FAI MATERA - Itinerario in moto su e giù per colli della Basilicata
near Matera, Basilicata (Italia)
Viewed 646 times, downloaded 35 times
Itinerary description
Si costeggiano le rive del lago San Giuliano e poi si sale su un altipiano panoramico fino al borgo medievale di Tricarico, perfettamente conservato.
Da qui comincia il rientro, che passa per Irsina, borgo medievale noto per l'unica statua realizzata dal Mantegna (conservata nella cripta della Chiesa Madre). Si attraversa la riserva naturale del Bosco Difesa Grande, al confine con la Puglia, e si risale infine a Matera passando dal quartiere di risanamento La Martella.
Waypoints
FAI - Casa Noha
Immersa nei Sassi, una casa diventa luogo della conoscenza e della memoria di una storia millenaria, quella della città di Matera, scritta su una roccia friabile e porosa come il tufo.
1. Cripta del Peccato Originale
La Critpa si trova in aperta campagna, a pochi km da Matera. La grotta naturale è stata adibita a luogo di culto nel IX secolo a.C. dai monaci benedettini. E' nota per il meraviglioso ciclo di affreschi che racconta il tema della Creazione e del Peccato Originale. L'autore del ciclo è il “Pittore dei fiori di Matera”, per i numerosi fiori rossi sparsi ai piedi delle figure dei Santi. La visita è su appuntamento.
2. Lago San Giuliano - Riserva Naturale
Si tratta di una delle più importanti zone umide della Basilicata. La riserva si estende per circa 1.300 ettari. La varietà di habitat favorisce la presenza di una fauna diversificata, soprattutto per le specie ornitiche (cicogne, gru, spatole, aironi rossi, aironi bianchi maggiori, morette tabaccate, avocette, cavalieri d’Italia..)
3. Bosco Coste (Punto Panoramico)
Il bosco Le Coste rientra nel territorio dell’oasi naturale di San Giuliano. Il vasto territorio boschivo (proprietà privata) è di notevole importanza ambientale, così come l’altopiano di Sant’Antonio, sulla cui sommità si trova un'area verde con capanni per pic-nic illuminati, giostrine per bambini e ristorante. Inoltre c'è una passeggiata ad anello di 5 km che si sviluppa nel bosco.
4a. Tricarico - Torre Normanna
La Torre Normanna è il monumento maggiormente rappresentativo di Tricarico. La rocca fortificata fu costruita nei secoli IX - X e fu completata in epoca normanna (sec XI), subendo modifiche e rinforzi strutturali in epoca normanno-sveva (secc.XII-XIII).
La torre è dotata di una "scarpa", è orlata di "beccatelli" e archetti di coronamento con "caditoie"; è alta 27 metri e con pareti spesse anche oltre 5 metri.
Il castello fu donato alle Clarisse nel 1333 per insediarvi un monastero dedicato a Santa Chiara mentre la torre continuò ad avere funzione militare fino al 1657.
4b. Tricarico - Chiesa Madre di Santa Maria Assunta
L'edificio è stato costruito nell'XI in stile romanico. E' stata nei secoli più volte rimaneggiata ed ampliata; nel 1383 vi fu incoronato re di Napoli Luigi I d'Angiò. I lavori eseguiti nel Seicento e nel Settcento hanno definitivamento modificato la cattedrale, con un nuovo apparato decorativo di stucchi barocchi e l'aggiunta delle cappelle laterali. Partiolarissimi sono i due grossi archi di sostegno addossati alla facciata, realizzati nel Seicento per rinforzare l'edificio.
4c. Tricarico - Quartiere arabo
Il centro storico medievale è uno dei miglior conservati della basilicata.E' composto dai quartieri in cui strade e vicoli assumono aspetti diversi: arabi della “Ràbata” e “Saracena”, quelli normanni del “Monte” e “Piano”, e la “Civita”. Strade e vicoli assumono aspetti diversi a seconda della dominazione da cui sono stati messi in piedi. Il quartiere arabo la Rabata, con torri, porte d’accesso ha una struttura labirintica e arroccata.
4d. Tricarico - Palazzo Ducale
Palazzo Ducale è stata la dimora dei conti di Tricarico dopo che donarono il loro castello normanno alle Clarisse perché vi insediassero il monastero di Santa Chiara. L'impianto originario, tipico dei castelli, con una fortificazione esterna munita di torri, risale agli inizi del Trecento. Interessanti le due corti, collegate da un lungo viale di accesso interno.
La struttura fu ovviamente interessata da ampliamenti successivi, a partire dal Cinquecento. Nelle sale con soffitti lignei e dipinti del ‘700O è ospitata una raccolta di reperti archeologici.
4e. Tricarico - Chiesa e Convento di Santa Chiara
Inizialmente cappella del castello normanno (sec. XII), divenne chiesa del monastero delle Clarisse, fondato nel 1333 dal re di Napoli Roberto d'Angiò e da Sveva de Bethsan, contessa di Tricarico.
La chiesa presenta un bel soffitto in legno cassettonato con al centro una tela dell'Assunta. I dipinti sono da attribuirsi al pittore seicentesco Pietro Antonio Ferro.
La sorpresa è la magnifica Cappella del Crocifisso, attigua alla chiesa, interamente affrescata dal medesimo P.A. Ferro.
A1. Castelmezzano - Gradinata Normanna
Il borgo di Castelmezzano era dominato dal castello normanno-svevo, Castrum Medianum (da cui deriva il nome del paese), che era la fortezza normanna di cui oggi rimangono alcuni resti. Dai ruderi è possibile salire la gradinata stretta e ripida scavata nella roccia che porta nel punto più alto, là dove la vedetta della guarnigione militare sorvegliava la sottostante valle del Basento. Un’esperienza davvero unica.
A2. Pietrapertosa - Borgo e Castello
Il borgo antico di Pietrapertosa è riuscito a mantenere la fisionomia medievale di strade strette e vicoli ciechi, soprattutto nella parte più antica, situata alle pendici del Castello.
Uno scenografico castello, costruito sull'estremità delle rocce, domina l'abitato e la vallata intera. Fu fortezza saracena, costruita agli inizi del secolo XI. Divenne in seguito residenza Normanna e quindi Sveva. Era un castello inespugnabile: è stato recentemente messo in sicurezza e reso accessibile da un percorso pedonale aperto dalle 10 alle 18.
https://www.comune.pietrapertosa.pz.it/it/item.asp?nav=castello
5a. Irsina - Chiesa di Santa Maria Assunta
l borgo lucano lega la sua fama al Mantegna, autore della splendida statua presente nella Cattedrale. Si tratta dell'unico esempio di scultura realizzata dal celebre pittore rinascimentale: raffigura Sant'Eufemia con un'espressività nobile del volto, tra lo stupefatto e il tragico, un capolavoro dai tratti raffinati riscontrabili nella esilità delle mani affusolate e nell’elegante panneggio della tunica.
La chiesa, distrutta e ricostruita più volte, deve il suo aspetto a un intervento del XVIII secolo, il solo campanile conserva le forme romaniche (nella parte inferiore) e gotiche (nelle bifore della parte superiore). Bella è anche la cripta che ospita gran parte dei gioielli artistici di origini venete, tutte insieme parte della cosiddetta collezione “De Mabilia”. Al di sopra dell’altare maggiore della Cattedrale si trova un bel crocifisso ligneo di scuola donatelliana.
5b. Irsina - Museo Archeologico Michele Janora (Convento di San Francesco)
Gli oltre 1600 reperti, provenienti in gran parte da necropoli o singole tombe disseminate nel territorio, testimoniano la vita della città e del territorio fin dal Neolitico.
Il nucleo più importante della raccolta è costituito da ceramica (a decorazione geometrica, a figure rosse, etc.), armi e ornamenti in bronzo e ferro.
6. Bosco Difesa Grande
Il Bosco Difesa Grande è un sito naturalistico di importanza comunitaria, tra i più grandi della Regione Puglia. Sin dall'epoca normanna fu fonte di approvvigionamento di legname (e di raccolta delle ghiande) per la collettività gravinese.
7. Quartiere La Martella
Progettazione urbanistica e edilizia: L. Agati, F.Gorio, P.M.Lugli,L. Quaroni, M. Valori (1951- 1955).
Il Borgo fu costruito coi fondi ottenuti nel 1950 nell'ambito del Piano Marshall, in base al piano di bonifica dell'Agro Materano, studiato da Nallo Mazzocchi Alemanni e sostenuto da Adriano Olivetti. L’intenzione di Olivetti è di costruire per i contadini più poveri dei Sassi un borgo residenziale autonomo, situato in prossimità dei campi e provvisto di tutti i servizi sociali essenziali per la comunità. L’incarico del progetto fu affidato a Ettore Stella ma venne concluso nel 1951 da un gruppo di professionisti coordinato da Ludovico Quaroni. L’architettura delle case coloniche è sommessa, scarna, essenziale, attenta ad accogliere con discrezione quei contadini che lasciavano il loro ambiente storico.
You can add a comment or review this trail
Comments