente verso la fine, ci riporta sulla strada percorsa in auto al mattino. Gli ultimi 300 metri in leggera salita su ottimo sterrato ci riportano al Laghetto dei Pescatori.
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