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Villa Romana del Tellaro - spiaggia calamosca - riserva Vendicari

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Trail stats

Distance
14.06 mi
Elevation gain
1,230 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
1,230 ft
Max elevation
264 ft
TrailRank 
64
Min elevation
264 ft
Trail type
Loop
Moving time
4 hours 13 minutes
Time
6 hours 7 minutes
Coordinates
3916
Uploaded
February 19, 2022
Recorded
February 2022
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near Lido di Noto, Sicilia (Italia)

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Itinerary description

Villa Romana del Tellaro - calamosca - ricerca Vendicari
percorso abbastanza pianeggiante, in parte su alsfalto, in parte su roccia piana, in parte su sabbia, e in parte su roccia appuntita. si può anche fare con scarpe da tennis ma consiglio scarpe da trekking. attenzione alle gambe passando fra rovi. il paesaggio è quello ibleo, si parte dalla zona di campagna con carrubbi, olivi, mandorli (in fiore in questo periodo), arbusti, cespugli, fiori su sabbia, ecc. anche la fauna è varia, specialmente avvicinandosi ai pantani piccoli e grandi. non è stato possibile andare al pantano roveto e al pantano sichilli perchè l'acqua ha esondato sul sentiero rendendolo impercorribile.
ai pantani in questo periodo è stato possibile vedere colonie di fenicotteri, aironi ecc.
da wikipedia:
resti, rinvenuti a partire dal 1971, si trovano in un fertile comprensorio agricolo, su una bassa elevazione presso il fiume Tellaro, sotto una masseria sette-ottocentesca.

Il corpo centrale della villa, più piccola di quella di Patti, si articola intorno ad un vasto peristilio. Il tratto del portico sul lato settentrionale presentava una pavimentazione a mosaico con festoni d'alloro che formano cerchi e ottagoni con i lati inflessi includenti motivi geometrici e floreali e su di esso si affacciano altri due ambienti che conservano i mosaici figurati.

Nel primo di questi ambienti il mosaico, molto danneggiato, conserva un pannello con la scena del riscatto del corpo di Ettore: Ulisse, Achille e Diomede, identificati da iscrizioni in greco, sono impegnati nella pesatura del cadavere dell'eroe. La figura di Priamo è perduta; il corpo di Ettore, frammentario, si trovava su un piatto della bilancia; l'oro del riscatto era nell'altro piatto. Quest'episodio, non ricordato nell’Iliade di Omero, deriva probabilmente da una tragedia di Eschilo. Il pavimento musivo del secondo ambiente presenta una scena di caccia, con un banchetto all'aria aperta tra gli alberi ed una figura femminile interpretata come personificazione dell'Africa.
Le scene del secondo ambiente richiamano i mosaici di caccia della Villa del Casale a Piazza Armerina, ma con figure più stilizzate e bidimensionali, dalle proporzioni incerte, che rendono l'effetto grandemente diverso. Probabilmente i mosaici sono opera di maestranze africane.
Sulla base dell'evidenza numismatica, i mosaici vennero realizzati dopo la metà del IV secolo d.C.
La Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari è un'area naturale protetta sita all'interno del libero consorzio comunale di Siracusa, precisamente tra Noto e Marzamemi. Particolarmente importante per la presenza di pantani che fungono da luogo di sosta nella migrazione degli uccelli. Prevista da una legge della Regione Siciliana del 1981, la riserva è stata ufficialmente istituita con D.A. del 14 marzo 1984, ed è stata resa effettivamente fruibile nel 1989. È gestita dal Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e territoriale già Azienda Foreste Demaniali della regione Siciliana.[1]

È anche zona umida di "importanza internazionale" ai sensi della convenzione di Ramsar, riconosciuta con decreto del 20 ottobre 1984 dell'allora Ministro dell'agricoltura e delle foreste Filippo Maria Pandolfi.
All'interno della Riserva la storia umana mostra una lunga permanenza. Vi sono diversi insediamenti archeologici e architettonici che testimoniano la vita dell'uomo in questi luoghi sin dall'epoca greca. È possibile trovare infatti le tracce di vasche-deposito di un antico stabilimento per la lavorazione del pesce di età ellenistica, accanto alle quali si è scoperta anche una piccola necropoli.


Latomia di Vendicari, V sec a.C.
In epoca bizantina (sino al VI secolo d.C.) l'area venne abitata a sud con la presenza di una chiesa diverse catacombe e abitazioni. La pericolosità delle coste indusse gli abitanti all'abbandono del sito per le aree interne come Pantalica.

La Torre Sveva[3], costruita probabilmente da Pietro d'Aragona, conte di Alburquerque e duca di Noto (1406-1438), nonché fratello di Alfonso V d'Aragona, re di Spagna e Sicilia (1416-1458) testimonia l'interesse strategico dell'area per la difesa della costa. Poco lontano vi è la tonnara di Vendicari, un edificio in disfacimento che conserva ancora in buone condizioni la ciminiera, oltre a vari stabilimenti e alle case dei pescatori: la tonnara fu costruita nel Settecento: nel periodo di massima espansione ebbe 40 dipendenti, tra cui due rais (il primo di Avola e il suo vice di Pachino). Smise la sua attività nel 1943.

Le saline di Vendicari ebbero importanza economica per lungo tempo, certamente a supporto della tonnara per la conservazione del pesce. I primi impianti risalgono al XV secolo e, a tutt'oggi, ne restano vestigia sul Pantano Grande.

Territorio

Tonnara di Vendicari
La Riserva di Vendicari si estende per circa 1512 ettari, di cui 575 in zona A e 937 in zona B (la cosiddetta preriserva), a sua volta divisa in zona B1, dedicata all'agricoltura (agrumeti, uliveti, vigneti e orti riparati da tomboli di sabbia o roccia) per 701 ettari, e B2, dedicata, per la restante parte, a strutture per il turismo e lo sport. Si trova in una stretta fascia costiera acquitrinosa, di fondamentale importanza per le specie di uccelli migratori. Infatti la presenza dei vasti pantani dall'elevata salinità ha contribuito alla creazione di un ecosistema che è punto di riferimento per gli uccelli che, provenienti dall'Africa (distante 350 km circa in linea d'aria), sostano qui numerosi prima di raggiungere le mete migratorie in tutta Europa. In effetti, l'area della riserva si trova ad una latitudine inferiore a quella di Tunisi.

La riserva è una zona umida costiera di alto valore biologico per la presenza di biotopi differenti: costa rocciosa, costa sabbiosa, macchia mediterranea, pantani (salmastri e d'acqua dolce), saline, garighe e aree coltivate.

I pantani Piccolo, Grande, Roveto e i due minori (Sichilli e Scirbia, collegati al solo Roveto) sono separati l'uno dall'altro solo da poche decine di metri: essi rappresentano il fulcro della riserva. Tra i tre, solo il Pantano Piccolo non si prosciuga mai, neppure nei periodi di siccità, e ciò grazie alla presenza di sorgenti di acqua salmastra. Pantano Roveto è, invece, il più esteso (1,24 km²) e la foce che lo collega al mare è solitamente interrata. La profondità media dei tre pantani principali è di 30-40 cm, mentre la massima è di 1-2 m.

Quattro sono gli accessi alla riserva: uno in zona Eloro (il più a nord), uno in zona Calamosche, l'ingresso principale all'altezza della Torre Sveva e, infine, quello di Cittadella dei Maccari (sede dell'insediamento bizantino di cui resta un tempietto e la necropoli)[4].

La riserva è ricca di spiagge: a nord quella di Eloro, con accanto la spiaggia di Marianelli, Calamosche, la spiaggia di Vendicari (nei pressi della tonnara) e a sud la spiaggia di San Lorenzo.

Flora

Il Pantano Grande
Le caratteristiche dell'ecosistema della riserva di Vendicari hanno favorito una molteplice vegetazione.

Vendicari, in quanto "zona umida costiera", è ricca di acque, ma ad alto tenore di salinità. Pertanto nei suoi ecosistemi possono vivere solo quegli organismi vegetali e animali in grado di adattarsi a tale ambiente.

Le piante alofite (che si adattano, cioè, a terreni ad alta concentrazione di sale) si sono sviluppate in modo da eliminare i sali in eccesso, le succulente accumulano nei tessuti riserve d'acqua dolce; altre piante come il ginepro, le tamerici e le salicornie con la riduzione delle superfici fogliari minimizzano la traspirazione e la perdita d'acqua.

La fascia costiera di Vendicari è un continuo alternarsi di tratti sabbiosi e tratti rocciosi. Di conseguenza, la vegetazione presenta una corrispondente alternanza tra associazioni di piante rupicole ed associazioni di piante psammofile (amanti della sabbia).

Vegetazione dei tratti rocciosi
Nei tratti rocciosi (come quello di Capo Cittadella, a sud della riserva), procedendo dal mare verso l'interno, riscontriamo le seguenti stratificazioni di specie:


Pantano di Vendicari da una delle postazioni di "bird watching"
Fascia alofilo-rupestre (Classe Crithmo-Limonietea; Associazione Limonietum syracusani; dai 2 ai 10 m di ampiezza):
finocchio di mare (Crithmum maritimum)
cicoria spinosa (Cichorium spinosum), nella sua unica stazione italiana
Limonium syracusanum
Limonium virgatum (o oleifolium)
Stretta fascia a gariga:
cespugli di timo (Thymus capitatus)
spinaporci (Sarcopoterium spinosum)
palma nana (Chamaerops humilis)
spazzaforno (Thymelaea hirsuta)
camedrio femmina (Teucrium fruticans)
giaggiolo bulboso (Iris planifolia)
Prasium majus
molte specie di orchidee
Fascia cespugliosa:
mandragora (Mandragora autumnalis)
Stretta fascia di gariga, a macchia mediterranea (associazione Mirto-Lentiscetum):
lentisco (Pistacia lentiscus)
oleastro (Olea europaea sylvestris)
fillirea (Phillyrea angustifolia)
mirto (Myrtus communis)
scilla marina (Urginea maritima)
palma nana (Chamaerops humilis)
Fascia alofilo-igrofila (discendendo verso l'interno e la costa del pantano):
Arthrocnemum glaucum
Juncus subulatus
Salicornia fruticosa
Salicornia radicantis
Triglochin bulbosum
Hordeum maritimum (o marinum)
Limonium serotinum
Hyparrhenia hirta
Lotus edulis
Stipa retorta
Trifolium stellatum
Moraea sisyrinchium
Suade vera
Vegetazione sommersa nei pantani (inondata per lunghi periodi dell'anno):
Ruppia maritima
Potamogeton pectinatus
Lamprothanium papulosum
Vegetazione delle rive interne dei pantani (proseguendo verso ovest):
Scirpus spp.
Carex spp.
Juncus spp.
cannuccia di palude (Phragmites australis)
canna domestica (Arundo donax)
Questa ultima fascia segna il confine tra la riserva e la preriserva, con aree destinate a scopi agricoli.

Vegetazione dei tratti sabbiosi
1122 - Siracusa - Oasi di Vendicari - Ex saline - Foto Giovanni Dall'Orto - 17-Oct-2008.jpg
Nei tratti di costa sabbiosa più vicino al mare (come nella sequenza di Pantano Roveto) troviamo:

Striscia afitoica (spiaggia)
Vegetazione psammofila effimera
Cakile maritima
Salsola kali
Euphorbia peplis
Potygonum maritimum
Fascia di grosse graminacee rizomatose (consolidano le dune ed hanno quindi un importante valore ambientale):
Elymus farctus
Sporobolus arenarius
Eryngium maritimum
Echinophora spinosa
Cyperus capitatus
Cutandia maritima
Ammophila arenaria arundinacea
Medicago marina
Larenea resedifolia
Pancratium maritimum
Macchia a Juniperus macrocarpa (ginepro coccolone) (in posizione più riparata rispetto al mare), con una ricca corte di altre essenze:
Ephedra fragilis
Pistacia lentiscus
Phillyrea angustifolia
Clematis cirrhosa
Rosmarinus officinalis

Pantano piccolo al tramonto
Fauna

Un gruppo di fenicotteri
Numerose sono le specie di uccelli che sostano a Vendicari: i trampolieri, gli aironi cinerini, le cicogne, i fenicotteri e, inoltre, il germano reale, i gabbiani, i cormorani e il cavaliere d'Italia che sosta qui nel suo viaggio dal deserto del Sahara ai luoghi di nidificazione nel nord Europa. Varie anche le aree di provenienza di questi volatili:

Russia: anatre, vari limicoli
Polonia, Ungheria: gabbiani comuni
Francia: fenicotteri
Svezia, Finlandia: sterne maggiori
Ungheria, ex-Jugoslavia: spatole, aironi
Il mese di dicembre è il migliore per l'osservazione degli uccelli (birdwatching)

Oltre agli uccelli, a Vendicari sono presenti anfibi come il rospo smeraldino (Bufotes boulengeri siculus), alofilo e molto più raro del rospo comune (Bufo bufo); tra i rettili è facile incontrare il biacco (Hierophis viridiflavus), un serpente di medie dimensioni, il colubro leopardino (Elaphe situla) e la tartaruga palustre siciliana (Emys trinacris).

Tra i mammiferi presenti si ricordano la volpe, il riccio, l'istrice e il coniglio selvatico.

Tra le specie della ricca entomofauna va segnalata la presenza di due cicindele: Lophyra flexuosa circumflexa e Calomera littoralis nemoralis; questi piccoli coleotteri, in quanto carnivori predatori situati al vertice delle catene alimentari delle comunità di microinvertebrati, dimostrano, già con la loro stessa presenza, la qualità e l'integrità dell'ambiente.[5]

Nel 2018 anche a Vendicari dopo la riserva delle Saline di Priolo sono tornati a nidificare i fenicotteri.[6]
Il prezzo di ingresso è 6 € e oggi (sabato è rimasta aperta fino alle 13.

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Le prime informazioni in merito all'esistenza delle saline di Vendicari risalgono al Quattrocento per poi avere ulteriori riscontri dal Fazello in epoche successive.[9] Probabilmente l'area del pantano veniva utilizzata persino in epoca greca, dato che nelle vicinanze vi sono dei resti di vasche per la lavorazione del pesce. Ciò non esclude la produzione di pesce salato e l'utilizzo del sale in loco. Le saline poi hanno affiancato l'attività della tonnara restando in funzione sino al 1951, anno in cui una alluvione aveva procurato parecchi danni alla zona. Quell'evento determinò la chiusura della struttura, dato che la concorrenza di altre saline aveva reso antieconomica l'attività. Oggi le saline vengono utilizzate dagli uccelli come oasi di ristoro e sono una delle più importanti attrattive della riserva. Forni della tonnara La costruzione della Tonnara di Vendicari detta anche Bafutu risale al Settecento. L'attività dello stabilimento ha avuto fasi alterne, periodi floridi a periodi di chiusura in base al costo del prodotto e alla concorrenza delle vicine tonnare di Marzamemi, Avola, Noto e Siracusa. Con provvedimento ufficiale della Capitaneria di Porto di Catania venne chiusa nel 1884 per essere riaperta, dopo una serie di lavori di ristrutturazione nel 1914 grazie al supporto economico del nobiluomo avolese Antonino Modica Munafò. L'attività si sviluppava grazie alla presenza della vicina salina, che permetteva l'estrazione del sale e lo stabilimento vero e proprio dove il tonno veniva cotto nei forni e inscatolato. Il tonno veniva pescato nelle acque antistanti e trasportato nella balata dove veniva tagliato e lavorato. Nel 1943, a seguito dello sbarco degli alleati, ma anche per una scarsa resa economica del commercio dei tonni, lo stabilimento venne chiuso. Oggi rimane una testimonianza dell'antica tradizione siciliana delle tonnare. Nel 1970 l'Isab (Industria Siciliana Asfalti e Bitumi) del gruppo Cameli, proprietario della più grande flotta petrolifera del tempo, scelse Vendicari per insediarvi una raffineria. Il Comune di Noto, nel cui territorio ricade Vendicari, fu favorevole e l'amministrazione comunale si batté per avere l'impianto, che sarebbe sorto proprio nei pressi della Torre. Alla fine, per la forte opposizione anche a livello europeo, l'Isab insediò la raffineria (poi della Erg e ora della Lukoil a Marina di Melilli, alle porte di Siracusa.[10]

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