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Villa Limone - Conventaccio: 17 luglio 21 - Quarta Escursione programmata nel Progetto Mappa di Comunità dei Monti Livornesi

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Trail stats

Distance
2.72 mi
Elevation gain
128 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
144 ft
Max elevation
633 ft
TrailRank 
63 5
Min elevation
431 ft
Trail type
One Way
Time
3 hours 23 minutes
Coordinates
762
Uploaded
July 18, 2021
Recorded
July 2021
  • Rating

  •   5 1 review

near San Michele, Toscana (Italia)

Viewed 1289 times, downloaded 13 times

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Itinerary description

Proponente: Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese (GAPL)
Accompagnatori: Roberto Branchetti (esperto) e soci GAPL
Guida ambientale: Mauro Stefanelli
Percorso: in linea, facile, con brevi tratti di media difficoltà. Ambiente prevalentemente boschivo. Circa 500 metri su strada asfaltata da Villa Limone all’ingresso della ex-cava Canaccini.
Lunghezza: circa 4 km ca. fra andata e ritorno
Abbigliamento: scarpe da trekking e abbigliamento idoneo alla camminata. Cappellino per il
sole e zainetto con acqua.
Durata: 2-3 ore a seconda delle pause per spiegazioni.
Ritrovo: ore 15,00 all’incrocio fra Via della Cava e Via Fattora (slargo antistante Villa Limone)
Il luogo si raggiunge percorrendo da Salviano la Strada Provinciale della Valle Benedetta. Dopo circa 2 km, sulla sinistra, si imbocca la strada asfaltata (in salita) che porta a Limoncino Alto e a Villa Limone.

Alla partenza: presentazione dell’escursione con inquadramento storico-ambientale dell’area di Monte La Poggia-Limone

Peculiarità da vedere: viabilità antica con tratti di acciottolato, Villa Limone (non visitabile, in proprietà privata), sorgenti dell’acquedotto romano, boschetto di Alloro, fornaci da calce artigianali, sorgenti pietrificanti a travertino, sorgente N° 1 dell’acquedotto del ‘600 (o delle Vigne), resti dell’Eremo della Poggia (Conventaccio).

Nota: L’area, in gran parte compresa nella Riserva naturale regionale “Monti Livornesi”, presenta interessanti aspetti archeologici e naturalistici dovuti principalmente alla ricchezza di acque sorgive che scaturiscono dalle pendici di Monte La Poggia. Frequentata dall’uomo fino dalla preistoria (Ripostiglio di Limone) e in tutte le epoche successive, conserva resti di edifici civili e religiosi medievali collegati fra loro da una viabilità di antico impianto percorsa, secondo recenti scoperte, anche da pellegrini provenienti da località lontane (Roma, Venezia). Le componenti della Flora e della Fauna (interessante il nucleo degli Anfibi) sono quelle tipiche degli ambienti umidi e freschi.
La criticità maggiore è rappresentata dalla potenziale apertura della discarica di Monte La Poggia, a confine con la suddetta Riserva.
© Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese (GAPL).
Per approfondimenti:sugli aspetti storico-archeologici
http://www.gruppoarcheopaleolivorno.it/index.html
Per approfondimenti sugli aspetti botanici:
http://www.gruppobotanicolivornese.it/

Importante nota finale:
Nel descrivere cose e fatti rilevanti di questo bel percorso è il caso di citare il gravissimo danno di fatto arrecato dai lavori per la discarica con la distruzione dell'ampia struttura ad arco tardocinquecentesca in mattoni che segnava l'inizio del citato acquedotto mediceo (stilisticamente affine alle mura del Pentagono, dotata che di bocchette per attingere l'acqua e di mensola per poggiare brocche ecc. ed eventualmente sedersi; una bocchetta era ancora funzionante qualche decennio fa). Purtroppo non ho mai trovato né foto né disegni che lo rappresentino. Al suo posto, cioè sul sentiero alla curva-ponte sul Botro d'Arco, ad evitare ulteriori frane sul sentiero, è stato posto il pietrame fermato da rete metallica. Sostituisce la bocchetta un tubo in plastica idraulica.
Integrazione finale effettuata a seguito di segnalazione da parte dell'utente "liroschi ", integrazione il cui contenuto è stato confermato dagli esperti.

Waypoints

Photo ofInizio escursione: WPT e Punto Informativo Photo ofInizio escursione: WPT e Punto Informativo Photo ofInizio escursione: WPT e Punto Informativo

Inizio escursione: WPT e Punto Informativo

WPT: Coordinate: 10.38225, 43.53786 Punto Informativo: Scheda storica 1 Territorio del Limone Il territorio del Limone è stato da oltre mezzo secolo oggetto di ricerche archeologiche, in merito alle quali è emersa una presenza umana che risale dai tempi preistorici sino ad oggi. Le cause che hanno favorito queste esistenze sono da ricercare nelle risorse ambientali caratterizzate dalla presenza di numerose sorgenti d’acqua potabile. Si può dunque sostenere che l’uomo sia stato richiamato dall’acqua, infatti è nell’area delle sorgenti di Limone che si trovano le testimonianze più antiche di acquedotti: Acquedotto Romano a elementi fittili, Acquedotto del Seicento, Acquedotto del Sanatorio Umberto I. È probabile che il toponimo Limone, lungi da essere dovuto a coltivazioni agrumarie di limoni, sia riconducibile alle caratteristiche pedologiche del terreno, che in quella località si presenta limaccioso, pertanto riteniamo che il nostro Limone derivi dal latino limus. Gli aspetti insediativi di quest’area trovano origine nella preistoria, da qui, infatti, provengono i reperti dell’Età del bronzo finale-prima Età del ferro noti come “Ripostiglio di Limone”, rinvenuti nel 1879 e facenti parte della Raccolta Chiellini. Notizie tratte dal volume del GAPL: "Gli antichi acquedotti e le acque minerali di Livorno e dintorni" a cura di Renzo Mazzanti, Mario Taddei, Luciano Cauli- Pacini Ed., Pisa 2006.

Photo ofSorgenti e Antica Fornace per la produzione della calce Photo ofSorgenti e Antica Fornace per la produzione della calce Photo ofSorgenti e Antica Fornace per la produzione della calce

Sorgenti e Antica Fornace per la produzione della calce

Area del Limone Scheda Storica 2 Le acque sorgive del Limone rappresentano un prezioso esempio d’identità tra sorgenti d’acqua e sorgenti di vita. Non a caso gli aspetti insediativi di quest’area, come abbiamo visto a proposito dei materiali archeologici relativi al “Ripostiglio di Limone”, trovano origine nella preistoria. Non meno importanti sono le testimonianze archeologiche relative a insediamenti medioevali riferite a chiese, villaggi e pievi. La storia delle acque scorre dunque parallela a alla storia umana. All’inizio del Seicento con l’apertura dei fossi intorno alle mura della neonata città di Livorno, si ebbe l’ingresso di acque marine che inquinarono le falde freatiche alimentatrici dei pozzi situati all’interno del perimetro urbano. La supplica dei cittadini fu accolta da Ferdinando I dei Medici che dette avvio alla costruzione del primo acquedotto cittadino (detto delle Vigne) con allaccio alle polle sorgive del Limone. Nel 1612 le prime acque di Limone arrivavano alle fonti di città. Con il passar del tempo l’aumento della popolazione e la scarsa salubrità dell’acqua dovuta alla cattiva condizione dei condotti, nonché l’ostruzione degli stessi per formazioni calcaree, determinarono una lunga ricerca per migliorare l’approvvigionamento idrico della città di Livorno. Esigenza, che emersa già in sede di costruzione dell’Acquedotto Limone, trovò, dopo lunghe vicissitudini, nella costruzione dell’Acquedotto Leopoldino di Colognole. Il territorio del Limone, oltre a essere noto per la presenza delle sorgenti, lo è anche per lo sfruttamento delle cave di calcare (pietrame per edificare) e per la produzione di calce (malta). Numerose sono, infatti, le testimonianze di cave cielo aperto e resti di fornaci abbandonate sia antiche (fornaci a pozzo dette “a volo”) che recenti. Notizie tratte dai volumi del GAPL: "Gli antichi acquedotti e le acque minerali di Livorno e dintorni" a cura di Renzo Mazzanti, Mario Taddei, Luciano Cauli- Pacini Ed., Pisa 2006 e "Antiche manifatture del territorio livornese. Fornaci da calce – ceramica - vetro", Mario Taddei, Roberto Branchetti, Luciano Cauli, Romano Galoppini, Comune di Livorno, Pacini Ed. Pisa 2009. 


Photo ofEremo della Poggia (Conventaccio) Photo ofEremo della Poggia (Conventaccio) Photo ofEremo della Poggia (Conventaccio)

Eremo della Poggia (Conventaccio)

Estratto dal libro: Siti medievali del territorio livornese, a cura di Roberto Branchetti, Luciano Cauli, Alessandro Ciampalini, Romano Galoppini, Franco Sammartino, Roberto Tessari, Luigi Viresini, Tipo. Media Print Livorno, 2018 Conventaccio (Eremo della Poggia) (Tav. III - 24L) Riferimenti storici Con il toponimo “Conventaccio” viene indicata una località distante circa 1,5 km a N-E di Villa Limone, dove si trovano i resti di un antico convento Vallombrosano, dal quale, secondo il Vivoli, proveniva il primo Eremita custode del famoso quadro della Madonna di Montenero. Scarse e frammentarie, talvolta contraddittorie, sono le notizie riportate su questo convento. Lo stesso autore riferisce che l’Eremo della Poggia era distante circa un miglio dal luogo ove poi sarebbe stata eretta la Chiesa di Valle Benedetta (in realtà sono quasi 3 km), apparteneva ai Benedettini ed era intitolato a S. Lorenzo. In un manoscritto di Oreste Minutelli del 1903 si legge invece: “posson sempre vedersi alla Poggia gli avanzi di una chiesa e di un convento chiamato S. Antonio che pare siano appartenuti ai Vallombrosani”. Sembra che dopo la sconfitta pisana alla Meloria, presso questo solitario convento situato in luogo montuoso lontano dal mare, abbiano trovato rifugio gli Eremiti di Montenero per sfuggire alle devastazioni perpetrate dai Genovesi lungo la costa livornese. Ancora il Vivoli riporta la notizia che intorno alla metà del Trecento “a cagione di una grande influenza venuta dagli Stagni vicini” (probabilmente, più che alle febbri malariche, la causa dell'epidemia fu da imputare alla Grande Peste), i monaci che lo abitavano morirono tutti ed il convento rimase disabitato, tanto da essere in seguito abbandonato. Tutta da verificare anche la tradizione popolare ottocentesca, a cui fa riferimento Angelica Palli Bartolommei, secondo la quale “vuole che sieno gli avanzi di un convento di monache. Manca dunque, su questo sito, una ricerca d'archivio approfondita che faccia piena luce sulla storia dell'eremo. La già citata carta di Michele Pacini (1713) lo rappresenta con una forma quadrata, di dimensioni abbastanza ampie e la dizione: “Monastero Rovinato”. La precisione grafica della pianta trova conferma nel rilievo di campagna, sia per quanto riguarda le dimensioni dell’insediamento sia per la sua forma quadrangolare. ********************************************************************************************* Note: 1 Il Vivoli ricevette un manoscritto dal fratello di sua moglie, un certo Canonico Bani, il quale provava che il primo Eremita custode della Immagine della B. Vergine detta di Montenero era stato appunto un Monaco, supposto Vallombrosano, del Convento Solitario situato già sopra il Monte la Poggia presso Livorno, di cui esistevano le rovine. P. Colombino, visitando gli avanzi di quell’antichissimo Convento la cui fondazione risaliva ai tempi del Medio Evo, rinvenne una lapide nella quale era scolpita la notizia di essere ivi stato seppellito il Beato Bartolommeo Sambucci di detto ordine... (VIVOLI G., Annali di Livorno, tomo IV, Epoca XV - Anni di Gesù Cristo 1691). Vivoli ipotizza che alcuni Vallombrosani della Poggia, a causa della peste che nel decennio 1340-1350 devastò l'intera Toscana, si siano rifugiati sul colle di Montenero, portando con sé il quadro della Madonna (VIVOLI G., Annali di Livorno, tomo I, Epoca II – Anni di Gesù Cristo 1347-1349, p. 227) 2 VIVOLI G., Annali di Livorno, tomo I, Annotazioni all’Epoca II - Anni di Gesù Cristo 1, p. 282. 3 BLLi~CDRVLi, Collezione Minutelli 270, 7. 4 PALLI BARTOLOMMEI A., Cenni sopra Livorno e i suoi contorni. U. Bastogi Livorno. Ristampa anastatica dell’edizione di Livorno, 1856, pp. 101-102. BRILLI A. (a cura di), Livorno Granducale. La città, il porto e i suoi contorni 1865. Banca Popolare dell’Etruria, p. 83. 5 VIVOLI G., Annali di Livorno, tomo I, Epoca II – Anni di Gesù Cristo 1347-1349, pp. 226-227 6 Corre anzi voce che un tesoro sia stato nascosto sotto quelle rovine; ed io so di gente che fattasi coraggio, salì di notte la Poggia colla speranza di trovarlo scavando il suolo… e fuggì poi a precipizio, raccontando di aver veduto una ridda di spettri femminili; conseguenza del delirio della mal vinta paura! (PALLI BARTOLOMMEI A., 1856, op. cit., p. 83). 7 Il Convento e la sorgente erano posti a monte dell’antica strada di crinale (già nota come Via Mediana Alta), che collega Limone con l’Alta Valle del Torrente Ugione, dove sorgevano gli insediamenti incastellati di Montemassimo di Sotto e di Ortale (o Montemassimo di Sopra), nonché l’Eremo della Sambuca. **************************************************************************************** Indagine di campagna (Nota per i successi riferimenti: alla (Fig.69) si rinvia alla foto sotto allegata. Per le altre Fig.si rimanda al volume sui siti medievali del GAPL citato a inizio pagina) Le strutture emergenti occupano un’area pianeggiante a quota 200 m s.l.m. coperta dal bosco. Una sorgente (da cui si origina il Botro del Lupo), posta ad un centinaio di metri dal sito, quasi certamente rappresentava la principale fonte di approvvigionamento idrico per gli abitanti dell’eremo. Appare ancora leggibile il sentiero che conduceva dal convento alla polla. L'insediamento si presenta costituito da un'ampia area quadrangolare cinta su tre lati da resti di mura, mentre sul quarto (lato Nord), ad una quota di livello inferiore e addossati al terreno, si riconoscono setti murari che delimitano alcuni vani (Fig. 69). Di questi, quello ad Est, si presenta pavimentato con bozze squadrate (Fig. 70) di pietra calcarea di provenienza locale (Formazione del Flysch calcareo marnoso di Poggio S.Quirico), mentre in altri due ambienti affiora marginalmente dallo strato di humus una pavimentazione in mattoni ed una in pietra. I lacerti murari, che in alcuni tratti si elevano fino a 1 m di altezza dalla superficie del terreno, presentano una tipologia “a sacco”, con conci di pietra (del medesimo litotipo sopra descritto) lavorata all'esterno e riempimento grossolano all'interno, il tutto legato con malta (Fig. 71). Nel muro perimetrale, che chiude i vani a settentrione, si nota un'apertura assimilabile ad uno scarico fognario. Riteniamo che una parte del pietrame utilizzato per l’edificazione del convento sia stato prelevato da una piccola cava sotto strada, distante dal sito poche centinaia di metri, dove si rinvengono conci in fase di sbozzatura e frammenti di scisto di copertura. Fra i materiali lapidei sparsi nell’area occupata dalle strutture oltre al calcare locale, di gran lunga prevalente, vi si riconoscono bozze in arenaria, calcareniti, scisti blu di copertura (ardesia), un blocco di ematite con resti di malta, un frammento di macina di basalto alveolato. Sopra tre grosse pietre è presente una cavità quadrangolare (coppella), forse servita come alloggio per la base di un palo mentre su una quarta pietra è rimasto il segno lasciato dallo strofinio di un chiavistello. La presenza di chiodi in ferro testimonia l'esistenza di strutture lignee oggi scomparse. In superficie si trovano accumuli di materiale fittile (soprattutto mattoni e coppi) e frammenti di ceramica sia acroma (Fig. 72) che dipinta (Fig. 73); quest'ultima, anche di epoca post-medievale (Fig. 74), sembra dimostrare che le fasi terminali di vita del sito si siano prolungate ben oltre metà del '300 come riportato dal Vivoli. Dalle ricognizioni di superficie condotte sulle strutture in evidenza non si rilevano segni riconducibili ad un locale di culto; resta inoltre da capire la destinazione d'uso dell'area sovrastante i locali d'abitazione. Solo un'indagine archeologica approfondita potrà fornire risposte esaurienti su questo interessante sito.

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Photo ofMasso di travertino Photo ofMasso di travertino Photo ofMasso di travertino

Masso di travertino

Foresta Della Valle Benedetta

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Acque /caverne

Foresta Della Valle Benedetta

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Altra fornace per la produzione della calce

Foresta Della Valle Benedetta

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Sentiero che porta ad un'altra fornace di cottura visitata nel corso dell'escursione

Foresta Della Valle Benedetta

Comments  (5)

  • Photo of liroschi
    liroschi Aug 6, 2021

    I have followed this trail  View more

    Iniziativa importante, spero di partecipare in fututuro. Nel descrivere cose e fatti rilevanti di questo bel percorso sarebbe corretto citare il gravissimo danno di fatto già arrecato dai lavori per la discarica con la distruzione dell'ampia struttura ad arco tardocinquecentesca in mattoni che segnava l'inizio del citato acquedotto mediceo (stilisticamente affine alle mura del Pentagono, dotata anche di bocchette per attingere l'acqua e di mensola per poggiare brocche ecc. ed eventualmente sedersi; una bocchetta era ancora funzionante qualche decennio fa). Purtroppo non ho mai trovato né foto né disegni che la rappresentino. Al suo posto, cioè sul sentiero alla curva-ponte sul botro d'Arco, ad evitare ulteriori frane sul sentiero, è stato posto il pietrame fermato da rete metallica. Sostituisce la bocchetta un tubo in plastica idraulica.

  • Photo of Antiche Ali
    Antiche Ali Aug 7, 2021

    Per la partecipazione all'iniziativa: se vuoi essere inserito mail list del Progetto Mappa di Comunità dei Monti Livornesi puoi scrivermi all'indirizzo pobac.s@alice.it
    Per l'interessante Integrazione suggerita, delle quale ti sono grato, ho richiesto un approfondimento agli esperti indicati nel report wikiloc dell'escursione al fine di un aggiornamento del citato report.

  • Photo of Paolo Sandrucci
    Paolo Sandrucci Aug 8, 2021

    Molto bello il percorso e molto belle sia le foto che le note. Complimenti! Volevo chiederti se le prime due foto del secondo punto informativo si riferissero all'area delle sorgenti romane piuttosto che a quelle seicentesche. Sul campo non sono mai riuscito a identificare l'area delle sorgenti dell'acquedotto romano a cui fa riferimento anche uno dei disegni da te postato, ma forse grazie alla tua mappa...

  • Photo of Antiche Ali
    Antiche Ali Aug 8, 2021

    Nella redazione delle note mi sono servizio della preziosa consulenza del GAPL Gruppo Archeologico e Paleontologico del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo e della consultazione delle loro esaurienti pubblicazioni sui temi in argomento, citate nel secondo punto informativo.
    Per quanto ho tratto da tali consulenze l'area delle sorgenti rappresentate nel citato punto informativo dovrebbero essere il comune punto d'origine delle acque sorgive dei differenti acquedotti realizzati nelle diverse epoche storiche.
    Il sito è, comunque, abbastanza contiguo al punto di partenza dell'itinerario e lo puoi identificare dall'evidente diramazione rispetto alla successiva linearità pressoché totale del successivo itinerario.
    Qualora tu avessi ulteriori necessità di chiarimento o orientamento provvederò, per il primo aspetto, a chiedere precisazioni ai citati esperti e per il secondo aspetto a rendermi disponibile a concordare una comune ricognizione per la quale puoi contattarmi via mail all'indirizzo seguente pobac.s@alice.it

  • Photo of Paolo Sandrucci
    Paolo Sandrucci Aug 10, 2021

    Okkei grazie. Appena posso vado sul posto e ci aggiorniamo

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