Bici Alpe del Conte da Mezzenile 2-GIU-20

Lasciato l'auto a Mezzenile, subito dopo il ponte sulla Stura, in sella abbiamo seguito la strada principale per 700 metri, prima di voltare a destra in Via Catelli, in forte salita. Dopo altri 6oo metri ancora a destra, sempre su pendenze impegnative. Dopo una curva a sinistra e un falso piano, siamo andati a destra, di nuovo in forte salita. Si pedala sempre su asfalto e su pendenze che non lasciano respiro fino all'inizio dello sterrato (3 km dalla partenza). Da qui in avanti le pendenze si fanno meno aggressive e si alternano strappi a tratti meno duri, comunque non c'è respiro fino al colle a quota 1420. Nel frattempo si passa davanti alla bella Cappella della Consolata (con la scusa di farle una visita, ci si può riposare un attimo). Il fondo stradale è sempre ottimo, per fortuna.
Dal Colle all'Alpe Belvedere è questione di pochi e riposanti minuti (gli unici). Qui si trova una sbarra chiusa che si può superare. Ancora un poco di salita e ci aspetta una discesa che ci fa perdere una settantina di metri di dislivello (sic...). I successivi 3 Km sono i più duri. Il fondo peggiora, pur rimanendo sempre pedalabile, e la pendenza non lascia spazio a nulla tranne che testa bassa e piedi sui pedali. Siamo sotto la Rocca Moross. Dopo il terzo tornante la pendenza si addolcisce e si arriva al Col dou Porti Neu. Praticamente è fatta! Ancora qualche decina di metri in falsopiano e siamo in vista dell'Alpe del Conte e dell'agognata discesa. Ma prima sosta e riposo più che meritato sul bellissimo prato in vista della Testa di Paian. Bel panorama sulla Valle, sul Santuario di Santa Cristina, sopra Ceres, su punta Karfen e tutte le cime del circondario.
Per la discesa abbiamo deciso di continuare sulla sterrata che riporta a Ceres. Come per la salita, la discesa non è sicuramente rilassante. Si rimane attaccati ai freni dall'inizio alla fine, tranne due brevi tratti. Si alternano tratti con fondo molto bello a tratti con fondo dissestato, per cui sempre prudenza, anche perchè la pendenza non è da sottovalutare. Anche sul tratto in asfalto, che si incontra più o meno a quota 1000, non ci si può rilassare: molto ripido e ghiaioso, è ancora più insidioso dello sterrato. Si arriva così alla Stura e alla fine delle fatiche. Una breve risalita ci immette sulla Provinciale che ci riporta all'auto senza mai pedalare. Indubbiamente un giro impegnativo, per gente allenata, ma di grande soddisfazione.