FAI KOLYMBETHRA - Itinerario in moto nei dintorni di Agrigento
near Maddalusa, Sicilia (Italia)
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Itinerary description
Dopo una breve tappa ai ruderi della Torre del Salto d'Angiò, arriverete a Racalmuto, col suo bel centro storico, e quindi a Naro, uno dei più importanti borghi della zona, con bellissime chiese barocche e il castello chiaramontano.
La tappa successiva è Palma di Montechiaro, la città del Gattopardo, che vi stupirà col suo Monastero delle Benedettine in cima alla scalinata e per i suoi palazzi... Dopodiché si dirige ancora Sud, finalmente verso la costa!
Prima di rientrare, imperdibile è il Castello di Montechiaro, che si eleva a picco sul mare; mentre facoltativa è la tappa alla bella baia di Punta Bianca (raggiungibile con una strada sterrata).
Waypoints
FAI - Giardino della Kolymbethra
https://www.fondoambiente.it/luoghi/giardino-della-kolymbethra
Il Giardino della Kolymbethra è un raro gioiello archeologico e agricolo, un luogo straordinario che racchiude i colori, i sapori e i profumi della terra di Sicilia e racconta, con i suoi reperti e i suoi ipogei, scavati 2500 anni fa, la storia dell’antica Akragas.
1. Agrigento - Casa Natale di Luigi Pirandello e Tomba
2. Riserva Macalube di Aragona
3. Aragona - Piazza Umberto I, Palazzo Feudale
Palazzo Feudale, costruito tra il sec VII e il XVIII ( e rifatto nel 1875).
Chiesa del Rosario (1689) sul lato Nord.
Chiesa del Purgatorio (inizi del '700) sul lato Sud, con facciata barocca.
Questo maestoso palazzo, simbolo stesso di Aragona, dall‘aspetto massiccio, smussato ai suoi lati esterni da quattro logge, si ricollega ai precedenti modelli di edilizia cinquecentesca. Intorno al 1703, anno in cui il principe Baldassare Naselli IV prese i voti sacerdotali, il palazzo acquista l‘aspetto di dimora aristocratica e di un aulico convento. Agli inizi del ‘700 il Palazzo raggiunge il massimo splendore grazie al Principe Baldassare Naselli Branciforte, che lo arricchisce con nuovi arredi, una quadreria e con la realizzazione di affreschi del pittore fiammingo Borremans. Nel 1875 furono apportate alcune trasformazioni al Palazzo grazie al Principe Luigi Burgio Naselli. Il Principe ebbe tra i suoi beneficiari vi erano le suore dell‘Ordine delle Figlie della Carità si San Vincenzo dè Paoli. Nel 1887 fondò l‘Istituto Orfanotrofio Femminile Principe di Aragona affidato alle Figlie della Carità. Oggi il Palazzo è sede della Fondazione Istituto Principe d’Aragona.
4. Sant'Angelo Muxaro
Il borgo non è di grande interesse se non fosse per la sua posizione panoramica e per la necropoli a grotticelle artificiali ricavata nel fianco occidentale e meridionale della collina.
Il Museo Archeologico di Sant'Angelo Muxaro, aperto alla fine del 2015, vuole valorizzare le antichità di Sant'Angelo Muxaro, restituendo a questo luogo un passato di ricchezza che lo ha reso famoso nel mondo intero per gli splendidi e tuttora enigmatici oggetti d'oro qui rinvenuti e perché, nel nome della reggia di Kamicos e del suo re Kokalos, Sant'Angelo rappresenta il "cuore" del mito di un regno sicano potente ed egemone.
L'esposizione permanente, che vi raccontiamo anche attraverso questa guida multimediale, accoglie sia materiali delle campagne di scavo più recenti che i rinvenimenti del territorio, alcuni resi disponibili dalla Fondazione Guarino Amella.
Questa guida vuole rappresentarvi, quindi, gli aspetti più salienti, dalla geologia ai numerosi reperti presenti nelle collezioni di altri importanti istituzioni museali, in Italia e all'estero, di un territorio ricchissimo di testimonianze archeologiche.
Di quello che l'archeologo Paolo Orsi definì "il più povero tra i poverissimi paesi dell'agrigentino", il museo ricostruisce il passato antichissimo e il ruolo determinante nei crocevia della protostoria e dell'età del ferro siciliane, nel cuore del Mediterraneo.
https://izi.travel/it/535f-musam-museo-archeologico-di-sant-angelo-muxaro/it
4a. Sant'Angelo Muxaro - Necropoli
4b. Sant'Angelo Muxaro - Necropoli protostorica
5. Torre del Salto d'Angiò
Situata a circa 12 km da Aragona,è anche detta, in gergo, "a Turri". Di forma rettangolare e inglobata in un casale costruito sul finire del XVIII sec. dalla famiglia Morreale, si presenta con tre ordini finestrati: il primo e il terzo con finestre bifore a tutto sesto di gusto gotico ed il secondo con monofore a sesto acuto. La sua maestosa mole si erge al centro di tre cortili ove si affacciano le case basse ed uniformi della masseria. Decorata con merli rettangolari, è posta su un banco di arenaria e si affaccia sulla vallata del feudo Muxaro e del fiume Platani. Secondo una breve ricostruzione storica, nel 1240 Federico II, dopo la morte del vescovo Ursone, ordinò ai canonici agrigentini di dargli un successore nella persona di Raimondo D’Acquaviva. Nel 1305, sotto il pieno dominio Angioino, Bertoddo, “vescovo di Girgenti" dispose un'inquisizione intorno al Massario. Sempre nel 1305 Francesco da Todi, beneficiato del Massario con il consenso del vescovo Bertoddo, non potendo sostenere spese di quel luogo, lo diede al magnifico Giovanni di Chiaramonte, in cambio del castello di Morgidiar ed altri beni. Il Manco, nel “mobiliare di Sicilia”, parla di una famiglia Chiaramonte di origine normanna, la quale si dice aver avuto, fra tanti possedimenti, il feudo di Muxaro. Egli sostiene inoltre che tutti i beni di Manfredi di Chiaramonte passarono ad Andrea Chiaramonte, il quale si batté tenacemente contro l’invasione della Sicilia da parte del re Martino, organizzando la resistenza nelle zone di Castrofilippo. Manfredi III morì nel 1391, lasciando in eredità le sue sostanze alla figlia. Andrea Chiaramonte fu fatto prigioniero con l’inganno e venne decapitato nell’anno 1392 di fronte allo Steri di Palermo. Questo avvenimento segnò la fine dei Chiaramonte in Sicilia. Tutti i beni della famiglia furono confiscati dalla corona. Lo stesso re Martino e la regina Maria concessero il feudo a Filippo de Merino, cui successe il figlio Ruggiero. Dal 1750, parte dei feudi di Muxarello e Cantarella divennero proprietà della famiglia Morreale. Don Biagio Morreale comprò la baronia di Maccalube nel 1764 dal principe di Aragona: Baldassare Naselli. Dopo la morte di Don Biagio, il figlio Giuseppe I ereditò i beni compresa la torre “normanna” sita nel feudo Salto D’Angiò. Giuseppe I non ebbe figli ed adottò Antonio Morreale, figlio del fratello Carmelo. Intorno al 1848 ereditò la suddetta proprietà il figlio di Antonio (Morreale Giuseppe II) il quale sistemò la torre ed edificò parti nuove aggiuntive alla struttura preesistente. Ebbe tre figli: Antonio, Carmella e Stella. Contro il volere del padre, la figlia Carmela dopo una rocambolesca fuga dalla torre, sposò Don Lucio Papia. Antonio ereditò il titolo ed un terzo del feudo del Salto; oggi il suo erede è il notaio Giuseppe Morreale. Stella, sposò Salvatore Palmeri, Marchese di Villalba, il quale ereditò l’altro terzo delle terre e la torre che, dopo la sua morte, passarono al figlio Giuseppe Palmeri. Quest’ultimo sposò la baronessa Scalfari di Vittoria, la quale ebbe due figli: Maria e Salvatore. Quest’ultimo è l’attuale proprietario della torre e delle terre attorno. Oggi, la fortificazione, sebbene manifestazione di un enorme patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale, versa in stato di abbandono. Un discreto gruppo attivo di giovani aragonesi, si sta attualmente occupando di rivalorizzarne l'importanza, creando incontri di discussioni e proposte concrete, nel tentativo di riportare in luce un simbolo degno di importanza della cultura locale. Uno dei tanti obiettivi da raggiungere è quello di rendere la Torre Del Salto D'Angiò una meta di forte attrazione turistica del territorio aragonese.
6. Racalmuto - Centro storico
In Piazza Umberto I:
- Chiesa Madre dell'Annunziata (sec. XVII) con cinque dipinti di Pietro d'Asaro
- Chiesa di San Giuseppe (seicentesca)
- Castello chiaramontano (sec. XIII), in posizione dominante con le sue due torri massicce.
- Poco lontano, una scalinata porta al Palazzo del Municipio occupa l'ex-monastero di Santa Chiara (ove è conservato un sarcofago romano del IV sec. a.C.)
- La scalinata termina al Santuario di Santa Maria del Monte, del 1738.
6a. Racalmuto - Fondazione Leonardo Sciascia
7. Palma di Montechiaro
8. Marina di Palma - Castello di Montechiaro
9. Punta Bianca
Antico Abbeveratoio
Antico Abbeveratoio
Gelateria Ragno d'oro - Gelato artigianale
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