Via Vandelli - Alpesigola - Monte S. Andrea - Monte Rovinoso (17/07/2022)
near Serpiano, Emilia-Romagna (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Via Vandelli
Correva l’anno 1737, quando il novello duca di Modena e Reggio, Francesco III d’Este, si prodigava per ritagliare ai suoi domini un accesso diretto al mare, essenziale per coronare le sue ambizioni commerciali e militari.
Peccato che al tempo i più agevoli sbocchi sull’Adriatico fossero già territori dello Stato Pontificio e anche i confini sul Tirreno risultassero sotto il controllo di altri sovrani. Ma come nelle trame più intricate, Francesco III non si lascia sfuggire l’occasione ghiotta di un matrimonio combinato tra il figlio Ercole e Maria Teresa Cybo Malaspina, erede del ducato di Massa e Carrara.
Il gioco è così fatto: il ducato di Modena conquista una minuscola ma preziosissima finestra sul mare tra il granducato di Toscana, la repubblica di Lucca e quella di Genova. Questo è il momento in cui entra in scena il vero protagonista del racconto, l’abate Domenico Vandelli, l’uomo incaricato di costruire una strada avveniristica (che porterà il suo nome), in grado di ricoprire dislivelli impressionanti, superando gli Appennini prima e le Alpi Apuane poi. Una strada come non se ne progettavano dai tempi dell’impero romano, dotata di ogni genere di infrastruttura per i viaggiatori (osterie e alberghi) e per i cavalli (cambio e abbeveraggio); completa di stazioni di posta, piazzole per caricare e scaricare le merci, posti di guardia per scoraggiare le incursioni dei briganti. E doveva essere abbastanza larga da permettere il passaggio di carrozze, carri e calessi, perché anche i duchi non disdegnavano l’idea di percorrerla per tutti i suoi 140 km (e oltre) da Modena sino a Massa.
Fortunatamente il Vandelli oltre che abate era anche un brillante ingegnere, architetto, geografo e matematico, già distintosi presso la corte del duca per i suoi lavori e, nel giro di 14 anni (dal 1738 al 1752), riesce a portare a termine un’impresa a dir poco ardita, inventandosi per l’occasione una cosina da niente come le linee di livello
Parcheggiata l'auto si prosegue sulla Via Vandelli per sei chilometri, questo tratto è agevole e pianeggiante. In alcuni tratti l'assenza di vegetazione consente di godere di splendidi panorami. Si supera la Fabbrica, dove sorgeva una delle stazioni più importanti del percorso.
Dopo quasi 6 chilometri seguendo l'indicazione per Cagapicchio si comincia a salire in maniera decisa nel bosco e dopo altri circa 3 km si raggiunge l'Alpesigola. In alcuni tratti il sentiero non è ben visibile. Una volta raggiunta la cima si può ammirare un notevole panorama sull'Appennino tosco-emiliano. Si prosegue verso la zona umida del Lagaccione, Monte Sant'Andrea e Monte Rovinoso dal quale si può ammirare il monte Cantiere. Continuando a scendere si incontra il lago Cavo che in questo periodo dell'anno è quasi secco, si ritorna quindi sulla via Vandelli e si percorre l'ultimo chilometro e mezzo in senso inverso.
Correva l’anno 1737, quando il novello duca di Modena e Reggio, Francesco III d’Este, si prodigava per ritagliare ai suoi domini un accesso diretto al mare, essenziale per coronare le sue ambizioni commerciali e militari.
Peccato che al tempo i più agevoli sbocchi sull’Adriatico fossero già territori dello Stato Pontificio e anche i confini sul Tirreno risultassero sotto il controllo di altri sovrani. Ma come nelle trame più intricate, Francesco III non si lascia sfuggire l’occasione ghiotta di un matrimonio combinato tra il figlio Ercole e Maria Teresa Cybo Malaspina, erede del ducato di Massa e Carrara.
Il gioco è così fatto: il ducato di Modena conquista una minuscola ma preziosissima finestra sul mare tra il granducato di Toscana, la repubblica di Lucca e quella di Genova. Questo è il momento in cui entra in scena il vero protagonista del racconto, l’abate Domenico Vandelli, l’uomo incaricato di costruire una strada avveniristica (che porterà il suo nome), in grado di ricoprire dislivelli impressionanti, superando gli Appennini prima e le Alpi Apuane poi. Una strada come non se ne progettavano dai tempi dell’impero romano, dotata di ogni genere di infrastruttura per i viaggiatori (osterie e alberghi) e per i cavalli (cambio e abbeveraggio); completa di stazioni di posta, piazzole per caricare e scaricare le merci, posti di guardia per scoraggiare le incursioni dei briganti. E doveva essere abbastanza larga da permettere il passaggio di carrozze, carri e calessi, perché anche i duchi non disdegnavano l’idea di percorrerla per tutti i suoi 140 km (e oltre) da Modena sino a Massa.
Fortunatamente il Vandelli oltre che abate era anche un brillante ingegnere, architetto, geografo e matematico, già distintosi presso la corte del duca per i suoi lavori e, nel giro di 14 anni (dal 1738 al 1752), riesce a portare a termine un’impresa a dir poco ardita, inventandosi per l’occasione una cosina da niente come le linee di livello
Parcheggiata l'auto si prosegue sulla Via Vandelli per sei chilometri, questo tratto è agevole e pianeggiante. In alcuni tratti l'assenza di vegetazione consente di godere di splendidi panorami. Si supera la Fabbrica, dove sorgeva una delle stazioni più importanti del percorso.
Dopo quasi 6 chilometri seguendo l'indicazione per Cagapicchio si comincia a salire in maniera decisa nel bosco e dopo altri circa 3 km si raggiunge l'Alpesigola. In alcuni tratti il sentiero non è ben visibile. Una volta raggiunta la cima si può ammirare un notevole panorama sull'Appennino tosco-emiliano. Si prosegue verso la zona umida del Lagaccione, Monte Sant'Andrea e Monte Rovinoso dal quale si può ammirare il monte Cantiere. Continuando a scendere si incontra il lago Cavo che in questo periodo dell'anno è quasi secco, si ritorna quindi sulla via Vandelli e si percorre l'ultimo chilometro e mezzo in senso inverso.
Waypoints
Intersection
4,274 ft
Proseguire dritto
Intersection
4,226 ft
Verso Cagapicchio
Intersection
4,981 ft
Lagaccione
Summit
5,153 ft
Monte Sant'Andrea
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