Via alpinistica invernale, Canale a Destra, Grotta delle Ciaole, Croce del Matese, D-
near Campitello, Molise (Italia)
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Itinerary description
La via ha le soste attrezzate a fix, tranne quella finale, dopo l’uscita in cresta, che si arma facilmente su uno dei tanti spuntoni;
lo sviluppo è di circa 120m e si possono dividere in tre o quattro tiri di corda; io e Sofia abbiamo salito in tre tiri, ma forse è meglio quattro, spezzando il secondo o il terzo tiro dei tre in due per lasciare scorrere meglio la corda, come hanno fatto Ciro e Marco.
Nell’avvicinamento a tratti si sfondava, ma nel traverso sotto la Grotta delle Ciaole era ben ghiacciato e già bisognava fare attenzione; la Grotta si presentava parzialmente ricoperta da ghiaccio, con belle stalattiti di ghiaccio.
La via si presentava in condizioni discrete, nel primo e nel secondo tiro c’erano diversi tratti di ghiaccio che sia alternavano a tratti con neve portante e qualcuno purtroppo con neve inconsistente da accumulo.
Sul primo tiro siamo saliti su neve buona, rinviando su diversi fittoni da neve, e una vite da ghiaccio che offriva una ottima tenuta;
Il secondo tiro è stato forse quello più impegnativo, con un bel muretto verticale da passare; anche qui abbiamo usato i fittoni da neve, ma anche una vite da ghiaccio ben messa e un friend;
l’uscita, al terzo tiro, ha richiesto la dovuta attenzione:
a causa della neve scarsa e inconsistente, abbiamo sfruttato un po' la parte erbosa e un po' le roccette della cresta, lì dove il vento infuriava.
In discesa abbiamo raggiunto lo stazzo e quindi seguito il sentiero CAI fino ad arrivare nuovamente alla base della Grotta delle Ciaole e da lì al parcheggio.
L’ambiente della Grotta delle Ciaole merita una visita, ci sono molte vie di dry-tooling aperte da Riccardo Quaranta e da Giorgio Ferretti negli ultimi 15 anni, ma già solo ammirare lo spettacolo della parete da molta soddisfazione.
Biografia:
Appennino Meridionale, Luigi Ferranti, 2e
Ghiaccio D’Appennino, Cristiano Iurisci
lo sviluppo è di circa 120m e si possono dividere in tre o quattro tiri di corda; io e Sofia abbiamo salito in tre tiri, ma forse è meglio quattro, spezzando il secondo o il terzo tiro dei tre in due per lasciare scorrere meglio la corda, come hanno fatto Ciro e Marco.
Nell’avvicinamento a tratti si sfondava, ma nel traverso sotto la Grotta delle Ciaole era ben ghiacciato e già bisognava fare attenzione; la Grotta si presentava parzialmente ricoperta da ghiaccio, con belle stalattiti di ghiaccio.
La via si presentava in condizioni discrete, nel primo e nel secondo tiro c’erano diversi tratti di ghiaccio che sia alternavano a tratti con neve portante e qualcuno purtroppo con neve inconsistente da accumulo.
Sul primo tiro siamo saliti su neve buona, rinviando su diversi fittoni da neve, e una vite da ghiaccio che offriva una ottima tenuta;
Il secondo tiro è stato forse quello più impegnativo, con un bel muretto verticale da passare; anche qui abbiamo usato i fittoni da neve, ma anche una vite da ghiaccio ben messa e un friend;
l’uscita, al terzo tiro, ha richiesto la dovuta attenzione:
a causa della neve scarsa e inconsistente, abbiamo sfruttato un po' la parte erbosa e un po' le roccette della cresta, lì dove il vento infuriava.
In discesa abbiamo raggiunto lo stazzo e quindi seguito il sentiero CAI fino ad arrivare nuovamente alla base della Grotta delle Ciaole e da lì al parcheggio.
L’ambiente della Grotta delle Ciaole merita una visita, ci sono molte vie di dry-tooling aperte da Riccardo Quaranta e da Giorgio Ferretti negli ultimi 15 anni, ma già solo ammirare lo spettacolo della parete da molta soddisfazione.
Biografia:
Appennino Meridionale, Luigi Ferranti, 2e
Ghiaccio D’Appennino, Cristiano Iurisci
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grande davide