Val Gallina :Dalla Diga allo Spiz Gallina
near Zona Industriale, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Dopo aver letto innumerevoli recensioni oggi grazie a Giuseppe e Mara siamo saliti sullo Spiz Gallina .
La prima lettura l'ho fatta su "Wild Dolomiti , I percorsi più selvaggi" Michele Tomé ( caro amico ) , Alberto Losso , Francesco Bonin. Pag 46 Itinerario 15 .
Riporto palesemente :
"Avvertenze:La zona è infestata dalle zecche, pertanto la salita è consigliata in stagione molto precoce qualora le condizioni di innevamento lo consentano.I passaggi su bosco ripidissimo, fino al Il grado in ambiente
vegeto-minerale, e su loppe scivolose sono alquanto pericolosi se effettuati senza assicurazione.'
Oggi 17 febbraio le condizioni erano ottime , no neve e temperatura ottimale . Ho preso solo una zecca 😁.
"Punto di partenza:si lascia l'auto parcheggiando appena prima della diga sul lago della val Gallina raggiungibile dal paese di Soverzene in pochi minuti."
"Salita:Traversata la diga si imbocca direttamente una traccia di sentiero che sale nel bosco sul basamento orientale dello Spiz Gallina.
Raggiunta una forcella, sempre boschiva, si volge a sinistra e con un breve tratto di sentiero su traccia si arriva ad un bel prato in leggera pendenza. Da qui si cambia direzione volgendo ancora verso il monte e si costeggia la base di una paretina fino ad uno stretto intaglio sempre in versante ver-
sante sud-est. Aiutandosi con una catena si supera un salto verticale di 5 m, Ill grado in libera, e poi ci si inerpica per un costone, possibilmente ghiacciato in stagione primaverile, in sicurezza di corda. Dopo un tratto nel bosco meno ripido, con direzione prevalente verso destra, si arriva alla base dell'ampio canale erboso principale che scende dalla cima. Circa 150 m di loppe con radi mughi o carpini. La pendenza e' molto
elevata, per cui sono consigliati tre tiri di corda da circa 40 m con soste attrezzate sugli alberi. Si esce quindi in cresta da sud e ci si sposta verso la vicina vetta tenendosi a destra sul versante est con percorso obbligato. L'ultimo tratto e' alquanto vertiginoso. Alternativamente si possono Scalare gli ultimi metri affrontando un salto di 3 m meno esposto sul lll grado."
"La discesa Consigliata è per lo stesso percorso di salita. Sempre con l'utilizzo della corda fino alla catena."
Altra descrizione si trova anche sul "Libro delle Cenge" di Vittorino Mason , pag 230 itinerario 45.
Ultima di mia conoscenza :
"Monti di Longarone , Val Tovanella , Cima dell'albero, Caiada, Pelf , Spiz Galina " Pietro Sommavilla , Giuseppe Nart, Luca Celi . Pag439 Itinerario 502.
Il mio personale giudizio è di un percorso breve , intenso , e molto panoramico . Da non sottovalutare . Per il resto lascio alle guide sopra citate molto più eloquenti di me . Il sentiero era in ottime condizioni , non ci sono grandi segnalazioni , ho visto un paio di bollature figlie di un tempo in cui era meno frequentato , oggi traccia a terra e ometti aiutano notevolmente . In merito alla cartina , la trovo poco utile o inutile se non per orientamento, la via passa per decine di centimetri e lo scarto anche solo di qualche metro del GPS ne vanifica l'efficacia .
In merito all'esposizione , i tratti esposti sono parecchi , brevi da superare ma comunque presenti , lo sconsiglio per chi soffre di vertigini.
Per la discesa , quasi tutte le descrizioni e guide consigliano di attrezzare delle doppie , penso che questo sia un obbligo in condizioni particolari , neve , ghiaccio , bagnato . Nel caso di oggi , con fondo molto stabile e loppe invernali i "fer da tac" o ramponi da erba ( ramponi senza punte ) sono stati perfetti , non obbligatori ma consigliati .
La copertura telefonica è scarsa alla Diga e fino al Cason , dalla Forcella, il segnale è intermittente , ottimo in vetta .
Passo normale con parecchie soste , non lo consiglio per finalità di allenamento , è un percorso che vale per la sua bellezza panoramica e per la tecnicitá dei passaggi .
Fondamentali le condizioni Meteo , pre e durante l'ascesa , necessità di tempo stabile sia per il panorama che per l'ascesa .
La prima lettura l'ho fatta su "Wild Dolomiti , I percorsi più selvaggi" Michele Tomé ( caro amico ) , Alberto Losso , Francesco Bonin. Pag 46 Itinerario 15 .
Riporto palesemente :
"Avvertenze:La zona è infestata dalle zecche, pertanto la salita è consigliata in stagione molto precoce qualora le condizioni di innevamento lo consentano.I passaggi su bosco ripidissimo, fino al Il grado in ambiente
vegeto-minerale, e su loppe scivolose sono alquanto pericolosi se effettuati senza assicurazione.'
Oggi 17 febbraio le condizioni erano ottime , no neve e temperatura ottimale . Ho preso solo una zecca 😁.
"Punto di partenza:si lascia l'auto parcheggiando appena prima della diga sul lago della val Gallina raggiungibile dal paese di Soverzene in pochi minuti."
"Salita:Traversata la diga si imbocca direttamente una traccia di sentiero che sale nel bosco sul basamento orientale dello Spiz Gallina.
Raggiunta una forcella, sempre boschiva, si volge a sinistra e con un breve tratto di sentiero su traccia si arriva ad un bel prato in leggera pendenza. Da qui si cambia direzione volgendo ancora verso il monte e si costeggia la base di una paretina fino ad uno stretto intaglio sempre in versante ver-
sante sud-est. Aiutandosi con una catena si supera un salto verticale di 5 m, Ill grado in libera, e poi ci si inerpica per un costone, possibilmente ghiacciato in stagione primaverile, in sicurezza di corda. Dopo un tratto nel bosco meno ripido, con direzione prevalente verso destra, si arriva alla base dell'ampio canale erboso principale che scende dalla cima. Circa 150 m di loppe con radi mughi o carpini. La pendenza e' molto
elevata, per cui sono consigliati tre tiri di corda da circa 40 m con soste attrezzate sugli alberi. Si esce quindi in cresta da sud e ci si sposta verso la vicina vetta tenendosi a destra sul versante est con percorso obbligato. L'ultimo tratto e' alquanto vertiginoso. Alternativamente si possono Scalare gli ultimi metri affrontando un salto di 3 m meno esposto sul lll grado."
"La discesa Consigliata è per lo stesso percorso di salita. Sempre con l'utilizzo della corda fino alla catena."
Altra descrizione si trova anche sul "Libro delle Cenge" di Vittorino Mason , pag 230 itinerario 45.
Ultima di mia conoscenza :
"Monti di Longarone , Val Tovanella , Cima dell'albero, Caiada, Pelf , Spiz Galina " Pietro Sommavilla , Giuseppe Nart, Luca Celi . Pag439 Itinerario 502.
Il mio personale giudizio è di un percorso breve , intenso , e molto panoramico . Da non sottovalutare . Per il resto lascio alle guide sopra citate molto più eloquenti di me . Il sentiero era in ottime condizioni , non ci sono grandi segnalazioni , ho visto un paio di bollature figlie di un tempo in cui era meno frequentato , oggi traccia a terra e ometti aiutano notevolmente . In merito alla cartina , la trovo poco utile o inutile se non per orientamento, la via passa per decine di centimetri e lo scarto anche solo di qualche metro del GPS ne vanifica l'efficacia .
In merito all'esposizione , i tratti esposti sono parecchi , brevi da superare ma comunque presenti , lo sconsiglio per chi soffre di vertigini.
Per la discesa , quasi tutte le descrizioni e guide consigliano di attrezzare delle doppie , penso che questo sia un obbligo in condizioni particolari , neve , ghiaccio , bagnato . Nel caso di oggi , con fondo molto stabile e loppe invernali i "fer da tac" o ramponi da erba ( ramponi senza punte ) sono stati perfetti , non obbligatori ma consigliati .
La copertura telefonica è scarsa alla Diga e fino al Cason , dalla Forcella, il segnale è intermittente , ottimo in vetta .
Passo normale con parecchie soste , non lo consiglio per finalità di allenamento , è un percorso che vale per la sua bellezza panoramica e per la tecnicitá dei passaggi .
Fondamentali le condizioni Meteo , pre e durante l'ascesa , necessità di tempo stabile sia per il panorama che per l'ascesa .
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Comments (1)
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Ottimo lavoro Fabio! Alla prossima...